Utente:Alfamarti/Sandbox

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Anne Conway Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Questa voce è da wikificare Questa voce o sezione sull'argomento filosofi non è ancora formattata secondo gli standard. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. [mostra] Curly Brackets.svg A questa voce o sezione va aggiunto il template sinottico {{Bio}}

Anne Conway (conosciuta anche con il nome di Viscontessa Conway; nata Finch; 14 dicembre 1631 – 18 febbraio 1679) fu una filosofa inglese il cui lavoro, nella tradizione dei Platonici di Cambridge, influenzò Gottfried Leibniz. il pensiero di Conway è originale in quanto appartenente alla filosofia razionalistica con tratti e modelli ginocentrici e in questo senso unico tra i sistemi del sedicesimo secolo.[1] Indice [nascondi] 1 Biografia 2 I principi della più antica e moderna filosofia 3 Note 4 Bibliografia 5 Altre letture 6 Collegamenti esterni Biografia[modifica | modifica wikitesto] Anne Finch nacque da Sir Heneage Finch (che aveva rivestito l'incarico di Registratore di Londra e Leader della Camera dei Comuni sotto Carlo I d'Inghilterra) e la sua seconda moglie, Elizabeth (figlia di William Cradock of Staffordshire). Suo padre morì la settimana prima della sua nascita. Anne era la figlia più piccola.[2] La formazione, ricevuta da precettori, comprendeva il latino al quale si aggiunsero il greco e l'ebraico. Il suo fratellastro, John Finch, che incoraggiò i suoi interessi per la filosofia e la teologia, presentò Anne al platonico di Cambridge Henry More, che era stato precettore di John presso il Christ's College a Cambridge. Questo portò ad una stretta amicizia e ad una corrispondenza reciproca di tutta una vita su temi riguardanti la filosofia di Cartesio, nel corso della quale Anne, da studentessa volontaria di More, raggiunse il suo livello intellettuale. More, riferendosi ad Anne disse che "non incontrò mai nessuno, sia uomo che donna, di una natura migliore di Lady Conway" (citato nell'opera The Life of Henry More di Richard Ward, 1710, p. 193) e che "anche nella conoscenza delle cose naturali e del divine, non solo sorpassò il proprio Sesso, ma anche l'altro". [3] Conway crebbe nella casa che oggi è nota con il nome di Kensington Palace, di cui la sua famiglia era proprietaria a quel tempo.[2] Nel 1651 sposò Edward Conway che divenne primo conte di Conway e nell'anno seguente More dedicò ad Anne il suo libro Antidoto contro l'ateismo. Nel 1658, Anne diede alla luce il suo unico figlio Heneage Edward Conway, che morì di vaiolo soltanto due anni dopo. Anche il marito era interessato alla filosofia e fu allievo di More, ma Anne lo superò sia nella profondità di pensiero che nella varietà di interessi. Si appassionò alla Cabala lurianica e poi al Quaccherismo, al quale si convertì nel 1677. In Inghilterra, a quel tempo i Quaccheri erano generalmente disprezzati e temuti e subivano persecuzioni e anche reclusioni. La decisione di Conway di convertirsi, per rendere la sua casa un centro per l'attività quacchera e per fare proseliti operosamente, fu quindi audace e coraggiosa. All'età di dodici anni (a seguito di febbri) soffrì di gravi emicranie. Questo fece sì che fosse spesso invalidata dal dolore e che trascorresse molto tempo sotto controllo medico e alla ricerca di una cura (ad un certo punto le furono aperte anche le vene giugulari). Aveva consulenze mediche col Dr. Thomas Willis.[4] È noto che Conway fu seguita da molti dei grandi medici del suo tempo, ma nessuna delle loro cure ebbe effetto.[5] Anne Conway morì nel 1679 all'età di quarantotto anni. I principi della più antica e moderna filosofia[modifica | modifica wikitesto] Pubblicato per la prima volta in traduzione latina nel 1690 come Principia philosophiae antiquissimae et recentissimae, e ritradotto in inglese nel 1692, i Principi è un'opera che sviluppa la visione monistica di Conway di un mondo creato da una sostanza. Conway critica l'idea cartesiana, secondo cui i corpi sono costituiti da materia morta, il concetto di anima affermato da Henry More nel suo Antidoto contro l'Ateismo ed infine le teorie dualiste sul rapporto tra corpo e spirito.[6] Note[modifica | modifica wikitesto] ^ Jane Duran (2006).Eight Women Philosophers: Theory, Politics, And Feminism. University of Illinois Press. pp. 308. ISBN 978-0-252-03022-2. Recuperato il 13 gennaio 2013. ^ a b Fred Ablondi, Géraud de Cordemoy, Fall 2014, 1° gennaio 2014. ^ Women Philosophers of the Seventeenth Century, ISBN 9780521039178. ^ Carol Wayne White, The Legacy of Anne Conway (1631-1679): Reverberations from a Mystical Naturalism (2008), p. 6. ^ Gilbert Roy Owen, The Famous Case of Lady Anne Conway, in Annals of Medical History, 1937. ^ Women Philosophers of the Seventeenth Century, pg. 66-67. Bibliografia[modifica | modifica wikitesto] The principles of the most ancient and modern philosophy (Londra: n. publ., 1692) 168 pp. in 12°. — originariamente stampata in latino: Principia philosophiae antiquissimae et recentissimae de Deo, Christo & Creatura, Amsterdam: M. Brown 1690. Letters. The Correspondence of Anne, Viscountess Conway, Henry More and their friends, 1642–1684, ed. M. H. Nicolson (Londra 1930) 517 pp. Collaborations with Franciscus Mercurius van Helmont (1614–1698) A Cabbalistical Dialogue (1682) (in Christian Knorr von Rosenroth, Kabbala denudata, 1677–1684) Two Hundred Quiries moderately propounded concerning the Doctrine of the Revolution of Humane Souls (1684). Altre letture[modifica | modifica wikitesto] Broad, Jacqueline. Women Philosophers of the Seventeenth Century. Cambridge: Cambridge University Press, 2002. Brown, Stuart. "Leibniz and Henry More’s Cabbalistic Circle", in S. Hutton (ed.) Henry More (1614–1687): Tercentenary Studies, Dordrecht: Kluwer Academic Publishers, 1990. (Critica l'idea secondo cui Conway avrebbe influenzato Leibniz). Duran, Jane. "Anne Viscountess Conway: a Seventeenth-Century Rationalist". Hypatia: a Journal of Feminist Philosophy. 4 (1989): 64-79. Frankel, Lois. "Anne Finch, Viscountess Conway," Mary Ellen Waithe, ed., A History of Women Philosophers, Vol. 3, Kluwer, 1991, pp. 41–58. Gabbey, Alan. "Anne Conway et Henry More: lettres sur Descartes" (Archives de Philosophie 40, pp. 379–404) Hutton, Sarah. "Conway, Anne (c.1630–79)", 1998, doi:10.4324/9780415249126-DA021-1. Routledge Encyclopedia of Philosophy, Taylor and Francis, https://www.rep.routledge.com/articles/biographical/conway-anne-c-1630-79/v-1. Hutton, Sarah, "Lady Anne Conway", The Stanford Encyclopedia of Philosophy (Fall 2008 Edition), Edward N. Zalta (ed.), URL = http://plato.stanford.edu/archives/fall2008/entries/conway/ Hutton, Sarah. Anne Conway, a Woman Philosopher. Cambridge, U.K.: Cambridge University Press, 2004. Hutton, Sara.(1970-1980)."Conway,Anne."Dictionary of Scientific Biography.New York: Charles Scribner's Sons. pp. 171-172. ISBN 978-0-684-10114-9 King, Peter J. One Hundred Philosophers (New York: Barron's, 2004) ISBN 0-7641-2791-8 Merchant, Carolyn, "The Vitalism of Anne Conway: its Impact on Leibniz's Concept of the Monad" (Journal of the History of Philosophy 17, 1979, pp. 255–69) (Sostiene che Conway abbai influenzato Leibniz mostrando parallelismi tra Leibniz e Conway.) Bernet, Claus (2004). "Anne Conway (philosospher)".In Bautz, Traugott. Biographisch-Bibliographisches Kirchenlexikon (BBKL) (in German).Nordhausen: Bautz. pp. 232-239. ISBN 3-88309-155-3 White, Carol Wayne. The Legacy of Anne Conway (1631-1679): Reverberations from a Mystical Naturalism (State University of New York Press, 2009) Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto] Collegamenti non visualizzabili perché la voce è una disambigua su Wikidata

Opere di Anne Conway in Open Library Contains "The principles of the most ancient and modern philosophy", slightly modified for easier reading The principles of the most ancient and modern philosophy di Anne Conway (Londra: n. publ., 1692) in A Celebration of Women Writers Peter King's page William Uzgalis' page (EN) Edward N. Zalta (a cura di), Anne Conway, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information (CSLI), Università di Stanford. Biografie Portale Biografie Filosofia Portale Filosofia Categorie: Nati nel 1631Morti nel 1679Filosofi del XVII secoloScuola platonica di CambridgeQuaccheri inglesiQuaccherismoFilosofi britanniciTitoli nobiliari britanniciFinch| [altre]





Prova iniziale Elena Cialosi (Napoli, 22 agosto 1946 – 1997) è stata una letterata italiana.

George Charles Beresford - Virginia Woolf in 1902 - Restoration.jpg [1]

Elena Cialosi nasce a Napoli il 22 agosto del 1946 da una famiglia di umili origini. Lavora come domestica presso un ricco signore napoletano, col quale intraprenderà una relazione clandestina. Dopo un breve soggiorno in una cittadina salernitana, Elena si trasferisce a Firenze dove conosce un famoso letterato insieme al quale si occupa di riportare alla luce alcuni testi della letteratura cinquecentesca ancora sconosciuti nel repertorio letterario. Nel 1990, dopo la morte del padre, decide di rientrare nella città natale dove muore 7 anni dopo a causa di un tumore letale