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Cartiera Nodari

La Cartiera di Lugo Vicentino, dopo vari passaggi, passò nel 1854, alla ditta Ranzolin di Thiene che riuscì a funzionare sino alla metà degli anni Sessanta quando fu acquistata dai fratelli Nodari di Rovereto.

I fratelli erano stati adottati dallo zio paterno. Bernardo Nodari Junior, detto Bernardino (1836-1894), aveva studiato a Innsbruck e poi affinato l’arte della produzione della carta a Lione. Cercò un luogo per impiantare una fabbrica dove vi fosse acqua, condizioni ambientali ideali, strade e manodopera e la trovò a Lugo Vicentino. Sua intenzione era di installare un’azienda dalle caratteristiche molto innovative in un territorio che aveva ottime tradizioni di produzione di carta di qualità a mano. I tre fratelli Bernardo, Andrea e Antonio Nodari inaugurarono la loro società il 31 gennaio 1866.


Storia ed evoluzione

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Acquistarono macchinari dall’estero, tra cui una macchina continua, e adeguarono e ingrandirono la vecchia cartiera trovando finanziamenti dai conti Papadopoli, dal parente Giobatta Nodari e dal cugino Camillo Nodari. Raccolsero così ben 580.000 lire: 320.000 fu versato dai soci fondatori, il resto dai nominati finanziatori. Il 4 febbraio 1866 lo stabilimento venne aperto con la direzione di Bernardino Nodari mentre della contabilità si occupava Andrea. Fu stabilito che gli utili sarebbero stati accantonati per acquistare una nuova macchina continua. Rispetto alle cartiere più moderne, come le Manifatture del Fibreno, la Nodari si dotava della macchina continua circa 40 anni dopo la prima installazione avvenuta nella zona laziale. Ma era la prima del Veneto. Lo stabilimento disponeva inoltre di una notevole forza motrice: dai 150 ai 200 HO. Un motore più piccolo azionava la macchina continua, gli alti due motori altre macchine. Erano inoltre stati messi in azione 3 cilindri sfilacciatori, due macchine sbiancatrici, una macchina per la levigatura. E l’acqua dell’Astico azionava le macchine grazie a una turbina. Per asciugare la pasta si usava lignite estratta poco lontano. Gli impianti erano tutti di fabbricazione estera: belga, francese e inglese. A quel tempo, la cartiera impiegava 100 tonnellate di stracci bianchi e 200 di stracci brunelli. Gli stracci venivano raccolti in un magazzino del Veneto e in uno del napoletano con un notevole dispendio di trasporto (per 1 quintale 5 lire da Bari a Venezia e 3 lire da Venezia a Lugo). La pasta di legno, fornita da una fabbrica vicina, veniva impiegata per produrre carta da giornali. Acido solforico, soda, colori e altri materiali, compreso il caolino venivano importati dall’Inghilterra o dalla Francia. Perlopiù produceva carta da giornali (200.000 kg all’anno), seguiva la carta da cancelleria (70.000 kg), carta da protocollo e lettere e anche una buona quantità di carta fina (30.000). L’esportazione, almeno inizialmente, era minima perché ostacolata dalla forte concorrenza austriaca. Notevole, per il tempo, il numero di occupati che era di 200 persone (100 donne, 70 uomini, il resto fanciulli). Per un certo periodo il direttore fu l’ingegner Corrado Nodari che aveva studiato a Graz e aveva avuto numerose esperienze divenendo negli anni Ottanta il direttore della cartiera Vonwiller di Romagnano Sesia. La cartiera, come il lanificio Rossi, produsse un cambiamento sociale nel territorio circostante introducendo una cultura operaia che andò a sostituire quella legata al mondo contadino. Una parte della popolazione legata allo stabilimento ne fu disciplinata. Scopo era rendere la fabbrica un «modello di costumatezza e ordine», istituendo una scuola primaria per l’alfabetizzazione. Come per altre fabbriche anche qui furono costruite case per gli operai. La fabbrica ebbe medaglie d’oro per le opere filantropiche e si conformò alle grandi industrie tessili. Non si verificarono scioperi e gli aumenti venivano concordati. Bernardino Nodari fu 3 volte sindaco di Lugo e consigliere al comune di Calvene. Importante fu la Medaglia di Bronzo ottenuta all’Esposizione di Parigi del 1867, più molte altre in esposizioni locali e internazionali (ancora Parigi 1878, Vienna 1873, Amsterdam 1884). Morì tragicamente annegando in un canale della vicina turbina il 19 gennaio 1894. Dopo la sua morte presero le redini i figli Bernardo e Camillo. Nel 1903 acquistarono due edifici da maglio e da molino a Calvene facendo sorgere al loro posto una piccola centrale idroelettrica che sfruttava il salto di 6,19 metri con due turbine Francis, utilizzando acque usate più a monte dal Cotonificio Rossi. Bernardo introdusse la patinatura che sarebbe poi divenuta una caratteristica della cartiera Burgo.

La Prima guerra mondiale portò, per ragioni di quote, a un dissidio fra fratelli e alla vendita dell'opificio alla cartiera a Luigi Zeoloni delle Cartiere di Maslianico (Como). Bernardo diventava direttore della Società Anonima Cartiere di Maslianico e insieme direttore degli stabilimenti di Lugo, Mortara Treviso e Mantova.