Utente:Gabriel Cantore/Sandbox

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Gabriel Cantore, inizialmente nasce come pseudonimo per tutelare la privacy del poeta autodidatta dal nome Sergio Cellentani. Il suo luogo di nascita è Ravenna nel giorno 07-10-1947. Inizia a scrivere poesie, epigrammi e citazioni per puro divertimento e passione. presso il soggiorno obbligato nel collegio ecclesiastico di Villa San Martino (Lugo-Ra), dopo la prima scuola dell'obbligo. Entra nell'istituto dopo aver frequentato le elementari ed esce all'eta di 19 anni e lascia gli studi per mancanza di sostentamento economico da parte della famiglia numerosa cui fa parte: due fratelli e una sorella, la sola che avrà la possibilità di laurearsi in psicologia.

Inizia a lavorare molto presto, come commesso in un farmacia di Ravenna. Nel frattempo conosce un ragazzo dal nome Vito, col quale lega una forte amicizia. Anch'esso lavora come panettiere notturno e nei pomeriggi studia chitarra. Entrambi si iscrivono a un corso di studio, rispettivamente per chitarra acustica Vito, e per basso Sergio. In pochi mesi compongono una band di quattro elementi col nome "I quattro della rocca". La formazione s'impegna con incontri settimanali in un casolare di campagna e di quando in quando si esibiscono in locali da ballo e balere in riviera romagnola. La loro miglior performance la ottengo quando fanno da spalla al già affermato gruppo rock "I giganti", alla 'Fattoria' sui lido di Ferrara. In questi anni emulano come tanti altri giovani musicisti improvvisati, i quattro ragazzi di Liverpool, *I Beattles, che ancor oggi tutti conoscono.

Dopo quattro anni il gruppo romagnolo si divide e Vito e Sergio decidono l'avventura fuori dal paese, in Germania, località *Swabisc Gmund*, non come musicisti, ma come operai di una fabbrica americana, che si occupa della manutenzione dei carri armati provenienti dal Vietnam. Due anni sono sufficienti al poeta autodidatta per decidere che i carri armati non sono la sua aspirazione di vita. Lascia l'amico che nel frattempo si era innamorato di una napoletana immigrata anche lei e torna a casa.

Il luogo familiare in cui mai si era integrato. Così, dato il periodo estivo, decide di stabilirsi nel campeggio '*Piomboni' di Marina di Ravenna, con una canadese acquistata a Bologna in negozio di merce usata. In tutti questi anni, circa sei, non trascura mai di scrivere e ben presto impara di portare com sé un taccuino e una matita, capisce che la sua musa ispiratrice non conosce il tempo, e le parole che scaturiscono negli istanti meno pensabili, è bene fermarli sulla carta per non perderli.

In qualsiasi luogo o situazione egli si trovasse, grazie alla sua fervida immaginazione, fantasia e istintività, riusciva a sposare parole su parole, scriverle anche alla rinfusa, poi dopo alcuni giorni li riprendeva e li armonizzava in versi che raccoglieva in quaderni. All'età di trent'anni circa si iscrive a un concorso di poesia, località Napoli, senza successo. Ritenta dopo due anni ancora senza successo, assieme alla sorella che si piazza al terzo posto con un racconto breve, in una località del nord milanese. Nel frattempo si sposa all'età di 26 anni e gli nasce il primo figlio Ludovico. Per mantenere la famiglia lavora come informatore farmaceutico. La passione per la poesia continua, legge e studia tutti i poeti, dal periodo ellenico, per giungere al suo mentore Leopardi, fino al suo preferito *Baudelaire*, per giungere ai giorni nostri. Poeti e letterati di ogni paese. Ma resta sempre legato al periodo romantico. Senza mai prediligere la poesia ermetica.

Nel 2005 si iscrive al concorso per poesia di 'Pagine' di Roma, a cura di Elio Pecora, con due componimenti "Alla poesia" e "L'ultimo gabbiano", ottenendo un riscontro positivo dalla giuria che lo inseriscono fra i possibili candidati per una pubblicazione che avviene pagando una modesta cifra per la stampa. Riprova ancora altri due concorsi senza successo, se non dietro richiesta del solito pagamento di stampa. Egli capisce ben presto che senza i giusti canali e senza le giuste conoscenze non si arriva da nessuna parte, e sopratutto senza denaro si resta al palo di partenza. Così continua a scrivere nel suo privato e nella sua solitudine. Quando un giorno decide di scrivere e dedicare al suo amato Baudelaire, alcuni versi. E vi riesce grazie alla provvidenza della sua musa che raramente lo abbandona. La poesia porta il titolo "A Charles", naturalmente. Di seguito lascio il componimento:

  • A Charles*


Dalle profonde urne D’un vasto universo Un celato mormorio Ha percosso timpani Di perduti padiglioni Al martirio udito Di un’epoca decaduta

Ieri di lei D’anima candida voce Nata d’arcana libertà Da te imprigionata In sconsacrata terra Di demone ribelle Non una sillaba Di ascoltata parola

Lei amabile soffio Di canti tacitata Ombra fedele sempre Musa t’ha sussurrato Della speranza l’inno Del credere la fede Del vivere il verbo

Anarchico ego Folle visionario Di grigio fumo perso Di pallida spirocheta Derelitto il corpo Di fatuo fuoco Disperso hai tutto

Oggi di lei Sacrestale voce Di Amore tace Poesia di vita Sua malmeni l’eco E senza rimpianti D’ira imprechi l’urlo Nel silenzio dell’abisso Tartaro di maledetti Terra di spleen Sponda d’inferno e paradiso

in questa poesia mi sono permesso una licenza poetica, il termine mai usato da nessuno "sacrestale", che racchiude vari significati inerenti al tema poetico. Siccome questa poesia è stata pubblicata su vari siti internet, social, blog, video You Tube, e naturalmente ad amici, tutti, tranne il video, mi hanno sempre chiesto cosa intendevo con il termine 'sacrestale. poiché non rintracciabile in nessun dizionario o enciclopedia. Così ho pensato a Wikipedia, quale organo d'informazione web più qualificato in assoluto. Senza offesa per nessun operatore od organo informativo del w.w.w.

Sacrestale, vuole essere un termine racchiuso in due: sacro e vestale. Sacro per rendere e raffigurare il soggetto in questione, una figura sacra sotto l'aspetto affettivo, sentimentale, pura, intoccabile dal male, e vestale. Figura questa che vuole rappresentare, in senso figurativo, un soggetto femminile dai principi e costumi severi, irreprensibili, nella qual specie, voce morale del parola poetica, custode intransigente del bello letterario, una musa che risiede sia nell'anima, sia nel pensiero di chi si cimenta in queste discipline, poesia e prosa poetica, le quali, per intrinseco principio, non includono in sé il brutto, le brutture e la volgarità.

A tutt'oggi Gabriel Cantore, scrive ancora poesie, epigrammi, aforismi e citazioni. Risiede s'una collinetta in Casalfuimanese (Bo).

E' il mio primo tentativo di pubblicare su Wikipedia, spero di non aver omesso e commesso irregolarità. In attesa di un riscontro degli addetti magister pongo cordiali saluti. Sergio Cellentani