Utente:Giovanni a. bianchi/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Paolo Piccari si laurea in filosofia a Roma nel 1992 sotto la guida di Alfonso Maierù, discutendo una tesi sulla teologia come scienza nel XIV secolo (Hervé de Nédellec e la Opinio de difficultatibus contra doctrinam fratris Thomae), di approfondendo il dibattito sulla teologia come scienza nella tarda scolastica. Nel 1996 consegue anche la laurea in lettere nell'Università di Roma "La Sapienza", discutendo una tesi sulla concezione del tempo in Tommaso d'Aquino. Dal 2003 al 2008 insegna a contratto Retorica e teoria dell'argomentazione e Filosofia del linguaggio nell'Università di Siena. Nel 2008 diventa ricercatore e nel 2016 professore Associato presso l'Università di Siena, dove insegna Filosofia teoretica. I problemi posti dalla ontologia delle opere arte la portano a interessarsi direttamente della filosofia di Arthur Danto (a cui dedica una monografia edita in italiano e in inglese) e della questione della definizione del concetto di arte, sorta e sviluppatasi in modo particolare nell'ambito delle filosofie analitiche dell'arte.

Insegna filosofia teoretica nell'Università di Torino[2].

Nel 2013 è stato visiting scholar presso la Faculty of Philosophy della University of Oxford e la Facoltà di Teologia di Lugano. Dal 2007 è condirettore di Arkete, rivista di studi filosofici, e di Anthropology & Philosophy. Si occupa di filosofia e ontologia dell'arte (con particolare riferimento all'arte contemporanea), di ontologia sociale e delle filosofie di Friedrich Nietzsche e Arthur Coleman Danto, la cui opera ha contribuito a far conoscere in Italia. Dirige la collana di Estetica Analitica presso Mimesis Edizioni[5].

Dal 2016 ha assunto la direzione del Labont, centro di ricerca presso l'Università di Torino.

Dirige con Gianmaria Ajani e Werner Gephart la rivista Brill Perspectives in Art and Law (Brill Publisher) e con David Carrier la collana, Analytic Aesthetics and Contemporary Art (Bloomsbury Academic).

Collabora con il magazine d'arte Artribune[6] e con il magazine d'arte newyorkese The Brooklyn Rail[7].