Utente:Antonella.gargano/Sanbox/pagina uno

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ada Bellucci Ragnotti (...) è una ricercatrice italiana.2. Ada Bellucci Ragnotti

(Perugia, 1879 - 1971)

Ada Bellucci Ragnotti ha dato tanto alla sua città, ma a Perugia non c’è nessuna via o targa che la ricordi, mentre il comune di Corciano (PG) le ha intitolato una via al Castello di Mantignana, cioè nella parte più antica del paese, tutta ristrutturata. Il posto è incantevole, la strada anche, c’è solo un appunto da fare: ci voleva tanto a scrivere Ada (invece che A.) Bellucci?

Ada: una donna, tante passioni di Paola Spinelli È difficile chiudere in una definizione una donna come Ada Bellucci, che ha indirizzato la sua curiosità e la sua intelligenza in tanti campi diversi, raggiungendo in tutti l’eccellenza. Nata a Perugia nel 1879, Ada era una dei cinque figli del professor Giuseppe Bellucci, chimico, antropologo, docente e rettore dell’Università degli Studi e tanto altro ancora. Fin dalla giovinezza Ada collaborò col padre, grande ricercatore e collezionista. La raccolta del professor Bellucci, di oltre ventimila pezzi di reperti preistorici, si trova al Museo archeologico dell’Umbria dove è esposta un’altra sua strepitosa collezione, quella degli amuleti. Preziosa è anche la collezione di monete umbre che vanno dal XII al XVIII secolo, iniziata dal padre, continuata da Ada e poi dal nipote Mario. Vi sono in pratica rappresentate tutte, o quasi, le produzioni umbre e del capoluogo, sia del periodo comunale che della dominazione pontificia, compresi i qua ttrini coniati durante Guerra del Sale del 1540, quando Perugia si ribellò a papa Paolo III, monete rarissime perché, dopo la riconquista papalina, l’uso o il possesso di questi quattrini comportava la pena di morte o la confisca dei beni. Aveva solo 14 anni Ada quando selezionò con l’aiuto del padre una serie di monete eugubine da esporre a Città di Castello e diede alle stampe Notizie sulla zecca di Gubbio. È la prima di una serie di pubblicazioni di un certo rilievo nel panorama della numismatica italiana, che ci danno l’immagine di una ricercatrice e divulgatrice moderna, ma ancora oggi poco studiata. Ada fu anche una studiosa di storia locale e un’ottima traduttrice dal francese; insieme al padre raccolse centinaia di oggetti di uso quotidiano della società contadina a cavallo tra Ottocento e Novecento. La collezione è oggi conservata negli ambienti destinati a laboratorio didattico della Galleria Nazionale dell’Umbria. Molti di questi oggetti erano utilizzati per il lavoro nei campi, per le attività artigianali e per le occupazioni prettamente femminili. Ci sono pettini per la cardatura della lana, fusi, arcolai, filatoi a ruota, telai e utensili per il ricamo e la conseguente raccolta di imparaticci. Ancora nella Galleria Nazionale, nella sala del Delegato, è conservata una delle più importanti raccolte di tovaglie umbre, donate dai collezionisti Ada Bellucci e Mariano Rocchi. La Bellucci fu anche imprenditrice tessile. Fondò la società Arte Paesana Umbra, un laboratorio in cui si producevano tessuti a metraggio e capi di corredo ricamati, soprattutto lenzuola e tovaglie, e diresse il laboratorio di tessitura e ricamo del Carcere Femminile di Perugia. Ada era amica di Alice Hallgarten Franchetti che, nei pressi di Città di Castello, nel 1901 aveva fondato per i figli dei contadini due scuole gratuite basate, tra le prime al mondo, sul metodo Montessori e che nel 1908 aveva istituito il Laboratorio di Tela Umbra, allo scopo di migliorare il livello di vita dei suoi contadini attraverso l’istruzione e il lavoro qualificato. La Bellucci collaborò con Alice e, dopo la morte di questa, diresse personalmente il laboratorio e contribuì al suo rilancio negli anni Trenta fornendo idee e allicciature per la creazione di nuovi disegni (i licci costituiscono quella parte del telaio che serve a muovere i fili di ordito). Ada aveva sposato nel 1902 il medico Giuseppe Ragnotti e ne aveva avuto due figli: Ercole, nel 1903, e Nerina nel 1912. Fu un matrimonio riuscito ma, dopo un primo periodo felice, la famiglia fu colpita da dolorosi lutti. La figlia Nerina morì nel 1938 per complicazioni dovute al parto, il marito di lei, ufficiale sommergibilista, morì in un campo di prigionia nell’immediato dopoguerra. Il figlio Ercole, docente di Patologia chirurgica all’Università e ufficiale medico dell’esercito italiano, perse la vita in Nord Africa, sotto un bombardamento nel 1941 mentre prestava soccorso ai feriti in un piccolo ospedale da campo. Fu poi decorato di medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Ada rimase vedova nel 1960, ma continuò a coltivare i propri interessi fino alla fine. In un’intervista rilasciata al giornalista Italo Moretti nel 1960 Ada Bellucci dichiarò: “Non parlate di me ma delle mie piccole cose in cui trovo la pace […]. Dite soltanto, sul vostro giornale, che la mia storia non dev’essere seppellita.”.


Fonti Roberto Ganganelli, Ada Bellucci Ragnotti. Ritratto numismatico di signora, Perugia, Volumnia Editrice, 2014 Maria Luciana Buseghin, Cara Marietta. Lettere di Alice Hallgarten Franchetti (1901-1911), Città di Castello, Tela Umbra ed., 2002 http://www.artiumbria.beniculturali.it/ Galleria Nazionale dell’Umbria http://www.artidecorativeitaliane.it/laboratorio_ragnotti_bellucci.htmhttp://www.jstor.org/discover/10.2307/1479518?uid=3738296&uid=2129&uid=2&uid=70&uid=4&sid=21104529636083 Fiorella Giacalone, L’oggetto, il tempo, il segno. Su alcuni oggetti di arte popolare della collezione Ada Ragnotti Bellucci, 1988. Mimmo Coletti, Le grandi famiglie umbre. Storia passata e contemporanea di generazioni che hanno fatto grande questa terra, La Nazione, 1991. http://www.archeopg.arti.beniculturali.it/index.php?it/97/la-collezione-di-amuleti