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Pasquale Iantoschi

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Pasquale Iantoschi (1919 – 1969). Insegnante e uomo politico, è stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana di Capitanata, sindaco di San Severo dal 1962 al 1969.

Nel 1948 sposa Lombardi Maria Maddalena dalla quale ha cinque figli : Palma, Arcangela, Grazia, Matteo e Giuseppe.

Infanzia, formazione, insegnamento e impegno sociale.

Nasce a San Severo il 28 gennaio 1919, da Matteo e da Palma Maria Lorenza Berardi. La sua è una famiglia contadina, numerosa e di umili condizioni. “Siamo sette figli in una sola stanza, senza un finestra. Non è ariosa e io vorrei scappare da quella casa e trovarne una migliore, ma per adesso non possiamo fare spese”: così scrive in un compito in quinta elementare il piccolo Pasquale.

La sua formazione nell’infanzia e nell’adolescenza è ispirata alla lezione e all’esempio di don Felice Canelli, straordinaria figura di sacerdote, parroco di Croce Santa. Il suo insegnamento, praticato nell’esempio di una costante azione caritatevole, radica in Pasquale Iantoschi una salda fede religiosa e una naturale propensione al rispetto e all’amore per il prossimo. Ex allievo D. Bosco, giovanissimo viene nominato presidente del Circolo Cattolico “Don Bosco”

Affronta gli studi con sacrificio suo e della famiglia, recandosi quotidianamente a Foggia e percorrendo in bicicletta circa 30 chilometri per frequentare l’Istituto Magistrale. Dopo il conseguimento del diploma magistrale, si iscrive all’Università di Napoli, alla facoltà di Lingue Straniere, iniziando contemporaneamente a insegnare come docente di Educazione Fisica, prima nella scuola media e poi alle superiori. Avvertendo un forte desiderio di dedicarsi all’educazione e alla cura dei giovanissimi, approda nel 1938 alla Scuola Elementare. Come maestro si assume, con scelta consapevole, la responsabilità di classi formate da alunni provenienti prevalentemente dalle fasce più umili. Memore delle sue modestissime origini, si sentiva impegnato a dare il suo contributo per elevare la loro condizione culturale e sociale. Impegno che lo ispirerà costantemente nella sua attività politica e amministrativa.

Al lavoro unisce un’intensa attività sociale, nell’ambito dell’associazionismo cattolico e in quello professionale, aderendo all’Azione Cattolica dal 1933, all’Associazione dei Maestri Cattolici e al Sinascel, sindacato dei maestri. Gli vengono ben presto affidati incarichi di responsabilità. Nominato dirigente dell’Azione Cattolica e dirigente diocesano dell’AIMC, partecipa come delegato a numerosi Congressi dell’Associazione dei maestri cattolici. È vicesegretario provinciale del Sinascel dal 1950 al 1953 e consigliere provinciale dello stesso sindacato dal 1954 al 1958. Gli vengono affidati vari incarichi nell’amministrazione scolastica: rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione nel consiglio di amministrazione dell’ Istituto Agrario “di Sangro” di San Severo dal 1947 al 1952, dal 1952 al 1954, dal 1962 al 1965.; componente del Consiglio Provinciale Scolastico dal 1965 al 1969; rappresentante del Provveditore agli Studi di Foggia nel Consiglio di amministrazione dell’Asilo Infantile “Matteo Trotta” di San Severo dal 1946 al 1954; componente della Commissione giudicatrice del Concorso Magistrale per l’insegnamento elementare presso le Carceri nel 1964.

Gli anni della guerra La seconda guerra mondiale lo coinvolge quando è agli inizi degli studi universitari. Soldato di leva della classe 1919, è arruolato con la leva del 1918 perché chiamato in anticipo. Dopo aver frequentato il Corso di Ufficiale di complemento, l’8 dicembre 1940 da Brindisi raggiunge in aereo l’Albania. Ufficiale di complemento, tenente e poi capitano di fanteria, si dedica con dedizione al suo compito, condividendo con i soldati affidati alla sua guida lavoro, rischi, sofferenze, pericoli, disagi.

Nel dicembre del 1940, nel corso di una missione di guerra sul fronte greco-albanese, in un canyon nei pressi di Progonat dove ancora oggi è visibile la strada militare italiana, un territorio impervio, a causa delle bassissime temperature invernali ha un grave cedimento fisico. Trasportato all’ospedale da campo di Valona (Albania), gli viene diagnosticato il congelamento di 1° e 2° grado alle mani e ai piedi. Successivamente è ricoverato per due mesi nell’ospedale civile di Senigallia per le cure del caso. Dimesso, con una licenza di convalescenza torna a San Severo sorretto da stampelle ascellari, tra lo scoramento dell’intera famiglia. Il congelamento segnerà seriamente il suo fisico e a distanza di tempo concorrerà a pregiudicare il suo stato di salute. Affronta successivamente altri controlli e si sottopone a cure e trattamenti negli ospedali militari di Napoli, Bari e Genova, tra contrastanti giudizi in merito all’idoneità al servizio. E’comunque attivo sul fronte del Mediterraneo dal 10 dicembre 1942 all’8 settembre 1943. Nel corso di tale impegno Il 12 gennaio del 1943 è investito da un camion civile in località quadrivio San Pancrazio, Avetrana, Nardò, Porto Cesareo, riportando contusioni alla regione frontale, contusioni a tutto il corpo e ferite al cuoio capelluto. Dopo l’8 settembre, il suo impegno di combattente continuerà nella guerra di Liberazione dal 9 settembre del 1943 all’ 8 maggio del 1945 alle dirette dipendenze del comando americano Viene decorato di due Croci al merito di guerra.

Nel 1954 diventa Commissario Straordinario della Sezione Combattenti e Reduci di San Severo. Per le lesioni riportate sul fronte greco-albanese, gli sarà riconosciuta una modesta pensione di guerra.


L’attività politica Iscritto alla Democrazia Cristiana dal 1946, vi ha ricoperto numerosi incarichi: • Segretario di Sezione dal 1946 al 1956 • Segretario del Comitato Comunale • Segretario di zona nel Comitato Provinciale della DC dal 1946 • Rappresentante del Comune di San Severo nell’Assemblea del Consorzio Dauno per la valorizzazione del Gargano, dal 1950 al 1952 • Vice Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana dal 1954 al 1958 e dal 1960 al 1965 • Dirigente Provinciale S.P.E.S. - Ufficio stampa della Democrazia Cristiana • Dirigente Provinciale della Commissione Problemi del lavoro • Dirigente Provinciale Grandi Centri • Delegato ai Congressi Nazionali della Democrazia Cristiana a Napoli nel1946 a Venezia 1949, a Roma 1952 , a Napoli 1954, a Trento nel 1956 • Componente del Comitato Regionale della DC dal 1956 al 1960 • Componente della Giunta Esecutiva Regionale dal 1956 al 1960 • Candidato alla carica di Deputato nelle elezioni del 1958 • Consigliere Comunale eletto nella lista della Democrazia cristiana dal 7 aprile 1946 al 31 Ottobre 1950, con 7671 voti, e dal 25 maggio 1952 al 26 maggio 1956. Rieletto nel Consiglio Comunale nelle votazioni del 27 maggio 1956, resta in carica fino alla nomina del Commissario Prefettizio avvenuta il 13 agosto 1956. Nuovamente rieletto nelle votazioni del 1957, resta in carica fino al 1961 • Vice Sindaco di San Severo dal 1946 al 1948 • Capogruppo Consiliare della D.C. dal 1946 al 1962 • Componente Giunta Provinciale Amministrativa dei Tributi Locali in qualità di rappresentante dei Comuni per il quadriennio 12 settembre 1958 -11 Settembre 1962. • Componente del Comitato regionale della Programmazione Economica per la Puglia e la Lucania dal 1965 al 1969 • Sindaco per due mandati del Comune di San Severo dal 1962 al 1969.

Cattolico convinto, sorretto da autentica e concreta religiosità, opera in campo politico in piena coerenza con la sua fede: alieno da ogni forma di ostentazione, sa dare attuazione concreta alla sua ispirazione religiosa in un impegno guidato da senso umanitario, spirito di abnegazione e assoluto disinteresse personale. Spiccano nel suo operato la dedizione al partito ed agli ideali di libertà e solidarietà del cattolicesimo sociale. Il suo stile politico è quello di un dirigente alieno da facili adattamenti e da soluzioni di comodo. Nella Democrazia Cristiana di Capitanata si afferma presto come personaggio politico di primo piano, e la Segreteria Provinciale si avvaleva delle sue doti di organizzatore e delle sue qualità di mediazione per appianare dissidi e creare convergenze soprattutto quando l’intesa fra leader locali, gruppi, e correnti non risulta facile. Si fa apprezzare per le sue doti di mediatore tenace, particolarmente abile nella gestione e nel coordinamento politico delle diverse anime presenti nella Democrazia Cristiana. Si mostra attento e disponibile, ma rigoroso quando si vogliono mettere da parte principi e regole per risolvere problemi particolari a vantaggio di interessi particolari. Probabilmente questa sua onestà intellettuale e l’intransigenza in alcune valutazioni, elementi non aggreganti sotto il profilo elettoralistico, hanno pregiudicato un esito positivo della sua candidatura alle elezioni politiche del 1958.


Iantoschi Sindaco L’attività politica di Iantoschi emerge con forza, trovando consensi e attestazioni generali di stima, nell’attività amministrativa esercitata a San Severo. A seguito delle elezioni amministrative del 10 giugno 1962, Pasquale Iantoschi diviene Sindaco di San Severo, alla guida di una giunta democristiana che ha l’appoggio della lista Torre Civica.

Rieletto sindaco nel 1966, forma una giunta con i socialisti. 

Dal dopoguerra al 1962 l’amministrazione della città era stata saldamente nelle mani della sinistra, favorita da una solida organizzazione e dal largo consenso delle masse contadine ma ancora troppo vincolata alla propria tradizione storica e lontana dalle istanze della modernità e del nuovo sviluppo imposto dai tempi. È questo il contesto storico in cui emerge subito la figura di Pasquale Iantoschi, militante nella Democrazia Cristiana e presente nelle file dell’opposizione nel Consiglio Comunale già da 1946. A Iantoschi, infatti, si attribuisce il merito di aver intuito che il ruolo centrale della D.C. era quello di costruire le condizioni per l’alternanza al Palazzo di Città, scompaginando le tradizionali maggioranze di sinistra e proponendo modelli di amministrazione operosa, rispondente alle attese dei cittadini. In questo contesto è da inserire l’episodio che vide, nel 1952, 387 contadini iscritti al PC nonché alcuni dirigenti riconoscersi nel programma della DC e iscriversi alla D. C. restituendo le proprie tessere al PC . Inutilmente la stampa comunista cercò di minimizzare l’accaduto che ebbe risonanza nazionale. Inserendo la sua azione nel ciclo del cosiddetto “boom economico”, ha saputo dare risposte concrete alla città facendo costruire strade e fognature, facendo riconoscere la Denominazione d’Origine Controllata (DOC) al vino di San Severo - primo fra tutti i vini pugliesi -, favorendo l’insediamento di Cantine Cooperative, razionalizzando e ammodernando tutti i servizi comunali, dando impulso all’artigianato favorendone l’insediamento ed ideando un’apposita mostra che ne valorizzasse la qualità. Sindaco perspicace, deciso, aperto al dialogo, sempre pronto a rivolgere l’attenzione al bisogno dei ceti meno abbienti, sa selezionare progetti essenziali ed evitare impegni di incerta ragione. Realizza così una svolta decisiva sulla via dello sviluppo e dell’ammodernamento della città e della sua organizzazione economica. Il suo obiettivo principale è stato quello di contenere la situazione deficitaria del Comune di San Severo, senza inasprire i tributi. Si adopera per rivedere i criteri di applicazione dell’imposta di famiglia al fine di renderla adeguata alle reali capacità contributive degli interessati con la necessaria comprensione per quelli a reddito fisso, e soprattutto per i meno abbienti. Consapevole dell’inadeguatezza dei pubblici servizi, si adopera per meccanizzare il servizio anagrafico, aumentare l’organico dei vigili urbani, rendere efficiente l’ufficio igiene, ampliare l’attività della farmacia municipale, sistemare il servizio di nettezza urbana. Durante il suo mandato sono all’opera numerosi cantieri di lavoro attivati dal Comune, anche al fine di alleviare la disoccupazione, con un’accorta gestione amministrativa capace di usufruire dei contributi statali nella realizzazione delle opere più urgenti come la sistemazione delle strade, la costruzione di case popolari e di edifici Scolastici, la sistemazione della rete idrica e fognante, l’estensione dell’illuminazione ai quartieri che ne erano ancora sprovvisti e la costruzione di mercati rionali per servire le zone periferiche Particolare l’attenzione per i poveri: viene stilato un elenco delle famiglie bisognose, da supportare particolarmente nei periodi di maggiore disoccupazione stagionale. Personale è l’impegno per migliorare l’assistenza Sanitaria e farmaceutica a favore degli iscritti nell’elenco dei poveri. Si impegna anche per lo sviluppo industriale della città puntando sull’interesse di alcuni industriali del Nord disposti ad impiantare alcune industrie a San Severo. Nella Relazione illustrata nel 1967 al “Comitato Regionale” di Bari della Programmazione di Sviluppo Idustriale chiede di riconoscere le aspirazioni di San Severo che offriva sufficiente mano d’opera, acqua abbondante, idonee comunicazioni viabili, ottime risorse energetiche. Conseguentemente richiede di costituire “il nucleo Industriale di San Severo” o di allargare quello già esistente di Foggia con l’assorbimento della zona di San Severo. Scelta qualificante dell’amministrazione Iantoschi è l’approvazione tempestiva di un piano regolatore dell’edilizia cittadina, grazie al quale si salva il centro storico e si impedisce l’abusivismo edilizio. È oggi convinzione diffusa che la città ha avuto in Iantoschi il pilastro fondamentale del suo sviluppo sociale, politico ed economico, anche per la sua capacità di essere Sindaco della città e non di una sola parte politica. Dal 20 al 25 gennaio del 1969 fa parte della delegazione di amministratori Pugliesi che a Strasburgo incontra i parlamentari del Consiglio d’Europa per analizzare il programma di politica economica europea. Il 14 Settembre del 1969, ancora Sindaco, stroncato da un imperdonabile infarto, termina la sua vita terrena a soli 50 anni. E’ ancora vivo nella memoria della città il giorno dei suoi funerali, accompagnati dalla commossa partecipazione di migliaia di cittadini , parlamentari, amministratori comunali e dirigenti politici. Tra le numerose corone di fiori , anche quella dell’On. Aldo Moro. A distanza di anni, è Sindaco indimenticato, amato, stimato, rispettato come uomo saggio, politico accorto, democristiano coerente, Sindaco onesto. In ricordo del suo operato è stato eretto un monumento in Corso Gramsci e intitolata a suo nome una via della città .

Insignito di titoli onorifici: • Cavaliere al Merito della Repubblica • Commendatore al Merito della Repubblica • Ufficiale al Merito della Repubblica • Cavaliere dell’Ordine di San Silvestro Papa • Cittadino Onorario di Miami dal 1962