Utente:Alessia Marino/Sandbox

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Le nuove scoperte

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La serie delle nuove scoperte di componimenti saffici inizia con un frammento di Saffo scritto su un coccio (òstrakon) del periodo tolemaico (II sec. a.C.), pubblicato nel 1937 da Medea Norsa nella raccolta Versi di Saffo in un Ostrakon del II sec. a.C. [1]. Il testo della nuova ode, tutt'altro che facile da tradurre per gli errori di trascrizione, è stato oggetto di attento studio da parte di specialisti italiani e stranieri, sì che oggi siamo in grado di leggerlo nella forma meno lontana possibile dall'originale di Saffo. Si tratta della descrizione di un boschetto sacro ad Afrodite dove la dea appunto è raffigurata mentre versa il nettare nei calici d'oro; è una descrizione dal tono trasognato e irrealistico, dall'acqua fresca che attraversa i rami del melo al prato ridente e fiorito di primaverili fiori, l'atmosfera risulta onirica e sacra (dopotutto si sta parlando di un luogo sacro a una divinità) e seppur sia difficile immaginare come possa l'acqua attraversare i rami del melo questi versi saffici restano intrisi dell'emozione e della bellezza tipica di tutta la produzione della poetessa di Lesbo. Altro frammento collocabile tra le nuove scoperte è quello del papiro di Copenaghen e di Milano, edito da Achille Vogliano nel volume Sappho. Una nuova ode della poetessa, Milano-1941[2].

Festa a Creta(Saffo)

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La Festa a Creta(fr.5-6 Diehl) è un frammento poco conosciuto di Saffo in cui la poetessa descrive con delicatezza e leggiadria una festa, con tutta probabilità di ringraziamento, svoltasi appunto a Creta. Famosa la traduzione di Salvatore Quasimodo in Lirici greci[3]

(GRC)

«δεῦρυ μ†μ’ ἐς Κρητας .π[ ]ναῦον
ἄγνον, ὄππ[αι δὴ] χάριεν μὲν ἄλσος
μαλί[αν], βῶμοι †δ’ ἔνι θυμιάμε-
νοι [λι]βανώτῳ·

ἐν δ’ ὔδωρ ψῦχρον κελάδει δι’ ὔσδων
μαλίνων, βρόδοισι δὲ παῖς ὀ χῶρος
ἐσκίαστ’, αἰθυσσομένων δὲ φύλλων
κῶμα †κατέρρ[ει]·

ἐν δὲ λείμων ἰππόβοτος τέθαλε
ἠρινίοισιν ἄνθεσιν, αἰ δ’ ἄνητοι
μέλλιχα πνέοισιν [
[ ]
ἔλθε δὴ σὺ στέμ[ματ’] ἔλοισα Κύπρι,
χρυσίαισιν ἐν κυλίκεσσιν ἄβρως
ὀμ[με]μείχμενον θαλίαισι νέκταρ
οἰνοχόαισον»

(IT)

«Venite al tempio sacro delle vergini
dove è più grato il bosco e sulle are
fuma l'incenso.

Qui fresca l'acqua mormorosa tra i rami
dei meli: il luogo è all'ombra di roseti,
dallo stormire delle foglie nasce
profonda quiete.

Qui il prato ove meriggiano i cavalli
è tutto fiori della primavera,
e gli aneti vi odorano soavi.

E qui con impeto, dominatrice,
versa, Afrodite, nelle tazze d'oro
chiaro vino celeste con la gioia.»

l'Ode della separazione(Saffo)

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L'Ode della separazione(fr.96 Diehl) ci mostra la vita del tiaso, fatta di piccole occpuazioni: intrecciare ghirlande, profumarsi, apprendere a suonare, danzare ecc... Alla luce della poesia di Saffo, tali lievi occupazioni assumono un'importanza tutta particolare. Si comprende così quanto dolore provochi doverle interrompere e guardare indietro a un passato che non si ritroverà più.[4]. Traduzione di Salvatore Quasimodo in Lirici greci[5]

(GRC)

«τεθνάκην ἀδόλως, θέλω·
ἀ με ψισδομένα κατελίμπανεν

πόλλα καὶ τόδ’ ἔειπέ μοι·
ὤιμ’ ὠς δεῖνα πεπόνθαμεν,
Ψάπφ’, ἦ μάν σ’ ἀέκοισ’ ἀπυλιμπάνω.

τὰν δ’ ἔγω τάδ’ ἀμειβόμαν·
χαίροισ’ ἔρχεο κἄμεθεν
μέμναισ’, οἶσθα γὰρ ὤς σε πεδήπομεν·

αἰ δὲ μή, ἀλλά σ’ ἔγω θέλω
ὄμναισαι . . .
ὄσα μάλθακα καὶ κάλ’ ἐπάσχομεν·

πόλλοις γὰρ στεφάνοις ἴων
καὶ βρόδων πλοκίων τε ὔμοι
κἀνήτω πὰρ ἔμοι παρεθήκαο

καὶ πόλλαις ὐπαθύμιδας
πλέκταις ἀμφ’ ἀπάλαι δέραι
ἀνθέων ἐρατῶν πεποημέναις.

καὶ πολλῷ λιπαρῶς μύρῳ
βρενθείῳ τε κάλον χρόα
ἀξαλείψαο καὶ βασιληίῳ

καὶ στρώμναν ἐπὶ μολθάκαν
ἀπάλαν παρ ὀπαυόνοων
ἐξίης πόθον αἶψα νεανίδων

κωὔτε τις οὔ τε τι
ἶρον οὐδ’ ὐ. . . .
ἔπλετ’ ὄπποθεν ἄμμες ἀπέσκομεν,

οὐκ ἄλσος . . . . . . ρος
. . . . . . . . . ψοφος
. . . . . . . . . οιδιαι»

(IT)

«Io vorrei veramente essere morta.
Ella, molte cose mormorando, mi lasciava

e così mi diceva:
<<Ahimè, che terribili affanni soffriamo,
Saffo. Io ti lascio contro il mio volere>>.

A lei io rispondevo:
<<Vai lieta, e di me
ricordati. Tu sai come ti eravamo affezionate.

Se no,ti voglio
ricordare ...
quanta tenerezza e dolcezza sentivamo:

molte corone di viole
e di rose e di croco insieme
accanto a me cingesti,

e molte collane intrecciate
intorno al delicato collo,
fatte di incantevoli fiori.

E tutto ... con profumo
di fiori ...
ungesti e regio,
e su morbidi tappeti
provenienti dagli effemminati Càngoni
sempre provocavi il desiderio delle fanciulle.

E nessuna danza
nè sacra fonte nè limpide acque c'erano
da cui noi ci tenessimo lontane:

nè bosco, da cui
nei giorni di primavera non riecheggiasse il suono
della cetra o le melodie delle fanciulle...>>.»

Il fiore calpestato (Saffo)

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Il fiore calpestato(fr.117 Diehl) tratta di un tema cruciale nella vita delle donne greche: il matrimonio. La sposa nel frammento viene paragonata ad un fiore di giacinto calpestato. C'è, nella similitudine poetica, una dolorosa tenerezza.[6]. Traduzione di Salvatore Quasimodo in Lirici greci[7]

(GRC)

«οἴαν τὰν ὐάκινθον ἐν ὤρεσι
ποίμενες ἄνδρες
πόσσι καταστείβοισι, χάμαι δέ
τὸ πόρφυρον ἄνθος ...
[κεῖται.]»

(IT)

«Come il giacinto sui monti dei pastori
calpestano coi piedi, e a terra il fiore splendido
giace.»

Cleide (Saffo)

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Cleide è un frammento molto vicino emotivamente alla poetessa, poichè Saffo sta parlando della propria figlia. La dolcezza della madre è unita, qui,alla delicatezza della poetessa.[8]. Traduzione di Salvatore Quasimodo in Lirici greci[9]

(GRC)

«ἔστι μοι κάλα πάις χρυσίοισιν ἀνθέμοισιν
ἐμφέρην ἔχοισα μόρφαν Κλέις ἀγαπάτα,
ἀντὶ τᾶς ἔγωὐδὲ Λυδίαν παῖσαν οὐδ' ἐράνναν ...»

(IT)

«Io ho una bella figlia, a fiori d'oro
simile nell'aspetto, Cleide amata,
in cambio della quale nè tutta la Lidia nè la preziosa...(io darei).»

Alcuni frammenti

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  1. ^ Versi di Saffo in un Ostrakon del II sec. a.C..
  2. ^ Sappho. Una nuova ode della poetessa, Milano-1941.
  3. ^ Lirici greci, Mondadori, Milano, 1946.
  4. ^ Antologia della letteratura greca, S. Lattes & C..
  5. ^ Lirici greci, Mondadori, Milano, 1946.
  6. ^ Antologia della letteratura greca, S. Lattes & C..
  7. ^ Lirici greci, Mondadori, Milano, 1946.
  8. ^ Antologia della letteratura greca, S. Lattes & C..
  9. ^ Lirici greci, Mondadori, Milano, 1946.