Utente:G.dallorto/Sandbox/Plagio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Nel Diritto romano era definito "Plagium" il rapimento di un uomo libero allo scopo di venderlo come schiavo, oppure di uno schiavo altrui, anche con il suo consenso. Del diritto più tardo il termine è stato esteso a indicare altre forme di circonvenzione, ad esempio per l'arruolamento di minorenni, o persone sotto patria potestà, senza il consenso del padre.

Da questi significati derivano i due distinti significato che ha oggi il termine in italiano: 1) Sottrazione di un'opera dell'ingegno (poesia, musica, romanzo...) allo scopo di venderla o anche solo presentarla come propria. Si ha plagio non solo quando l'idea "rubata" è ripresa pedestramente, ma anche quando si tenta di mascherare il furto attraverso una superficiale rielaborazione dell'opera dell'ingegno originale. (Vedi voce: _____) 2) Sottrazione di una persona maggiorenne alla sua famiglia, allo scopo di ridurla in una forma di metaforica schiavitù. Va specificato il termine "metaforica" in quanto fino al il plagio era un reato a sé presente nel Diritto penale italiano, ben distinto dalla "riduzione in stato di schiavitù" in senso proprio, dalla "sottrazione consensuale di minore" e dal rapimento di persona.

Nella formulazione del legislatore fascista il "plagio" era una sorta

Nel corso del processo contro Braibanti emerse il fatto che una delle due presunte "vittime" Giovanni Sanfratello (nato nel 1940), aveva scelto di convivere con Braibanti a partire dal 1959, nonostante l'opposizione della famiglia. Il padre e i fratelli avevano allora "liberato" Giovanni, rinchiudendolo in un ospedale psichiatrico dal 1964 al 1966. Nonostante questo, Giovanni rifiutò di costituirsi parte civile contro Braibanti e di testimoniare contro di lui, ma paradossalmente questa decisione fu utilizzata dall'accusa quale "prova" dell'avvenuto plagio.


  • La sentenza Braibanti, De Donato editore 1969

AA.VV., Sotto il nome di plagio. Studi e interventi sul caso Braibanti di Alberto Moravia, Umberto Eco, Adolfo Gatti… Bompiani, Milano 1969