Utente:Anna maria santonicola/Sandbox

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Istinto alla Divinità[modifica | modifica wikitesto]

Incontro tra Dio ed Uomo

Teoria filosofico/sociale che si basa sul concetto che tutto il comportamento umano può essere spiegato attraverso la definizione di un terzo istinti primario: istinto alla divinità che spinge gli uomini ad avere bisogni di immortalità e/o onniscienza e/o onnipotenza. Qiesto pensiero filosofico è stato teorizzato dall’ingegnere Anna Maria Santonicola e da Nicola Gallucci [1].

Teoria[modifica | modifica wikitesto]

L'esistenza di un terzo istinto primario, presente solo negli esseri umani, ma in nessun'altra specie vivente spiega la sostanziale differenza di comportamento di questi rispetto a tutti gli altri essiri del creato.

Gli istinti primari fin ora individuati e presenti in ogni essere vivente sono: l’istinto alla sopravvivenza ed alla procreazione.

Gli istinti primari sono comportamenti automatici, cioè non sono frutto di apprendimento né di scelta personale. Questi fanno nascere in tutti gli esseri viventi dei bisogni per il loro soddisfacimento, per esempio, l’istinto alla sopravvivenza fa nascere il bisogno di nutrirsi, di difendersi dai predatori e di cercare un riparo. L’istinto alla procreazione fa nascere i bisogni a fare sesso, a ricercare un compagno, ad essere accettato da esso, eccetera. Questi due istinti primari sono presenti in tutti gli esseri viventi, sia quindi negli uomini che negli animali così come nelle piante, ma nonostante questi istinti in comune, l’uomo tende a differenziarsi molto rispetto a tutti gli altri esseri viventi, sia nel comportamento, sia psicologicamente che socialmente. Ciò ci indurce a pensare che solo l’uomo è soggetto ad un terzo istinto primario che lo spinge ad essere tanto diverso nei comportamenti rispetto a tutti gli altri esseri del creato.

Tutti gli animali, una volta sazi, al sicuro, al riparo, e lontani dai periodi di accoppiamento, vivono soddisfatti del loro essere e della loro vita. Soddisfatti gli istinti primari di sopravvivenza e procreazione, gli animali passano il resto del tempo a godere del loro vivere, senza essere spinti da nessuna inquietudine interiore. Giorno dopo giorno tutti gli animali perpetrano nel soddisfacimento di questi due istinti primari. Questo, però, non avviene nell’uomo che anche da sazio, al sicuro e soddisfatti i suoi istinti di sopravvivenza e procreazione, non sembra mai veramente appagato e si affanna continuamente alla ricerca di un qualcosa, qualcosa che a lui stesso non è ben chiara e definita. Sente forte dentro di sé un bisogno che lo agita, non permettendogli di essere mai veramente soddisfatto e felice di ciò che possiede, di ciò che ha. L’uomo riesce a cogliere solo sprazzi di felicità, perpetrando in uno stato di insoddisfazione quasi permanente, e riesce a carpire solo piccoli momenti di felicità anche dopo il raggiungimento dei suoi prefissati ed ambiziosi traguardi. Riesce ad essere felice ma solo per un breve periodo per poi sentire forte dentro di sé una frenesia che lo spinge ad ottenere sempre qualcosa di più. Un’incompletezza continua agita il suo spirito non permettendogli di trovare pace ed acquietamento.

Solo negli uomini vediamo questo senso di insoddisfazione perpetua, questo senso di disagio interiore che ci spinge a ricercare sempre qualcosa di nuovo per manifestare la sua potenza alla ricerca dell’immortalità attraverso opere d’arte o realizzazione di opere grandiose, o attraverso le invenzioni e le innovazioni. L’uomo, a differenza delle api, del leone, dei cani o dei gatti, ed in generale di tutti gli altri animali, non si ferma a perpetrare nelle azioni dei suoi antenati ma spinge sé stesso sempre verso un’evoluzione interiore continua, a prescindere dalle mutazioni dall’ambiente che lo circonda. Ovvero l’uomo non è spinto all’evoluzione solo in dipendenza dei cambiamenti ambientali in cui vive (così come afferma Darwin), ma è spinto istintivamnete verso una continua evoluzione interiore che gli impone un continuo miglioramneto di sé stesso e della specie umana. Questo comportamento tanto differente da tutti gli altri animali, questa forza irrefrenabile che lo spinge a lasciare la sua comfort zone e portarlo alla ricerca di nuove sfide, che lo porta a spendere tante energie fisiche e mentali, spesso anche in contraddizione stesso con l' altro istinto primario alla sopravvivenza (si va in guerra, si parte per il primo viaggio sulla luna... pur sapendo di rischaire la morte), ci deve far suppore che l’essere umano, a differenza degli altri animali, è soggetto ad un ulteriore istinto primario che fa nascere dei bisogni specifici alla sola razza umana e lo spinge in maniera incontraolata al soddisfacimento di essi.

Queste forze straordinariamente sono l'effetto di un terzo istinto primario che tendono ad appagare bisogni molto differenti, ma tutti accomunati da una ricerca di immortalità, onnipotenza e onniscienza.

La ricerca dell’immortalità fa nascere nell’uomo il bisogno di comunicazione e condivisione con l’intera umanità presente e futura, dei suoi pensieri, idee ed immagine di sé. Ovvero lo spinge all’immortalità attraverso la diffusione delle sue idee, pensieri, sensazioni e delle immagine di se stesso, (poeti, scrittori, pittori, scultori, gli influencer, genitori che trasmettono alla loro discendenza il loro modo di pensare e di agire…).

La ricerca dell’onnipotenza fa nascere negli individui bisogni legati alla manifestazione della propria superiorità, che porta l’individuo a imporre le sue idee, pensieri ed azioni sugli altri. Questo bisogno in alcuni spinge ad armarsi in guerre contro alti popoli, in altri a studiare come allungare la vita ad altri essere viventi (i medici), a studiare nuovi strumenti per migliorare la vita dell’umanità (gli inventori, i progettisti, i contadini, gli artigiani…). Come il desiderio di manifestare attraverso gli oggetti che si possiedono la propria potenza rispetto agli altri: il cellulare più potente, la casa più grande e più sfarzosa, la macchina più potente.

La ricerca dell’onniscienza fa nascere negli individui bisogni legati al desiderio di conoscenza, di scoprire l’universo che ci circonda. Bisogni legati al desiderio di capire le leggi che governano la fisica, la chimica e la vita (i fisici, matematici, i geologi…).

Dato che l’immortalità, l’onniscienza e l’onnipotenza sono da sempre le caratteristiche che gli esseri umani attribuiscono agli dèi, il terzo istinto primario è chiamato: istinto alla divinità.

  1. ^ L’Istinto alla Divinità: 5G: da Homo Sapiens alla Divinae Humanitate di Anna Maria Santonicola e Nicola Gallucci.