Utente:GiovannaRotondo42/Orlando Sora

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Orlando Sora artista del Novecento

Orlando Sora, (Fano 18 febbraio 1903 - Lecco 31 Marzo 1981) è un grande artista del Novecento.

A Fano vive gli anni dell’infanzia e quelli giovanili, frequentando, per qualche tempo, l’Istituto d’Arte della città.

Nel 1925 si trasferisce a Milano per studiare figura umana e composizione all’Accademia di Brera. Nel 1927 viene invitato a partecipare alla collettiva di pittura, alla Galleria Micheli, a cui prese parte con 54 opere ottenendo un notevole successo. Parlano di lui, come di una grande promessa per la pittura italiana, artisti quali Mario Sironi e Carlo Carrà, giornalisti come Vincenzo Bucci, Pier Maria Bardi e altri.

Un successo che rinnova con la personale del 1928, sempre alla Galleria Micheli e in qualsiasi altra apparizione pubblica a cui prenderà parte in quegli anni: sia in mostre personali che collettive. Esporrà con artisti come Campigli, Lilloni, De Pisisi, Tosi e altri.

Nel 1931 si trasferisce a Lecco con la famiglia, rimanendoci definitivamente.

A Milano si era sposato con Matelda Bertini ed era nata la prima figlia Giovanna, detta Vanna. A Lecco nasceranno gli altri due figli: Anna e Riccardo.

Sora è stato un ritrattista affermato. Nei suoi ritratti si trova l’essenza e il tocco del grande pittore.

Artista versatile eseguiva disegni e schizzi sulla figura umana che dipingeva in molte composizioni, ma amava anche il paesaggio e la natura morta.

Conosceva, inoltre, le tecniche dell’affresco e, nel 1951, affresca una magnifica pala d’altare, “Il giorno del Giudizio”, nella Chiesa del Caleotto di Lecco. Il giornalista e critico d’Arte Alfio Boccia scrisse, sull’Italia del 1956, che era un’opera di notevole bellezza e reinterpretava la lezione dei grandi maestri del passato come Giotto e Masaccio.

Sempre nella Provincia di Lecco si possono ammirare gli affreschi della via Crucis, eseguiti per la Chiesetta dei Piani d’Erna, ma in esposizione alla Chiesa di Acquate a Lecco, quello nell’ufficio delle Poste e Telecomunicazioni, in centro città, l’affresco nell’atrio del grattacielo della Moderna di Piazza Manzoni, le opere alla pinacoteca di Villa Manzoni, tra cui un paesaggio del 1937 "Malavedo", premiato ex equo con un dipinto del pittore Umberto Lilloni.

Nel 1968 Sora dipinge dei pannelli con la storia della vita di papa Giovanni XXIII per l’ospedale provinciale e, qualche anno dopo, nel 1979, realizza, per il Teatro della Società, un acrilico sulla volta del teatro: “Il Teatro della Vita”. Il suo ultimo lavoro importante prima della morte. Ma di lui ci sono graffiti, vetrate e persino mosaici: come quello per la Resistenza sulla facciata del comune di Galbiate realizzato, su suo bozzetto, nel 1981, anno della sua morte.

Orlando Sora è un artista ancora tutto da scoprire, nella sua vasta e multiforme produzione ha dipinto con poesia e semplicità composizioni aventi per soggetto temi quali la nascita, la maternità, l’annuncio, il lavoro, il coro. Chitarrista sensibile e affermato, oltreché pittore, amico di Segovia, Sora ha accompagnato per anni la Corale di Lecco nei suoi concerti, trascrivendo e adattando le musiche di repertorio per la chitarra classica e ha suonato come chitarra solista in molti concerti e spesso per la Gioventù Musicale.

Fabio Tombari, nato anch’egli a Fano, intorno a Novecento e quasi coetaneo di Sora, gli dedica un racconto dal titolo: “Orlando Sora”, dove descrive episodi della loro infanzia e adolescenza nella cittadina marchigiana. Sora dipinge il ritratto di sua figlia Mariolina e altri dipinti.

Fabio Tombari e Orlando Sora artisti liberi e solitari, molto simili nel loro modo di concepire l'arte, e amici per tutta la vita: una storia appassionante.