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Scienza della Traduzione[modifica | modifica wikitesto]

La scienza della traduzione è una interdisciplina accademica che tratta lo studio sistematico della teoria, descrizione ed applicazione a proposito della traduzione, dell'interpretazione e dell'adattamento alla lingua corrente. Siccome è vista come un'interdisciplina, la scienza della traduzione adotta molto materiale da vari campi di studio che supportano la traduzione. Questi includono la letteratura comparata, l'informatica, la storia, la linguistica, la filologia, la filosofia, la semiotica e la terminologia.

Il termine translation studies fu coniato dallo studioso di origine americana stabilitosi ad Amsterdam, James S. Holmes nel suo saggio "The name and nature of translation studies", considerato come la base teorica fondante per la disciplina.

In inglese, gli scrittori usano qualche volta anche la parola "translatology" (e meno comunemente "traductology") per riferirsi alla scienza della traduzione, ed il termine corrispondente in francese per la disciplina di solito è traductologie (come in Société Française de Traductologie). In America vi è una preferenza per l'espressione Translation and Interpreting Studies (come American Translation and Interpreting Studies Association), anche se la tradizione europea include l'interpretariato all' interno della scienza della traduzione (come in the European Society for Translation Studies).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Storicamente, la teoria della traduzione è stata a lungo prescrittiva, indicando ai traduttori come tradurre, al punto che i dibattiti non prescrittivi riguardo alla traduzione non erano generalmente considerati parte della traduzione. Quando gli storiografi della teoria della traduzione cercano il primo pensiero occidentale riguardo alla traduzione, più spesso partono dai commenti di  Cicerone e  su come egli utilizzò la traduzione dal greco al latino per migliorare le sue abilità oratorie, una descrizione iniziale di ciò che San Girolamo riassume come "traduzione senso per senso".

Richieste per avere una disciplina accademica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1958, al Secondo Congresso degli Slavisti a Mosca, il dibattito tra gli approcci linguistici e letterari per la traduzione arrivò a tal punto da proporre che la cosa migliore sarebbe stata quella di avere una scienza separata in grado di studiare tutte le forme di traduzione, senza essere completamente Linguistica o compleatamente Studi Letterari.

All' interno della letteratura comparata, furono promossi convegni sulla traduzione negli anni '60 in alcune università americane come l'Università di Iowa e Princeton. Durante gli anni '50 ed '60, studi sistematici di traduzione orientati verso la linguistica iniziarono ad apparire. Nel 1958 i linguisti francesi Jean-Paul Vinay e Jean Darbelnet compararono la lingua inglese e francese, mettendone in rilievo i contrasti.

Nel 1964, Eugene Nida pubblicò Toward a Science of Translating, un manuale per la traduzione della Bibbia, influenzato in una certa misura dalla grammatica trasformazionale di Harris. Nel 1965, J.C Catfod teorizzò la traduzione vista da una prospettiva linguistica. Negli anni '60 e nei primi anni '70, lo studioso ceco Jiri Levy e gli studiosi slovacchi Anton Popovic e Frantisek Miko lavorarono sulle stilistiche della traduzione letteraria.

Questi passi iniziali verso la ricerca riguardo la traduzione letteraria furono raccolti nell' articolo di James S.Holmes' al Terzo Congresso Internazionale di Linguistica Apllicata che si tenne a Copenhagen nel 1972. In quel documento "The name and nature of translation studies", Holmes sollecitò il consolidamento di una disciplina separata e propose una classificazione del campo di studio. Un "quadro" visivo della proposta di Holmes sarebbe poi stato presentato da Grideon Toury nel 1995 nel suo lavoro "Descriptive Translation Studies and beyond".

Prima degli anni '90, gli studiosi della traduzione avevano la tendenza di formare delle particolari scuole di pensiero, specialmente considerando i paradigmi prescrittivi, descrittivi e del concetto Skopos. Dalla "svolta culturale" negli anni '90, si tendeva a dividere la disciplina in diversi campi di ricerca, dove i progetti si susseguono parallelamente, appropriandosi reciprocamente delle metodologie, anche tra le altre discipline accademiche.

Scuole di pensiero[modifica | modifica wikitesto]

Le principali scuole di pensiero riguardo al grado di ricerca hanno tentato di raggrupparsi intorno a concetti teoretici, la maggior parte dei quali sono diventati oggetto di dibattito.

Equivalenza[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli anni '50 ed '60, i dibattiti riguardo la scienza della traduzione hanno cercato di concentrarsi su come ottenere al meglio “l'equivalenza”. La parola "equivalenza" ha due significati distinti, che corrispondono a diverse scuole di pensiero.

Nella tradizione russa il termine "equivalenza" era considerato di solito come una corrispondenza precisa tra forme linguistiche, o come una corrispondenza tra un paio di termini tecnici autorizzati o frasi, così che "equivalenza" era il contrario rispetto a "sostituzioni".

Comunque, nella tradizione francese di Vinay e Darbelnet, secondo Bally "equivalenza" era il raggiungimento di un uguale valore funzionale, generalmente richiedendo cambiamenti nella forma. La nozione di Catford del 1965 a proposito dell'equivalenza rispecchiava la tradizione francese. Nel corso degli anni '70 i teorici russi adottarono una visione più ampia riguardo all' "equivalenza", come qualcosa che risultasse da trasformazioni linguistiche.

E al tempo stesso, la Interpretive Theory of Translation introdusse la nozione di senso  deverbalizzato negli studi riguardo alla traduzione, disegnando una distinzione tra le     corrispondenze tra le parole e le equivalenze del senso, e mostrando la differenza tra le definizioni date dai dizionari di parole e frasi (corrispondenze di parole) e il senso di testi o frammenti in un dato contesto (equivalenze di senso).

I dibattiti riguardo all' equivalenza accompagnarono classificazioni di soluzioni di traduzione (chiamate anche "procedure", "tecniche", o "strategie"), come in Fedorov (1953) e Vinay e Darbelnet (1958). Nel 1958 lo scritto di Loh Dianyang Translation: Its Principles and Techniques si basava su Fedorov e sui linguisti inglesi e presentava una tipologia di soluzioni nella traduzione tra il cinese e l'inglese.

In queste tradizioni, i dibattiti riguardo ai modi per raggiungere l'equivalenza sono state per lo più prescrittivi ed erano collegati alla formazione del traduttore.

Scienza della traduzione descrittiva[modifica | modifica wikitesto]

La scienza della traduzione descrittiva (un termine coniato dopo la pubblicazione del libro di Toury nel 1995, Descriptive Translation Studies and Beyond mira alla costruzione di una disciplina descrittiva empirica, per completare una sezione del disegno ideato da Holmes. L'idea che la metodologia scientifica potesse essere applicabile a prodotti culturali era stata sviluppata dai Formalisti Russi nei primi anni del XX secolo, ed è stata recuperata da vari ricercatori nella letteratura comparativa. Ora è stata applicata alla traduzione letteraria.

Parte di questa applicazione era la teoria dei poli-sistemi (Even-Zohar 1990) nella quale la traduzione letteraria è vista come un sottosistema del sistema letterario della lingua d'arrivo. Gideon Toury basa la sua teoria sulla necessità di considerare le traduzioni come "elementi della cultura d'arrivo" ai fini di ricerca. I concetti di “manipolazione” ed “patrocinio” sono stati sviluppati allo stesso modo in relazione alle traduzioni letterarie.

Teoria Skopos[modifica | modifica wikitesto]

Un altro cambiamento di paradigma nella teoria della traduzione può essere datato a partire dal 1984 in Europa. In quell'anno vennero pubblicati due libri in tedesco: Basi per una Teoria Generale della Traduzione di Katharina Reiss (o Reiß) e Hans Vermeer, e Azione Traduttiva (Translatorisches Handeln) di Justa Holz-Mänttäri. Da questi due volumi deriva quella che è nota come Teoria Skopos: questa predilige il soddisfacimento dello scopo della traduzione piuttosto che dare la priorità all'equivalenza.

Traduzione culturale[modifica | modifica wikitesto]

La svolta culturale determina un ulteriore passo verso lo sviluppo della disciplina. Fu abbozzata da Susan Bassnett e André Lefevere in Traduzione – Storia – Cultura, e rapidamente rappresentata dagli scambi tra gli studi sulla traduzione, altre aree di studio e concetti, tra gli altri: studi di genere, cannibalismo, post- colonialismo o studi culturali.

Il concetto di traduzione culturale deriva in gran parte dalla lettura fatta da Homi Bhabha di Salman Rushdie in Il ruolo della cultura. La traduzione culturale è un concetto usato negli studi culturali per denotare il processo di trasformazione, linguistica o di altro tipo, in una data cultura. Il concetto usa la traduzione linguistica come uno strumento o metafora che analizza la natura della trasformazione e dell'interscambio tra culture. "Nondimeno, nonostante la traduzione avvicini le varie culture, in ciascuna traduzione sarà presente una deformazione ben precisa tra le culture".

Eco-traduttologia[modifica | modifica wikitesto]

L'eco-traduttologia è un orientamento di ricerca sviluppato da Hu Gengshen dell'Istituto Politecnico di Macao. Considera la traduzione come coinvolta in un processo di adattamento e selezione attraverso le culture, mettendo focalizzandosi sull'integrità degli ecosistemi traduttologici e sul ruolo centrale del traduttore. I suoi concetti chiave sono la "centralità del traduttore", "eco-equilibrio" e la traduzione come un lavoro sui "trapianti testuali". L'Organizzazione Internazionale per la Ricerca Eco-traduttologica ha organizzato cinque convegni sull'eco-traduttologia e pubblica il Giornale dell'Eco-traduttologia dal 2011.

Campi d'indagine[modifica | modifica wikitesto]

Storia della traduzione[modifica | modifica wikitesto]

La storia della traduzione riguarda la storia dei traduttori come gruppi sociali e professionali, così come la storia delle traduzioni sono indicatori del modo in cui le varie culture si sviluppano, interagiscono, e potrebbero morire. Alcuni princìpi sulla storia della traduzione sono stati proposti da Lieven D'hulst e Pym. I progetti più importanti sulla storia della traduzione includono Storia della traduzione letteraria in inglese della Oxford e Storia delle traduzioni in lingua francese. Antologie storiche sulle teorie della traduzione sono state redatte da Robinson (2002) per le Teorie occidentali da Nietzsche in avanti; da D'hulst (1990) per le Teorie francesi, 1748-1847; da Santoyo (1987) per la tradizione spagnola; da Edward Balcerzan (1977) per l'esperienza polacca, 1440-1974; e da Cheung (2006) per la lingua cinese.

Sociologie della traduzione[modifica | modifica wikitesto]

La sociologia della traduzione include lo studio riguardo chi sono I traduttori, quali sono i loro modelli di lavoro (studi sui luoghi di lavoro) e che cosa i dati delle traduzioni possono dire a proposito dei movimenti di idee tra le lingue.

Studi post-coloniali sulla traduzione[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi post-coloniali guardano alla traduzione tra le metropoli e le ex colonie o all'interno delle ex colonie. Si interrogano in modo radicale sull'assunto che vedrebbe la traduzione presente tra culture e lingue che sono profondamente distinte.

Studi di genere[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi di genere si concentrano sul sesso dei traduttori, sulla natura di genere dei testi che essi traducono, sui possibili processi di traduzione di genere impiegati, sulle metafore di genere usate per descrivere la traduzione. Studi pioneristici sono quelli di Luise von Flotow, Sherry Simon e Keith Harvey. La cancellazione o l'impossibilità di far scomparire forme minacciose di sessualità tra persone dello stesso sesso è uno dei temi sollevati quando, per esempio, autori antichi sono tradotti da pensatori rinascimentali in un contesto cristiano.

Etica[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo dell'etica, alcune pubblicazioni largamente discusse sono stati i saggi di Antoine Berman e Lawrence Venuti, i quali differiscono per certi aspetti, ma concordano sul fatto di enfatizzare le differenze tra la fonte e la lingua e cultura d'arrivo quando si traduce. Entrambi sono interessati a come le "altre culture [...] possono meglio preservare [...] questa diversità". In alcuni studi più recenti gli studiosi hanno applicato l'opera filosofica di Emmanuel Levinas sull'etica e sulla soggettività in questa controversia. Visto che le sue pubblicazioni sono state interpretate in vari modi, sono state tratte diverse conclusioni dal suo concetto di responsabilità etica. Molti sono giunti alla conclusione che l'idea stessa di traduzione potrebbe essere eticamente incerta, mentre altri la percepiscono come un richiamo alla considerazione del rapporto tra autore o testo e il traduttore più interpersonale, rendendola così un processo equo e reciproco.

Parallelamente a questi studi, il generale riconoscimento della responsabilità dell'autore è cresciuto. Molto di più i traduttori e gli interpreti sono adesso visti come attori attivi nei conflitti geopolitici, e questo genera la domanda su come bisogna agire in modo etico indipendentemente dalla propria identità o giudizio. Questo porta alla conclusione che tradurre e interpretare non possono essere considerati solo come dei processi di trasferimento linguistico, ma anche come azioni sociali e politiche dirette. C'è un assenso generale sul bisogno di un codice etico sulla pratica che fornisca alcuni principi giuda per ridurre incertezze e aumentare la professionalità, così come è stato fatto in altre discipline (per esempio nell'etica medica militare e l'etica legale). Tuttavia, così come non è ancora facile capire il concetto di etica in questo campo, variano considerabilmente le opinioni circa la comparsa di questo particolare codice.

Studi sulla traduzione audiovisiva[modifica | modifica wikitesto]

Studi di sulla traduzione audiovisiva (AVT) riguardano la traduzione nell'ambito di scenari audio e video, come nel cinema, televisione, videogiochi e anche in alcuni eventi in diretta come i concerti lirici. Il comune denominatore per gli studi in questo campo è costituito da più sistemi semiotici, così come i testi tradotti (i cosiddetti testi polisemici) possiedono informazioni che sono veicolate attraverso più di un canale semiotico, cioè non solo attraverso lo scritto e il parlato, ma anche via suoni e/o immagini.

Le principali modalità di traduzione studiate sono doppiaggio, sottotitolaggio e voce fuori campo, ma anche sopratitolaggio per l’opera e il teatro.

L’accesso ai media è spesso considerato parte di questo campo di studi, di cui sono il principale oggetto di studio l’audiodescrizione per non vedenti e ipovedenti e i sottotitoli per non udenti o audiolesi. Negli studi di traduzione audio-visiva le diverse condizioni e i vincoli imposti dalle diverse forme di media e modalità di traduzione influenzano il modo in cui la traduzione viene eseguita. Questo è spesso il centro della maggior parte degli studi di prodotto o processo dell‘AVT (traduzione audio visiva).

Traduzione amatoriale[modifica | modifica wikitesto]

Con traduzione non professionale si intendono le attività di traduzione svolte da traduttori non in quanto professione. Ciò è solitamente reso possibile dal servizio internet. Attività di questo tipo si sono sviluppate rapidamente con la recente democratizzazione della tecnologia e la diffusione di Internet. Sono emerse in tutto il mondo Iniziative volontarie di traduzione le quali si occupano di tradurre diversi tipi di prodotti scritti e multimediali.

Generalmente non è richiesto ai traduttori volontari di essere dei professionisti ma anche i professionisti possono prendere parte a organizzazioni volontarie, come nel caso di “Translators without Borders”.

A seconda delle caratteristiche che ogni teorico considera più importanti, diversi termini sono stati usati per definire il concetto di traduzione non professionale. O’Hagan ha usato le definizioni di “user-generated translation” (traduzione generate dall’utente), “fan translation” (traduzione amatoriale) ed “community translation” (comunità di traduzione). Fernández-Costales e Jiménez-Crespo hanno preferito definirla “collaborative translation” (traduzione collaborativa) mentre Pérez-González l’ha chiamata “amateur subtitling” (sottotitolazione amatoriale). Secondo Pym, la differenza fondamentale tra questo tipo di traduzione e la traduzione professionale sta nel compenso monetario, il che suggerisce che essa debba essere definita “volunteer translation” (traduzione volontaria).

Alcune delle più popolari community di traduzione non professionale gestite da amatori sono Fansubbing, Fandubbing, ROM hacking o Fan translation of video games e Scanlation. Esse sono supportate per lo più da un forte e consolidato gruppo di sostenitori, nonostante generalmente progetti di traduzione non professionale più ampi applicano modelli di Crowdsourcing, ovvero di divisione della mole di materiale tra i membri della comunità, e vengono controllati da società e organizzazioni. Fin dal 2008 l’azienda Facebook ha utilizzato la crowdsourcing per far tradurre il proprio sito dai propri utenti, mentre la TED Conference ha avviato il progetto di traduzione aperto TED Translators in cui i volontari si servono della piattaforma Amara per creare sottotitoli online per le loro conferenze.

Localizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi di localizzazione riguardano il modo in cui le industrie contemporanee di linguistica traducono e adattano (“localizzano”) testi tecnici da una lingua all’altra, adattandoli ad uno specifico “locale” (un luogo target definito da una varietà linguistica e una varietà di parametri culturali). La localizzazione solitamente riguarda software, schede dei prodotti, siti web videogiochi, dove la chiave è la componente tecnologica.

Uno dei concetti chiave della localizzazione è l’internazionalizzazione, tramite la quale il prodotto iniziale viene privato delle proprie caratteristiche specificatamente culturali così da poter essere simultaneamente localizzato in diverse lingue.

Educazione del traduttore[modifica | modifica wikitesto]

Studi di interpretazione[modifica | modifica wikitesto]

La scienza dell’interpretazione è spesso considerata la disciplina sorella della scienza della traduzione. Ciò è dovuto alla somiglianza tra le due discipline che consiste nel trasferire concetti da una lingua ad un’altra. In realtà, l’attività di interpretazione è stata per molto tempo considerata una forma specializzata di traduzione, prima che nella seconda metà del XX secolo questa disciplina scientificamente fondata si emancipasse gradualmente da quella della scienza della traduzione. Mentre la scienza della traduzione era più orientata verso una struttura teorica, la scienza dell’interpretazione si è sempre concentrata sull’aspetto pratico e pedagogico dell’attività. Ciò portò alla stabile emancipazione della disciplina e al conseguente sviluppo di una struttura teoretica a sé stante basata, come la scienza della traduzione, su premesse interdisciplinari. Gli studi di interpretazione hanno sviluppato diversi approcci e subìto vari cambiamenti di paradigma, portando alla più recente crescita di studi sociologici degli interpreti e dei loro lavori e condizioni lavorative

Studio dei processi e della cognizione[modifica | modifica wikitesto]

Tecnologie di traduzione[modifica | modifica wikitesto]

Prospettive future[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi di traduzione si sono sviluppati parallelamente alla crescita delle scuole di traduzione e dei corsi di traduzione a livello universitario. Nel 1995, uno studio di 60 Paesi ha rivelato che 250 enti offrivano corsi di traduzione e interpretazione a livello universitario. Nel 2013, dallo stesso database sono emerse 501 istituzioni di formazione per traduttori. Di conseguenza c’è stato un aumento di conferenze sulla traduzione, giornali di traduzione e pubblicazioni sulla traduzione. La visibilità acquisita dalla traduzione ha inoltre portato allo sviluppo di associazioni nazionali e internazionali di scienza della traduzione. Dieci di esse hanno costituito l’Associazione di Rete Internazionale di Studi di Interpretazione e Traduzione nel settembre 2016.

La crescente varietà di paradigmi è considerata come una delle possibili fonti di conflitto all'interno della disciplina. Già dal 1999 la lacuna concettuale tra approcci non essenzialisti ed empiristi fu motivo di dibattito al Vic Forum on Training Translators and Interpreters: New Directions for the Millennium. I protagonisti del dibattito, Rosemary Arrojo e Andrew Chesterman, hanno cercato un terreno d'intesa per entrambi gli approcci.

L'interdisciplinarietà ha portato alla creazione di nuovi possibili paradigmi, in quanto la maggior parte delle teorie che si sono sviluppate sono cresciute dal contatto con altre discipline come linguistica, letteratura comparata, studi culturali, filosofia, sociologia, storiografia. Allo stesso tempo, ciò potrebbe aver provocato la frammentazione della scienza della traduzione come una disciplina a sé stante.

Una seconda fonte di conflitto ha origine dal varco tra teoria e pratica. Avendo il prescrittivismo dei più recenti studi dato spazio a descrittivismo e teorizzazione, i professionisti vedono una minore applicabilità degli studi. Allo stesso tempo, la valutazione degli studi universitari da pochissima, se non alcuna importanza all'aspetto pratico della traduzione.

La scienza della traduzione ha mostrato la tendenza ad allargare i suoi campi di indagine e si prevede inoltre che questo trend continuerà. In particolare si vedranno estensioni di questa disciplina negli studi di adattamento, nella traduzione interlinguistica, nella traduzione tra sistemi semiotici (ad esempio un'immagine trasposta in testo o in musica), e traduzione come la forma di tutte le interpretazioni e di conseguenza di tutta l'interpretazione, come suggerito nell'opera di Roman Jakobson.