Utente:Claudio Gioseffi/Sandbox 14

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Storia della cultura vicentina

Cinquecento[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia fondata da Giangiorgio Trissino, che aveva sede nella villa suburbana di Cricoli

L'Accademia dei Costanti, voluta dal canonico Gerolamo Gualdo, aveva sede in via Pusterla in un bel palazzo ricco di dipinti di varie epoche, statue e pezzi archeologici provenienti dalle rovine dell’antico teatro romano Berga.

Essa si distingueva e si contrapponeva all'Accademia, sia per l'estrazione sociale dei fondatori e dei membri che dei temi di conversazione. Promotore fu nel 1556 un gruppo di uomini nobilissimi virtuosissimi, appartenenti alle più grandi famiglie nobili vicentine, tra cui una posizione di primo piano è quella del prelato Girolamo Gualdo, nella cui casa in contrà Pusterla si incontravano gli iscritti in quali, come previsto dalla statuto dovevano essere di estrazione nobile e aristocratica. Il conte Gualdo fondò l'Accademia per ritorsione e contrapposizione a quella degli olimpici. Scopo del costanti non sono promuovere la cultura, ma anche mantenere viva la tradizione cavalleresca, organizzando tornei e altre manifestazioni di corte. Di questa accademia si nota, in piena contrapposizione con quella olimpica, il carattere di chiusura verso le novità sia sociali e religiose è il suo esclusivismo aristocratico, rivolto verso una gelosa conservazione dei propri privilegi. [1]

Accademia Olimpica[modifica | modifica wikitesto]

http://www.librari.beniculturali.it/opencms/opencms/it/istculturali/istituti/istituto_157.html:

In Vicenza nel 1555 una accolta di 21 cittadini decise di dar vita all’Accademia Olimpica. Essa volle assumere un aspetto diverso dalle precedenti accademie (l'Accademia fondata da GianGiorgio Trissino, che aveva sede nella villa suburbana di Cricoli, quella dei Costanti, voluta dal canonico Gerolamo Gualdo, che aveva sede in via Pusterla in un bel palazzo ricco di dipinti di varie epoche, statue e pezzi archeologici provenienti dalle rovine dell’antico teatro romano Berga): insieme con i nobili entrarono infatti a comporla elementi che si distinguevano come dotti nelle lettere greche e latine o come illustri nelle arti, pur non appartenendo alla classe nobiliare. Questo criterio di indipendenza nella sua formazione doveva essere garanzia di vitalità.Gli accademici fondatori si ripromettevano attraverso la nuova istituzione: il culto di tutte le arti, non escluso l’esercizio delle armi e della musica, con qualche preferenza per le matematiche. Pertanto al servizio degli olimpici si avvicendavano, oltre a maestri di spada e di equitazione, musicisti, filosofi, matematici, medici, cosmografi e architetti, con contributi che venivano letti durante le adunanze accademiche.Tra gli accademici compaiono, oltre a Valerio Chiericati e Girolamo da Schio - che furono i promotori - Anton Maria Angiolelli, il conte Da Monte, Giacomo Pagello, Giuseppe Ovetari, Elio e Silvio Belli, Andrea Palladio, Bernardino Trinagio, Vincenzo Magrè e, poco dopo, Antonio Fasolo e Gian Battista Maganza, pittori celebri entrambi e celebre il secondo anche come poeta rustico.L’Accademia non aveva nei primi tempi una propria sede e i suoi appartenenti usavano raccogliersi nella casa dei da Porto, lungo le mura di Pallamaio, o nella casa di Elio Belli (assunse per “impresa” della nuova Accademia il corso dei carri di Olimpia  e per motto "Hoc opus hic labor est").Una delle attività esercitate di preferenza fu quella delle rappresentazioni teatrali. Sorse allora la prima idea di un teatro stabile e nella mente di Andrea Palladio andò maturando il Teatro Olimpico.

Patrimonio documentale e altro La biblioteca fu costituita ad uso degli accademici nell’anno stesso della fondazione dell’Accademia, e di questa seguì le alterne vicende. I codici, gli incunaboli, le cinquecentine preziosamente rilegati presenti nei primi inventari andarono dispersi, ma parte di essi, anche attraverso le donazioni di privati, confluì nelle raccolte della Biblioteca civica Bertoliana. Qui nel 1886 furono depositati parte dei libri e dei periodici esistenti, con esclusione di quelli di astronomia, meteorologia, climatologia che interessavano l’Osservatorio meteorologico annesso all’Accademia. Tale raccolta fu parzialmente distrutta o dispersa durante la seconda guerra mondiale.La Biblioteca, ricostituita nel dopoguerra anche grazie alle donazioni di accademici e dichiarata pubblica nel 1950, fu riordinata e aperta al pubblico nel 1979.Dal 1992 fa parte del Polo SBN bibliotecario regionale veneto.

  1. ^ Gemma Campardelli (tesi di laurea): Architettura e medicina nella Vicenza del '500 (1543-1570): Andrea Palladio, Conte da Monte, Alessandro Massaria, Fabio Pace