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1° Periodo: LA RICERCA (1913 -1935)

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BETTO LOTTI nasce a Taggia il 12 luglio 1894. Studia al Liceo Artistico, indi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ove vive gli anni intensi della sua giovinezza, frequentando gli ambienti artistici e conoscendo Papini, Soffici, Achille Lega, Primo Conti e Ottone Rosai che diventa il suo grande amico.

Con Rosai tiene la prima Mostra presso la Galleria Cavour nel 1913, presentando un consistente gruppo di opere che riscuotono un notevole successo di critica.

Scrive M. Campana: "Siamo nel campo di ricerche e tentativi. I due giovani non hanno forse ancora completamente trovato la loro via, ma hanno molta originalità, coraggio e scioltezza di pensiero. Essi tentano di creare una maniera d’arte che non si serve del vero ma da esso trae ispirazione e lo idealizza, una maniera nuova che io chiamerei "SENSIBILISMO"

A Firenze BETTO LOTTI partecipa intensamente alla vita culturale della città, dedicandosi all’acquaforte, oltre che alla grafica e alla pittura ad olio, scrivendo critiche d’arte per "La Nazione" collaborando a Riviste quali "Gran Bazar" ed "Eclettica"; lavora come disegnatore e modellatore di plastici topografici all’Istituto Geografico Militare, crea scenografie per il Teatro Comunale di Firenze, per il Teatro "La Pergola" e per i veglionissimi della stampa.

Sono anni ricchi di ansia di vivere, di intensa ricerca pittorica, di opere in cui sono privilegiati soggetti romantico – decadenti quali taverne, avventure d’alcova, libagioni, estasi erotiche e cupe scorribande: ….. "acqueforti incise con robustezza di volumi, nettezza di tratto e una nativa sensibilità per l’armonia chiaroscurale" (A. Longatti). "Gli esiti del lavoro del primo Lotti sono quanto mai significativi per la complessità culturale che sottintendono, per la ricchezza dei rimandi stilistici, per la densità dello spessore espressivo" (L. Caramel). Lotti rivela presto una straordinaria capacità di disegnare, testimoniata da una serie di opere eseguite tra il 1911 e il 1915 che nell’eleganza delle linee richiamano il clima della Secessione Viennese. (M. Pizziolo)


2° Periodo: REALISMO ROMANTICO (1936 - 1969)

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Nel 1936 LOTTI si trasferisce a Como dove insegna Educazione Artistica per più di 30 anni, contemporaneamente portando avanti il suo impegno di pittore.

"Superate le inquietudini della giovinezza, egli approda ad un linguaggio piano, "naturale", in sintonia con il "NOVECENTO", movimento al quale Lotti resterà fedele fino all’ultimo. Libero ormai dagli estetismi simbolistico-floreali, che pure gli avevano aperto orizzonti europei, l’artista dedica le sue risorse emozionali a descrivere la bellezza della natura.

E' arrivato alla maturità della sua Arte. Scrive G.B. Simoni nel 1941: "La natura lo colpisce: in essa ricerca l’anima profonda, la spiritualità delle cose, i suoi paesaggi ci mostrano nitide visioni della Toscana o del bel cielo di Lombardia, contemplate nella realtà, ma rivissute, assorbite dalla spiritualità del pittore che in essa ha scorto intime, nascoste bellezze. Feconda e varia in questi anni l’attività dell’artista, che ha anche trattato egregiamente e con plauso autorevole l’acquaforte, la china, l’acquarello".

"Lotti è poeta e proietta sulla tavolozza motivi di profonda intensità spirituale. Un amore per tutto ciò che è umile e dolorante penetra i suoi più freschi e più delicati lavori. Lotti è franco, è rapido nel disegno, di cui possiede eccezionali possibilità: disegni decisi nel tratto pulito o nella macchia controllatamente lirica". (M. Morandini – 1945).

Sono anni di grande fervore artistico e copiosa è la produzione pittorica.

Notevole è il numero di Mostre personali e la partecipazione a quasi tutte le più importanti Mostre Collettive nazionali.


3° Periodo: NUOVE ESPERIENZE (1970 – 1977)

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Durante i suoi quasi 40 anni di vita vissuta a Como, Betto Lotti conosce gli astrattisti comaschi e si lega da sincera e duratura amicizia a Rho, Radice, Galli, Badiali, esponenti dello storico "Gruppo Como"

Egli non aderisce alle teorie radicali talora rivoluzionarie degli amici astrattisti, ma indubbiamente risente della loro influenza.

Ed è così che "a poco a poco l’Artista riduce il commosso trasporto coloristico di cui sono intrise le sue opere per mantenere integra ed autosufficiente l’armonia strutturale. La sua pittura si fa più asciutta, più attenta alle forme."

In questa sua ultima esperienza artistica, egli si lascia quindi relativamente coinvolgere dall’atmosfera razionalistica che si respira a Como, traendone ispirazione. Le opere create tra il 1970 e il 1977 – anno della sua improvvisa morte – ne sono palese dimostrazione.


Fonti notizie:

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  • M. Campana - "Il Nuovo Giornale" - Firenze - 1913
  • G.B. Simoni - "L’Italia" - Milano - 1941
  • M. Morandini - "L’Ordine" - Como - 1945
  • A. Longatti - "Le due Toscane di Betto Lotti" - 1983
  • G. Collina - Cenni Biografici – Catalogo Antologica promossa dal Comune di Como – Assessorato alla Cultura - Centro Espositivo San Francesco - 1983
  • L. Caramel - Catalogo "Betto Lotti - Acqueforti" – Mostra indetta dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura presso la Biblioteca Comunale Palazzo Sormani - Settembre 1985
  • M. Pizziolo - Catalogo Mostra Personale Galleria Bolzani - Milano - 1996