Utente:Francescagrazia

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Vita e Formazione e Pensiero

Ettore Gelpi ( Milano 1933- Parigi 2002) amava definirsi terrestre, chierico errante sono numerosi i suoi contributi alle tematiche riguardanti l'educazione e la formazione.

Ettore Gelpi si laurea nel 1956 in diritto costituzionale all'Università di Milano e costituisce un' associazione che svolge attività educative all'interno dei quartieri più disagiati della periferia di Milano. Nel 1962 svolge un master alla Columbia University, dal 1972 al 1993 ricopre nell’ UNESCO la carica di Responsabile dell’unità di educazione permanente, nel 1987 consegue un dottorato di ricerca in Scienze dell’educazione in Francia presso l’Università di Caen,

Sarà dal 1994 al 1995 coordinatore del Programma di educazione degli adulti al Consiglio d’Europa a Strasburgo, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ecap-Cgil a Zurigo a partire dal 1995 e in seguito esperto in politiche educative dell’Unione Europea per un programma di cooperazione con la Federazione Russa (1995-97).

Nel 1997 è stato  nominato presidente della federazione internazionale dei CEMEA (Centri di formazione ai metodi di educazione attiva), ha insegnato e collaborato con prestigiose università  tra cui la Sorbona di Parigi, Kyoto, João Pessoa(Brasile), Firenze, Barcellona, Messico.

Si dedicherà per tutta la sua all’attività di educatore.

Tra tutti i volumi che portano la sua firma quello dal titolo “Lavoro futuro, la formazione come progetto politico”(2002) è stata considerata un’opera dove Gelpi ha maggiormente fatto valere la sua capacita di vedere nel futuro lavorativo della nostra società post moderna, prevedendo quali sarebbero stati i problemi della modernizzazione e dello sviluppo della tecnologia, delle ricadute che questo sviluppo avrebbe avuto sul lavoro umano e la conseguente disoccupazione e precarietà di quest’ultimo all'interno della società.

In questo testo Gelpi descrive bene come cambierà la vita dei lavoratori nel futuro: tempi di lavoro e i tempi di non lavoro non saranno più separati, formazione permanente, momenti di lavoro, reintegreranno il lavoratore in nuovi statuti in nuove identità.

Opere:

Storia dell’educazione, Milano 1967, Lifelong education, Manchester 1979, Lazer e educação permanente, São Paulo 1983, Lifelong Education and International Relations, London, 1985, Un mecano international, Paris 1987, Identité de l’éducation permanente, Tokyo 1988, Educación permanente, Madrid 1990, Buenos Aires 1991, Conscience terrienne, recherche et formation, Florence 1992, Trabajo, educación y cultura, Murcia 1995, Savoir et redécouvrir, Rennes 1995, Identidades, conflictos y educación de adultos, Rennes 1997, Travail: utopie au quotidien, l’Harmattan 2000, Travail et mondialisation. Regards du Nord et du Sud, L’Harmattan, 2003, Trabajo y mundialización, Valencia, Edicions del CREC, 2003. “Lavoro futuro, la formazione come progetto politico 2002, Bologna.


Gelpi è stato un futurista, rielabora proposte di lavoro, si fa portavoce dei problemi dei popoli più svantaggiati appunto per creare e cercare delle condizioni di lavoro adeguati anche per loro Gelpi afferma che non ci saranno solo dei momenti dedicati all’apprendimento, ma l’uomo e la donna continueranno ad apprendere, infatti parlerà di formazione permanente. Possiamo anche sottolineare un altro pensiero di Gelpi. Afferma che bisogna insegnare a disapprendere o anche apprendere a disapprendere, che costituisce un atto di liberazione ed è automaticamente educativo. Secondo Gelpi l’educazione degli adulti è un rafforzamento di tutte le comunicazioni e di produzione di nuovi antidoti che tende a considerare i lavoratori come completamento dei nuovi mezzi e delle nuove reti. Gelpi considera l’educazione degli adulti non solo come mezzo per apprendere nuove tecniche per far parte della nuova società ma anche per partecipare attivamente alla vita dell’organizzazione della vita aziendale. Egli torna sempre sui temi dell’educazione e della formazione degli insegnanti, sull’educazione e sulla formazione degli adulti. Gelpi si sofferma su due problemi fondamentali, il primo riguarda gli educatori- formatori tecnici che sono stati formati senza interesse antropologico. Egli si chiede come gli educatori possano comprendere il contesto sociale culturale degli adulti e preparare per loro programmi di formazione senza la conoscenza. Un altro problema sul quale si concentra è il rapporto tra Stato e società civile. Il potere usa alcune strutture della società civile per esercitare la sua egemonia, un tempo difesa con gli ammortizzatori sociali, oggi attraverso l’economia social-cooperativista.