Utente:FrancescoUgolini/sandbox

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Mito della Caverna

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Stato: embrionale

"Nel mito della Caverna" Platone paragona l'Umanità a degli schiavi imprigionati fin dalla nascita dentro una caverna. Questi sono incatenati ad una parete che non gli permette di muoversi e di vedere niente altro che le loro ombre: tanto sono ambituati a vederle da convincersi di essere tali. Un giorno uno dei prigionieri si libera e riesce a scappare dalla caverna, appena uscito la luce lo stordisce ma piano, piano riesce a cogliere tutti gli elementi che lo circondano e a scoprire la Realtà. Raggiunto questo livello, l'uomo avverte la necessità di raccontare tutto ai compagni e, pur conscio di rischiare di essere punito dalle guardie, decide di fare ritorno alla grotta. Gli altri prigionieri, sentiti i fatti, ritengono il compagno un bugiardo, criticandolo aspramente per le sue affermazioni.


<--- Da approfondire e "tradurre" in italiano ---!

Questa storia seppur semplice, è usata da Platone per descrivere il filosofo, egli non è che un uomo come gli altri, il quale, tramite l'intelletto, riesce a rompere le catene della conoscenza pratica ----->>>> rivedere questo termine <<<<<<<<<-------- e a conoscere la realta inizialmente attraverso la conoscenza dialettica, poi tramite la conoscenze dianoetica e poi tramite la conoscenza noetica ------>>>>>>> rivedere bene questo parte<<<<<----------. Il filosofo non si limita a conoscere la verità ma alla fine sente la necessità di comunicare la realtà agli altri uomini, che chiusi nei limiti della vita concreta non credono a ciò che dice e lo criticano fino a portarlo alla morte. Platone, nell'ultima parte del mito, fa un chiaro riferimento al maestro Socrate che è morto a causa dell'ignoranza degli uomini, che provoca ingiustiza. <<<<<<------- approfondire il concetto

<<<<<<<<<<------------- Ci sono dei collegamenti con altri filosofi  ???????---------------->>>>>>>>>>>>>>>>>