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Federico Ruffo

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Federico Ruffo (Roma, 17 febbraio 1979) è un giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano.

Nato e cresciuto ad Ostia, nell’estrema periferia romana, da una famiglia una famiglia di origini calabresi, trasferitasi a Roma negli anni 50. Nonostante la brillante carriera in Rai, non ha mai voluto lasciare il quartiere d’origine. Ritenuto uno degli astri nascenti del giornalismo televisivo d’inchiesta, alcuni critici lo ritengono l’erede designato di Riccardo Iacona e Milena Gabanelli.


Carriera Giornalistica

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Muove i primi passi nel circuito delle tv private, all’interno della redazione di Canale 10, facendosi notare da subito per il talento inchiestistico. La sua collaborazione con l’emittente locale durerà meni di 3 anni (durante i quali diventa corrispondente dal litorale per Il Tempo, Metro, il Messaggero): approda in Rai ad appena 22 anni grazie ad un’inchiesta da infiltrato nel mondo dei combattimenti tra pitbull nella pineta di Ostia, che porterà la Procura di Roma all’apertura di un’indagine a carico di un clan di nomadi.

Approdato a RaiUno presso la redazione di La Vita in Diretta, dopo una stagione passa ai programmi d’informazione di prima serata di RaiDue.

Nel 2005 approda in quella che diventerà la sua casa professionale, RaiTre. Due stagioni a Mi Manda RaiTre, durante le quali inizia la collaborazione con Le Iene, tre stagioni presso la redazione di “Crash” (dove si segnala per aver scoperchiato lo scandalo Eutelia), nel 2009 inizia a lavorare per il Report di Milena Gabanelli.

Nell’estate del 2006 si sposta a La7 dove viene scelto da Antonello Piroso per la conduzione di una delle rubriche di Omnibus Estate.

Nel 2008 si sposta a Mediaset, presso la redazione del Tg5, dove tornerà nel 2010.

La vera svolta professionale arriva nel 2011, quando incontra quello che diventerà il suo mentore, Riccardo Iacona, il quale lo sceglie per far parte della redazione di Presa Diretta, dove resta per 5 stagioni, segnalandosi per inchieste dal taglio investigativo molto forte, ricorrendo spesso al lavoro sotto copertura e ricevendo diversi riconoscimenti.

Nel 2016 partecipa al progetto sperimentale “REC”, programma estivo di inchieste realizzato in collaborazione tra le redazioni di Presa Diretta e Report, sotto la guida di Sigfrido Ranucci, che raccogliendo il testimone di Milena Gabanelli alla conduzione decide di riportare Ruffo alla redazione di Report.

Il passaggio alla conduzione

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A fine 2016 il neo direttore di RaiTre Daria Bignardi lo nota e lo sceglie per condurre e riscrivere il format di “Il Posto Giusto”, il programma di RaiTre dedicato al lavoro.

L’esordio alla conduzione si rivela fortunato, il suo nome viene spesso accostato ad altri programmi nel corso di quella stagione (tra cui Mi Manda RaiTre), che culmina con la conferma alla conduzione di Il Posto Giusto per la stagione successiva, ma soprattutto con la promozione in seconda serata per una seconda conduzione, quella di Far Web, progetto sperimentale di inchieste sul fenomeno degli haters.

Premi e Riconoscimenti

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Vincitore nel 2008 del premio Gaspare Barbiellini Amidei con l’inchiesta “Sopravvivere al mestiere), è stato 4 volte finalista al Premio Ilaria Alpi: nel 2009 con “La Grande Truffa”, nel 2010 con “Ex Eutelia-La Vera Storia”, nel 2012 con “La Tessera e il Tifoso”, aggiudicandosi il premio nel 2014 con “Ladri di Calcio”, l’inchiesta sul calcio scommesse realizzata per Presa Diretta che per mesi alimenterà polemiche e supplementi all’indagine.

Il caso Eutelia

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Nella notte tra il 9 ed il 10 novembre 2009, mentre i quasi 2mila dipendenti della Ex Eutelia - Agile (una delle più importanti aziende del comparto informatico, in cui negli anni sono confluiti rami della Olivetti, IBM e Bull) portano avanti l’occupazione della sede romana dell’azienda dopo essere rimasti per diversi mesi senza stipendio, un gruppo di 18 vigilantes fa irruzione nello stabile tentandone lo sgombero. Ruffo, che sta realizzando un’inchiesta sull’improvviso e apparentemente inspiegabile dissesto del gruppo e ha trascorso la notte con gli occupanti, riesce ad afferrare la propria telecamera e filmare alcune delle fasi dell’aggressione ai lavoratori. [1][2] Le immagini, in un crescendo di tensione tra dipendenti e vigilantes, culminano nel riconoscimento da parte degli occupanti dell'Amministratore Delegato dell'azienda Samuele Landi, che che int tenuta tattica e con un berretto nero a nasconderne l'identità, aveva guidato il tentato blitz. L'arrivo della Polizia ed il successivo fermo dei 18 vigilantes conclude l'episodio nell'immediato, ma le immagini del blitz girate da Ruffo fanno rapidamente il giro del paese e focalizzano l'attenzione di giornalisti e magistrati sul dissesto del gruppo, apparentemente inspiegabile per un'azienda ricca di commesse e clienti importanti.[3][4][5][6][7]

La vicenda ha condotto a 3 distinti processi in altrettanti tribunali (Roma, Milano e Arezzo) a carico dei vertici societari, accusati del crac del gruppo e di aver drenato 33 milioni di euro dalle casse delle società dirottandoli in Svizzera attraverso un giro di false fatturazioni. Il Tribunale di Arezzo ha inflitto in appello 9 anni di carcere a Samuele Landi (l'amministratore delegato alla guida dei vigilantes),5 ai fratelli Angiolo e Isacco Landi, 4 a Sauro Landi, oltre alla condanna a diversi altri dirigenti.[8] Samuele Landi, su cui pendono anche una condanna a 6 anni (non definitiva) da parte del Tribunale di Roma e due mandati d'arresto, risulta latitante dal 2015. Si troverebbe a Dubai.[9]


Il calcio scommesse: Doni, i boss di Singapore, le mani della mafia sul calcio

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In onda nel gennaio 2013, su RaiTre, l'inchiesta di Presa Diretta "Ladri di Calcio" [10] provoca un ulteriore terremoto nel mondo del calcio, già scosso dall'ennesimo scandalo sul calcioscommesse. La puntata focalizza l'attenzione sui nodi rimasti irrisolti dell'inchiesta della Procura di Cremona, come il ruolo dei dirigenti dell'Atalanta, uscita quasi indenne per la giustizia sportiva dall'inchiesta, e quella del suo capitano Cristiano Doni, arrestato in dicembre e successivamente scomparso dal paese. Dopo averlo rintracciato su una spiaggia di Maiorca, in Spagna, dove aveva aperto un ristorante, Ruffo registra un lungo colloquio con Doni, ipotizzando che la società lo avesse continuato a pagare fino alla normale scadenza del suo contratto (nonostante l'arresto) per sdebitarsi dell'omertà tenuta dal calciatore sulla provenienza dei soldi utilizzati per corrompere le squadre avversarie affinché perdessero, facilitando il ritorno dell'Atalanta (appena acquistata dalla famiglia Percassi) in serie A, dove sponsor e diritti tv valevano il doppio in termini di incassi. Nella conversazione Doni ammette di aver "pagato per colpe non sue, ma non l'ho detto ai magistrati, secondo te lo vengo a dire a te ora?". Alla pubblicazione della messa in onda del filmato Doni ha dapprima smentito di aver mai pronunciato tali parole promettono una querela, che dopo la puntata non è mai stata presentata.

La Procura di Cremona ha successivamente acquisito la puntata per poter approfondire di Doni, ma anche per poter visionare i filmati riguardanti la parte dell'inchiesta su Singapore, dove aveva base l'organizzazione internazionale che gestiva il giro di scommesse e corruzione alla base dello scandalo e dove Ruffo aveva individuato il numero due della banda, ritenuto un'autentico fantasma dall'inizio dell'inchiesta, trovato all'interno di una casa popolare nella periferia della città.

Grande rumore ha suscitato anche l'intervista al collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, dell'omonimo clan del crotonese, cugino del presidente e proprietario della squadra di calcio del Crotone Raffaele Vrenna. Nel corso dell'intervista Bonaventura non solo racconta di aver aiutato per anni il Crotone, per conto della ndrangheta, nella sua ascesa ai vertici del calcio italiano, comprando risultati, corrompendo le altre squadre e intimidendo chi non voleva piegarsi, ma anche di come alcuni calciatori siano "sposorizzati" da alcuni clan e le loro carriere siano accompagnate. Fra queste spicca quella di Salvatore Aronica, ex Napoli, Juventus, Palermo e Crotone, che secondo Bonaventura gli sarebbe stato raccomandato dai cugini siciliani. Grande stupore provocarono le immagini fornite a prova del profondo legame del boss con il calciatore: i filmati del matrimonio di Bonaventura e del battesimo del suo primogenito, nei quali Aronica è sempre presente e in chiari racconti di intimità con Bonaventura.

Dopo la messa in onda del filmato anche Aronica e Raffaele Vrenna hanno promesso di sporgere querela contro la trasmissione e il giornalista. Ad oggi non si ha notizia di queste denunce.

Nell'ottobre 2009, pochi giorni dopo la messa in onda dei filmati dell'irruzione dei vigilantes nella sede della Eutelia, la scritta "Ruffo sei morto" compare sul muro dell'abitazione di Ruffo nel corso della notte.

Nel 2010, pochi giorni dopo la messa in onda nel corso di Agorà, su RaiTre,dell'inchiesta "La Tessera e il Tifoso", che mostra i limiti della tessera del tifoso nel corso di un derby Roma-Lazio, nel corso del quale il giornalista riesce ad entrare con un biglietto intestato ad altri, ma soprattutto mostra come il giorno precedente la gara i cancelli dello Stadio Olimpico vengano lasciati aperti per consentire agli ultras di nascondere bombe carta e striscioni, una busta contente alcuni proiettili viene recapitata alla redazione del programma, insieme ad una lettera carica di minacce per il giornalista. In ambedue i casi Ruffo avrebbe rifiutato qualunque forma di protezione ritenendo le minacce infondate.

Libri e Pubblicazioni

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Nel 2014 collabora con Riccardo Iacona alla realizzazione di "Utilizzatori Finali", libro inchiesta sul turismo sessuale, con il racconto del suo viaggio sotto falsa identità tra i turisti del sesso italiani in Thailandia.

A Marzo dello stesso anno pubblica per Rizzoli "Gli Orologi del Diavolo", il romanzo inchiesta sulla vicenda del testimone di giustizia Gianfranco Franciosi, un civile utilizzato come infiltrato per 7 anni in un cartello internazionale si trafficanti di droga e sull'inferno del programma di protezione testimoni. La vicenda di Franciosi, raccontata anche nella puntata di Presa Diretta "Testimoni di Giustizia " (interamente dedicata al programma di protezione e alle sue numerose falle) riscuote grande successo: Franciosi esce allo scoperto ed è ospite di numerose trasmissioni, molti programmi d'inchiesta gli dedicano servizi, anche il New York Times gli dedica un lungo articolo. Il tutto è culminato in una fiction, tratta dal libro, attualmente in fase di scrittura.

Da sempre molto riservato circa la sua vita privata, di lui si ha notizia soltanto di un matrimonio in giovane età, conclusosi con un rapido divorzio dopo pochi mesi. Il fisico particolarmente atletico e l'amore per il fitness (dichiarato spesso attraverso alcuni scatti su Instagram) ne hanno fatto nel tempo un personaggio ricercato dalle riviste di gossip, che gli hanno attribuito le attenzioni di conduttrici e attrici, senza tuttavia mai riuscire ad immortalarlo.

  1. Il filmato del blitz Eutelia https://www.youtube.com/watch?v=sTxjOJFwI2I
  2. Il racconto del blitz a RaiNews https://www.youtube.com/watch?v=Wyn_z124F98
  3. Crash - "Ex Eutelia, la vera storia" https://www.youtube.com/watch?v=GCIlKKD0Tt0
  4. Crash - "Ex Eutelia, la vera storia pt.2 https://www.youtube.com/watch?v=1D2w_9CfERo&t=2s
  5. Crash - "Ex Eutelia, la vera storia pt.3 https://www.youtube.com/watch?v=BCvpKcYt6Bg
  6. Crash - "Ex Eutelia, la vera storia pt.4 https://www.youtube.com/watch?v=n2bAfC36JlI&t=3s
  7. Crash - "Ex Eutelia, la vera storia pt.5 https://www.youtube.com/watch?v=77OrqN2w0CQ&t=27s
  8. http://iltirreno.gelocal.it/regione/toscana/2015/04/20/news/eutelia-arezzo-condannato-a-9-anni-samuele-landi-1.11272653
  9. http://www.agoravox.it/Scandalo-Eutelia-Samuele-Landi.html
  10. http://www.raiplay.it/video/2013/01/Ladri-di-calcio---Presa-Diretta-13012013-8333ee62-1053-44f8-9891-3959f17352d7.html