Utente:Degio casale/Sandbox/Museo Civico

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Museo Civico di Casale Monferrato
Ritratto di Garibaldi, di Eleuterio Pagliano
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
IndirizzoVia Cavour, 5 - Casale Monferrato, Italia
Caratteristiche
Tipoarte, archeologia
Istituzione1854

Il Museo Civico ha sede nell’antico convento agostiniano di Santa Croce, affrescato all’inizio del Seicento da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone 1568-Moncalvo 1625). Nelle ventiquattro sale sono ordinate oltre quattrocento opere suddivise nei settori Pinacoteca e Gipsoteca Bistolfi.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

L’istituzione del Museo risale al 1854, quando fu donata alla città da Clara Leardi l’affascinante collezione etnografica formata da Carlo Vidua (Casale M. 1785-Ambon, Indonesia 1830). Il Museo ha sede nell’antico convento agostiniano di Santa Croce, affrescato all’inizio del Seicento da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone 1568-Moncalvo 1625). Nella Sala Archeologica è allestita la mostra “Longobardi in Monferrato. Archeologia della Iudiciaria Torrensis”, con reperti depositati dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte.

Pinacoteca[modifica | modifica wikitesto]

La Pinacoteca, collocata al primo piano, si apre sulla galleria del Settecento, periodo particolarmente felice per le arti in città, rappresentato da P. F. Guala (Casale M. 1698-Milano 1757), importante artista della prima metà del secolo: sulle pareti La battaglia degli Albigesi e Il Giudizio di Salomone. Nella sala adiacente campeggia il grande polittico su fondo oro di area valenciana della fine del Trecento, dipinti di pittori fiamminghi e busti di romani di imperatori collezionati dal banchiere di origine casalese Giuseppe Vitta, fondatore del Credito Lionese. Dal loggiato ha inizio il percorso cronologico: i bassorilievi in marmo e in terracotta, le tavolette dipinte con ritratti e simboli araldici attribuiti a maestranze lombarde, lo stendardo di ambito di Martino Spanzotti (Casale M. 1450-1526?) sono rappresentativi della cultura fiorita a Casale, antica capitale del Marchesato del Monferrato, alla fine del Quattrocento. Seguono le tele dell’atelier di Guglielmo Caccia, tra le quali un San Rocco del 1608. Un nutrito nucleo di dipinti di Seicento comprende, oltre ad opere di ambito fiammingo, lombardo, ligure, l’Autoritratto di Niccolò Musso (Casale M.1585-1622?), l’Adorazione dei pastori di G. Vermiglio (Milano?1587-post 1635), Santa Caterina di Francesco Cairo (Milano 1607-1665), e uno splendido stendardo di Maffeo da Verona (Verona 1576-Venezia 1618) datato 1612. All’inizio del Settecento è da far risalire il gruppo statuario de La Vergine e San Giuseppe della bottega lombarda del Cassina. Nelle sale dell’Ottocento sono presenti opere di Eleuterio Pagliano (Casale M.1826–Milano 1903), raffiguranti San Luigi Gonzaga, Ritratto di Giuseppe Garibaldi e busti eseguiti dal ligure Santo Varni e dal lombardo Odoardo Tabacchi. A completare la rassegna della pittura della fine del secolo XIX si è aggiunta l’acquisizione in deposito di oltre una decina di quadri di Angelo Morbelli (Alessandria 1853-Milano 1919) che, insieme alle sculture di Leonardo Bistolfi, consentono al visitatore di fruire delle opere di due grandi protagonisti dell’arte italiana. Tangente al percorso principale si aprono alcuni ambienti con raccolte a tema: nelle sale Levi Graziadi sono conservate statue lignee tra cui San Giacomo, opera di un anonimo scultore spagnolo dell’inizio del secolo XIII e dalle botteghe francesi del Quattrocento giungono la Pleureuse e La Deposizione dalla croce. Fanno parte della stessa collezione anche un gruppo di ceramiche provenienti dall’area centroitaliana. All’urbinate Orazio Fontana è da assegnare uno splendido orciuolo della metà del Cinquecento. La sala dedicata a Noemi Gabrielli, ex Soprintendente alle Gallerie del Piemonte, racchiude opere in deposito provenienti dal territorio monferrino: dalle tavole attribuite ad Aimo Volpi (Casale M., notizie dal 1491 al 1524), collaboratore di Martino Spanzotti, alle tele di Guala tra le quali si segnala I Canonici di Lu.

Gipsoteca[modifica | modifica wikitesto]

Al pian terreno è situata la Gipsoteca "Leonardo Bistolfi" (Casale Monf.to 1859 - La Loggia 1933). Nelle cinque sale sono esposte oltre centosettanta opere: terrecotte, disegni, plastiline, bozzetti e modelli in gesso, alcuni marmi e bronzi donati in gran parte dal banchiere casalese Camillo Venesio e integrate in seguito da donazioni di Andrea Bistolfi, nipote dello scultore. Se la possibilità di lettura dell'intero percorso di un autore è già di per se un evento straordinario, la Gipsoteca offre anche l'occasione di comprendere le varie fasi del procedimento artistico: dalla prima intuizione espressa con immediatezza nella creta, al successivo bozzetto in gesso, al modello definitivo che concretizzava l’idea finale dello scultore. Infatti il modello costituisce l’effettiva realizzazione dell’opera prima della trasposizione in marmo e bronzo realizzate da maestranze specializzate. Le opere esposte in Gipsoteca documentano il lungo percorso artistico di Leonardo Bistolfi: all’inizio risentì il clima della Scapigliatura milanese, espressa nell'opera Amanti (1883), intervallato da piccoli gruppi di gusto verista come Il boaro (1885), di cui il Museo espone il bozzetto in terracotta, il modello in gesso e la traduzione in bronzo. A consacrarlo grande scultore simbolista sono La sfinge (1890), Il dolore confortato dalle memorie (1892), Il funerale di una vergine (1899). Del 1899 è il modello del monumento per il pittore Segantini intitolato La bellezza liberata dalla materia, noto come L'alpe, realizzato per il Museo di Saint-Moritz. E' nei piccoli bassorilievi commemorativi, eseguiti con sottile modellato, contraddistinti dalla fluidità e sinuosità del tratto, che Bistolfi esprime pienamente il contemporaneo gusto Liberty: Targa per la Cassa di Risparmio di Cuneo (1905), Targa per Cesare Vivante (1907), e i rilievi per il Monumento a Garibaldi di Sanremo (1907). I grandi monumenti realizzati verso la fine del primo decennio del Novecento sono espressi con immagini simboliche incarnate da imponenti figure femminili quali La patria, Il desiderio della riva lontana (monumento commemorativo a Zanardelli), Verso la luce. La parabola artistica e umana si conclude con il Monumento a Carducci di Bologna e la statua equestre a Garibaldi di Savona che lasciano intravedere un nuovo linguaggio artistico dalle forme asciutte, dense, compatte

Contatti[modifica | modifica wikitesto]

Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi - Ex convento di Santa Croce

Via Cavour 5 Casale Monferrato (AL)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

http://www.comune.casale-monferrato.al.it