Utente:Enrico del chicca/Cripta di San Jacopo

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La Cripta di San Jacopo in Acquaviva di Livorno, è un luogo di culto cattolico che si trova al disotto della Chiesa di San Jacopo. La cripta era l'originaria Chiesa di San Jacopo fino a quando è stata elevata alla fine XVI secolo una seconda chiesa sulle fondamenta della cripta, per preservarla dalla furia del mare.

La sala adibita a museo della Cripta di San Jacopo in Acquaviva


La cripta di San Jacopo in Acquaviva

L a ricostruzione della storia di questa chiesa parte dagli albori del cristianesimo, infatti l’origine del romitorio è databile, senza certezza al 320 d.C.

La Chiesa di S. Jacopo, è uno dei più antichi luoghi di culto cristiano lungo la costa tirrenica.

 Secondo una tradizione, l’eremo sarebbe stato titolato a S. Jacopo, perché l’Apostolo Giacomo il Maggiore, in viaggio da Jaffa per la Spagna, si sarebbe fermato nel luogo detto “Acquaviva” per la presenza di una sorgente d’acqua dolce sgorgante tra la scogliera fino ai primi del 1900 (nicchia a sinistra dell’altare).

  E’del 313 d.C., l’Editto di Milano di Costantino il grande e Licinio con il quale si riconobbe la libertà di culto.

  Il culto di S. Giacomo si diffuse nel IX sec. In Spagna, dove fu venerato come protettore della Fede e della libertà contro i mori.

  A seguito dell’affermazione del vescovo Teodomiro d’Iria relativa alla scoperta, presso Compostella nella Galizia, delle reliquie, la località detta Santiago (San Giacomo) di Compostella, divenne uno dei maggiori centri dei pellegrinaggi del Medioevo.

  Secondo la leggenda, Sant’Agostino, dopo aver ricevuto il Battesimo a Milano dal vescovo Ambrogio il 25 aprile 387, nel suo viaggio di ritorno in Africa, si fermò a visitare gli Eremiti dei Monti pisani (miracolo dell’apparizione del fanciullo ecc.).

  Dopo la visita di S. Agostino i romiti di S. Jacopo, osservanti la regola di S. Antonio, abbracciarono la regola di S. Agostino (eremiti). Anche se non è certa la presenza di S. Agostino all’eremo di S. Jacopo, sicuri comunque sono i rapporti epistolari alla fine del 300 d.C., con i monaci dell’isola di Capraia.  

  I primi documenti ufficiali che attestano l’esistenza della “CRIPTA” (chiesetta), sono del 1163 (rogito di terreni a favore dei frati da parte di Ser Berto, o Berta? da Calcinaia). L'atto notarile si trova presso l'Arch. di Stato di Livorno (ex Arch. Storico Livornese "Pietro Vigo").

  Nel 1187 al “Romitorio” di S. Jacopo fu concesso, da Papa Gregorio VIII, la possibilità di seppellire i morti, ascoltare le confessioni.      

  Nel 1268 l’eremo fu distrutto dalle truppe di Carlo d’Angiò conte della Provenza (Francia), chiamato dal connazionale Papa Clemente IV per marciare contro Manfredi re di Sicilia, sostenuto da Pisa ghibellina.  La chiesa venne poi ricostruita dai padri Agostiniani nel 1271.

  Nei mesi precedenti il Concilio Ecumenico del 1409 in Pisa, cardinali, patriarchi, arcivescovi, vescovi ecc. alloggiarono in S. Jacopo, a dimostrazione che il romitorio aveva ampie dimensioni.

  Nel 1425 la Chiesa di S. Jacopo perde la propria indipendenza e parte del suo prestigio, divenendo una succursale della Chiesa di S. Giovanni.

 Nel 1572 su disposizione del granduca Cosimo I, la chiesa fu ceduta alla comunità dei Greci Uniti, anche se gli Agostiniani fecero di tutto per opporsi, e comunque lasciarono alcuni frati ed un altare, fino alla costruzione di una loro chiesa (dell’Annunziata) in via della Madonna, finita nel 1606.

  Sotto Ferdinando I (1587 – 1608), secondo quanto riferito dallo storico Piombanti, la Chiesa di S. Jacopo subì un rilevante intervento che comportò l’erezione di una nuova chiesa sopra la più antica. In sostanza, allo scopo di difenderla dalla furia del mare fu rialzata su un terrapieno di 3 mt., mantenendo però la pianta originale (a croce greca). Il rialzamento della chiesa e quindi la sepoltura dei primi 3 mt. di quella antica (l’attuale Cripta) dovrebbe essere avvenuto tra il 1587 e il 1606.

  Intorno al 1575 ca. venne realizzato di lato alla chiesa un piccolo cimitero pubblico, tolto nel 1915 per questione d’igiene.

  Nel 1606, la Chiesa di S. Jacopo, abbandonata dai Greci, fu restituita alle cure degli Agostiniani per ordine di Ferdinando I e, con decreto dell’Arcivescovo di Pisa Carlo Del Pozzo elevata a Parrocchia (16 marzo). Fu la prima della città.

  Nel 1710 nacque la Confraternita del SS. Sacramento, che si prodigherà molto per l’ampliamento e la conservazione della chiesa stessa. Lo stemma della Confraternita era "un calice con Ostia, sorretto da una spada e da una scure, incrociate e circondate da due rami di palma con sopra la corona imperiale, aggiunta probabilmente quando il Granducato passò alla famiglia dei Lorena"

  Nel 1716 con il permesso di S.A.R. il granduca Cosimo III (1670-1723), la Confraternita riporta alla luce la chiesa antica. Nei sotterranei fu ritrovato l'antico altare, alcuni depositi d’ossa (c’è un piccolo ossario) e due porte, una verso il mare e una più piccola laterale. Nel 1717, dopo aver il pavimento, fu aperta al pubblico. Il pavimento fu rifatto in cotto, in epoca recente (1980 ca.).

Nel 1760 il granduca Francesco I incaricò l’arch. Innocenzio Fazzi di preparare un progetto di restauro e ampliamento della chiesa superiore, i cui lavori terminarono due anni dopo.

 La chiesa assunse un aspetto totalmente nuovo; avendo ruotato l’asse principale di 90 gradi, si dovette realizzare una nuova facciata esposta a Nord (a croce latina) e non più a croce greca come lo era stata per più di un millennio, inoltre questa rotazione avrebbe consentito una migliore difesa dall’impatto del mare.

 La scaletta laterale per accedere dalla chiesa alla cripta fu fatta con il restauro del 1760.

 Nel 1780 fu concesso alla chiesa il grado di “Pievania”, che comportò l’acquisizione del fonte battesimale. Il Battistero fu collocato sul lato SX della navata (dove ancora si trova oggi).

 Il “Campanile” alto mt. 26,40 fu aggiunto solo nel 1897, anche se la chiesa dal 1570 aveva una piccola torre campanaria con due piccole campane. Il campanile è dotato di quattro campane fuse a Lucca e benedette nel 1899, in ognuna delle quali è scritto una parola in latino: Voco (chiamo), Precor (prego), Exulto (esulto), Lùgeo (piango).

Sembra che esista un passaggio sotterraneo lungo 200 mt. ca., che univa la “Cripta” ad un  edificio della fine del XVI sec., demolito nel 1968 in via dell’Eremo, detto “Il Terrazzone”. Tale demolizione ha impedito la ricerca a cura del Genio Civile.

 Fra i personaggi illustri che hanno soggiornato nell’Eremo di S. Jacopo, ricordiamo tra il 1208 e il 1211 S. Francesco d’Assisi, nel 1367 Papa Urbano V e 10 anni dopo Papa Gregorio XI.

  • G. Piombanti, Guida storica ed artistica della città e dei dintorni di Livorno, Livorno 1903.
  • A. Brauzzi, La chiesa del mare (San Jacopo in Acquaviva), Livorno 2006.
  • Comitato "Il Gioiello Dimenticato" Tra storia e leggenda: la Cripta di San Jacopo ed il suo territorio", Livorno 2019.