Utente:Harlequin69/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Bio Guido Fabiani

Guido Fabiani nasce il 2 agosto 1869 a Sequals (Udine), nel palazzo di famiglia (palazzo Domini, ora sede del Comune), dall’insegnante Valentina Olivetti e dall’avvocato Olvino de Fabiani. All’età di 11 anni lascia Sequals per studiare al Collegio Marco Foscarini a Venezia. Dapprima un po’ spaesato, si fa apprezzare scrivendo, a 15, anni una novella premiata e pubblicata sui giornali. Da Venezia, finito il collegio in cui aveva fatto anche da precettore ai ragazzi più giovani, va a Padova per frequentare l’università e, contemporaneamente, fare il servizio militare. Lo ritroviamo successivamente a Venezia, nella redazione del Gazzettino. Nel frattempo, nel 1892, scrive il suo primo romanzo per ragazzi, Le vicende di una rana, subito pubblicato dall’editore milanese Carrara. Una serie di avventure della protagonista suggeriscono come la vita degli umili possa a volte essere preferibile a quella dei potenti. Ottiene un tale successo da essere subito tradotto e pubblicato in tedesco, incoraggiandolo a scrivere, nel ’93 Le vicende di un soldo. Guido Fabiani si rende conto che il centro dell’editoria è Milano, quindi decide di spostarsi in quella città, dove diventa redattore di un giornale per bambini, Frugolino, delle edizioni Il risveglio educativo. Nel 1893 sposa Ernestina Biffignandi, di Vigevano, piena di energie e iniziative educative rivoluzionarie per quei tempi: sarà il grande amore di tutta la sua vita. Nel ’94 nasce il figlio Antonmaria, mentre Guido Fabiani continua scrivere: versi per l’editore Vallardi e, per Carrara, una serie di romanzi per ragazzi: “Gino e Mario, Rachele, Emma, e, nel ’97, Un viaggio avventuroso. Nel 1897 fonda Il Corriere delle Maestre, che dirige per 42 anni assistendo e sostenendo il corpo insegnante, allora in difficoltà, sia sul piano didattico sia su quello sindacale. Nel 1898 fonda due settimanali per bambini, L’Omettino e La Donnina, che dirige fino al 1906, quando li fonde in un’unica testata che continua le pubblicazioni fino al 1911. Sempre del 1898 è il corso di letture per le elementari Casa mia Patria mia, che ottiene subito un buon successo. Inizia così il legame con l’editore Vallardi, che diventerà presto il suo editore fisso e pubblicherà con successo ogni suo scritto. La sua copiosa produzione continua con La storia di un passerotto, per i più piccini, e Amatevi! nel 1899, cui seguiranno Capitan Manfredi, Trottolino e Neretta, Bianchetto, Nel paese di baraonda, Nel pollaio di Benzur. Nel 1901 scrive Uccelletto nero, singolare romanzo che anticipa e prepara alle avventure del piccolo spazzacamino protagonista di Mani nere e cuor d’oro, il suo capolavoro pubblicato nel 1905 con un successo editoriale tale da richiedere molte ristampe ed edizioni, tanto che, nel 1992 l’editore Iwanami Shoten lo include in una raccolta di capolavori europei per ragazzi e ne stampa la traduzione in caratteri giapponesi ma con le illustrazioni originali. Sono passati quasi novant’anni dalla prima pubblicazione. Intanto scoppia la prima guerra mondiale, con l’angoscia per la chiamata alle armi dell’unico figlio, il vissuto disperante dei cugini friulani, profughi dalla regione martoriata dai combattimenti – che accoglie e ospita a Milano dopo la rotta di Caporetto – cui segue la gioia della pace. Guido Fabiani scrive un altro capolavoro per ragazzi, La gran fiamma, storia delle angosce di una famiglia che vive nel Trentino occupato, e lancia con il suo giornale raccolte fondi per le popolazioni devastate, distribuisce mille bandiere ad altrettanti paesi ora italiani, sostiene le colonie di Trento, vede tanti bisogni e aiuta, aiuta, con tante iniziative lanciate dal suo settimanale, che è diventato un potentissimo strumento di comunicazione. Viene nominato Grand’Ufficiale e gli viene conferita la Medaglia d’Oro concessa dal Re d’Italia per i meriti nella Pubblica Istruzione. Ma il nuovo assetto politico dell’Italia non lo vede allineato, il Corriere delle Maestre continua ad mantenersi fedele all’etica che lo aveva sempre contraddistinto e non sostiene il regime fascista: nel 1939 gli viene quindi tolta la direzione del settimanale che aveva fondato e diretto per 42 anni, sostituendolo con una figura gradita dal regime. Guido Fabiani, già provato nel ’37 dalla perdita della sua amatissima Nina, orfano del suo giornale e con la spaventosa seconda guerra in Italia e in Europa, si rifugia nel lavoro e negli affetti famigliari. E scrive, scrive. La guerra è finita e lui scrive. L’Italia è in ginocchio e lui scrive. Milano è distrutta e lui scrive, scrive… Ma, nel novembre del 1947, la sua vena di artista prolifico, di uomo forte e coraggioso, è troncata da una motocicletta che lo investe mentre attraversa la strada per andare e prendere a scuola la nipotina Titti. Ha per mano la piccola Lietta e il suo ultimo pensiero prima di chiudere gli occhi è domandare se è salva. Così finisce, molto prima del tempo che sarebbe stato logico data la longevità della sua famiglia, questo uomo che lavorava scrivendo sempre. Rimangono le opere, ormai con un sapore antico nel linguaggio, e il merito di avere contribuito all’alfabetizzazione dell’Italia, dove, quantunque la scuola dell’obbligo fosse stata istituita nel 1859, l’analfabetismo era ancora diffuso.