Utente:Alelag/La Leggenda di Donna Canfora (Palmi)

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Alcune zone costiere della Calabria e della Sicilia hanno in comune un’antica leggenda legata al sacrificio di una giovane donna per ricordare il nefasto periodo delle incursioni Saracene. Essa ricordata con il nome di Donna Canfora, risiede in un palazzo che oggi viene identificato in alcuni ruderi situato nelle adiacenze della Torre di Guardia. La leggenda ha un attestato storico riportato da un codice greco scritto da Pietro, vescovo della diocesi nel IX secolo.

Canfora, regina buona e bellissima della nobile città, privata in giovane età della sua vita, riversava l’affetto sul suo bambino e sui poveri. Un principe Saraceno, dopo le varie richieste respinte di condurla con sé in Oriente, riuscì a rapirla facendola salire con inganno nel suo veliero.

Consapevole che le lacrime e le implorazioni non avevano alcun effetto su di lui chiese, con finta rassegnazione, di poter salutare per l’ultima volta la sua Patria ed il suo bambino.

Appena fu portata a largo delle coste palmesi, senza alcuna esitazione, si buttò in mare senza riemergere mai più. La gente del posto crede di sentire nelle notti di tempesta un dolcissimo canto provenire dallo scoglio dell’Ulivo (scoglio caratteristico della parte costiera del luogo) ed aggirarsi tra i ruderi di quello che era il Palazzo di Donna Canfora.