Utente:Ettorre/Annales Wikibirrate

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Annales Wikibirrata' by Ettorre gregorio
(LA)

«Omnia quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere»

(IT)

«Tutte le cose che ora si credono antichissime furono nuove un tempo.»


2016

Una bella serata. Ho visto con piacere nick che leggevo da anni farsi persona e rivisto sempre con piacere alcune persone già conosciute. Le persone sono la cosa più bella di wiki. :-) Gioia dello stare e fare assieme. Ora vi aspetto a Genova, un po' per uno eh! :-) --Ettorre (msg) 04:17, 2 set 2016 (CEST)


2017

C'è un senso in ogni gesto, in ogni vita, in ogni istante di vita. Così, quel piccolo breve momento, quel tempo che dedichiamo al vivere è sempre così, molto, intensamente importante nella sua univocità, irripetibile, per l’istante, le emozioni, le mani che stringi, le persone con cui parli e che incontri. Nessun attimo è banale ed il Tempo, è sempre breve, per vivere, essere. Anche da momenti semplici, cerco di far uscire il bello e trasferire, malgrado la mia immensa timidezza e riservatezza, la gioia, la vitalità positiva che sento di dover stimolare sempre, almeno fino a quando me ne sarà dato modo di farlo, con la forza di idee, pathòs, azioni, modi e comportamenti e forza del pensiero. Così è bello, per me, avere un momento, in cui si possa, sedersi, parlare, scherzare e portare la gioia, quella delle persone e delle diverse nostre passioni nell’incontro reciproco che poi sia anima di forza e spirito a fare le cose insieme, divertendosi. Se le cose sono fatte così, saremo contagiosi, la gioia che riusciremo ad avere con gli altri e nel fare, allontanerà il grigiore e crea solidità, socialità e colmerà una “solitudine epocale” che solo così viene sconfitta e qualsiasi progetto ed idea avrà solide basi umane. :-) Non è facile dare questa energia di gioia: sono molto burbero anche, ... eheh per cui non so quanto un aspetto compensi l’altro, uno solare e uno serio, serioso, severo e eticamente austero. Ma veniamo al piano della simpatia conviviale … che posso dirVi … un grazie a tutti per le diverse affabilità e passioni che scaturiscono non appena parliamo assieme. Bello. Mi piace avere nuovi input così, senza spocchia, ma semplicemente tra persone. Mi ha fatto piacere rivedere chi ho conosciuto un anno fa: facevo un po’ fatica a ricordare tutti i nick e nomi :-) Idem piacere conoscerne nuovi volti. Spero che ogni incontro sia sempre meglio e tiri fuori da ognuno la gioia da una parte e dall’altra anche il pensiero o la critica. Mi spiace non aver avuto più tempo per parlare con alcuni-e. Ma lo sappiamo tutti com’è ed in fondo è Una Festa :-) Un grazie davvero a chi ha organizzato l’incontro, detto con sincerità e gratitudine umana. Grazie per la simpatia a tutti-e. Che altro dire .. quello che vado dicendo da un bel po’ citando una frase … da Amore della vita di J.London «Di tutto, questo è rimasto: l’aver vissuto e l’aver lottato. Questo sarà il guadagno del gioco, anche se sarà perso l’oro della posta». Ah ... vi aspetto a Genova :-) Un abbraccio --Ettorre (msg) 15:38, 25 ago 2017 (CEST)


2018

Fake News: ← «La Wikibirrata a Milano è rinviata al 22 settembre»

A dare la notizia è stato uno degli organizzatori, da noi intervistato, di cui non possiamo diffondere le generalità, per garantirgli l'anonimato.
La nostra fonte, in uno sfogo, ha altresì dichiarato «Non ne potevo più di attendere che tutti rispondessero. Sono peggio delle Lumache!!! Così ho deciso di rinviare tutto a settembre, senza comunicarlo, però a nessuno. Così il 25 agosto quando tutti si riuniranno, saranno soli, senza saperlo.
Del resto è sempre così: ogni volta che qualcuno organizza qualcosa in una parte di italia, qualcuno o fa una cosa in contemporanea da un'altra parte o la fa difficile a dare la sua adesione o - ha aggiunto in dialetto milanese e con molta ironia - come si suol dire gli pesano le chiappe.»
Ha poi proseguito nello sfogo: «soprattutto quel genovese, non ne potevo più dei suoi tentennamenti, nemmeno fosse una bella donna!»
Ha poi anche aggiunto «quanto alla lamentata presenza femminile, è vero, siamo carenti di partecipazione da questo lato. Non ci spieghiamo come questo accada e proprio per far capire anche alle donne che non siamo un'orda di barbari, dedita al rutto libero, abbiamo aggiunto la pomeridiana pausa caffè con pasticcino, per addolcire lo stress della dura giornata.
Stiamo curando i minimi dettagli. Speriamo davvero che in futuro ci sia una maggiore partecipazione femminile atta a equiparare in selvaticità quella maschile, con la proverbiale e mansueta selvaticità femminile.»
Il nostro intervistato ha poi proseguito rispondendo ad una nostra domanda se fosse vero che dopo bevuta la birra i partecipanti fossero soggetti a visioni mistiche «Sì, è vero, molti di noi, hanno avuto questa percezione estrasensoriale. Basta osservarne gli sguardi alluccinati.
Molti dicono di essere stanchi, ma in realtà ho saputo da più di uno di loro che hanno avuto queste percezioni che sono stati definiti momenti off topic in cui si allonano dal resto del gruppo e vivono singolarmente questa mistica esperienza.
Nell'ultimo incontro, pare, per certo, che qualcuno sia entrato in contatto con gli estraterrestri e qualcun altro abbia avuto visioni mistico religiose, un altro sia entrato in contatto con l'anima defunta di giuseppe garibaldi e mazzini che gli parlavano insieme contemporaneamente facendogli un caos nella capoccia.». ... fonte: Press-Ettorre (ma con tatto!) --Ettorre (msg) 14:50, 1 ago 2018 (CEST)

La vera storia: i fatti come realmente accaduti
Milano Marittima :-P ;-)... in effetti inzio a pensare che lassù, nella bassa, :-) faccia sempre mal tempo. A dicembre mi becco la neve ed il gelicidio e ci rimango bloccato, ad agosto, mi becco l'acqua splash ... CHE TEMPO REGA!!
E' piovuto così tanto che mi sono ricresciuti i capelli in testa ed adesso sembro il sosia di riccardo scocciante ... gasp ... :-P
Che dire della serata, carina, lieta, bella. Grazie a Tutti, lo dico di cuore e col cuore. E' stato bello esserci da vivo.
Da morto, sarebbe per me stato meno vivace. Bello poi disquisire con tutti coloro con cui ebbi modo di interloquire.
Non posso dire Bello del ... clima ... auch auch ... etttttccccccccciuuuu :P
Tuttavia c'è sempre di peggio e come diceva quel tale in quel film frankestein junior ... potrebbe anche piovere ... gasppp.. :-)
(I Tappa) (quella alta non è venuta) Il leggero abbassamento delle temperature e il meteo negativo hanno fatto si che numerosi intervenuti si siano dedicati a quello che è noto come wiki-qozzoviglio ... sbragati, consunti, ormai soggetti a fenomeni allucinoggeni, dopo essersi sparati dei cannoli borbonici ripieni di ricotta, alcuni hanno insisssiato a dire a voce alta I Can Believe .. si è subito udito un suono alla x files e i più dotti hanno inziato a parlare lingue antique e masticandosi i cannoli dicean Tubus farinarius dulcissimo edulio ex lacte fartus in quel mentre si materializzò davanti ai loro occhi l'immago di Cicerone che affermava di aver letto su wikipedia che tale frase veniva a lui attribuita, ma che egli, in quanto fonte primaria, diceve di averla detta ben diversamente e ne chiedeva la correzione integrale.
Si aprisce (si dice aprisce) un dibattino e molti dicheno (si dice dicheno) a Cicerone che se non porta n'amico che ha scritto un liber dove ce stanno scritte le sue robe, non può sostenerle d'averle scritte o dette, e non po' esse fonte, qui Cicero s'addombra e inzia a tirare maledizioni a tutti i presenti ... testuali parole dette da lui, in persona "che ve potesse anna de traverso er tubus farinarius" ... l'atmosfera si surriscalda ... per fortuna un po' di passito porto la pax augustea e i sorrisi tornarono sui volti. Nella foto si può vedere anche Cicerone, dietro a tutti: è quello che fa le corna dietro a tutti presenti ... birbaccione di un Cicerone.
(II Tappa) (sempre un'altra bassettina) Arrivo la birreria facendo cloppete cloppete singing in the rain. I nostri si spostarono ... giunsero quindi in quella landa che sa di luppolo e di malto ... non lo sapevano ma Cicero' li aveva seguiti ed ora era là con loro intento a degustare con loro birre assieme a Giulietto Cesare ricordando li vecchi tempi annati de quanno cun la bira ce facevano na' trattativa con li celti e con li galli... 'somma ... li facevano embriaca ed abbioccà. Cicerone e Cesare pensarono e se li facessimo embriaca' a tutti? ... in effetti più di uno sguardo fu colto smarrito, nel mentre all'improvvisio, gli palesava dianzi, la figura austera dell'antico imperatore Cesare e del suo compagno di bevute Cicerò.
Per fortuna pioveva ancora e l'acqua distolse gli sguardi dall'ignoto in cui ormai gli sguardi vagavano e i nostri giunsero dopo il loro peregrinar in terra di pizza.
(III Tappa) (era un po' cresciuta) Qui Cesare e Cicerone ricordarono la profezia detta di Celeno verso l'esule troiano Enea ed i suoi "giungerete in Italia e potrete entrare in porto; (bei tempi), ma non cingerete di mura la città destinata prima che una terribile fame e l’offesa fatta con l’aggredirci vi costringa a consumare con le mascelle le rose mense" ... qui Cicerò e Cesaretto risero soprattutto vedendo Ettorre ... egli eroicamente li guardò, mirò verso il cielo, sempre pieno delle lacrime delle divinità dell'Olimpo e disse Padre Priamo, il figlio tuo, qui, ricorda, i giorni, la patria era piena di fresca e nuova vita, la speranza di Andromaca ed Astianatte riempiva il cuore dell'uomo e rendeva forte il suo guardo ... e qui si commosse, scesero sulle gote antiche le lacrime del cielo e come quelle sue lacrime toccarono il suolo ... il cielo smise di versare le sue e la piogia svanì ... Cesaretto e Cicerò lo salutarono e glie dissero Bella a Fra! Ce vedemo a Genova!!
(questo è quello che realmente è accaduto --Ettorre (msg) 00:08, 31 ago 2018 (CEST)

2019

Dal nostro inviato: Agosto 2019 – Milano – La città è nervosa ma sonnecchia ancora su se stessa.

I Milanesi, quest’anno, sono abbastanza bradipo-lenti.
Non sono ancora tornati da monti, spiagge, ecc. “Stanno però tornando”, in frotta. Milano d’Agosto - mi dice uno dei tassisti con cui ho avuto modo di interloquire – era però più vivibile. C’era, vero, meno lavoro, ma si viveva meglio, senza quel caos e quella fretta che tra poco, con i rientri e poi le scuole, ripiomberà sulla città, ansiosamente, ansimante.
Alle mie domande di come si viva a Milano, le risposte sono positive, pur uscendo una certa malinconia di fondo che percepisco sempre quando rivolgo questa domanda. Si sente un qualcosa che manca, nella e alla città e alle nostre città, tutte.
Non si lamentano per il lavoro. Quello c’è.
Chiedo come sia la vita e le relazioni, come la socialità.
Esce uno specchio delle nostre città, sempre più stranito e perso nella propria umanità dimenticata, chiusa nella solitudine estrema del corri corri, vivi un’esistenza di smarthphone e finta socialità della rete, ormai rovinata dall’incapacità cognitiva della maggior parte degli utilizzatori, raccolta su se stessa, su false emozioni e miope nel sentire la reale importanza del vivere e il senso del tempo vissuto e da vivere.
L’andare di fretta, poi , non si sa mai per chissà quando e per chissà dove: anime senza pace, salvo quando le vedi dormienti nell’effimero ballo della corsa della vita, tanto da soggiacere nella fretta che diviene un’effimera dimensione temporale del nulla esistenziale.
Scorrono i palazzi, le vie e continuo, come son solito e amo fare a chiedere, a chiedere di sapere, curioso di scavare nell’altrui anima e nel gettare nell’aria, piccoli semi di riflessione, di vita e gioia, che forse il vento porterà in una terra a germogliare.
Viene meno quella ritrosità della fretta del mio interlocutore, nel mio inusuale approccio, sempre poco comune. Alla fine mi ringrazia, perché quel breve tragitto, quella “corsa” è stato non solito e umano … come se ne fossi stato il terapeuta momentaneo da cui esce un inaspettato momento di lucida umanità per conoscere se stessi e gli altri.
E’ strano percepire gli altri, li spingi ad uscire dal loro guscio e a liberare in fondo la loro anima vera. Far cadere i muri delle Persone: li riporti ai bisogni primari che sono non solo quelli materiali, ma quelli di essere esseri umani. Ogni volta, in ogni istante della vita, anche se si riportano delusioni, questo modo paga, dentro la propria anima. Paga te stesso, come la persona con cui parli e alla fine, entrambi si esce arricchiti o quantomeno, si impara che vivere non è solo una corsa dettata dalla fretta o dall’andare da un luogo A ad un luogo B, ma un percorso che si compie attimo per attimo.
Qui è il tempo che scorre e ogni istante vive in noi.
Alcune note provengono all'improvviso da una radio metafisica ...

«Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe oziose ore mai come adesso è bello inebriarsi di vino e di calore, di vino e di calore... Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età, dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità... Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...»

Da Centrale a Bovisa e da Bovisa a Lambrate ove è la seconda tappa dell’appuntamento agosteo, di cui mi spiace aver perso la prima, per non essere riuscito a salutare chi c'era e ora non c'è.
Entro nel birrificio ... c’è meno gente rispetto all’anno prima, si nota davvero come i cittadini siano ancora via ... c’è un consueto “rumore di fondo” che per uno che ama ascoltare e quanto di meno empatico vi sia, ma molti locali hanno la caratteristica di spingere le mandrie degli umani a cibarsi e sfamarsi e bere come armenti nella stalla.
Arrivo ai tavoli dove ... oramai sbracati orde di wikipediani e wikimediani sono intenti in libagioni e gozzoviglie ...
Alcuni in preda a estasi vaticinanti ... scrutando nei boccali attraverso le forme delle schiume di birra, moderni aruspici tecnologici, interpretazioni neutrali divinanti. PoffeBacco! Mi dico.
Saluto tutti ... come in ogni saluto … quando arrivi ultimo ... ti senti tanto il piccolo tenerino fantasmino Casper' ... :-P
Battute a parte è, per me bello rivedere quelle brutte facce di questi-e brutti-e ceffi. Son venuto del resto a posta per salutare e rivederle-li e magari conoscere nuove persone eh.
Mi siedo, cerco di rispondere e di sentire quello che mi viene detto a volte, ma il rumore di fondo è intenso e io vecchio e anziano e ormai più di là che di qua faccio davvero fatica a udire le parole ... a volte non capisco se mi stiano dicendo ... ti vogliamo regalare una villa o se invece parlino di una voce su wiki che parla di claudio villa ... bohhhh ... cmq. annuisco, giusto per non essere maleducato. Mi alzo, per essere conviviale e chiedo una birra pure io, che “sgranocchierò” con alcune patatine.
In realtà sono un po’ riminchionito, complice una certa stanchezza o forse ad una mia, personale, melanconia della giornata.
E’ pur vero che noto anche in altri alcuni volti stanchi, tanto che chiedo se lo siano. Ogni volta che interloquisco con i wikiCosi-Cose noto che c’è sempre una timidezza nerdesca di fondo .. si quella famosa delle scatolette quelle della ventresca di tonno .. noi ci abbiamo la nerdesca invece e c’è sempre un po’ da tribulare per aprire la scatoletta nerdesca.
Poi s’è fatta na’ certa e ce se arza e se decide de anna a magnà, perché tanti stomachi intenti al degustar di birra ... iniziano a rumoreggiare e si sa che lo stomaco nerd ... fa un suono simile al temporale o alla pronunica di google ...
Se famo accussì quattro passi, giusto pe’ senti l’arietta “fresca” de la sera … E’ una de quelle sere che se sente er fresco del Ponentino che sta a risalì le bionde rive der Tevere e Milano appare molto calma, pacata, pare de esse, davero a Roma, se sentono persino canta li stornelli, pa’ de esse ar centro a piazza der Pannethon … ammazza com’è gajarda stasera Roma ... ops .. Milano.
Finalmente dopo ore e ore e ore e ore e ore (praticamente una faticata .. avremo camminato …. Adirittura 5 minuti) di cammino, tanto che le truppe stanno già iniziando ad arrancare ... arrivamo all’accampamento ...
... Invero, ivi, erano posti due ampi tavoli, a cui preser posto i nostri
Seduti a riposar le di loro stanche membra, furono subito accolti dal generoso dispensar di un loro Benefattore di nettari divini … Si innalzarono i calici, freschi della vita della sera. Fu così il brillar della luce dorata di uve maturate al sole a principiar il convivio lieto. Di lì a poco il caldo sapor del mediterraneo pan focacciato salutò i palati, affamati. Preser così a disquisir delle parole e delle vite.
Le parole, scambiate, i discorsi, per quello che riguarda il tavolo a cui ero seduto, furono, parole di umani, non fummo wikipediani o mediani che dir si voglia, ma uscirono riflessioni oneste sulla vita, i suoi momenti, si toccò un po’ delle nostre anime. Fu bello, non vi furono i muri effimeri dell’apparenza. Cadde il consueto “essere a cena” per essere un po’ meno di forma e più se stessi, uomini e donne, esseri umani. Ci fu un rapido perpetuo momento rapito di verità diffuse.
Le parole diedero poi spazio a suoni di schunch chrunch chrunch gnamme gnamme … palati famelici addentarono pizze che incautamente si posero sul tavolo, inconsapevoli del di loro destino.
Colgo il momento per scrivere qualcosa su un libricino su cui appunto momenti di poesia o presunti tali: basta che chiuda gli occhi, o anche no, e le parole scorrono da sole, come scarabocchi di bimbo dispettosi.
Attendendo la focaccia (di cui parcamente mi cibo) mi alzo, vado dentro la pizzeria, ove saluto il titolare che salta da una pizza all’altra tra il calore del forno e il passare piatti nel balletto del suo personale che corre a soddisfar le richieste dei una miriade di commensali … mamma mia quanto sgobbano …e noi seduti là, fancazzisti della sera, seduti con le nostre natiche squadrate e conformate alla misura delle sedie … mah … guardo osservo, scruto anche gli altri tavoli e commensali … poi … sono umano e vado al bagno … qui mi rinfresco un po’ la zucca … mi piace sempre fare il bagnetto sbattendo la mia zucca sotto il rubinetto .. quell’acqua preziosa del color del rubinetto che ne esce allevia sempre la mia stanchezza e mi riporta all’epoca della mia fanciulezza, quando bastava una “gomma o manichetta” per farsi una doccia.
Finito di fare l’anatroccolo nel lavabo della pizzeria, esco dal bagno, rinfrescato e ringiovanito, tornato quasi alla fanciullezza. Torno al tavolo, ove è arrivata la focaccia. Dal divino ciel del Benefattor si è anche materializzato un nuovo nettare rosso, profumo di botti e tini ... par di udire le cantine dell’autunno e i canti e veder il lavor antico di contadini e le famiglie riunite nella sera dopo il lavoro ...
Continuo il discorrere e parlare da umani e di umanità. Nel mentre, distruggo la focaccia.
Il tempo passa rapido, veloce, anche la focaccia, scorrono i minuti, le parole, giunge d’uopo l’applauso al funambolo della pizza che ci ha accolti, sopraggiunge il momento del caffe e di un amaro o digestivo per chi lo desidera. A me basta il caffè amaro come sempre. Non mi piacciono in genere i liquori, a meno che non abbiano un senso, tipo quello di ”commentare un dolce” e in genere questo è fatto da un vino.
La cosa bella della serata: i discorsi e le parole umane. Non ho parlato, né sentito parlare di Wikipedia o media ... ma solo persone che parlavano aprendo un po’ della loro vita. E’ cosa bella questa: sarebbe bene fosse sempre così perché siamo Persone e non Bit & Byte e nemmeno burocrati di noi stessi.
Sono scorse davanti a me immagini del passato, di persone che non ci sono più e che mi appartengono, volti di famiglia, conosciuti o raccontati, paesi lontani, mai visti, ricordi, emozioni, vite passate che sono dentro di me e della mia Anima, in ogni istante e in ogni gesto o parola.
Ma la festa si appresta ormai a finire ... e giunge il tempo dei saluti: Francesco che ha organizzato tutto e che si rivela sempre persona accogliente, affabile, generosa e umana, deve andare e lo saluto con un abbraccio, di lì a poco pure Camelia e sua figlia. Poi viene il saluto per tutti e la comitiva si separa, si sperde. Dopo pochi passi con loro, li saluto e torno indietro ripassando per la stessa strada. Vi trovo intento a finire di sistemare il titolare della pizzeria con cui scambio alcune parole ringraziandolo per la sua ospitalita. Divaghiamo un po’, nella reciproca stanchezza serale e mi va sempre di dare peso al lavoro altrui e far sentire quel rispetto che ho per il lavoro e le persone.
Poi lo saluto, augurandogli una buona cena ... perché finalmente anche per loro che è arrivato il momento di un po’ di riposo e di cenare.
Mi rimetto sulla via ... ho voglia, come quasi sempre, di camminare per conto mio, scrutando luoghi, pensando, riflettendo ... vivendo quel "mio" tempo, in quel preciso istante in cui la vita cammina con me.
Sento così il fresco vento del Ponentino, passo così nelle vie intorno a piazza Navona, accanto ai palazzi del potere ove odoro, viandante, l’aria dei vicoli cercando il sentiero del bosco ed eccomi nelle mie campagne, nei monti, nei colli aviti tra odore di mosti, di fichi, di funghi, castagne. Selvatico il mio cammino di delfino che vola nel cielo libero come falco d’autunno e mi giunge la carezza del frangersi delle onde sulla riva del piccolo borgo marino, le poche case ancora rimaste in città che hanno un vago ricordo di quella gente che abitò il mare ...
Improvviso è il tempo del mio ritorno al mio giaciglio, una camera dove provare a dormire e riposare, per poi ripartire per casa nella terra che dai monti volge al mare, unico, che prende il nome dalla sua terra, dove, tra case e sentieri di città, potrò continuare il mio “viaggio”.--Ettorre (msg) 16:36, 8 set 2019 (CEST)

TO BE CONTINUED ...