Utente:Andreaprr/Sandbox

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I Conquistatori (romanzo)

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Siro Gorio è divenuto il più importante fittavolo della zona, da semplice operaio. Ora è ben introdotto tra la gente che conta, bancari, nobili, i figli, Guido e Giacinta, sembrano consolidare la posizione conquistata con il duro lavoro e compromessi.Nel romanzo le vicende della famiglia Gorio si intrecciano con quelle del mondo di fuori, che influenza e stravolge le vite di tutti.

Passioni amorose e passioni più decadenti, vicende economiche, colpi di scena si alternano in Lomellina, dove il romanzo è ambientato: l’azione si dipana negli anni tumultuosi del dopoguerra, con masse di ex combattenti che non riescono a inserirsi nella vita “normale” e che assumono colori politici, il rosso e il nero, nuova trincea dove continuare a combattere.

La lotta sociale tra i contadini e i proprietari terreni raggiunge il massimo della tensione: sono pressochè quotidiane le risse, i tafferugli, gli scontri fisici, la cui violenza cresce senza posa. Girano per le strade di campagne i “ciclisti rossi”, che sognano e minacciano la rivoluzione come in Russia.

Bande di squadristi sono dappertutto sui loro camion strapieni dai quali cantano nuovi inni e dai quali scendono di corsa a tendere agguati ai contadini portando distruzione e dolore nelle loro case. I contadini scioperano e lasciano le campagne in stato di completo abbandono.

Gli agrari reagiscono sempre più preoccupati e inquieti. Squadristi, vestiti da arditi e revolver in mano, minacciano, accendono falò con i giornali sottratti ai “sovversivi”, bruciano le sedi delle cooperative. Lo sciopero viene esteso anche ai mungitori, che incrociano le braccia condannando alla morte centinaia di bestie, mugolanti di dolore.

Gli agrari mandano gli squadristi a costringere i mungitori a riprendere il lavoro. Lo scontro si fa sempre più violento, gli anni 1920/21 passeranno alla storia come il biennio rosso. Mussolini viene in visita a incassare le benemerenze del lavoro delle sue squadre, in vista delle elezioni. Il finale è quello che la storia ha voluto.

I Conquistatori è un “instant book”, scritto a presa diretta: Francesco Perri assiste di persona come direttore delle Poste di Mortara a episodi epocali, decisivi per la sorte del paese e annota la verità storica, trasformandola in romanzo dalla scrittura moderna, dal ritmo sostenuto che tiene il lettore con il fiato sospeso.

Il protagonista Siro Gorio altri non è che Cesare Forni, che diventerà un fascista dissidente pagandone le conseguenze subendo di lì a pochi anni un terribile agguato presso la Stazione Centrale di Milano. Il romanzo apparve a puntate sulla Voce repubblicana nell’estate del 1924, nel pieno del caso Matteotti.

Poi fu pubblicato in volume, salvo essere rapidamente tolto dalle vetrine dei librai che lo vendevano alla chetichella nel retro. I fascisti lo diedero alle fiamme in piazza a Roma nel 1925 dopo di che scomparve fino al 1943 quando fu ripubblicato nella parte di Italia non occupata dai nazisti, come racconta l’autore nella prefazione (link), finalmente uscendo allo scoperto con il proprio nome, lasciando lo pseudonimo Paolo Albatrelli, che era stato costretto a utilizzare per sottrarsi all’Ovra.

E’ stato ripubblicato nel 2009 con la casa editrice Laruffa .