Utente:Giulia Sparvoli/Sandbox
Remo Scuriatti (San Severino Marche, 24 maggio 1900-7 ottobre 1972) esercita per oltre venti anni la professione del fotografo, distinguendosi soprattutto nel genere del ritratto. Quindi, dalla fine degli anni Trenta in poi, si dedica alla pittura con un primo periodo figurativo e una seconda fase informale. Senza mai allontanarsi dalla città natale, ne ha influenzato il clima culturale fino alla sua scomparsa. Bibliografia La giovinezza e la professione di fotografo
Remo Scuriatti nasce a San Severino Marche il 24 maggio 1900 e, dopo avere frequentato la scuola media, consegue il diploma magistrale ma, invece di dedicarsi all’insegnamento, preferisce esercitare la professione del fotografo. Dopo una periodo di apprendistato, svolto probabilmente presso lo Studio Fotografico di Giuseppe Bartoli che allora era il più affermato in città, intorno al 1920 apre un elegante atelier nel palazzo che si affaccia sulla principale piazza cittadina e che ospita il Teatro Comunale Feronia, uno studio che diventa anche la sua abitazione. Scuriatti si afferma rapidamente come fotografo di valore, richiamando una vasta clientela appartenente a ogni classe sociale. Personaggio effervescente, appassionato di teatro e di musica lirica, diventa il protagonista di vari di spettacoli e l’animatore di feste da ballo e di manifestazioni cittadine.
La maturità e l’attività pittorica
Negli anni della maturità abbandona progressivamente la fotografia per dedicarsi alla pittura, partecipando con successo a diverse mostre regionali e nazionali e raccogliendo intorno a sé un nutrito gruppo di artisti e di giovani intellettuali. Nel 1960, quando il palazzo situato in piazza viene dichiarato inagibile, Scuriatti è costretto a trasferirsi nella sua casa natale, dove continua la sua attività artistica e dove rimane fino al 7 ottobre 1972, giorno della scomparsa. Per volontà testamentaria, ha lasciato in dono la sua casa, l’archivio fotografico e gran parte dei suoi quadri al Comune di San Severino Marche.
Le opere fotografiche
Remo Scuriatti esercita la sua professione di fotografo dagli anni venti agli anni Cinquanta, realizzando alcuni reportage e diverse raffigurazioni del paesaggio rurale e urbano. Egli si afferma in particolare come un ritrattista alla costante ricerca di un personale ideale di bellezza che si traduce soprattutto nella rappresentazione del “pianeta donna”. Il suo stile è caratterizzato dalla precisione delle inquadrature, dalla scelta di pose sempre eleganti, dall’uso incisivo delle luci, dalla capacità di esaltare uno sguardo, un sorriso, un abito, un’acconciatura. Le fotografie di Scuriatti non hanno solo un valore artistico, ma costituiscono un documento storico/antropologico che consente di ricostruire i modelli culturali e i costumi della varie classi sociali del primo Novecento.
Le opere pittoriche
I quadri di Scuriatti del periodo figurativo (1940-1950) denotano una voglia di libertà e una forte carica emotiva. Essi sono caratterizzati da un espressionismo mediterraneo che serve all’autore per trasfigurare la realtà e creare un proprio mondo artistico. Soprattutto i suoi paesaggi mostrano una linea espressiva che imprime alla forme una carica di visionarietà antinaturalistica, perché il segno appare profondo e gestuale, il colore assume una incisività narrativa e una forte tensione drammatica. A partire dal 1960, Scuriatti abbandona il modello figurativo per sperimentare opere denominate Galattiche, più aderenti alla poetica informale. L’artista si avvicina all’Astralismo e al Movimento Agravitazionale, correnti pittoriche fondate dal pittore maceratese Sante Monachesi tra il 1959 e il 1962. Attratto dalla bellezza dell’universo e dal fascino delle esplorazioni spaziali, vuole creare un’arte capace di raffigurare nuovi mondi e nuove forme di energia attraverso opere in cui la componente materico-cromatica è prevalente e le forme si polverizzano in “esplosioni” cosmiche.
La partecipazione a mostre collettive
Mostra dei “Sotto i Trenta”, Macerata, 1938
Mostra d’Arte, Ascoli Piceno, 1950
VI Quadriennale di Roma (1951-1952)
Premio Salvi, Sassoferrato, 1952
Premio Nazionale di Pittura “F. P. Michetti”, Francavilla a Mare, 1953
Premio Salvi, Sassoferrato, 1954
VII Quadriennale di Roma (1955-1956)
Stadio Nazionale di Roma, mostra, 1957
Premio Marche, Ancona, 1957
Mostra Nazionale di Alatri, 1959
Fiera Marguttiana d’Arte, Macerata, 1960
Premio Marche, Ancona, 1961
Mostra Concorso Nazionale “L’Arte nel tempo libero”, Castello Ursino, Catania, 1966
Premio della Galleria Cadaim, Piazza della Trinità dei Pellegrini, Roma, 1966
Premio regionale di pittura, scultura e grafica “Chiostro”, Ascoli, Piceno, 1968
Mostra degli Artisti sanseverinati, Settimana dei Comuni Marchigiani, Milano, 1980
Mostra “Reno Scuritatti fotografo e pittore”, Città di San Severino Marche, 2020
Bibliografia
Gualberto Piangatelli, Ricordando Remo Scuriatti, L’Appennino Camerte/La Voce Settempedana, Camerino, 5 marzo 1988
Alberto Pellegrino, Remo Scuriatti. Un artista re della Piazza, in “Il cuore della città. Le piazze di San Severino e di Tolentino” (a cura di A. Pellegrino), Rotary Club Tolentino, 1993
Fabio Jommi, Il fascino del Novecento nei ritratti di Remo Scuriatti. Anni ‘20-‘40, Città di San Severino Marche, 2003
Lucio Del Gobbo, Uomini, volontà e passioni nel pacato contesto maceratese, in “Le Marche del XX secolo. Atlante degli artisti” (a cura di A. Ginesi), Banca delle Marche, 2006
Alberto Pellegrino (a cura di), Remo Scuriatti fotografo e pittore, interventi di Achille Alba, Lucio Del Gobbo, Silvio Gobbi, Giuliana Pascucci, Alberto Pellegrino, Città di San Severino Marche, 2020
Voci correlate
Fotografi nelle Marche dal dopoguerra ad oggi, www.vincenzomarzocchini.it
Le Marche e il XX secolo. Atlante degli artisti, www.federicomottaeditore.it
Sante Monachesi. Astralismo (1959), Istantaneismo (1961), Movimento Agravitazionale (1962), it.wikipedia.org, www.treccani.it, romacultura.it
San Severino Marche, it.wikipedia.org, www.turismo.marche.it