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La Mostra Leonardo da Vinci e delle Invenzioni Italiane organizzata a Milano nel 1939 è stato il più importante ma anche discusso evento culturale mai creato fino ad allora sul genio toscano. Al Palazzo dell’Arte di Milano vengono esposti molti suoi dipinti, disegni e codici insieme alle opere degli allievi. Vengono inoltre costruiti con grandissima cura i modelli di macchine tratte dai suoi disegni.

In pieno clima di autarchia, l’immagine di Leonardo che emerge dalla mostra è quella dell’inventore capostipite di una tradizione che svetta su tutti gli altri popoli rivendicando i propri primati scientifici e tecnologici. Questa lettura però ha avuto influenza duratura anche dopo la caduta del fascismo, consacrando Leonardo da Vinci come genio universale.

La Mostra viene annunciata nel 1936 durante una visita di Mussolini al Castello Sforzesco e dopo una serie di ritardi e inconvenienti nella sua preparazione si svolgerà dal 9 maggio al 22 ottobre 1939 presso il Palazzo dell’Arte di Milano, organizzata dal Comune di Milano, sotto il podestà Gian Giacomo Gallarati Scotti e con la Presidenza di Pietro Badoglio, all’epoca a capo del Consiglio Nazionale delle Ricerche. La chiave nazionalistica è determinante: in piena età fascista e a ridosso della guerra, Leonardo diviene il simbolo di un’Italia che non aveva bisogno del contributo tecnologico di potenze straniere.

I contributi di Leonardo all’ingegneria, all’anatomia, alla matematica, all’architettura sono parte di ambizioso percorso espositivo, tutto proteso alla celebrazione del suo ruolo nella storia della cultura tecnico-scientifica italiana. Per questo viene organizzata una Mostra delle Invenzioni in cui sono celebrati i grandi scienziati del passato accanto alla presentazione delle principali novità della tecnica italiana, armi, metallurgia, costruzione e telecomunicazioni.

“Scopo della mostra è quello di celebrare il genio universale e ineguagliato di Leonardo da Vinci, assunto quasi a simbolo di tutta la civiltà latina e cristiana e di porre in evidenza i legami spirituali che uniscono questo grande realizzatore e creatore alle realizzazioni dell’Italia mussoliniana e imperiale. L’abbinamento alla celebrazione vinciana della mostra delle invenzioni italiane tende a dimostrare la continuità del genio creativo della stirpe e le grandi possibilità che si aprono a esse nel clima della volontà fascista.” (dal programma della mostra).

La mostra nei quotidiani nazionali

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In un articolo apparso su "Il Messaggero", Gustavo Brunelli prende spunto dalla contemporanea mostra leonardesca di Milano per ribadire quanto in Leonardo arte e scienza siano due aspetti correlati della sua opera, scaturiti da una curiosità tipicamente italiana. Per conoscerlo nel modo migliore, è necessario evitare la tradizione "straniera" della divisione dei saperi ma considerare nelle sue opere artistiche e scientifiche l'intreccio tra arte, scienza e natura. A corredo dell'articolo è riprodotto uno dei modelli esposti in mostra, una molatrice meccanica nell'interpretazione di Arturo Uccelli[1].

Quattro autori (Tofanelli, De Blasi, Vicinelli e Sinisgalli) approfondiscono altrettanti temi legati a Leonardo da Vinci: dal suo paese natale a un profilo biografico, dal significato della Gioconda a una recensione dell'opera del filosofo Paul Valery sull'importanza del segno nei suoi disegni. Al centro della pagina viene ricordata l'ormai imminente inaugurazione della mostra: "Domani martedì sarà solennemente inaugurata la Mostra di Leonardo e delle invenzioni italiane, cui il Re Imperatore s'è degnato di concedere il suo augusto patronato. La cerimonia avverrà alle 15.30, al Palazzo dell'Arte, presenti un Principe Reale, un rappresentante del Governo e il Maresciallo Badoglio"[2].

In un articolo della "Gazzetta del Mezzogiorno" Mangiarotti parla positivamente della mostra leonardesca al Palazzo dell'Arte, allineandosi alla chiave celebrativa e autarchica. Oltre a elencare per sommi capi i contenuti delle sezioni, sottolinea il parallelismo tra gli studi di Leonardo e le contemporanee invenzioni italiche, tra cui spicca il genio contemporaneo di Guglielmo Marconi. Raccontando del successo sul pubblico, il giornalista si sofferma a descrivere la reazione di un visitatore straniero, stravolta dall'ottica razzista del regime: "Abbiamo visto anche un indiano nel suo esotico costume, seguito dalla sua donna avvolta in bianchi veli, sostare attonito davanti a questi modelli ed andare ansioso da uno all'altro copiando in un suo libricino particolari e ritrovati che costituivano per la sua mentalità primitiva delle realizzazioni di sicura e pratica attuabilità"[3].

La mostra segue la linea vincente di molte altre esposizioni organizzate negli anni precedenti: quella sulla storia della scienza italiana per l’Esposizione Universale di Chicago del 1933 e la Mostra dell’aeronautica del 1934, allestita nelle stesse sale del Palazzo dell’Arte.

Nonostante il clima celebrativo, la mostra segna una fase decisiva nello studio e soprattutto nella divulgazione dell’opera e del pensiero leonardesco.

L’allestimento, curato dall’architetto Giuseppe Pagano, limita gli eccessi retorici e i toni enfatici tipici delle esposizioni del periodo fascista: grande attenzione viene data alla ricostruzione del contesto storico insieme a un uso sapiente e scenografico della fotografia.

La mostra è situata al pianterreno e al primo piano del Palazzo dell'Arte, mentre le numerose sezioni della mostra vengono anche costruiti dei padiglioni temporanei nell'angolo del parco verso viale Gadio.

Con uno sforzo organizzativo irripetibile giungono a Milano gran parte dei dipinti di Leonardo, degli allievi e di artisti a lui contemporanei, alcune copie di manoscritti leonardeschi pubblicati a fine Ottocento, come il Codice Hoepli, che hanno contribuito a diffondere gli studi di Leonardo ingegnere, le raccolte di disegni di Windsor e i manoscritti dell’Institut de France. L’articolo “Undici codici che tornano dopo 142 anni” ci ricorda la lunga assenza dei testi, dovuta a Napoleone.

Vengono esposti in originale anche molti documenti d’archivio allora conosciuti, relativi alla vita di Leonardo.

Dal punto di vista storico artistico la mostra viene molto criticata anche per l’attribuzione a Leonardo di un falso, la cosiddetta “Madonna Noja”, tuttavia ottiene un grande successo di pubblico. Vengono realizzate brochure e materiali pubblicitari che portino alla mostra nuove fasce di visitatori con vere e proprie operazioni di marketing come “Treni popolari da tutta Italia”, “Gite dopolavoristiche” e “Agevolazioni di ingresso, di soggiorno, di svago”.

La novità delle soluzioni dell'allestimento e scenografiche sono i punti di forza della mostra. Vengono presentati anche un centinaio di modelli di macchine leonardesche costruite per l’occasione partendo dall’ interpretazione dei disegni vinciani.

La direzione dell’Ufficio Modelli è affidata all’ingegnere Arturo Uccelli, che insieme a vari studiosi si è dedicato allo studio e all’interpretazione dei manoscritti leonardeschi, alla realizzazione di disegni tecnici quotati e alla costruzione dei relativi modelli.

Il Comitato Esecutivo, coordinato da Giorgio Nicodemi, è costituito da una fitta schiera di studiosi e architetti, a ognuno dei quali viene affidato l’allestimento di una o più sale. Ad esempio, l’Atrio monumentale, è curato da Giovanni Muzio, la Sala del Verrocchio da Pietro Toesca e la Sala dei Leonardeschi allestita dallo studio BBPR che nel dopoguerra avranno un ruolo chiave sulla scena museografica milanese.

Nelle sale dedicate ad Astronomia, Matematica, Cartografia, Idraulica, Marina, Anatomia, Botanica, Ottica, Meccanica e Volo, vengono presentati i risultati delle ricerche che ancora oggi costituiscono episodi importanti nella divulgazione del pensiero e dell’attività scientifico-tecnica di Leonardo, quali l’ottica, il moto, le armi navali. Raffaele Giacomelli nel 1939 presenta il saggio “Macchine volanti e strumenti metereologici e di volo in Leonardo da Vinci”.

Il documento sulla sala dedicata all’Idraulica, cioè la Lettera di Giorgio Nicodemi a Guido Ucelli del 1938 elenca ben 262 oggetti da esporre tra diapositive, tavole, plastici e modelli.

Anche se viene dato rilievo soprattutto alle macchine considerate “anticipatrici” di invenzioni moderne, il processo di studio e interpretazione nel complesso è stato serio e rigoroso e ha costituito una tappa fondamentale per la storia del modellismo leonardesco.

Molte macchine sono realizzate in grande scala e quasi tutte sono messe in movimento manualmente o grazie a motori elettrici, con evidenti forzature a livello interpretativo secondo una prospettiva di teatralità, di coinvolgimento del visitatore e di interattività, precorritrice dei tempi.

Ai modelli sono associati ingrandimenti fotografici dei manoscritti vinciani da cui sono stati tratti, in un accostamento tra disegno e modello che verrà mantenuto nella futura Galleria del Museo della scienza e della tecnica, nel 1953.

Di tutte le installazioni temporanee della mostra del 1939 solo la torre Littoria non viene smantellata (oggi Torre Branca).

Fortuna della mostra

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Dopo essere stata immagazzinata per alcuni mesi presso l’Ospedale Maggiore di Milano e presso il Castello, come ci ricorda la lettera di Sandro Piantanida a Guido Ucelli, del novembre del 1939, l’esposizione dei modelli di macchine viene replicata negli Stati Uniti durante l’Esposizione Universale del 1940, al New York Museum of Science and Industry, oggi non più esistente.

Nel 1942, in viaggio verso Tokyo per un’ulteriore mostra, i modelli vengono distrutti durante il bombardamento della nave che li trasporta. Fortunatamente gran parte dei disegni tecnici realizzati per poterli costruire sono sopravvissuti alla distruzione e alla dispersione. Costituiranno negli anni seguenti un documento prezioso per poter concretizzare il sogno, solo prospettato nel 1939, di costituire un museo permanente dedicato a Leonardo da Vinci e alle sue opere tecniche: il Museo nazionale della scienza e della tecnica “Leonardo da Vinci” che attualmente li conserva nel suo Archivio Storico.

  1. ^ La Leonardesca e la rinascita di Leonardo - Le Voci della Scienza, su www.museoscienza.org. URL consultato l'11 settembre 2019.
  2. ^ Leonardo "Onore del genere umano" - Le Voci della Scienza, su www.museoscienza.org. URL consultato l'11 settembre 2019.
  3. ^ Il genio italiano attraverso mezzo millennio. La Mostra di Leonardo da Vinci e delle invenzioni. - Le Voci della Scienza, su www.museoscienza.org. URL consultato l'11 settembre 2019.


  • guido lopez, il castelo sforzesco di milano.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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