Utente:Cobelligraziano/Sandbox

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Graziano Michele Cobelli

Graziano Michele Cobelli (Grill)

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è nato in Italia, a Tregnago (VR) il 14 Settembre 1957, in una famiglia molto modesta e povera, il padre Giuseppe Danilo (16.03.1929) camionista, la madre Rita Ruffo (08.05.1930) casalinga, sposatisi nella chiesa parrocchiale di Tregnago (VR), dove, hanno poi sempre risieduto, il 29 Settembre 1956. Il 27 maggio 1964, nasce poi la sorella Nadia Maria.

Di salute molto cagionevole, scampa ad un triste destino dopo pochissimi mesi di vita, da quella che era, allora, una mortale malattia e che quasi ogni giorno, si portava via la vita di bimbi piccolissimi, lo chiamavano "gastrico", molto probabilmente aveva un diverso nome tecnico, si moriva per disidratazione. La mamma, pur avendo abbondante latte, non riusciva, per vari motivi, ad allattarlo, la grandissima intuizione di una donna del paese (che stava allattando il proprio figlio) di levarsi il latte e mandarlo alla famiglia in una terribile notte d'inverno, sotto un'autentica bufera di neve, a pochissime ore dalla fine (il medico di famiglia, in casa con i genitori disse che non sarebbe arrivato al mattino) fu determinante a salvargli la vita. Nei giorni successivi, altre 5 donne del paese si unirono alla prima, turnandosi per allattarmi, 5 donne alle quali Cobelli Graziano deve sicuramente la vita, e fu a quei tempi che nacque il famoso termine MAME DE LATE e FRADÈI DE LATE (in dialetto veronese), quindi, il Cobelli, oltre alla mamma naturale, si trovò ad avere altre 6 mamme e 6 fratelli (5 maschi e 1 femmina).

Il cognome Grill scritto tra parentesi, deriva dal fatto che la nonna paterna, Roma Cobelli, da una relazione giovanile con un ragazzo cecoslovacco (George Grill), divenne ragazza madre, dando alla luce Giuseppe Danilo che per cause di forza maggiore, adottò il cognome della madre, Cobelli.

A parte in alcuni periodi più o meno lunghi, dove Cobelli lavorava molto lontano da casa, la sua residenza rimase sempre a Tregnago, anche dopo il matrimonio con Giovanna Nadia Bonomi, che avvenne il 19 Settembre 1987, vi rimase per altri 9 anni e mezzo, finché, non si tresferirono definitivamente a Vago di Lavagno (VR), un paese molto prossimo alla città, dove entrambi lavoravano. La nostalgia per il paese natìo, era per il Cobelli come un peso sul cuore, ne fece quasi una malattia, ma con gli anni, riuscì a superarla.

Dotato, a detta di maestri e professori, di un buon Qi, non amava però lo studio; di carattere molto vivace, attendeva più al gioco e alle distrazioni che ad applicarsi sui libri, nonostante ciò, dopo le scuole dell'obbligo, e dopo aver frequentato, seppur con esito positivo, un anno di meccanica presso l'Istituto Professionale Berto Barbarani di Verona (si era iscritto al secondo ed ultimo anno ma non l'ha mai frequentato), decise di iscriversi ad una scuola che gli desse la possibilità di imparare bene un lavoro che gli era sempre piaciuto fin da piccolo, il cameriere. Quindi, disobbedendo alle indicazioni paterne che lo volevano operaio in qualche fabbrica del paese natale, si iscrisse all'IPAS (Istituto Professionale Alberghiero di Stato) a Recoaro Terme (VI) nella sezione Sala/Bar. Aveva solo 16 anni. Qui, vi rimase fino alla fine, per 3 anni si pagò le iscrizioni, i libri, le rette di una stanza con cucina in affitto ed il vitto, lavorando tutta l'estate ed ogni sabato e domenica. La scuola alberghiera, ai tempi, si poteva paragonare culturalmente, ad una scuola quinquennale, non veniva curata solo la tecnica e la pratica del mestiere, ma tutte le materie d'insegnamento più importanti, privilegiando le lingue, in modo di rendere le persone che lì, vi si diplomavano, anche ben istruite e presentabili ad un certo tipo di clientela negli hotels e ristoranti di alto livello.

Già nell'estate del 1974, solo dopo il I° anno all'IPAS, venne segnalato dalla scuola alla GETA Grandi Alberghi (al tempo avevano 10 hotels nei luoghi di villeggiatura più importanti d'Italia e non solo) e così fu assunto per tutta l'estate (a 17 anni il suo primo stipendio in regola, 96 mila lire al mese (le mance erano il triplo dello stipendio) più vitto ed alloggio). Già da quell'esperienza, frequentando ambienti altolocati, si accorse che la cultura di una persona non è mai troppa e ne ebbe la conferma nei 2 anni successivi lavorando, il primo anno in sala come commis de rang ed il secondo anno al bar della hall come terzo barman (al fianco del mitico Tony), al prestigioso hotel Due Torri (ora Baglioni hotel) di Verona. Finita la scuola, ebbe quindi, la prova provata, che doveva recuperare tutto quello che non aveva imparato quando frequentava svogliatamente le lezioni teoriche, ci voleva un po' di maturità per capirlo, ma ciò avvenne e Cobelli, con lena e buona volntà, si buttò a capofitto a leggere ogni cosa gli capitasse in mano, fosse anche il bugiardino delle medicine. Tutto questo, lo agevolò molto nelle varie cose intraprese successivamente.

Come predetto, la famiglia era povera e quindi, Cobelli, pur frequentando le elementari, in anni in cui, i diritti di un minore, non erano ancora una realtà vera e propria, anni in cui erano moltissimi i bambini che lavoravano nei più disparati mestieri, chi a bottega, chi nei campi, trovò impiego in un noto ristorante della zona, aveva 8 anni, al mattino a scuola e di pomeriggio, per 8 ore, andava a fare, il cameriere, era molto scaltro e quindi incontrò anche la soddisfazione dei proprietari che lo tennero come un figlio, nello stesso tempo, oltre alla merenda pomeridiana ed alla cena, quotidianamente portava a casa la piccola somma di 500 lire di mancia, che andavano a rimpinguare le modeste casse di casa Cobelli. La domenica, visto che rimaneva al lavoro da mattina a sera, il premio comportava colazione, pranzo, merenda e cena accompagnate da 1000 lire di mancia. Fu qui, dove rimase per tanti anni, che si formò nel Cobelli, la passione verso quel mestiere, dove lui, poteva esprimere il suo carattere estroverso, disinvolto e pratico, ed è perciò, che al momento opportuno, la scelta cadde sulla scuola alberghiera.

Per il fatto che questo lavoro gli dava la possibilità di lavorare in posti prestigiosi e la possibilità di viaggiare e vedere posti bellissimi (a quei tempi, non era così consueto per un ragazzino andare distante dal proprio paese), per lui, era il lavoro più bello del mondo, ma... ogni lavoro, ha il suo osso da rosicchiare e quello di Cobelli, era il fatto di dover lasciare la bellissima e numerosa compagnia di amici ed amiche; negli anni '60 e '70 queste numerose compagnie erano tantissime ed il divertimento, seppur con poco, era tantissimo, senza grilli per la testa ed in semplicità, tante festine d'inverno, picnic e scampagnate, il massimo della vita... mentre lavorava non ci pensava, ma nei momenti liberi, il suo pensiero era sempre al suo paese, con gli amici, inoltre, il fatto di essere sempre distante da casa, non gli permetteva di avere una relazione fissa con una ragazza come avrebbe voluto lui, come avevano gli amici quasi tutti accoppiati. Tutto questo lo metteva in crisi e spesso, in tanti anni tentò di cambiare lavoro per poter esaudire questi sogni, provò i più disparati mestieri, ma non era la stessa cosa, dopo qualche mese, insoddisfatto del cambiamento, tornava sempre alla professione della sua vita, il cameriere.

Nella pagina dedicata agli studi, abbiamo citato alcuni prestigiosi posti di lavoro di Cobelli, la sua vita andò avanti così per molti anni, dove nel 1986 fino al 1990 ci fu anche una parentesi imprenditoriale, con altri 2 soci, formò la Gestibar srl e prese in gestione un grande Ristorante pizzeria e, con gli introiti di questa attività, dopo un anno aggiunsero la gestione di un piano bar nuovo, bellissimo, il Crazy Horse, sembrava l'inizio di quella che doveva diventare una grande società di gestioni, ma... come si sa, i conti li deve sempre fare l'oste e, fu così che divergenze gestionali, si decise di comune accordo di sciogliere la società. Nel marzo del 1990, Cobelli, libero da impegni societari, torna a fare il cameriere, un giorno, però, lavorando presso una ditta veronese, succede che all'insaputa di Cobelli (vedremo in seguito il perché), il fato gli riserva una sorpresa che cambierà per sempre la sua vita. Il fatto: questa ditta, all'improvviso, fallisce e tutti i dipendenti finiscono prima in Cassa Integrazione per un anno e di seguito in Mobilità, tutti i dipendenti venivano automaticamente iscritti all'ufficio Provinciale del Lavoro, ognuno con la mansione che gli competeva. La fortuna volle che all'Ufficio di Collocamento di Tregnago, in quel periodo, ci fosse provvisoriamente una giovane ma scrupolosa impiegata, la quale, visto che Cobelli aveva sempre lavorato in ambito alberghiero, gli chiese se negli ultimi 5 anni, non avesse mai svolto la mansione di portiere, questo perché, se fosse stato iscritto all'art, 16 con quella mansione, sarebbe stato l'unico iscritto e se qualsiasi ente pubblico, avesse fatto la richiesta di questa figura, la sua assunzione avrebbe potuto essere molto probabile e sicura. L'occasione era ghiotta al punto che, Cobelli, tornò dal precedente datore di lavoro, dov'era stato assunto come direttore d'albergo e quindi, in virtù di questa qualifica, aveva il diritto di avere una certificazione di aver svolto, tra i tanti suoi doveri anche la mansione di portiere. Ottenuto il certificato, portatolo all'Ufficio di Collocamento, la suddetta impiegata lo iscrive all'art. 16 con la mansione di portiere, era il 1994. Nel frattempo, Cobelli, continua a fare il cameriere, gli anni passano, la stanchezza di un lavoro così pesante si fa sentire con degli scricchiolii alle gambe, alla schiena, alle braccia ed alle ginocchia, ma non c'erano alternative. Succede che a fine maggio 1996, riceve la proposta di acquistare in Verona città, un piccolo bar giornaliero, facile da gestire e con ottimo incasso, poteva essere un'ottima occasione, detto fatto, iniziano le trattative che per vari motivi si protraggono per più di un mese, giunti ad un accordo economico, si decide di trovarsi a metà della prima settimana di luglio per un preliminare d'acquisto scritto... e qui, la svolta della vita! Il sabato mattina antecedente all'incontro per il preliminare, arriva una raccomandata dall'Ufficio Provinciale del Lavoro, era la segnalazione che l'Università degli Studi di Verona, per l'imminente apertura della Facoltà di Giurisprudenza, avrebbe assunto 3 persone con la qualifica di Portiere, la chiamata sarebbe stata provinciale... Il suo nome era il primo in lista, come aveva predetto quella benedetta impiegata, poi a seguire c'erano 2 bidelli ed altre 3 persone di riserva con il titolo di usciere generico, avrei dovuto aspettare che mi arrivasse da parte dell'Università, la convocazione per il test attitudinale. Intanto, per non saper né leggere né scrivere, Cobelli, rinvia con qualche scusa l'appuntamento per l'acquisto del bar e fu la mossa vincente; dopo pochi giorni, arriva la raccomandata da parte dell'Università, la convocazione per il test era fissata per il 15 Luglio 1996 ore 9.00, dopo aver superato brillantemente il test, immediata gli fu data la notifica dell'assunzione, avrebbe iniziato a lavorare presso la Facoltà di Giurisprudenza di Verona l'1 Agosto 1996. Qui vi rimase, con molta soddisfazione fino al 15 Settembre 2013 perché, per meriti di lavoro, fu trasferito presso Palazzo Giuliari sede del Rettorato, dove portò a termine la sua carriera lavorativa il 31 Marzo 2020 e venne collocato in meritata quiescenza dall'1 Aprile 2020.