Utente:Chalyboy 69/Sandbox

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Calibochirochisi[modifica | modifica wikitesto]

La Calibochirochisi (dal greco χάλυψ, chalübs, «acciaio»; κηρός, cherós, «cera»; χύσις, chüsis, «fusione») è un procedimento industriale per la fusione a cera persa dell'acciaio o dei minerali ferrosi in lega di carbonio in generale.

Tale tecnica permette di ricavare forme cave di basso spessore e quindi leggere ed economicamente vantaggiose. Nella fonderia artistica è parimenti funzionale all'impiego del bronzo con effetti simili in termini tecnici ed estetici. L'impiego dell'acciaio inox 316 risulta essere il mezzo migliore per il conseguimento dei massimi risultati.

Processo di base[modifica | modifica wikitesto]

Il metodo richiede un intervento complementare di varie discipline e tecniche, tese all'ottenimento di un prodotto in acciaio altrimenti non conseguibile. Al centro di tutto il procedimento troviamo la formatura di un modello in cera da un prototipo di qualsivoglia materiale e forma, rimandabile come esecuzione a quella impiegata nelle fonderie artistiche del bronzo. Il rivestimento di detta cera di un strato di caolini calcinati e silicati garantisce la conservazione dell'impronta della forma in cera, all'interno di un involucro in grado di sostenere, previa cottura, il calore e la pressione di una colata di metallo fuso a 1600° circa. Durante la cottura avviene la decerazione del contenuto caolinizzato e nel vuoto ottenuto, si avrà il riempimento tramite versamento del materiale fuso (acciaio). Una volta raffreddata, la forma viene aperta e il nucleo interno, ottenuto durante il processo di caolinizzazione, svuotato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso del tempo l'esigenza dell'impiego di un procedimento che sostituisse nell'industria siderurgica la tecnica a staffa, o più semplicemente la colata in sabbia del materiale ferroso, ha ottenuto la sua risposta grazie all'invenzione del metodo a conchiglia ceramica nel settore meccanico. Tale metodo richiede l'uso del procedimento a cera persa tramite il rivestimento di caolino congiunto a silicati etili per immersione in vasche movimentate da eliche ed essiccazione delle forme tramite ventilazione forzata. La cottura dei pezzi, ottenuti in forni aperti a 800°, ne consente la decerazione e la stabilizzazione molecolare atta a ricevere direttamente il flusso di metallo fuso nella conchiglia.

Un procedimento a base d'acqua, del tutto diverso da quelli utilizzati fino ad adesso nell'industria siderurgica, è stato recentemente brevettato, per l'impiego nella fonderia artistica, dallo scultore milanese Luciano Perfetti.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Rivista "In Fonderia" n°5 2020 Assofond