Utente:Giovanni petrelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Il palazzo marchesale di Laterza

[modifica | modifica wikitesto]

[[File:]]

Il Palazzo Marchesale di Laterza fu edificato nel 1548, dopo l' insediamento del marchese don Pietro Antonio d' Azzia avvenuto nel 1536. Il nuovo palazzo fu costruito sui vecchi ruderi del Castello Tarantino edificato in epoca magno-greca.Ormai l' antico castello non rispondeva più alle esigenze del 1500 periodo in cui furono adottate nuove tattiche difensive e di guerra. Sotto l' edificio sono presenti varie cavità sotterranee che sono state riscoperte nel 1927 quando vennero avviati i progetti per la costruzione di tubature che dovevano portare l' acqua alla fontana nei pressi della chiesa della Madonna della Vittoria. Con molta probabilità queste gallerie dovevano servire ai nobili per fuggire dal castello in caso di incursioni, infatti queste gallerie portavano alla gravina e furono lasciate anche per il nuovo castello. Rispetto al livello stradale era profonda circa 2 metri.

Dopo aver salito non molti gradini si entra in una grande stanza con un grande abbaino, che dà su di un solaio, dove ci sono collegate tra loro molte stanze, precedentemente abitate dalla popolazione. Il lato sud si affaccia sul centro storico, mentre a nord chiude insieme alle mura il paese ad est fino alla gravina, ora Municipio, e ad ovest allungando le mura fin giù alla posta della fontana, era una barriera agguerrita da sormontare per accedere nel paese. Infatti al lato nord, in via Asilo, ancora esiste parte del largo e profondo fossato a destra della porta di entrata lungo 34 m e largo 14,50 m e profondo 4 m, questo continuava a sinistra di essa con identico fossato, che era lungo 36,50 m e largo 15,50 m. Il fossato fu costruito dall' Università della Terza (Comune) per proteggere la cittadina dagli attacchi dei nemici. Nel 1810 questo fossato fu coperto in parte da delle costruzioni. In via Asilo era sito il ponte levatoio nei pressi del quale si trova una possente merlatura di tipo guelfo e lunghe feritoie verticali (frecciere) disposte a merli alterni. Il paese era circondato da mura e c'erano altri varchi di accesso alla città, costituiti dalla Porta della Fontana (crollata dopo il terremoto del 1857), dalla Porta del piano ( demolita nel 1826 per edificare il Municipio) e da una terza e piccola porta, ben nascosta, da cui accedevano i ritardatari. Dalla seconda, a sesto acuto, si accede in un grande cortile dove si trovavano le stalle, i magazzini, cantine e altre comodità. Dalle dimensioni dei magazzini si può dedurre che venissero contenute grandi quantità di cereali. Nel palazzo c' era anche una sala d' armi. La struttura fu costruita interamente in pietra grezza cementata con malta, alla base come si può notare ci sono dei grandi pilastri in pietra appartenenti all'antica costruzione. La pianta del castello é di forma trapezoidale. A pian terreno ci sono due grandi rimesse che nel secolo scorso furono adibite a taverne; ha anche un numero imprecisato di scantinati, cantine e nascondigli dove secondo dicerie popolari c'erano delle trappole. La facciata est è quella più rimaneggiata. Quella a sud, ricca di motivi architettonici rinascimentali, conserva ancora un balcone delle stanze superiori, affacciandosi al quale il marchese comunicava al popolo le sue decisioni. Sono ancora presenti le carceri dove venivano torturati i prigionieri, oggi sono ancora presenti le antiche finestre con inferriata che davano luce alle prigioni e anche un pozzo, dentro il quale ci sono delle lamine in ferro e pugnali acuminati dove venivano gettati i condannati a morte o i dissidenti; questo pozzo fu coperto da della terra. Nel palazzo era presente anche una grande stalla detta appunto Cavallerizza. Di questa oggi restano solo le mangiatoie in muratura rivestite in legno. Nel cortile nel angolo Nord-Ovest era presente una cisterna per l' acqua ( chiusa nel 1960) a cui giungeva acqua piovana attraverso un sistema di canalizzazioni. Le maggiori trasformazioni realizzate furono la creazione di nuovi appartamenti, mediante la sopraelevazione de piano nobile del lato nord e ovest, che vennero collegati con la torre già esistente allora e ancora riconoscibile oggi, e la relativa scalinata d' accesso principale. Tra il 1736 e il 1772 sono state riportate in un libro maestro del marchese la costruzione di alcune stanze, magazzini per la conservazione del frumento, un frantoio, e degli infissi. Nel fossato si trovavano delle piccole grotte in tenera roccia dove fu sito il trappeto (frantoio). Questo libro maestro si trova attualmente presso l' Archivio di stato di Taranto, fu ritrovato dalla famiglia Debellis che sono i discendenti dei Perez-Navarrete, ultimi marchesi di Laterza. Il palazzo marchesale fu acquistato dal Comune di Laterza nel 1981, dopo il terremoto avvenuto nel 1980 che riportò nel palazzo marchesale gravi danni, con il crollo di una volta nei piani superiori. Il palazzo fu abitato fino al 1806, anno in cui si ebbe la fine del feudalesimo da parte di Napoleone, e i marchesi Perez-Navarrete conservarono solo il titolo di Marchesi di Laterza.

Iscrizioni latine

[modifica | modifica wikitesto]

Sulla porta del castello che è sita in via Asilo sopra lo stemma dei d' Azzia è scritto: ACCIA CUI CEDIT PALLAS CUI PRAELIA MAIORS D'Azzia al quale Pallade è inferiore, al quale si augurano maggiori battaglie . Sopra questa scritta è scolpito: HIC FLORENT CAPUE CONCELE BRADA DOMUS 1548. La casa dei d' Azzia di Capua qui prospera e concede le spade 1548 . Sopra questa un 'altra: CONIUGE MAGNANIMUS FE LIX BAPTISTA TRIUMPHAT PLUS FELIX TANTO IULIA FI DA VIRO = D.PER? BSTI Il magnanimo e felice Battista trionfa per la consorte; più felice Giulia fedele a tanto uomo - Don Pietro e Battista Su i due capitelli della porta a nord c'è una scrittura scritta in gotico che riporta la data del 1393 costruiti da Giacomo Trigiano e da suo nipote Angelo. Con molta probabilità il portone fu reciclato dal vecchio castello. Ecco l' iscrizione gotica:

(HO) OPUS - FECIT-T MAG(IST)ER-IA COBUS TRIE-GIANO DE ANGILO \\ ET. MAGISTER . ANGILOUS EIUS NEPOS-ANNO - DOMINI . M.CCC.-LXXX-XIII. PRIME INDICTIONIS 

Significa: Ques't opera è stata realizzata dal maestro Giacomo Trigiano di Angelo \\ e dal maestro Angelo, suo nipote, nell' anno del signore 1393. Prima Indizione.

Questo castello oltre ad essere una dimora a carattere signorile e militare, era anche il centro burocratico-amministrativo ed un centro agricolo e manifatturiero, non che un nucleo di razionalizzazione e di gestione territoriale,baricentro di un complesso contesto ambientale e giuridico. Il castello era, insomma, anzitutto un insediamento.

Gli affreschi che erano presenti nel palazzo marchesale sono andati quasi tutti persi, per incuria, a causa di fenomeni atmosferici ma anche perché la struttura fu abitata da gente che ritinteggiando le pareti o rivestendole con ceramiche rovinò per sempre questi affreschi. Tuttavia è arrivato fino a noi l' affresco di S. Anna che si è conservato benissimo nel tempo perché fu coperto da nuova tintura. Questo affresco risale al Regno delle due Sicilie ( scelta probabilmente dovuta ad Anna Capece, che sposò nel 1698 Nicolò Perez Navarrete, nono marchese di Laterza tra il 1681 ed il 1716) realizzato in controfacciata Nord e composto da tre parti; la prima più ampia, riempie la parte superiore e rappresenta la classica scena di S. Anna su uno sfondo architettonico in prospettiva; sulla sinistra, sul registro inferiore a lato del portale, è raffigurato il grande blasone della famiglia marchesale accollato all' aquila imperiale; a destra un 'altra grande raffigurazione araldica rappresenta lo stemma dell' Università della Terza. Inoltre due cartigli, uno per lato, contengono lunghe iscrizioni devozionali, quali a destra : RE PRO PALLAPIO DEVOTO CORDEM ALBERTINA DOMUS TE LOCAT ANNA PARENS. NON HOMINUM FRAUDES METUET NON DAEMONISAS Significa: La casa Albertina colloca te cuore, o Anna genitrice, il luogo della devota Pallade. Più sotto: TUTA SED VIVET TECTA FAVORE TUO Vivrà sicura ma difesa della tua protezione Al lato sinistro è riportato: CAEDE DETTAOVT BEO IVASAEREF IUNCTA FIDELIS VIRGINIS ANNA PARENS HOC TIBI FECIT OPUS TOTO UT MERITIS NADAE POTO DOMINARIS IN ORBE IMPERIUMQUE POLI TRADIT IPSE NEPOS DAEMONIS INSIDIAS SIC REDEAS ARCE . TUAQUE (OMNIS) SIT PRECE OUDINUS TERZIA TUTA SUIS Significa: Casa dedicata a Dio o Anna, madre , congiunta della fedele Vergine , questa opera per te costruì affinché dominassi con i tuoi meriti in tutto il mondo e l' istesso nepote affidò l' imperio della terra , così ritorcerai dal castello le insidie del demonio . E con la sua preghiera sia sicura Laterza con i suoi. Sulla volta, infine, una fascia policroma a motivi geometrici corona il dipinto.

FEUDATARI IMPORTANTI DI LATERZA

[modifica | modifica wikitesto]

Laterza ebbe molti feudatari tra quelli più importanti ricordiamo la famiglia Bracaccio, d'Azzia e Perez-Navarrete.

Nel 1497 dopo undici anni di soprusi ed espropriazioni , Laterza passò dal feudatario Matteo Crispano a Marino Brancaccio che fu marchese di Laterza fino al 1536. Rispetto al suo predecessore non fu dispotico ma si comportò comunque da padrone . Marino Brancaccio non aveva eredi , ma una nipote da parte di sua sorella che aveva sposato Giambattista d'Azzia in questo modo il feudo passò ai d'Azzia . In occasione del loro matrimonio fu costruita la fontana sita in via concerie che porta la data sullo stemma Brancaccio - D'Azzia del 1544.

Con la morte di Martino Brancaccio il marchesato passò ai d'Azzia (1536), questi ebbero sotto il loro controllo Laterza sino al 1655 per circa centoventi anni. Giambattista d' Azzia fece edificare l' attuale castello nel 1548 arricchendolo con scalinate, loggette, finestre, balaustre e balconi in stile classico barocco , archi di diversa tipologia, dal catalano al tutto sesto, dall' acuto gotico. I D' Azzia erano abbastanza ricchi possedevano un gregge di 5.400 pecore con una masseria nei pressi del Cannile. Nel 1655 con la morte di Giovanni Battista III non avendo eredi maschi il feudo passo alla figlia che era sposata con un Perez - Navarrete.

Perez Navarrete

[modifica | modifica wikitesto]

Questa famiglia rimase a governare in Laterza fino al 1806 anno in cui cadde il feudalesimo. I Perez-Navarrete ebbero componenti illustri che si occuparono di studi musicali, filosofici e poetici. Un membro divenne rettore di un università a Bologna. Furono i marchesi Navarrete che arricchirono Laterza di arte e abbellirono le maioliche, lavorate dai figuli da secoli con motivi geometrici e disegni bellissimi, che si trovano anche in vaticano a Roma. I menbri di questa famiglia sono seppelliti in parte a Laterza nel Convento dei Cappuccini e in parte a Napoli.

La Storia di Laterza Dott.Luigi Galli