Utente:FraTedeschi/Sandbox

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Aspetti sociali[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha fornito un resoconto su “Agricoltura Biologica e Sicurezza Alimentare”[1], nel quale riporta che l’impiego dell’agricoltura biologica e sostenibile potrebbe essere adoperato come strumento per il raggiungimento della sicurezza alimentare a livello globale, senza incrementare l’utilizzo dei terreni agricoli, e riducendo l’impatto ambientale. Un altro modo di pensare l’agricoltura sostenibile è quello di prestare attenzione agli “aspetti umani e ambientali”[1], a causa del cambio di direzione dell’agricoltura statunitense verso tecniche di coltivazione non sostenibili. Durante la Grande depressione diverse famiglie di agricoltori negli Stati Uniti hanno vissuto in condizioni disumane soffrendo la fame; queste famiglie consideravano la “sostenibilità come un’equazione avente come input la risorsa e come output il cibo”. Nonostante le condizioni siano migliorate, l’agricoltura non lo ha fatto più di tanto. I paesi in via di sviluppo, a partire dai primi anni del 2000, testimoniano che quando le persone nelle proprie comunità non sono incluse nel processo agricolo questo provoca seri danni.[1] Sebbene con tutta probabilità la sicurezza alimentare a livello globale non diminuirebbe in modo drastico, queste pratiche potrebbero avere un impatto diretto sulle comunità agricole rurali locali, rendendo alle stesse impossibile il sostentamento. Il naturalista Charles Kellogg ha affermato che, “con un ultimo sforzo, le persone sfruttate trasmettono la loro sofferenza alla terra.”[1] La sempre più frequente adozione di tecniche di agricoltura non sostenibili ha creato una situazione di sofferenza per molte persone. Perciò, se qualcosa è sostenibile, dovrebbe esserlo in tutti i suoi aspetti, e non solo nella resa del raccolto o nella salute del suolo. In Bangladesh, uno dei già menzionati paesi in via di sviluppo, è stato osservato che le comunità agricole rurali soffrono la fame proprio a causa dei loro metodi di coltivazione non sostenibili. L’agricoltura sostenibile consiste nell’abilità di “sfamare le popolazioni che la adottano” costantemente e permanentemente.[1]

Le possibilità di incrementare i profitti degli agricoltori, migliorare le comunità, e perseguire delle pratiche sostenibili, sono numerose. In Uganda, per esempio, gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM) in principio erano illegali; tuttavia, a seguito di circostanze avverse legate ad una malattia che ha colpito le coltivazioni di banana, nota come Banana Bacterial Wilt (BBW), e potenzialmente in grado di distruggerne il 90% del raccolto, è stata considerata l’eventualità di adoperare gli OGM come possibile soluzione.[2] In seguito a questa crisi, il governo ugandese ha promulgato il “National Biotechnology and Biosafety bill” che permetterà agli scienziati del programma di ricerca National Banana Research Program (NARO) di cominciare la sperimentazione con organismi geneticamente modificati.[3] Potenzialmente, questo tentativo è in grado di aiutare le comunità locali, dato che buona parte di esse vive dei prodotti che coltiva, e permetterebbe di mantenere sotto controllo l’economia, dato che le principali fonti di produzione restano stabili.

Il ruolo delle donne[modifica | modifica wikitesto]

Una donna in un mercato ortofrutticolo americano

Negli ultimi 30 anni (1978-2007) il numero delle donne che lavorano come operatrici agricole negli Stati Uniti è triplicato.[4] Oggi le donne gestiscono il 14% delle aziende agricole, rispetto al 5% del 1978. Gran parte della crescita è dovuta alla scelta delle donne di operare al di fuori di quel “settore a predominanza maschile, che è l’agricoltura convenzionale”.[4] Nell’ambito dell’Agricoltura Supportata dalla Comunità, le donne rappresentano il 40% degli operatori agricoli, e il 21% degli agricoltori biologici. Con il cambiamento nel secolo scorso delle leggi sulla proprietà fondiaria, alle donne è adesso garantita lo stesso diritto alla proprietà fondiaria degli uomini.[4]

Politiche internazionali[modifica | modifica wikitesto]

L’agricoltura sostenibile è diventata argomento di interesse nell’ambito delle politiche internazionali, specialmente per il suo potenziale di ridurre i rischi associati al cambiamento climatico e alla crescita demografica.

La Commissione sull’Agricoltura Sostenibile e sul Cambiamento Climatico (Commission on Sustainable Agriculture and Climate Change), fra le varie raccomandazioni destinate ai responsabili politici in merito al raggiungimento della sicurezza alimentare a fronte del cambiamento climatico, ha insistito sull’integrazione dell’agricoltura sostenibile all’interno delle politiche nazionali e internazionali. La Commissione ha evidenziato che il crescente cambiamento delle condizioni climatiche e gli shock climatici incideranno negativamente sui raccolti agricoli, rendendo necessario un intervento tempestivo per orientare i sistemi di produzione agricola verso un rafforzamento della loro resilienza. Ha inoltre fatto appello a un sensibile incremento degli investimenti nell’agricoltura sostenibile nei prossimi 10 anni e nella ricerca nazionale, nonché degli stanziamenti per i fondi di ricerca e sviluppo, il ripristino dei terreni, gli incentivi economici, e per il miglioramento delle infrastrutture.[5]

Etica politica[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte degli agricoltori di professione è concorde nel ritenere che vi sia l’“obbligo morale di raggiungere la sostenibilità”.[1] Il dibattito più rilevante si concentra su quale sistema permetta di raggiungere tale obiettivo. Dato che, se utilizzato su larga scala, un metodo non sostenibile avrà un’enorme ricaduta sull’ambiente e sulla popolazione umana. Il modo migliore per creare delle politiche agricole è quello di liberarsi da qualsivoglia pregiudizio. Una buona valutazione potrebbe realizzarsi mediante l’uso della “saggezza pratica”[1], una virtù individuata da Aristotele, il quale, all’interno dell’Etica Nicomachea, la distingueva dal sapere scientifico. Lo studio scientifico dell’agricoltura prende il nome di “agronomia”, la cui radice fa riferimento alla legge scientifica.[1] Ciò nonostante, l’agricoltura potrebbe non ricadere perfettamente sotto il dominio della legge scientifica, e per di più non essere tale da potersi considerare come un sapere scientifico di tipo aristotelico, ma più come una forma di saggezza pratica. La saggezza pratica necessita del riconoscimento degli errori commessi in passato nel settore, per poter meglio realizzare un sistema agricolo più sostenibile.

Pianificazione urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

L’utilizzo di spazi cittadini già disponibili (come giardini pensili su terrazza, orti comunitari, giardini condivisi, e altre forme di agricoltura urbana) per una produzione alimentare di tipo cooperativo potrebbe contribuire alla sostenibilità.[6] Un’idea proposta di recente (2014) prevede la creazione di ampie strutture tecniche di tipo urbano per l’Agricoltura verticale (Vertical farming). Fra i potenziali vantaggi si includono una produzione annuale, l’isolamento da parassiti e malattie, un’attività di riciclo delle risorse controllata, e la riduzione dei costi di trasporto.[7]

Le sempre più numerose minacce legate al cambiamento climatico hanno influito sulle città, e i funzionari pubblici hanno iniziato a pensare più attivamente a come distribuire servizi e alimenti in maniera più efficiente. I costi ambientali del trasporto potrebbero essere evitati se le persone recuperassero il loro legame con gli alimenti freschi.[8] Tuttavia, quanto detto solleva delle domande circa gli eccessivi costi ambientali associati all’agricoltura locale, in contrasto con operazioni su più larga scala che offrono la sicurezza alimentare nel mondo.

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Stanislaus Dundon, "Sustainable Agriculture" [collegamento interrotto], su pierce.ctc.edu:2055, Gale Virtual Reference Library, 2009.
  2. ^ (EN) Harper, Glyn; Hart, Darren; Moult, Sarah; Hull, Roger. (2004)., "Banana streak virus is very diverse in Uganda", su sciencedirect.com, Virus Research, pp. 51–56.. URL consultato il 21 Aprile 2019.
  3. ^ (EN) Tripathi, Leena; Atkinson, Howard; Roderick, Hugh; Kubiriba, Jerome; Tripathi, Jaindra N. (2017), "Genetically engineered bananas resistant to Xanthomonas wilt disease and nematodes", su ncbi.nlm.nih.gov, pp. 37-47. URL consultato il 21 Aprile 2019.
  4. ^ a b c (EN) AGRIBLE. (4 Gennaio 2017), "Women in Sustainable Agriculture", su about.agrible.com. URL consultato il 21 Aprile 2019.
  5. ^ (EN) Pilgeram, Ryanne. (2015), "Beyond 'Inherit It or Marry It': Exploring How Women Engaged in Sustainable Agriculture Access Farmland" [collegamento interrotto], su pierce.ctc.edu:2189, Academic Search Complete. URL consultato il 13 Marzo 2017.
  6. ^ (EN) Viljoen, Andre; Howe, Joe, eds. (2005), Continuous Productive Urban Landscapes: Designing Urban Agriculture for Sustainable Cities, Taylor and Francis, ISBN 9781136414329, OCLC 742299840.
  7. ^ (EN) Marks, Paul (15 Gennaio 2014)., "Vertical farms sprouting all over the world", su newscientist.com, New Scientist. URL consultato il 21 Aprile 2019.
  8. ^ (EN) Lehrer, Mia; Dunne, Maya, "Urban Agriculture: Practices to Improve Cities", su urbanland.uli.org, 18 Gennaio 2011. URL consultato il 14 Aprile 2019.