Utente:Giaccai/Carta di Mandé

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La Carta di Kurukan Fuga, o Carta di Mandé, o  anche, in lingua malinké, Manden Kalikan, é una delle prime dichiarazioni dei diritti umani risalente al XIII secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il testo pare si a stato proclamato solennemente a Kurukan Fuga alla fine del 1236, nel giorno della incoronazione del re del Impero del Mali, Sundjata Keïta, vissuto dal 1190 al 1255.

Il testo si presenta nella forma di parabola e se ne conosono due versioni: una datata 1222 in sette capitoli, e l'altra datata 1236 in quarantaquatro capitoli. Queste due versioni sono state trascritte a seguito degli studi iniziati negli anni '60 relativi a cantori depositari della tradizione. La versione qui descritta risalirebbe al 1322 e proviene da ricerche svolte negli anni '70 da due malesi, l'entomologo Youssouf Tata Cissé e il cantore Wa Kamissoko.

Contenuto della Carta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo un preambolo « indirizzato alle dodici parti del mondo e a nome dell'intero Mandé », la carta menziona sette parole che richiamano altrettanti articoli della carta:

  1. « Una vita non è pù rispettabile i un'altra, così come nessuna vita e superiore ad altra vita
  2. « Niente si prenda gratuitamene dal vicino, nulla causi torto al prossimo, nessuno maltratti un soi simile»
  3. «I torti richiedono r Le tort deiparazione »
  4. « Pratique l'entraide »;
  5. « Veille sur la patrie »;
  6. « La faim n'est pas une bonne chose, l'esclavage n'est pas non plus une bonne chose »;d
  7. « La guerre ne détruira plus jamais de village pour y prélever des esclaves; c'est dire que nul ne placera désormais le mors dans la bouche de son semblable pour aller le vendre; personne ne sera non plus battu au Mandé, a fortiori mis à mort, parce qu'il est fils d'esclave »;
  8. « Chacun est libre de ses actes, dans le respect des interdits des lois de sa patrie ».

Patrimonio culturale[modifica | modifica wikitesto]

  • La carta è stata dichiarata dall'UNESCO nel 2009 patrimonio immateriale dell'umanità[1][2]
  • Nel 2011 il Governo malese dichiara la Carta patrimonio culturale nazionale[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Un patrimonio immateriale dell’Unesco: la carta di Kurukan Fuga, in ComitatoMantovaSolidale, marzo 2017.
  2. ^ Decision of the Intergovernmental Committee: 4.COM 13.59, su UNESCO, ottobre 2009. URL consultato il 1º maggio 2017.
  3. ^ Communiqué du Conseil des ministres du mercredi 16 mars 2011, su maliweb.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Textes[modifica | modifica wikitesto]

  • La Charte du Mandé et autres traditions du Mali, calligraphies d'Aboubacar Fofana, traduction Youssouf Tata Cissé et Jean-Louis Sagot-Duvauroux, Albin Michel, 2003 ISBN 222613736X
  • Youssouf Tata Cissé, Wa Kamissoko, La grande geste du Mali - Des origines a la fondation de l'empire, Paris, Karthala, coll. «Hommes et Sociétés»
  • Youssouf Tata Cissé, Wa Kamissoko, Soundjata, la gloire du Mali, Paris, Karthala, coll. «Hommes et Sociétés»
  • Djibril Tamsir Niane, Sunjata ou l’épopée mandingue, 1960

Analyses[modifica | modifica wikitesto]

  • CELTHO (collectif), La Charte de Kurukan Fuga. Aux sources d'une pensée politique en Afrique, Paris, L’Harmattan / Conakry (Guinée), Société africaine d’édition et de communication, 2008