Utente:Francesco Paolo d'Auria

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Francesco Paolo d’Auria, Un ingegnere specializzato nelle telecomunicazioni via satellite, poi dirigente, poi piccolo e modesto imprenditore,ora pensionato. Come tale, non ama impegnare il proprio tempo e le proprie risorse mentali in opere meritorie come quella di passeggiare nei parchi con in tasca una manciata di semi per gli uccellini e, facendo appello alle residue, e ormai antiche, reminiscenze liceali, ha scoperto una insospettata e ben nascosta vena letteraria. E così, per ingannare il tempo nella tediosa quanto sgradita attesa della “comare secca” con mantello nero e falce d’ordinanza, l’Autore di queste righe, con zelo degno di miglior causa, si è improvvisato scrittore ed ha pubblicato alcuni libri che nessuno conosce e nessuno legge: Giovanni d’Auria Pilota, dedicato al Padre; Einer von Millionen, memoriale di un quindicenne volontario nella Divisione SS Leibstandarte; Un Grande Amore e Niente più, dedicato alla compagna della sua vita; Quo Usque Tandem, un libro denuncia sui crimini di guerra dei vincitori; joie de vivre, un racconto frivolo in attesa di editore e, finalmente “La famiglia d’Auria di Lucera”. In questo ultimo libro, in cui si fa luce sulla storia della famiglia. Nel compiere questi compiti che si sono rivelati molto impegnativi, l’Autore si è preso la briga di consultare archivi, decifrare testi illeggibili, meditare sulle tante sciocchezze dette, scritte e tramandate, cercare di conciliare eventi, nomi e date, personaggi sconosciuti, scollegati fra loro, appunti approssimati e a volte errati e tanto altro, cercando, con certosina pazienza, di scovare sprazzi di verità incontestabili nel garbuglio delle informazioni incomplete e approssimate, nei testi antichi, nelle fantasie delle leggende, nelle narrazioni incomplete e travisate, nei ricordi personali e racconti di altri. Cui prodest? Nescimus! ma, nell’attesa, può essere di conforto pensare che questa opera sia degna di qualche attenzione da parte di quelli che verranno, dei giovani ignari e sprovveduti che possano prendere gli esempi di persone degne che, senza eccessivamente emergere per ricchezza, per meriti illustri, per potere o per fama ma, seguendo sempre le vie del bene, dell’onestà e del vivere civile, hanno contribuito a fare la Storia. Il che non è di poco conto o di minor vanto. Al Francesco Paolo resta la soddisfazione di aver compiuto un buon lavoro e la speranza di poter dire, imitando Orazio ma senza pretenderne la fama: “Non omnis moriar”!!!