Utente:DedaloNur/Sandbox5

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Lo stesso argomento in dettaglio: Caestus.

Pugile (o pugilatore) è il termine convenzionale per indicare una particolare figura di bronzetti nuragici dotati di un'arma paragonabile al caestus. Essa infatti avvolgeva l'intero avambraccio con una guaina rigida, probabilmente in metallo.[1] La panoplia del guerriero o lottatore, a seconda delle interpretazioni, prevedeva inoltre uno scudo rettangolare semi-rigido e avvolgente.[1] Si ipotizza che le figure dei pugili comparissero in particolari cerimonie come i giochi sacri (o funebri) in onore dei morti, usanza diffusa anche altrove nel Mediterraneo.[1][2]

I pugilatori costituiscono il gruppo più numeroso delle statue del Sinis. In seguito alla campagna scavi del 2014 sono suddivisibili in due categorie. La prima presenta caratteristiche uniformi e costanti in tutti e sedici gli esemplari accertati, variando solo nelle dimensioni o in trascurabili particolari.[3]

Pugile nuragico in bronzo, da Dorgali.

Il torso è rappresentato sempre nudo con incisi l'ombelico o i capezzoli; i fianchi del bacino sono cinti da un breve gonnellino svasato posteriormente a V, tipico nella bronzistica dei pugili ma pure di guerrieri come l'arciere di Serri. La parte superiore dell'addome è protetto da un cinturone dal quale si dipartono talora i lacci – raffigurati a bassorilievo – che tenevano legato il gonnellino. La testa delle figure è rivestita da una calotta liscia.

L'avambraccio destro – sin dal gomito – è rivestito dalla guaina protettiva verosimilmente di cuoio, terminante con una calotta sferica nella quale era inserita l'arma metallica o in altro materiale. Il braccio sinistro tiene lo scudo a coprire il capo.[4][5] Lo scudo è di forma rettangolare ad angoli arrotondati. Molto probabilmente doveva essere composto da cuoio, o da un altro materiale flessibile, perché arrotondato per la lunghezza. Presenta inoltre nella sua parte interna una intelaiatura a stecche di legno, mentre la parte esterna si caratterizza per un bordo in rilievo lungo tutto il perimetro. Sempre dai particolari risultanti dalla parte interna, lo scudo appare fissato ad un bracciale decorato a chevron, indossato nel gomito del braccio sinistro.[1]

Per tale prima categoria di "Pugili" le statuine bronzee la corrispondenza maggiore so ha nel c.d. pugile proveniente da Dorgali.[6][7]

La seconda categoria di pugile si compone di due soli esemplari entrambi rinvenuti nella campagna scavi del 2014, e raffiguranti un personaggio che a suo tempo Lilliu ipotizzò essere una sorta di "sacerdote guerriero".[8] Le nuove sculture di "pugili" presentano anch'esse il gonnellino a "frac", la stssa tipologia di arma offensiva e lo scudo. Tuttavia si discostano dai pugili finora noti per importanti dettagli stilistici e tecnici. Anzitutto per la foggia dell'abbigliamento, che per quanto simile risulta molto più ricca e dettagliata. Quindi per la presenza di un particolare copricapo conico - rinvenuto anch'esso negli scavi 2014 - sempre da Lilliu paragonato al “pileus” degli aruspici etruschi e presente in vari altri bronzetti nuragici, per i quali si ipotizza il ruolo sociale di sacerdoti.[8] Altra peculiarità della nuova classe di "pugili" è la postura dello scudo. Esso analogamente al bronzetto è raffigurato non più al di sopra del capo, ma di lato, lungo il fianco del corpo e avvolgente lo stesso.


Sculture di arciere in arenaria
Arciere nuragico in arenaria, da Mont'e Prama.
Arciere in attesa di restauro.
Particolare della goliera di un arciere.
Arco in frammenti.
  1. ^ a b c d Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore L.Usai
  2. ^ Lilliu (2008-A), p. 1245.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Paolo Bernardini p. 213
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore C.Tronchetti
  5. ^ Ridgway-Tronchetti (1986), pp. 41-59.
  6. ^ Tronchetti (1990), pp. 99-105.
  7. ^ Bernardini-Tronchetti (1985), p. 213.
  8. ^ a b Lilliu, Giovanni Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, pp. 284, 287, 332,335.