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Panchina monumentale in onore di Pencho Slaveykov a Milano

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Inaugurazione panchina monumentale in onore e memoria al poeta bulgaro Pencho Slaveykov

Ufficialmente inaugurata il 28 ottobre 2019, la panchina monumentale in onore e memoria al poeta bulgaro Pencho Slaveykov è stata realizzata in occasione del 140° anniversario dello stabilimento dei rapporti diplomatici tra la Repubblica di Bulgaria e la Repubblica Italiana. Il Consolato Generale della Bulgaria a Milano, affiancato dall'Ambasciata Generale di Bulgaria presente alla cerimonia con l’ambasciatore generale Todor Stoyanov, ha deciso di commemorare l’evento con un omaggio a Pencho Slaveykov, considerato uno dei maggiori poeti bulgari, morto all'età di quarantasei anni in Italia, a Brunate, il 10 giugno del 1912.Il monumento è stato installato su iniziativa del Console generale della Repubblica di Bulgaria Tanya Dimitrova, ed è stato realizzato dallo scultore bulgaro Adrian Novakov. È collocato nel centro di Milano all'angolo tra via Verziere e via Brolo, nelle immediate vicinanze del Duomo e della biblioteca comunale centrale Sormani[1].

Il monumento è stato eretto con il supporto della Strategia di comunicazione della Repubblica di Bulgaria e altri promotori. All'inaugurazione ufficiale hanno presenziato funzionari della Repubblica di Bulgaria e d’Italia, trai quali: l’Ambasciatore della Repubblica di Bulgaria in Italia Todor Stoyanov, il Sottosegretario con delega ai rapporti con le Delegazioni Internazionali Alan Christian Rizzi, il sindaco del comune di Bodio Lomnago Eleonora Paolelli, il Presidente del Municipio 1 Fabio Arrigoni, l’ex ministro per i beni e le attività culturali d’Italia Alberto Bonisoli, il segretario generale per le attività culturali Luca Foschi, il direttore della Biblioteca Nazionale “SS. Cirillo e Metodio” Krasimira Aleksandrova, il direttore del dipartimento “Cultura” e coordinatore del programma “Cultura” di Sofia Biliyana Geneva, il sindaco del comune di Tryavna Doncho Zahariev e altri. La figura di Slaveykov ha fatto dono al Comune di Milano di una scultura che riproduce il poeta Slaveykov seduto su una panchina, che è stata inaugurata nei gironi scorsi e collocata al Brolo, ex Verziere[2].

Biografia di Pencho Slaveykov.

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File:Opera in memoria di Pencho Slaveykov.jpg
Busto raffigurante il monumento alla memoria di Pencho Slaveykov

Come già anticipato, Pencho Slaveykov è uno dei poeti bulgari più illustri. Il padre, Petko R. Slaveykov, è un rinomato scrittore del Rinascimento bulgaro, giornalista e, dopo la Liberazione della Bulgaria dal dominio ottomanom anche attivista politico. Nasce a Tryavna nel 1866. Nel 1875 si trasferisce con la sua famiglia a Stara Zagora, dove assiste personalmente all’incendio della città nel corso della guerra di liberazione russo-turca. Sarà proprio questo episodio a spingerlo a scrivere “Karvava Pesen” (“Canto insanguinato”), la sua opera maggiore per la quale verrà candidato al premio Nobel.

Successivamente, la sua famiglia si trasferisce in diverse città bulgare, tra cui Sliven, Tarnovo, Sofia e Plovdiv, dove Pencho Slaveykov termina il liceo. Il 1884 rappresenta un anno decisivo nella vita del poeta: si addormenta sulle sponde del fiume ghiacciato Maritsa e da allora sino alla sua morte soffrirà di una patologia che lo indurrà alla paralisi. Questa disgrazia lo rende invalido per il resto dei suoi giorni, ma gli da anche lo slancio a una crescita spirituale e uno sviluppo poetico di altissimo livello. Il dolore e la sofferenza non lo abbattono, anzi, perfezionano la sua personalità. Secondo Slaveykov proprio questi stati d’animo rendono l’uomo un superuomo, lo aiutano a prendere in mano la propria vita, a scoprire i segreti della sapienza e a raggiungere la salvezza spirituale.

Il duro percorso di vita del poeta lo porta a credere che la sofferenza sia la strada verso la perfezione e che, solamente soffrendo, l’uomo possa elevarsi spiritualmente. Questa credenza risalta in diverse sue opere, tra cui il poema filosofico “Cis moll” del libro “Epicheski pesni” (Canti epici), che narra la battaglia e la volontà dello spirito umano nell’affrontare le sfide del destino.

Lo sviluppo personale di Slaveykov prosegue a Lipsia, dove nel 1892 intraprende gli studi di filosofia. Dopo esser entrato in contatto con i movimenti filosofici occidentali (Heine, Folkeld, Nietzsche), Slaveykov sviluppa l’ideale dell’uomo solitario, ma spiritualmente elevato (superuomo). A Lipsia Slaveykov termina alcune delle sue poesie epiche più significative: “Ralitsa”, “Boyko”, “Inseparabili”, raccolti nel libro “Epicheski pesni”. Comincia anche il poema epico “Karvava pesen”, che continuerà a scrivere durante tutta la sua vita.

Il Console Tanya Dimitrova, e i promotori dell'opera, rivelano quest'ultima al pubblico.

Nello stesso anno diventa membro del circolo letterario “Misal” (Pensiero) insieme a Peyo Yavorov, al dott. Krastyo Krastev e Petko Todorov. Il circolo “Misal” è il primo gruppo letterario in Bulgaria fondato insieme alla rivista “Misal” (Pensiero) dal 1982 al 1907, di cui Slaveykov è promotore e fondatore indiscusso. Il circolo ha come obiettivo l’arricchimento ideologico della letteratura bulgara, l’elevazione della sua problematica allo stesso livello delle questioni rilevanti della contemporaneità, il suo rinnovamento artistico, il suo raggiungimento degli standard più alti di arte letteraria mondiale e di europeizzazione.

Durante lo stesso periodo, Pencho Slaveykov è direttore del Teatro Nazionale e della Biblioteca Nazionale. La sua produzione raggiunge l’apice con l’uscita del libro di lirica “San na shtastie” (Sogno di felicità, 1906). Quattro anni più tardi, nel 1910 viene pubblicata anche la sua raccolta di poesie “Na ostrova na blazhenite” (Sull’isola dei beati).

Nel luglio del 1911 per ragioni politiche viene dimesso dalla carica di direttore del Teatro Nazionale e della Biblioteca Nazionale e viene assunto come responsabile del museo scolastico del Ministero dell’educazione. Amareggiato e umiliato, Slaveykov lascia la Bulgaria.

Inizialmente parte per Zurigo, dove trova ad aspettarlo la sua compagna, la poetessa Mara Belcheva. Vaano a vivere in diverse località in Svizzera, ma la sua salute peggiora sempre di più a causa del pesante travaglio spirituale. A fine novembre giungono in Italia. Rimangono a Roma per 3 mesi; qui il poeta studia italiano e continua la sua produzione. Nel maggio del 1912 i due partono per Firenze, dopodiché si recano a Milano, dove soggiornano presso l’hotel Manin. Successivamente verso la fine del mese raggiungono il piccolo paese di Brunate, situato sopra il lago di Como, dove il 10 giugno il poeta muore. L’ultima parola che riesce a dire a Mara Belcheva è “Luce!”.

Il poeta viene seppellito nel cimitero locale e nel 1921 le sue spoglie vengono trasferite a Sofia. A causa della morte prematura, la sua candidatura al premio Nobel non è mai stata presa in considerazione.[3]

Collegamenti esterni.

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  1. ^ facebook.com, https://www.facebook.com/BulConsMilan/posts/inaugurazione-della-panchina-monumentale-di-pencho-slaveykov-a-milanoil-consolat/401113963917543/.
  2. ^ m.peika.bg, https://m.peika.bg/statia/Otkriha_pametnik_peyka_na_Pencho_Slaveykov_v_Milano_l.a_i.107017.html.
  3. ^ (BG) Пенчо Славейков български поет Портрет от 1912 г Източник: ДА „Архиви“ Роден 27 април 1866 г Трявна, Османска империя Починал 28 май 1912 г.Брунате, Италия Погребан Централни софийски гробища, София, България Националност България Литература Жанрове стихотворение, поема, Пенчо Славейков – Уикипедия, su bg.wikipedia.org. URL consultato il 21 agosto 2020.