Utente:Fpelizzoni/Sandbox

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IMMUNOBIOLOGIA DEL CUORE TRAPIANTATO


IL Trapianto di Cuore induce naturalmente una reazione a catena dell’organismo ospite, implicando l’intervento di numerosi sistemi di protezione preposti alla difesa. Il primo ‘scontro’ con il Cuore Donato avviene verosimilmente ancor prima della riattivazione meccanica. Quando il sangue dell’organismo ricevente attraversa questo Cuore ‘nuovo’, automaticamente scatta il riconoscimento della presenza estranea al proprio corredo genetico; questo primo contatto scatenerebbe una guerra delle cellule di difesa di entrambe le parti, se non vi fosse un metodo per favorire la reciproca tolleranza. La Natura sembra non ammettere la coesistenza chimerica di tessuti derivati da due individui; solo la gravidanza nei mammiferi è l’eccezione. Prima di entrare nello specifica farmaco-biologia adattiva del trapianto cardiaco, desidero introdurre il Lettore nell'affascinante mondo del nostro sistema di difesa, Sistema Immunitario, cercando di semplificare i punti salienti collegati alla tolleranza.

LA TOLLERANZA IMMUNITARIA Il nostro organismo tollera il cibo, con tutti i suoi composti, i batteri che vivono in simbiosi , come la flora intestinale. L’assenza di reazione a stimoli di questo tipo è definita Tolleranza Immunitaria. Una parte dei globuli bianchi, denominati Linfociti, costituisce lo strumento fondamentale del sistema di difesa; esistono, tuttavia, altri attori nella popolazione dei globuli bianchi, la cui attività agonista o antagonista modula l’azione dei Linfociti. I processi in gioco sono assai complicati, ma occorre almeno spiegare alcuni passaggi della reazione all'intrusione estraneo, organico o non inorganico. Eccezione strategica, esemplificativa, sono le cellule tumorali che escogitano , a volte, accorgimenti biologici, per eludere il controllo dei Linfociti. Gli 'attori' che partecipano alla dinamica immunitaria sono molteplici; i principali sono gli antigeni, ossia sostanze in grado di indurre l'attività di riconoscimento da parte delle cellule del sistema di difesa, in particolare i Linfociti. Questi antigeni, per lo più di natura proteica o polisaccaridica (composti di zucchero ), hanno la capacità di legarsi agli anticorpi. In generale, la parola antigene si riferisce a qualsiasi molecola trasportata dal complesso di proteine, la cui matrice è generata dal nostro DNA (cromosoma 6). Questo complesso di proteine è normalmente presente su tutte le cellule del nostro organismo, purché siano dotate di nucleo, quindi di DNA. Per una sorta di regola di parsimonia, che la Natura adotta sempre al fine di evitare grande dispendio di energia e di sostanze, un gruppo di antigeni sulle cellule dei Linfociti definisce la carta d'identità dell'organismo di cui fanno parte. Questi antigeni servono a distinguere il proprio (self) corredo genetico e biologico da un altro (non-self). Rappresentano un po' lo specchio della nostra più distintiva e peculiare unicità identitaria. L'utilizzo di antigeni, ossia di molecole in grado di indurre reazioni immunitarie, conferma la saggia economia della Natura: l'antigene self si confronta con il suo analogo antigene non-self, un po' come le mani sono identiche, ma opposte per orientamento destra-sinistra. Il gruppo di antigeni self sulla membrana dei Linfociti possono essere descritti come i 'custodi' armati della singolarità genetica e strutturale di ogni organismo; questo complesso antigenico viene chiamato complesso maggiore di istocompatibilità (ossia di compatibilità tissutale), ed è alla base del rigetto nel trapianto. Se le cellule del Cuore trapiantato non hanno i medesimi antigeni, il Cuore è riconosciuto come estraneo, offensivo e rigettato. Anche per questa ragione, per mezzo di un procedimento detto di tipizzazione tissutale, prima delle operazioni chirurgiche si accerta che i due soggetti (donatore e ricevente) siano compatibili per questo sistema di antigeni, nonchè “quasi-identici” per gli antigeni del Gruppo Sanguigno.

Un'altra caratteristica individuale utilizzata per la preliminare selezione degli elementi comuni tra donatore e ricevente è il  gruppo sanguigno, che è classificato mediante assenza o presenza di antigeni sulla membrana dei Globuli Rossi. 

Per inciso, vengono prese in considerazione altre similitudini, come il genere, il peso, l'altezza. Tornando al sistema di difesa che salvaguardia la nostra unica autenticità, non può essere trascurato il ruolo di una 'razza speciale' di Linfociti: i Linfociti T-Regolatori (definiti per i loro antigeni di membrana CD25). Questi cellule maturano nel Timo, che è un piccolo organo posto sopra il Cuore che fa un po' da balia ai futuri cavalieri della 'Identità individuale.' Sono parte della nidiata non ancora definita della popolazione dei Globuli Bianchi migrata da varie parti del corpo (ad es. dal fegato) ; crescendo e maturando , alcune cellule fanno un po' fatica a riconoscere il self dal non-self, il proprio dall'estraneo, e diventano un po' troppo reattive anche contro il self; il perché di questa 'difficoltà' non è ancora nota; quel che si sa che il destino di queste cellule pre-linfocitarie è perire o cambiare: cambiare dandosi una regolata...Il bello è che la trasformazione di questi linfociti T è così radicale da costituire la principale regolazione della tolleranza immunitaria.

LA TOLLERANZA IMMUNITARIA INDOTTA NEL TRAPIANTO DI CUORE La differenza del Cuore Donato e l'organismo del Malato ricevente il Cuore è di due tipi: 1. le proteine che definiscono l'identità personale, ossia gli antigeni-self, e 2. le cellule di difesa (i Linfociti, per primi) presenti nel Cuore Donato, dotate di un corredo di anticorpi e /o di antigeni non-self (quindi dissomiglianti da quelle del Malato). Attualmente siamo solo in grado di differire “il conflitto”, tecnicamente Rigetto Moderato e Severo, ossia la catastrofica reazione avversa tra le componenti immunitarie “donate” assieme al Cuore e il Malato che riceve il Cuore. La Cura anti-rigetto è, insomma, una sorta di indotta deviazione biologica e temporale, che sospende il compimento di tutte le reazioni. Per ottenere questo, si utilizzano farmaci che inibiscono la tossicità cellulare di entrambi gli “eserciti” di Globuli Bianchi (soprattutto Linfocitari); dentro questi particolari “eserciti” le comunicazioni avvengono mediante sostanze chiamate Citochine. La più attiva di queste citochine si chiama Interleuchina 2. Questa sostanza proteica è in qualche modo bloccata dal farmaco immunosoppressore; il primo farmaco con questa attività si chiama Ciclosporina ed è estratta da un fungo; esistono altre medicazioni chimiche con questa funzione prodotte dal metabolismo dei funghi. Un altro metodo, con analogo effetto, è quello di utilizzare tossine che uccidono i Linfociti in proliferazione; per questo scopo il primo usato è l'aziatoprina, ora non più prescritta per eccessiva tossicità; questa sostanza è stata sostituita da altri farmaci, come il micofenolato mofetile. Sono stati creati anche Anticorpi che inibiscono, uccidono, ovvero rimodulano i linfociti, rendendoli 'anergici', ossia incapaci di reagire.


NUOVE PROSPETTIVE PER LA PREVENZIONE DEL RIGETTO CARDIACO La modulazione dell'attività dei Linfociti T regolatori (Treg) potrebbe essere la via maestra delle future terapie anti-rigetto (e anche anti-cancro...). Questi Treg si trovano ad una frequenza molto bassa negli individui normali ed impediscono, come qui già scritto, all'organismo di attaccare i suoi componenti biologici. Al contrario degli immunosopressori classici, i Treg non influenzano la difesa contro i germi patogeni, i virus e i batteri. I Treg funzionano principalmente mediante la Interleukina 2, la cui produzione è, ahinoi, soppressa dalla ciclosporina; ma questo fatto indica paradossalmente la strada per comprendere meglio i meccanismi che possono rendere più efficace e più duratura lo tolleranza immunitaria al Cuore trapiantato. Si aprono così nuovi scenari di Cura al crocevia delle più gravi malattie umane.