Utente:Angela Santomassimo/Sandbox

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Il nome di Sanzanello compare per la prima volta nelle carte della Dogana di Foggia. Agli inizi del 700, in occasione della disputa tra la stessa Dogana e il Baliaggio della Santissima Trinità che possedeva gran parte del territorio, fu denominata “Jaccio della Cicogna”. Su questo altopiano, circondato da una rigogliosa vegetazione, possiamo ammirare straordinari vigneti da cui prende vita l’ottimo Aglianico del Vulture doc e meravigliosi uliveti che forniscono un olio extravergine di oliva Vulture DOP dal gusto dolce ed equilibrato, di qualità eccellente.

Dal punto di vista morfologico le pareti della gola di Sanzanello sono traforate da grotte e ricoveri rupestri utilizzati, durante il periodo romano, come mitrei, sepolcreti per i primi cristiani e catacombe ebraiche, mentre intorno all'anno mille le grotte divennero luoghi di rifugio e preghiere per gli eremiti, basiliani e monaci micaelici. Nei secoli successivi le grotte furono adibite a granai, cantine, masserie e trappeti di proprietà degli ordini religiosi, dei nobili e dei latifondisti locali. Oltre ai pascoli, le grotte di Sanzanello venivano utilizzate in epoca medievale fino al XX secolo come ricoveri per i pastori, porcarecce per uso dei neri, masserie o jacci [1]. In epoche successive vennero utilizzate come caseifici, forni, trappeti e fovee per la conservazione di derrate alimentari (grano, olive, paglia, ecc).

Questi ipogei sono collegati alle masserie dei dintorni ed agli allevamenti di bovini, ovini e suini presenti nella zona. L’accesso alle grotte è murato da facciate in pietra chiara e la sommità delle stesse è dominata dagli alti camini che avevano lo scopo di disperdere i fumi della lavorazione del latte e della caseificazione.

  1. ^ Cfr. A. Capano, La Provincia di Potenza nelle carte Aragonesi della seconda metà del XV secolo.
  • A. Capano, Sui rapporti tra Venosa e la Dogana “Menae Pecudum” di Foggia, in XIV convegno sulla Preistoria - Protostoria – Storia della Daunia, 27-28 novembre 1993, San Severo, 1996.
  • Vito L’Erario e Antonio Bavusi, Paesaggi rupestri della Via Appia. Gli ipogei di Sanzanello, Pandosia.org.

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