Utente:Giadacheyenne/Sandbox

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l Chilometro Zero in economia è un tipo di commercio nel quale i prodotti vengono commercializzati e venduti nella stessa zona di produzione.

La locuzione "a chilometri zero" in ambito agroalimentare identifica una politica economica che predilige l'alimento locale, in contrapposizione all'alimento globale, e soprattutto risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in termini anche di inquinamento.

La locuzione "a chilometri zero" Industria automobilistica La locuzione "a chilometri zero" significa "che ha percorso, dal momento in cui è stato prodotto, zero chilometri", cioè nessun chilometro. In origine, essa si riferiva ad una particolare categoria di automobili, che i concessionari si autoimmatricolano e vendono ai clienti ad un prezzo ridotto del 20-25% rispetto a quello di mercato. Il vantaggio per il concessionario sta nel fatto che, comprando più autovetture di quante riesca a venderne in un certo periodo, è in grado di raggiungere un determinato volume di acquisti che gli garantisce sconti e altre agevolazioni da parte delle case produttrici. L'acquirente, a sua volta, compra un'auto praticamente nuova, che non ha mai viaggiato o ha viaggiato pochissimo (in genere, i chilometri non sono mai esattamente zero, ma non superano comunque i cento), al prezzo di un'auto usata.

Prodotti agricoli Un'altra accezione, più recente, si riferisce ai prodotti agricoli: in questo caso, dicendo che un prodotto è "a chilometri zero" s'intende dire che, per arrivare dal luogo di produzione a quello di vendita e consumo, esso ha percorso il minor numero di chilometri possibile. L'idea di fondo, in sostanza, è quella di ridurre l'impatto ambientale che il trasporto di un prodotto comporta, in particolare l'emissione di anidride carbonica che va ad incrementare il livello d'inquinamento.

Secondo questa filosofia risulta vantaggioso consumare prodotti locali in quanto accorciare le distanze significa aiutare l'ambiente, promuovere il patrimonio agroalimentare regionale e abbattere i prezzi, oltre a garantire un prodotto fresco, sano e stagionale. S'interrompe così quella catena che è nata con la grande distribuzione, che lavora con i grandi numeri, a scapito del rapporto consumatore-produttore. L'idea di prodotti "a chilometri zero", essendo sensibile alla riduzione delle energie impiegate nella produzione km0 si riferisce alle energie impiegate nel trasporto e non nella produzione, oltre a diminuire il tasso di anidride carbonica nell'aria porta ad un uso consapevole del territorio, facendo riscoprire al consumatore la propria identità territoriale attraverso i piatti della tradizione. È un modo di opporsi alla standardizzazione del prodotto, che provoca l'aumento della produttività facendo però perdere la diversità.

Il sistema dei "chilometri zero" si esprime attraverso diversi canali: la modalità di vendita più diffusa è quella che si effettua tramite i distributori automatizzati, tipicamente situati nelle piazze o in altri luoghi pubblici. Molteplici sono gli spazi che vengono adibiti alla vendita diretta per gli agricoltori locali all'interno dei mercati comunali e rionali.

Le origini del marchio chilometro zero Si chiama "progetto chilometro zero" (impropriamente, perché la forma corretta della locuzione dovrebbe essere "chilometri zero") l'operazione lanciata quando? Esiste un riferimento più preciso? da Coldiretti Veneto attraverso la quale si vogliono convincere gestori di pubbliche mense, chef e grande distribuzione a proporre ai consumatori preferibilmente prodotti stagionali del territorio. Si trovano giàquando? i mercatini agricoli distribuiti sul territorio di molte regioni italianequali?, soprattutto al nord, dove tipicità vengono vendute senza intermediazioni, niente imballaggio e nessun costo di conservazione. Ne è dimostrazione il successo dei distributori automatici di latte crudo esiste un riferimento per verificare l'autenticità dell'affermazione?, sempre più diffusi perché favoriscono l'acquisto consapevole consapevole di cosa? e la sicurezza del prodotto rintracciabile (la tracciabilità alimentare è requisito normativo sia per prodotti a km0 che per gli altri). Il Veneto è la regione che ha dato il via alla campagna per i "chilometri zero", divenendo una legge regionale, la n. 7 del 25 luglio 2008, la prima a livello nazionale nel suo genere. Le finalità di tale legge, espressamente dichiarate nell'articolo 1, sono di incentivare l'utilizzo di prodotti locali nelle attività ristorative affidate ad enti pubblici, incrementando in tale maniera la vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli.