Utente:Ameluc1974/Sandbox

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La Chiesa del Gonfalone, all'incrocio tra via Craveri e via Bava, risale alla metà del XVI secolo, quando la Compagnia del Santissimo Nome di Gesù (detta dei “Battuti Bianchi” per il saio che i confratelli indossavano e che aveva il compito di raccogliere somme di denaro per riscattare i cristiani fatti prigionieri dai mori e dai turchi) ottenne dall'adiacente convento francescano una parte di terreno e, sopra la preesistente cappella (adibita al tempo a mensa dei poveri)[1], vi costruì una chiesa di modeste dimensioni (m. 25 x 9).

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Tale costruzione, risalente al ‘500, era ad un’unica navata coperta da volta a botte unghiata  e con un porticato sul fronte, un tempo aperto. Nel corso del XVII secolo la Confraternita commissionò importanti lavori di rinnovamento, affidati in parte a Giovenale Boetto, a suo figlio Damiano e al Rusca, che portarono alla realizzazione del timpano sulla facciata, del nuovo altare, della sacrestia, della cappella laterale, del coro, dell’aula superiore ed alla costruzione del campanile. Nella seconda metà dell’800, Luigi Morgari affrescò la volta. La facciata presenta caratteri tardo-manieristici, con linee sobrie e proporzioni geometriche. Nell’interno, sulla parete di fondo, è visibile un Cristo in croce risalente alla prime edificazione cinquecentesca. Particolare è anche il suo coro ligneo posto al primo piano, sopra il portico, dove i confratelli bianche erano soliti riunirsi[2].

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Dagli inizi del ‘900, anche a causa della continua riduzione della Confraternita, la chiesa fu progressivamente trascurata, fino al totale abbandono sopraggiunto negli anni Sessanta, quando anche la tradizionale elevazione del Cristo Risorto la Domenica di Pasqua venne soppressa. Negli anni ’90, quindi, la chiesa si trovava in uno stato di degrado avanzato (soprattutto i muri esterni), poiché i piccoli interventi eseguiti in precedenza non avevano contenuto i danni provocati da infiltrazioni e umidità. La Consulta fossanese ha deciso di intervenire in un’ottica di recupero completo, anche interno  e per la futura possibilità di utilizzo da parte di Enti ed Associazioni locali per attività culturali. Nel progetto, si è  inserito anche il recupero (ove possibile) dell’intonaco esterno originale, il ritinteggiamento dell’intera struttura e la realizzazione di una croce in ferro analoga alla preesistente. Ogni fase è stata, quindi, eseguita tentando di conservare il più possibile l’aspetto e i materiali originali, proprio per valorizzare la storia e l’arte dell’edificio a fianco dell’ammodernamento che un restauro comporta[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Carità, Il castello e le fortificazioni nella storia di Fossano, Cassa di Risparmio di Fossano, 1985.
  2. ^ Associazione Guide Culturali Fossano, su ciceronefossano.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  3. ^ Chiesa del Gonfalone (PDF), su crfossano.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.