Utente:Gianreali/prova 26

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L'alchimia[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente il pensiero cinese non aveva elaborato una filosofia (a differenza della Grecia e del cristianesimo) che rispondesse al problema del destino dell'uomo dopo la morte. L'uomo cinese si sentiva solamente mortale.[1] Successivamente, dopo l'anno 0, i daoisti si dedicarono soprattutto alla speculazione "oltrmondana" e in particolare al problema della immortalità, che assunse ben presto aspetti istituzionali in particolare sotto la dinastia dei Tang (620-906 d.C.) [1]. L'immortalità divenne quindi una sorta di conquista, contro la credenza della morte vissuta come male assoluto[2] Il problema era come far diventare il corpo umano immortale. Già da tempo erano stati codificati dei metodi per prolungare la vita. Questi metodi si dividono in due gruppi: le pratiche per nutrire lo spirito e le pratiche per nutrire la vita o il corpo. Le pratiche per nutrire lo spirito si riferiscono all'esercizio delle virtù morali, ovvero la purezza di vita, il riconoscere ed il pentirsi delle proprie colpe, il compiere buone azioni meritorie. Le pratiche per nutrire la vita o il corpo sono invece di ordine dietetico, respiratorio, sessuale e alchemico,[1] per certi aspetti contraddittori alla filosofia stessa. Nacque così una forma di religione (o dottrina mistica) daoista, cosiddetto daoismo religioso, o dàojiào che assunse ben presto aspetti istituzionali e che ebbe, sotto la dinastia dei Tang (620-906 d.C.), una enorme diffusione, pari al buddhismo[non chiaro].