Utente:Afnecors/Personaggi storici trentini/5

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Sambazio[modifica | modifica wikitesto]

Sambazio (sconosciuto, A cavallo fra il 300 e il 400 – sconosciuto, Prima meta del 400), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

San Vigilio[modifica | modifica wikitesto]

San Vigilio (sconosciuto , sconosciuta (IV secolo) – Val Rendena , 26 giugno 400), Vescovo di Trento.

La "Passio Sancti Vigilii" come la fonte biografica principaleGli altri documenti che trattano di San Vigilio e le divergenti opinioni sulla sua collocazione nella serie dei vescovi di TrentoLa portata della personalita di San Vigilio nella tradizione popolare trentinaLa missione dei santi martiri della Cappadocia presso il vescovo Vigilio nell'ambito del progetto di apostolato promosso da Ambrogio di MilanoIpotesi sulla struttura organizzativa della diocesi durante l'episcopato di VigilioIl martirio di San Vigilio in Val Rendena e la lunga ricerca delle sue reliquie

Sandri Giovanna[modifica | modifica wikitesto]

Sandri Giovanna (Roma, 1923 – , ), artista.

E' nata nel 1923 a Roma dove risiede e lavora. Laureata in Letteratura inglese a Napoli, ha insegnato nei Licei. Ha iniziato nel 1966 la sua attivita espositiva, con la partecipazione a collettive presso la Libreria Feltrinelli e la Galleria l'Obelisco, entrambe a Roma. Ha figurato in un grande numero di rassegne di poesia visuale in tutto il mondo. Del 1969 e il suo libro sperimentale Capitolo Zero, edito da Lerici, seguito da alcuni volumi di poesia in versi e poesia virtuale editi in Italia e negli Stati Uniti, come Ka S (dimora dell'asimmetrico) del 1976 dal Canguro all'Aithya o come farsi scrittura del 1980. Lavora in particolare sulla frammentazione delle lettere dell'alfabeto, alla ricerca di pseudo scritture archetipiche in una continua scomposizione e ricomposizione della scrittura. Ha partecipato alle rassegne piu importanti di poesia visiva:tra cui la Quadriennale di Roma nel 1968, la Biennale di Venezia nel 1978 e quella di San Paolo del Brasile nel 1981.Ha tenuto la sua principale mostra personale alfabeto / albero del Tempo a Palazzo del Te di Mantova, nel 1977. Nel 1989 crea il libro oggetto L'accostarsi alla forma dove la custodia del libro, come scrive Mirella Bentivoglio: " diviene il duplice segno di una perdita e di un recupero plastico".Ha collaborato con versi, scritti teorici e testi poetico-virtuali a numerose riviste della neoavanguardia, quali "Le parole rampanti". Nella direzione di elementi geometrici, grovigli, scritture esteticamente contrassegnate da un forte rinnovamento, negli anni novanta, crea le opere Clessidra: il ritmo delle tracce, 1992 e Le dieci porte di Zhuang-Zi, 1994. Quest'anno "Sylabantes" ha pubblicato alcune poesie tratte dalla raccolta Da scoglio ad arnia.BibliografiaFagone V. (prefazione di), Raccolta italiana di Nuova Scrittura, Milano, 1977;Bentivoglio M. (a cura di), Materializzazioni del linguaggio, Biennale di Venezia, 1978;Bentivoglio M. (a cura di), Pagine italiane all'aperto (cat. generale), Brasile, Museo di Recife, 1981;Bentivoglio M., Crissicopulos S. (a cura di), Fe-mail Art (pieghevole), Salonicco, Galleria ZM, 1983Sandri G., Hermes the Jolly Joker, Roma, Ed. Le parole gelate, 1985;Bentivoglio M. (a cura di), Volumina (cat. mostra), Senigallia, Rocca Roveresca, 1988;Bentivoglio M. (a cura di), Il Librismo (cat. mostra), Fiera di Cagliari, Ed. Arte Duchamp, 1990;Sandri G., Clessidra: il ritmo delle tracce, Verona, Ed. Anterem, 1992;Sandri G., Le dieci porte di Zhuang-Zi, Roma, Fondazione Giacinto Scelsi, 1994Tullio Altan S. (a cura di), Sylabantes: nei territori della poesia, Ed. Le parole gelate, Aquileia, 2001Bentivoglio M. (a cura di), (S)cripturae. Le scritture segrete: artiste tra linguaggio e immagine (cat. mostra), Padova, Galleria Civica, 2001;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Sartori Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Sartori Giovanni (, – , ), deputato alla Dieta di Innsbruck.


Scalfaro Oscar Luigi[modifica | modifica wikitesto]

Scalfaro Oscar Luigi (, – , ), Presidente della Repubblica italiana.


Scanavino Emilio[modifica | modifica wikitesto]

Scanavino Emilio (Genova, 1922 – Milano, 1986), artista.

Nasce a Genova nel 1922. Nel dopoguerra partecipa a numerose collettive. Con il 1947, anno in cui soggiorna a Parigi, ha inizio il suo percorso artistico. Nel 1950 Scanavino ottiene, ex aequo, il I Premio alla V Regionale Genovese. Una personale a Londra nel 1951 (Apollinaire Gallery) fa nascere l'interesse per la pittura di Bacon.Nello stesso anno, Scanavino inizia a frequentare, ad Albisola, il laboratorio di ceramica di Tullio Mazzotti, dove incontra Fontana. Verso il 1953 si avvicina cosi al gruppo spazialista, pur non aderendovi mai ufficialmente. La sua poetica si lega all'Informale, secondo una particolare lettura dove prevale un segno materico evidente in opere come La festa (1955) o Alfabeto senza fine (1957). Tra le molte rassegne cui partecipa in questi anni vanno ricordati il X Premio Lissone (premio acquisto per Ecce Homo, 1956-1957), la Biennale di Venezia del 1954, quella del 1958 (Premio Prampolini) e quella del 1960 (sala personale), la III Biennale del Mediterraneo ad Alessandria d'Egitto e l'VIII Quadriennale di Roma. Nel 1960 Scanavino vince il Premio Spoleto. All'inizio del nuovo decennio, Scanavino partecipa, nel clima di ritorno alla figurazione, alle rassegne: Possibilita di Relazione? (Roma, 1960) e Alternative attuali (L'Aquila, 1962). Nel 1965 espone alla Quadriennale romana, nel 1966, di nuovo con sala personale, alla Biennale di Venezia (Lunetta, 1966), e, nel 1970 alla Biennale di Mentone. L'anno successivo crea, in occasione della Biennale di S. Paolo in Brasile, con Alik Cavaliere Omaggio all'America -latina un' opera pitto-plastica censurata per ragioni politiche. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta Scanavino realizza Tramature, con i suoi caratteristici segni intrecciati, riproponendo il tema degli Alfabeti senza fine. Muore a Milano nel 1986.Bibliografia D'Amico F., Guadagnini W. (a cura di), Emilio Scanavino opere 1954-1962 (cat. mostra), Modena, Galleria Civica, 1990;Accame V., Scanavino. Disegni e scritti inediti, Bergamo, 1990;Accame G.M. (a cura di), Scanavino: coscienza e persistenza del segno, Brescia, Galleria Arte contemporanea Manuela Allegrini, 1993;Emilio Scanavino (cat. mostra), Chiavari, Palazzo Rocca, 2000/2001;Il segno impresso (cat. mostra), Bellinzona, Villa dei Cedri, 2001Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Scelba Mario[modifica | modifica wikitesto]

Scelba Mario (, – , ), .


Scopoli Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Scopoli Giovanni (, – , ), .


Scotoni Mario[modifica | modifica wikitesto]

Scotoni Mario (, – , ), .


Secondo di Trento o di Non[modifica | modifica wikitesto]

Secondo di Trento o di Non (, – , ), Storico e cronista.


Segarizzi Arnaldo[modifica | modifica wikitesto]

Segarizzi Arnaldo (Avio, 10/08/1872 – , 09/09/1924), bibliotecario, storico.

Frequento le Universita di Vienna, Roma, Genova e Padova. In quest?ultima si laureo nel 1897 in Lettere. Nel 1901 fu nominato aiutobibliotecario alla Marciana di Venezia e, il 1 aprile 1905, bibliotecario della Querini Stampalia. Lavoro per quasi vent?anni al riordino di questa biblioteca con grande passione e perizia, dimostrando di essere un degno continuatore di quella tradizione di bibliotecari trentini che aveva avuto illustri rappresentanti in Tommaso Gar e Riccardo Predelli Fu assiduo collaboratore delle riviste trentine dell?anteguerra, e in seguito di Studi Trentini. Dopo il 1918, quando il Comune di Trento si appresto a riordinare la Biblioteca Civica (era morto durante la guerra il suo bibliotecario prof. Lodovico Oberziner) il Segarizzi venne a Trento piu volte ed avvio un nuovo catalogo, adottando lo stesso metodo scientifico gia attuato nella Querini Stampalia. Egli fu pure di grande aiuto al nuovo bibliotecario L. Cesarini Sforza che assunse la direzione della Biblioteca Comunale di Trento l?1.1.1920. Socio della Deputazione Veneta di Storia Patria dal 1904 e suo attivissimo segretario dal 1920, fu promotore della Societa per gli Studi Trentini e suo consigliere di direzione nel primo biennio. Fu pure socio dell?Accademia roveretana degli Agiati, dell?Ateneo Veneto e dell?Accademia Virgiliana di Mantova. Particolarmente importanti sono i suoi studi sull?umanesimo veneto, su fra Dolcino e sulle relazioni degli ambasciatori veneti. Tra le sue opere piu significative ricordiamo: Fonti per la storia di fra Dolcino e Contributo alla storia di fra Dolcino e degli eretici trentini, in Tridentum, III (1900); Relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, in Scrittori d?Italia, Laterza, Bari 1912-1916, voll. I-III, Passaggi di Ambasciatori veneti per il Trentino e l?Alto Adige, in Archivio per l?Alto Adige, XII (1917). Necrologio con bibliografia a cura di LAMBERTO CESARINI SFORZA in Studi Trentini di Scienze Storiche, V (1924), pp. 358-362. Su di lui si veda pure: ADOLFO CETTO, La Biblioteca Comunale di Trento nel centenario della sua apertura, Leo Olschki edit., Firenze 1956, cap. IV, pp. [156]-164, Interim - Arnaldo Segarizzi.

Sighele Scipio[modifica | modifica wikitesto]

Sighele Scipio (, – , ), sociologo e criminologo.


Sigismondo Alfonso Thun[modifica | modifica wikitesto]

Sigismondo Alfonso Thun (Castel Thun, 7 novembre 1621 – Trento, 2 febbraio 1677), Vescovo di Trento.

Il travagliato iter della designazione a vescovo di TrentoIl dilagare del fenomeno della "caccia alle streghe" nella diocesi di TrentoLa lotta del vescovo contro il fenomeno dell'usura e le resistenze che dovette incontrare

Sigismondo d'Asburgo[modifica | modifica wikitesto]

Sigismondo d'Asburgo (, – , ), arciduca d'Austria e conte del Tirolo.


Sigismondo Francesco di Austria[modifica | modifica wikitesto]

Sigismondo Francesco di Austria (Innsbruck, 28 novembre 1630 – Innsbruck, 25 giugno 1665), Vescovo di Trento.

Le premesse delle ambizioni della casa d'Austria sull'episcopato trentino.Le conseguenze del mancato riconoscimento di Sigismondo Francesco come vescovo di Trento

Simonetti Gianni Emilio[modifica | modifica wikitesto]

Simonetti Gianni Emilio (Roma, 1940 – , ), artista.

Nasce a Roma nel 1940. Ha compiuto i suoi studi a Milano dove si e laureato in Economia presso l'Universita Cattolica. Ha insegnato Lettere, Filosofia e Cinema. La sua ricerca, fin dagli esordi, si pone attraverso la mescolanza di generi: pittura, musica e scrittura, estendendosi poi al teatro e al cinema. Simonetti nel 1963 intitola un romanzo e l'anno successivo un'opera Kammerkomerz, rifacendosi al lavoro di Kurt Schwitters. Un altro punto di riferimento importante per la sua attivita e l'opera di John Cage: nel 1964 Simonetti inizia infatti a comporre Mutica, diciassette partiture di "musica-muta" dove l'aspetto visivo assume un ruolo primario. La sua prima mostra risale al 1966 a Milano presso la Galleria Apollinaire. Tra gli spettacoli di Fluxus va menzionato il Festival organizzato nel 1967 a Torino con Ben Vautier e Ugo Nespolo. Sempre nel 1967 e tra i fondatori della rivista B't. Le opere di Simonetti sono intrecci di immagini rimpicciolite e di parole, spesso in lingue diverse, connesse tra loro da segni e annotazioni. Per denunciare la distanza della pratica artistica dalle dinamiche sociali l'artista sceglie di agire contemporaneamente su piu registri, contaminando i generi.Nel 1970 espone a New York, alla Galleria Bonino, e nel 1973 a Parigi, presso la Galleria Le Miniature. Nel 1975 le sue opere sono presentate in Germania a Baden Baden, presso la Keller Galerie e poi nel 1978 a Stoccarda presso la Galerie 66. Negli anni Ottanta espone in Spagna, a Madrid (1982, Galeria Arte Nuevo) e a Toronto (1988, Embassy Gallery). A Milano e presente nel 1991 con una Mostra al Mercato del Sale e nello stesso anno e a Vienna, alla Galleria Forum. Simonetti ha realizzato tre film: Teoria e pratica dell'architettura spontanea, 1971; Morire a Parigi, 1974; Lettere da un giorno di pioggia, 1992. BibliografiaFagone V. (prefazione di), Raccolta italiana di Nuova Scrittura, Milano, 1977;Della Grazia P., Carrega U., Accame V., Fagone V. (testi di), Archivio Della Grazia di Nuova Scrittura, Milano, 1989;XLIV Esposizione internazionale d'Arte. La Biennale di Venezia (cat. mostra), Venezia, 1990Zanchetti G. (a cura di), Text-image (cat. mostra), La Chaux-de-Fonds, Muse de beaux-arts, Rovereto, Mart, Bolzano, Mouseion, 1999-2000;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Sisedizio[modifica | modifica wikitesto]

Sisedizio (sconosciuto, Seconda meta del 600 – sconosciuto, Prima meta del 700), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Sisinio[modifica | modifica wikitesto]

Sisinio (, – , ), martire del IV secolo.


Sodegerio da Tito[modifica | modifica wikitesto]

Sodegerio da Tito (, – , ), podesta di Trento.


Stablisiano[modifica | modifica wikitesto]

Stablisiano (sconosciuto, A cavallo fra il 500 e il 600 – sconosciuto, Prima meta del 600), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Staccioli Mauro[modifica | modifica wikitesto]

Staccioli Mauro (Volterra, PI, 11/02/1937 – , ), artista.

Nasce a Volterra, in provincia di Pisa, l'11 febbraio del 1937. Nel 1954 termina gli studi presso l'Istituto d'arte di Volterra dove, nel 1960, espone per la prima volta alla Casa dello studente. Dall'ottobre del 1960 al novembre 1963 lavora come insegnante ed esponente sindacale a Cagliari, partecipando con altri, Gaetano Brundu, Luigi Mazzarelli e Primo Pantoli, alla formazione del Gruppo di iniziativa. Alla fine del 1963 si sposta a Lodi, dove rimane fino al 1968, impegnato in attivita politica.Si trasferisce quindi a Milano. Nel parlare della propria attivita negli anni settanta Staccioli pone il suo rapporto con la citta di Milano in primo piano: "il contatto con la situazione urbana milanese ha prodotto nel mio lavoro, una serie di reazioni per cui l'immagine violenta, provocatoria e stata dominante. La scultura non e piu un momento di abbellimento, una forma raccolta in s, ma occasione di riflessione critica". Essenziale diventa dunque la relazione tra l'artista e il luogo dove la scultura verra sistemata, non monumento o ornamento ma intervento, fatto per creare un rapporto nuovo e consapevole tra l'uomo e l' arte e l'architettura.Staccioli ha insegnato al Primo Liceo Artistico Statale di Milano. Molti sono gli scritti di carattere didattico, sul proprio lavoro politico e culturale elaborati nel corso degli anni. Tra le sue operazioni d'intervento artistico si rammentano quelle a Volterra nel 1972, alla Biennale di Venezia nel 1978, Martinafranca nel 1979, alla Galleria nazionale d'arte moderna di Roma e al Mercato del sale nel 1981, a Seul nel 1988, a San Giovanni Valdarno nel 1996, a Bergamo nel 1993 e Bruxelles nel 1998. Alcuni lavori come il muro della biennale o la "frattura" al mercato del Sale sollecitano in chi le vede un movimento, una risposta a un ostacolo che dev'essere superato, sono dunque segni che scuotono la sensibilita del pubblico.BibliografiaCollezione 88-90 (cat. mostra), Prato, Museo Pecci, 1990-1991;Bellini R. (a cura di), Anni '90. Arte a Milano (cat. mostra), Milano, Galleria Credito Valtellinese, Biblioteca Nazionale Braidense. Spazio Vigentina 1995;Batacchi F., Neff V., Schneider T. (a cura di), Staccioli: Ponte Levatoio: scultura e ambiente 1972-1999 (cat. mostra), Pergine Valsugana, Castello, 1999;Loers V. (a cura di), Mauro Staccioli: Works 1969-1999 (cat. mostra), Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura, 2000;Mauro Staccioli (cat. mostra), Milano, Arte Studio Invernizzi, 2000;Zwischen Figur und Krper. Aspekte der italienischen Kunst der Nachkriegszeit (cat. mostra), Rosenheim, Stdtische Galerie Rosenheim, 2000Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Starace Achille[modifica | modifica wikitesto]

Starace Achille (, – , ), .


Stefano da Cles[modifica | modifica wikitesto]

Stefano da Cles (, – , ), .


Strosio Andrea[modifica | modifica wikitesto]

Strosio Andrea (, – , ), arciprete, deputato alla Dieta di Innsbruck.


Tambosi Giovanni Battista[modifica | modifica wikitesto]

Tambosi Giovanni Battista (, – , ), .


Taramelli Torquato[modifica | modifica wikitesto]

Taramelli Torquato (, – , ), .


Tartarotti Girolamo[modifica | modifica wikitesto]

Tartarotti Girolamo (, – , ), .


Tassilone II di Baviera[modifica | modifica wikitesto]

Tassilone II di Baviera (, – , ), duca.


Teodorico[modifica | modifica wikitesto]

Teodorico (, – , ), re ostrogoto.


Teonesto[modifica | modifica wikitesto]

Teonesto (, – , ), martire orientale.


Thun Franz[modifica | modifica wikitesto]

Thun Franz (, – , ), presidente del Consiglio dei ministri dell'Austria.


Thunn Matteo[modifica | modifica wikitesto]

Thunn Matteo (, – , ), conte, affiliato alla Giovine Italia.


Tiberino Gian Maria[modifica | modifica wikitesto]

Tiberino Gian Maria (, – , ), .


Tico Alcide[modifica | modifica wikitesto]

Tico Alcide (Trento, 11/12/1911 – , 07/04/1991), artista.

Alcide Tico nasce a Trento l?11 dicembre 1911, bambino si trasferisce con la famiglia a Merano. Nel 1926, incoraggiato da Gino Pancheri, si iscrive alla scuola del marmo dell?Accademia di Belle Arti di Milano, sotto la guida di Adolfo Wildt. A Milano frequenta il gruppo dell?Avanguardia Artistica formato dai giovani Birolli, Manzu, Tomea, Sassu e lo stesso Pancheri. Conosce Edoardo Persico e Carlo Belli, assidui della Galleria del Milione diretta da Gino Ghiringhelli. Come gli altri scultori attivi in Trentino negli anni Trenta, Zuech, Fozzer, Zaniboni, in Tico e presente lo spirito novecentista, caratterizzato tuttavia da un puntiglio interpretativo lontano dalla pompa celebrativa del Fascismo. Fugace l?interesse legato alla non-figurazione, testimoniato comunque dalla scultura Ritmiastratti. Nel 1932 fa ritorno a Rovereto, e realizza i busti di Damiano Chiesa e Fabio Filzi. Del 1933 sono i due ritratti di Giovanni Comisso e Riccardo Zandonai. Le partecipazioni alle esposizioni sindacali d?arte trentine e trivenete, costellate da numerosi premi e riconoscimenti, diventano un appuntamento costante. E? impegnato come insegnante prima ad Ortisei, direttore della scuola di scultura in legno, ed in seguito a Padova, maestro di figura modellata. Nel 1935 e membro del direttorio del Sindacato Interprovinciale Belle Arti di Trento e quello seguente di Bolzano. Nel 1938 apre uno studio in via Margutta a Roma. Durante la seconda guerra mondiale si arruola come volontario ed e piu volte decorato. E? presente alla Biennale veneziana (1940, 1942) e alla Quadriennale romana (1944). Nel dopoguerra si trasferisce a Capri; dove apre la galleria ?L?oblo?. Nel 1952 interpreta lo scultore nel film ?Vacanze romane? firmando un contratto con la Paramount Pictures Corporation. In questo periodo realizza i ritratti di Gregory Peck, protagonista del film, e di altri attori noti come Toto e Anna Magnani. Negli anni Sessanta raccoglie molte commissioni religiose, realizza bassorilievi e statue di soggetto sacro, in particolare per il Vaticano. Negli anni Settanta e Ottanta, titolare della cattedra di scultura all?Accademia di Carrara, sperimenta forme sempre piu scarne e rigorose, nelle composizioni dedicate ai Satelliti e ai Totem preferendo materiali come marmo e porfido. Nel 1984 torna definitivamente ad Ortisei, dove muore il 7 aprile 1991. Bibliografia Pancheri G., Alcide Tico, in ?Il Brennero?, Trento 3 gennaio 1932; Belli C., Tico, in ?Brescia?, Brescia, a. IV, n.12 dicembre 1932; Notiziario, in "Studi Trentini", n. 4, 1934, p. 397; Piovan C., Tico, in "Trentino", Trento, aprile 1935, pp. 137-142; Belzoni M., La V sindacale d?arte a Bolzano, in ?Trentino?, Trento, a XII, n. 10, ottobre, pp. 291 - 298; Piovan C., Arte e scuola del legno a Ortisei, in "La provincia di Bolzano", Bolzano, 2 gennaio 1937; Nebbia U., Le mostre delle forze armate e dei concorsi, in ?La Biennale di Venezia?, Venezia, giugno 1942, p.105; Zampetti G., Visita allo studio romano dello scultore Alcide Tico, in ?Alto Adige?, Bolzano, 20 settembre 1954; Vacchini F, La cappella lituana nelle grotte vaticane, in ?L?Osservatore romano?, Roma, agosto 1970; Belli G., Eccher D. (a cura di), Alcide Tico. L?opera, (cat. della mostra, Trento, Palazzo Trentini) 1995; Arte e stato. Le esposizioni sindacali nelle Tre Venezie (1927-1944), (cat. della mostra Trieste, Museo Revoltella, poi Trento, Palazzo delle Albere) Milano, 1997; Scudiero M. (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000; Chini E., Mich E., Pizzamano P. (a cura di), L'arte riscoperta. Opere delle collezioni civiche di Rovereto e dell'Accademia Roveretana degli Agiati dal Rinascimento al Novecento, Rovereto, 2000, pp. 141-143. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte contemporanea di Trento e Rovereto

Togliatti Palmiro[modifica | modifica wikitesto]

Togliatti Palmiro (, – , ), .


Tolomei Ettore[modifica | modifica wikitesto]

Tolomei Ettore (, – , ), senatore del Regno d'Italia.


Tovazzi Gian Grisostomo[modifica | modifica wikitesto]

Tovazzi Gian Grisostomo (, – , ), .


Turco Turcato Lazzari Giulia[modifica | modifica wikitesto]

Turco Turcato Lazzari Giulia (, – , ), .


Turrini Giuseppe[modifica | modifica wikitesto]

Turrini Giuseppe (Avio, 5 aprile 1826 – , 1899), orientalista.

Giuseppe Turrini nasce ad Avio il 5 aprile 1826 dall'avv. Ludovico e Catterina Libera, due antiche famiglie oggi estinte. La scuola a cui si formo e stata squisitamente umanistica. Il suo primo insegnante fu il letterato don Francesco Pedrotti, quindi frequento il Ginnasio di Rovereto e poi il liceo a Trento. Ultimati lodevolmente gli studi liceali il Turrini si iscrisse alla facolta di Medicina dell'Universita di Padova, presso la quale si laureeranno anche il fratello Carlo e Giuseppe Segarizzi, figlio di Margherita Turrini e padre di Arnaldo Segarizzi. Per le sue idee nazionaliste e liberali il Turrini fu bandito dall'Impero Austriaco. Si arruolo quindi tra i volontari e partecipo in prima fila alle Cinque Giornate di Milano. Consegui successivamente la laurea in Medicina nel 1854 a Pisa, sotto la amichevole e preziosa guida di Silvestro Centofanti, Rettore magnifico dell'ateneo pisano e piu tardi nominato Senatore del Regno . Dal 1855 al 1856 frequento la scuola di perfezionamento in Chirurgia di Firenze. Ma il giovane medico trentino non abbandono mai gli amati studi classici e non fatico ad entrare in amicizia con gli intellettuali fiorentini che gravitavano intorno al cenacolo del Vieusseux. Fu in quegli anni che il Turrini strinse cordiali relazioni con il Ricasoli, il Minghetti, il Pepoli e il Capponi: tutti redattori della "Antologia". Quegli anni trascorsi a Firenze in compagnia dei migliori talenti italiani, arricchiscono la fertile e ingegnosa mente del Turrini. Nel 1858, chiamato dall'amico aviense Carlo Venturi, si trasferisce a Torino, dove segue assiduamente le lezioni di Gaspare Gorresio, orientalista di chiara fama e di Nicolo Tommaseo. Attraverso loro conoscera il Manzoni e il Rosmini, ormai morente a Stresa. Laureatosi in Glottologia, fu chiamato dallo stesso Gorresio quale proprio Assistente alla cattedra di Lingue Orientali. A Torino quello che prima era solo curiosita intellettuale, diventa sistematica ricerca linguistica. Compiutasi l'Unita d'Italia, il conte Terrenzio Mamiani, ministro dell'Istruzione, avendo istituito presso l'ateneo bolognese la cattedra di Filologia indo-europea, nomina con decreto 26 settembre 1860, il Turrini a tale prestigioso insegnamento. " Da quest'epoca fino alla morte, cioe per quasi quarant'anni - ebbe a dire il Podesta di Avio, Francesco Perotti Beno, nel corso della solenne commemorazione tenuta in Municipio - il Nostro occupo sempre quella cattedra con religioso dovere, studiando ed insegnando la antichissima lingua sanskrita a Lui tanto prediletta." Certo l'opera del traduttore e stata pionieristica e ricca di apporti originali quella del filologo. Senza considerare poi che il Turrini, divenuto Preside della facolta di Lettere, riusci addirittura a creare attorno alla sua persona un consenso che e andato oltre i confini nazionali. Nella sua commemorazione il Perotti Beno ricorda: "....Del suo soggiorno a Bologna, della letteratura che insegno in quella Universita, delle pubblicazioni sue, non e mio compito, n sarebbe in mia possibilita parlarne, accennero solo come in Bologna e presso il Governo stesso godesse molta stima e considerazione, come nel 1861 venisse dal Ministro della P.I. nominato membro della Regia Commissione dei testi di Lingua; ricopri anche la carica di Presidente della Societa di Mutuo Soccorso e Patronato per l'Emigrazione Politico Italiana; come nel 1866 venisse nominato membro della Deputazione Scolastica comunale di Bologna e infine come vestito delle insegne accademiche entro a far parte di quella ristretta lite della Societa Asiatica di Parigi. Con un bigliettino personale, Francesco De Sanctis, Ministro della Pubblica Istruzione, comunica al Turrini che Sua Maesta aveva firmato il decreto per il conferimento della Croce di Cavaliere. A proposito dei suoi scritti , in una recensione del 1893 Angelo Valdarnini scriveva in Rassegna Nazionale:"....Ma in tali lavori non basta conoscere bene l'uno e l'altro idioma, e cogliere tutti il pensiero altrui; ci vuole altresi vivissimo sentimento ed arte, che del Turrini fanno ormai uno dei piu geniali ed ammirabili Indianisti che onorino l'Italia" L'amore verso la terra natia il Nostro lo dimostrera lasciando per volonta testamentaria eredi universali la Pia Congregazione di Carita e l'Asilo Infantile di Avio, mente tutti i suoi numerosi e preziosissimi volumi e incartamenti sono stati donati alla biblioteca civica di Trento. Ma la figura di questo illustre trentino non puo essere circoscritta come in un medaglione o celebrata imbalsamata nel pantheon delle nostre patrie memorie. Perch acquisti interesse deve essere calata nella storia, e la sua opera va studiata nell'apporto che diede alla formazione della filologia e della filosofia orientale, nei rapporti che ebbe con le personalita piu illustri della cultura italiana e straniera. Bibliografia:" Uno studioso da ricordare: Giuseppe Turrini" a cura di Lorenzo Segarizzi in Rivista Studi Trentini di Scienze Storiche: n. 1 anno 1976

Udalrico della Porta[modifica | modifica wikitesto]

Udalrico della Porta (sconosciuto, inizio del 1200 – sconosciuto, seconda meta del 1200), Vescovo di Trento.

La precarieta del potere vescovile all'inizio della fase decadente del principato.La posizione di Udalrico a Trento e il suo allontanamento con il ritorno del vescovo legittimo.

Udalrico di Lichtenstein[modifica | modifica wikitesto]

Udalrico di Lichtenstein (sconosciuto , Prima meta del 1400 – incerto (Trento ?), 16 settembre 1505), Vescovo di Trento.

Le esitazioni della curia nel procedere, dopo la nomina, all'installazione del nuovo pastore sul soglio vescovileUn sinodo per richiamare i sacerdoti alla moralitaLa politica conciliante e conservatrice di Udalrico Lichtenstein, le risoluzioni e gli interventi intrapresi, la sua malattia

Udalrico Frundsberg[modifica | modifica wikitesto]

Udalrico Frundsberg (sconosciuto , Prima meta del 1400 – Cavalese, 10 agosto 1493), Vescovo di Trento.

Gli incarichi ecclesiastici di Ulrich von Frundsberg e il clima sfavorevole che lo accolse al principio del suo episcopatoLe ostilita con i veneziani e la battaglia di CallianoI sinodi diocesani di questo periodo come tentativi di arginare il rischio della degenerazione morale del cleroLe altre opere del vescovo. La vergognosa partecipazione del fratello come protagonista del "sacco di Roma"

Udalrico I[modifica | modifica wikitesto]

Udalrico I (sconosciuto , Seconda meta del 900 – sconosciuto, 24 agosto 1021), Vescovo di Trento.

La ipotesi sulla provenienza familiare di Udalrico I La conoscenza con Enrico II e la concessione del 1004La conferma del principato vescovile del 1027 e le altre notizie pervenute sulla vita di Udalrico

Udalrico II[modifica | modifica wikitesto]

Udalrico II (sconosciuto , Fine del 900 – sconosciuto, 25 febbraio 1055), Vescovo di Trento.

Le origini di Udalrico e le buone relazioni con l'autorita imperialeLa costituzione del principato vescovile di Trento e le sue prerogative: lo schiudersi di una nuova era per la Chiesa trentinaLe ragioni delle preferenze degli imperatori per il territorio trentino e la politica filo-imperiale dei vescovi. Udalrico come uomo di fiducia di Enrico IIILa crisi del papato in concomitanza con la crescente autonomia conseguita dal vescovado di TrentoIl "Dittico Udalriciano" e la sua importanza per la storiografia trentina. Le compilazioni successive al Dittico che analizzano la successione dei vescovi di TrentoGli interventi in Cattedrale e l'episodio del funerale imperiale a Trento. La rilevanza di questo evento ai fini della redazione del Sacramentario Udalriciano.

Ulrico di Scena[modifica | modifica wikitesto]

Ulrico di Scena (, – , ), .


Usingo[modifica | modifica wikitesto]

Usingo (, – , ), Governatore longobardo di Trento.


Valentino[modifica | modifica wikitesto]

Valentino (sconosciuto, A cavallo fra il 300 e il 400 – sconosciuto, Intorno alla meta del 400), Vescovo di Trento.

Come per la maggior parte dei vescovi risalenti ai primi secoli del medioevo, anche per Valentino non e facile rinvenire informazioni. Di lui esiste l'indicazione del nome nel Dittico Udalriciano, in successione agli altri vescovi del medesimo periodo storico, elemento che ci permette di collocare l'epoca in cui visse questo personaggio alla prima meta del V secolo. Una precisazione, tuttavia, va fatta a suo riguardo. Qualcuno identifica il vescovo Valentino con il San Valentino che ricopri l'incarico di abate e di vescovo delle due Rezie, sempre nel V secolo. A questa deduzione si e giunti sulla base del fatto che alla morte di quest'ultimo, i suoi resti furono in un primo tempo conservati nel "Castrum Maiense", presso Merano, e successivamente fatti trasferire a Trento dai longobardi verso la meta dell'VIII secolo, proprio verso la conclusione del regno longobardo in Italia. Ricerche piu recenti hanno comunque confutato l'attendibilita di quest'ipotesi.

Valerio[modifica | modifica wikitesto]

Valerio (sconosciuto, Intorno alla meta del 400 – sconosciuto, A cavallo tra il 400 e il 500), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Vannetti Clementino[modifica | modifica wikitesto]

Vannetti Clementino (, – , ), letterato.


Vannetti Giuseppe Valeriano[modifica | modifica wikitesto]

Vannetti Giuseppe Valeriano (, – , ), .


Verecondo[modifica | modifica wikitesto]

Verecondo (sconosciuto, Verso la seconda meta del 600 – sconosciuto, Prima meta del 700), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Villa Emilio[modifica | modifica wikitesto]

Villa Emilio (Affori, MI, 1914 – , ), artista.

Nasce ad Affori, in provincia di Milano, nel 1914. Ha studiato al seminario di San Pietro Martire, presso Seveso, poi a Saronno e Venegono. Gia a partire degli anni Trenta si stabilisce a Roma dove prosegue gli studi presso l'Istituto Biblico, tra il 1933 e il 1936, dove apprende l'assiro-babilonese e la filologia semitica. Alla fine del 1943 torna a Milano,moltiplicando i contatti con alcuni intellettuali antifascisti, Gillo Pontecorvo, Vasco Pratolini, Franco Fortini.. Nel 1951 si trasferisce in Brasile e lavora presso il Museu de Arte (MASP) di Sao Paulo. Una scelta dei suoi numerosi interventi di critico d'arte d'avanguardia e raccolta in Attributi dell'arte odierna 1947/1967 (Milano 1970).Parte della sua produzione poetica, scritta in diverse lingue (italiano, latino, greco, portoghese, provenzale e, a partire dagli anni Cinquanta, soprattutto francese) si trova ora in Opere poetiche (Coliseum, Milano 1989, premio Mondello 1990). Tra le sue traduzioni, dall'accadico, il testo di una tavoletta dell'Enuma elish (1939), ripresa ed elaborata in seguito da Giovanna Sandri, l'Odissea, (Feltrinelli 1972) - e Giobbe e Cantico dei Cantici (1947); ha tradotto e chiosato testi dell'Antico Testamento. In collaborazione con altri artisti, tra i quali Alberto Burri, Gastone Novelli, Corrado Costa ha curato numerose pubblicazioni. Nel 1993 la Biennale di Venezia ha dedicato uno spazio agli "oggetti di poesia" di Villa e la rivista francese "La Main de Singe" ha pubblicato un numero monografico dedicato alla sua poesia (n. 8, a cura di Alain Degange).Il 21 gennaio 1986 e colpito da ictus cerebrale. Della Grazia P., Carrega U., Accame V., Fagone V. (testi di), Archivio Della Grazia di Nuova Scrittura, Milano, 1989;BibliografiaPrima edizione del premio "Poesia Aperta" (cat. mostra), Milano, Palazzo Sormani - Sala del Grechetto, 1990;Tagliaferri A. (a cura di), Emilio Villa: oggetti di poesia (cat. mostra), Milano, Archivio Nuova Scrittura, 1994;Bellini R. (a cura di), Anni '90. Arte a Milano (cat. mostra), Milano, Galleria Credito Valtellinese, Biblioteca Nazionale Braidense. Spazio Vigentina 1995;Tagliaferri A. (a cura di), Emilio Villa. Opere e documenti (cat. mostra), Prato, Museo Pecci, 1996;Craia S., Pappalardo M., Prosperi G. (un'idea di), Emilio Villa Premio Nobel (cat. mostra), Tolentino, Teatrino di Paterno Tolentino, 1997Zanchetti G. (a cura di), Text-image (cat. mostra), La Chaux-de-Fonds, Muse de beaux-arts, Rovereto, Mart, Bolzano, Mouseion, 1999-2000;Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Vincenti Carlo[modifica | modifica wikitesto]

Vincenti Carlo (Viterbo, 23/11/1946 – , 06/06/1978), artista.

Carlo Vincenti, poeta ed artista, nasce a Viterbo il 23 novembre del 1946 Fin da piccolo manifesta una grande passione per il disegno tanto che sui giornali locali viene descritto come un bambino dall'inconsueta e straordinaria abilita per la sua eta. Nel 1958 a 12 anni vince il primo premio al concorso di pittura ENAL. Nel 1965 si diploma al Liceo Scientifico Paolo Ruffini di Viterbo.E' l'anno in cui conosce una giovane donna che morira poco dopo in un tragico incidente stradale all'isola d'Elba. Questa perdita segna profondamente la vita dell'artista provocando gravi crisi psichiche ed esistenziali.Nel 1965 s'iscrive alla Facolta di Architettura di Roma e frequenta per qualche mese il Seminario Diocesano de La Quercia (VT). Visita gallerie e musei Segue i corsi universitari per due anni e la continua gli permette una notevole crescita artistica. Le sue opere, prevalentemente collages utilizzano frammenti di giornale, appunti, immagini, brandelli di disegni, alfabeti, petali secchi, carte argentate e calendari. Frammenti che recuperano un mondo senza unita, senza armonia. Nel 1969, in conseguenza ad una crisi viene ricoverato per la prima volta in una clinica psichiatrica. All'isola d'Elba nel 1972 tenta di togliersi la vita. Nel 1974 il Gallerista Alberto Miralli, nell'intento di valorizzarne l'opera e la ricerca espressiva, gli procura un contratto di lavoro.Dal 1975 al 1978 ha una serie ininterrotta di ricoveri presso l'Ospedale Psichiatrico di Siena ed in cliniche per malattie mentali da dove mantiene un fitto rapporto epistolare con i parenti e gli amici continuando la produzione artistica.Muore suicida a Viterbo il 6 giugno del 1978, all'eta di 32 anni. Nella sua breve vita partecipa a rassegne e d esposizioni soprattutto a Roma e a Viterbo.Nel 1996 la Galleria il Peccolo di Livorno dedica una mostra ai suoi lavori.BibliografiaOmaggio a Vicenti - Immagini e segni (cat. mostra), Viterbo, Galleria Miralli, 1990;Durante la sosta a Viterbo, Ritratti e volti 1964-1978 (cat. mostra), Viterbo, Galleria Miralli, 1993;Crispolti E., Ceccobelli B. (a cura di), Durante la sosta a Viterbo. Ritratti e volti 1964-1978 (cat. mostra), Viterbo, Galleria Miralli, 1993;Francocci M., Ponzi G. (testi di), Carlo Vincenti. Collages, Livorno, Galleria Peccolo, 1996Boschiero N. (a cura di), Il deposito della Grazia e l'archivio di Nuova Scrittura, (cat. mostra), Rovereto, Archivio del '900, 2001

Vitale I[modifica | modifica wikitesto]

Vitale I (sconosciuto, Seconda meta del 500 – sconosciuto, Prima meta del 600), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Vitale II[modifica | modifica wikitesto]

Vitale II (sconosciuto, Verso la meta del 600 – sconosciuto, A cavallo fra il 600 e il 700), Vescovo di Trento.

Il vescovo viene nominato nel Dittico Uldariciano, ma non e stato possibile rintracciare altre notizie nelle fonti storiche.

Vittorio Emanuele III[modifica | modifica wikitesto]

Vittorio Emanuele III (, – , ), re d'Italia.


von Felbger Johan Ignaz[modifica | modifica wikitesto]

von Felbger Johan Ignaz (, – , ), .


Weber Simone[modifica | modifica wikitesto]

Weber Simone (Denno, 10/11/1859 – , 05/04/1945), storico.

Mons. Simone Weber si occupo nei suoi studi e nelle sue numerosissime pubblicazioni soprattutto di storia trentina, dall?archeologia alla storia ecclesiastica, in particolare del medioevo e dell?eta moderna. Fu socio dell?Accademia roveretana degli Agiati, della Deputazione Veneta di Storia Patria e commissario agli archivi ecclesiastici trentini. Il numero maggiore dei suoi lavori e costituito da spogli di archivi, pubblicati di preferenza sulla Rivista Tridentina di cui fu assiduo collaboratore. Numerose sono pure le recensioni da lui curate. Tra le sue pubblicazioni piu significative ricordiamo: Breve vita del Beato Stefano Bellesini agostiniano di Trento, Tip. del Comitato diocesano edit., Trento 1904, II ediz. 1905; Gli stemmi dei Vescovi e Principi di Trento, in Rivista Tridentina, VII (1907), n. 1, pp. 1-25, con 45 ill. di stemmi; I maestri di grammatica a Trento fino alla venuta dei PP Gesuiti, in Studi Trentini, I (1920), pp. 193-206; Le residenze dei Vescovi di Trento, in Studi Trentini, V (1924), pp. 23-27; Arte e storia nelle nostre chiese, in Vita Trentina (settimanale, Trento), 44 articoli pubblicati negli anni 1928 e 1929; I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Libreria Moderna edit. A. Ardesi, Trento 1932; Artisti trentini e artisti che operarono nel Trentino, Tip. Artigianelli, Trento 1933; Le Chiese della Val di Sole nella storia e nell?arte, vol. I, Tip. Artigianelli, Trento 1936; Le Chiese della Val di Non nella storia e nell?arte, vol. II, id., 1937, vol. III, id., 1938; Vita del Beato Stefano Bellesini agostiniano di Trento, Tip. Artigianelli, Trento 1940; Il Concilio di Trento, id., 1943. Necrologio a cura di GIOVANNI CICCOLINI e bibliografia a cura di BRUNO EMMERT in Archivio Veneto, 1945, V serie, vol. XXXVI-XXXVII (1945), pp. 292-316. Necrologio a cura di GIOVANNI CICCOLINI in Studi Trentini di Scienze Storiche, XXV (1946), pp. 69-70.

Wolkenstein Teobaldo[modifica | modifica wikitesto]

Wolkenstein Teobaldo (, – , ), commissario imperiale.


Zanello di Riva[modifica | modifica wikitesto]

Zanello di Riva (, – , ), .


Zanini Luigi detto Gigiotti[modifica | modifica wikitesto]

Zanini Luigi detto Gigiotti (Vigo di Fassa, 1893 – , 01/10/1962), artista.

Nasce a Vigo di Fassa (TN) nel 1893. Nel 1913 va a Firenze, dove frequenta per qualche periodo l'Accademia e partecipa al movimento de "Lacerba", la rivista di Papini e Soffici. Nel 1920 espone alla Galleria d'Arte di Milano una trentina di opere. Zanini in questi anni si cimenta anche con l'architettura, lavorando per Muzio ma anche in proprio, nel 1921 infatti, arreda e decora la cantina di Aldo Borletti, perfetto esempio di integrazione tra pittura e architettura. Nel 1923, grazie alla generosa committenza di Lina Castelbarco Erba, progetta il ristorante Gallo d'oro (1923), nel 1926 ristruttura il palazzo in via Marsala, costruisce un edificio in via Pellegrino Rossi , e la Scuola elementare Maria di Castelbarco Pindemonte a Vo' di Isola della Scala, mentre tra il 1927 e il '29 realizza lo stabilimento Erba a Dergano . Negli anni tra il 1922 e il 1930 Gino Guardini incarica l'artista di arredare e decorare ben 8 rosticcerie. Nel 1925 il socio di Guardini, Faccincani gli affida il progetto per una villa in via Comelico. Nonostante i numerosi impegni come architetto, Zanini non dimentica la pittura, aderisce al movimento di Novecento, partecipando alle due esposizioni del 1926 e 1929, oltre a quelle itineranti all'estero. Tra i dipinti presentati ricordiamo L'incendio , Paese e Valle d'Adige . Due tragici lutti lo colpiscono, nel 1928 muore la prima moglie Maria Luisa Brazzabeni e nel 1933 la seconda, Paola Consolo, pittrice di talento. Nel decennio del Trenta Zanini espone spesso all'estero, a Berna, Basilea e Stoccolma, partecipa alla I Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia nel 1932 e '34. Una grossa mole di impegni lo tiene occupato anche come architetto: ridotto e ristorante alla V Triennale di Milano (1933), palazzo in piazza Duse (1933-34), villa Formenti (1935-37) e il Centro Contabile di Villa Ombrosa (1940-1941) impegnativo progetto con portineria, palazzo uffici, archivio. A testimonianza della sua particolare personalita di uomo di cultura scrivono su di lui autori eccellenti: nel 1939 Riccardo Bacchelli pubblica "L'uomo dal farsetto verde", Solmi ( 1940 ), Alberto Savinio (1947) ed Eugenio D'Ors (1953) gli dedicano importanti monografie, ed infine Raffaele Mattioli, presidente della Banca Commerciale Italiana, per il quale Zanini realizza numerose sedi della BCI, vuole nel 1965 onorare la memoria dell'artista con "Omaggio a Gigiotti Zanini", breve antologia con scritti di Montale, Messina, Carra. Zanini muore a Gargnano, sul lago di Garda, nell'ottobre del 1962. Bibliografia Garbari T., All'esposizione d'Arte antica e moderna- Gigiotti Zanini, in "La liberta", 4 settembre 1919; Fiumi N.G., Gigiotti Zanini, his italian restaurants and shops, in "Commercial Art", London, n.15, settembre 1927; II Mostra d'Arte, (cat. della mostra Como, Villa Olmo) (testo di Alberto Sartoris) 1937; Bacchelli R., Gigiotti Zanini, Bologna, L'Italiano Editore 1939; Bertolucci A., Violini e muretti, in "Corriere emiliano", 28 dicembre 1940; Solmi S., Gigiotti Zanini, Milano, Hoepli 1940; S.B.(Silvio Branzi), Mostre d'Arte-Gigiotti Zanini, in "Il Gazzettino", 17 ottobre 1946; 100 mostra del cavallino. Gigiotti Zanini, (cat. della mostra Venezia, Galleria del Cavallino), 1946; Savinio A., Gigiotti Zanini, Milano, Hoepli 1947; D'Ors E., Gigiotti Zanini, Milano, Alfieri e Lacroix 1953; Maroni R., Gigiotti Zanini pittore, C.A.T., 1964, (II ed. 1977) 1964; Gigiotti Zanini pittore, (cat. della mostra Milano, Galleria Gian Ferrari, 1964; Barilli R. e Solmi F. (a cura di), La metafisica gli anni Venti, (cat. della mostra Bologna, Galleria d'Arte Moderna) 1980; Confluenze mitteleuropee nelle Tre Venezie, Milano, Galleria Gian Ferrari, (testo di R. Bossaglia) 1983; Giorgio Ciucci (a cura di), Gigiotti Zanini pittore e architetto, (cat. della mostra Trento, Palazzo delle Albere ) 1992; Boschiero N., (a cura di), Gigiotti Zanini, in Espressione e Oggettivita, (cat. della mostra Innsbruck, Trento, Bolzano) Innsbruck, 1994, pp. 308-317; Degasperi F., Nicoletti G., Pisetta R. (a cura di), Dizionario degli artisti trentini tra ?800 e ?900, Edizioni Il Castello, Trento, 1998; Scudiero (a cura di), Arte trentina del '900, 1900-1950, Trento, 2000. a cura di Nicoletta Boschiero - Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Zippel Vittorio[modifica | modifica wikitesto]

Zippel Vittorio (Trento, 04/03/1860 – , 04/04/1937), podesta di Trento, storico.

Figlio di Giuseppe Zippel, proprietario dell?omonima tipografia da cui usci dal 1875 la rivista Archivio Trentino e piu tardi il Trentino di Cesare Battisti, Vittorio Zippel ebbe modo di entrare in rapporto con alcuni famosi letterati ed artisti dell?epoca: fu per vari anni in corrispondenza con il pittore Segantini, con Ugo Ojetti e Giosue Carducci. Irredentista, nel 1898 venne eletto consigliere comunale e poi assessore; nel 1911 fu nominato vicepodesta e, il 22 settembre 1913, podesta. Fu tra i soci promotori della S.A.T. e membro del suo Comitato centrale. A causa della sua attivita irredentistica venne destituito il 20 maggio 1915 dalla carica di podesta. Il 6 aprile 1916, nel corso di una perquisizione della polizia austriaca, gli fu trovato un diario di guerra, per cui fu arrestato e condannato, il 17 gennaio 1917, a otto anni di carcere duro, condanna che sconto in parte nel penitenziario di Graz. Il suo diario venne pubblicato a cura di BICE RIZZI, dalla Societa di Studi Trentini di Scienze Storiche nel 1968: Diario del carcere e memorie per gli anni 1915-1918. Sulla condanna dello Zippel si veda: Gericht des K.u.K. Militrstationskommando in Trient - Urteil in der Strafsache gegen Vittorio Zippel, Trento 1917 (BCT, coll. TR 1b 3) di 171 pp., e ETTORE TOLOMEI, La condanna di Vittorio Zippel per delitto di alto tradimento, in Archivio per l?Alto Adige, XV (1920), pp. 350-356. Dopo la guerra fu nominato, il 22 novembre 1918, dal generale Pecori Giraldi, sindaco di Trento, carica che tenne fino al 25 gennaio 1922. Nel febbraio 1919 venne nominato senatore, in riconoscimento dei suoi meriti patriottici e culturali. Fu consigliere della societa Dante Alighieri e dell?Istituto Veneto di Arti e Lettere. Collaboro con articoli storici e letterari a varie riviste culturali trentine e nazionali. Una completa bibliografia dei suoi scritti venne pubblicata a cura del conte LAMBERTO CESARINI SFORZA nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche, XVIII (1937), n. 2, pp. 144-148. Necrologio a cura di BICE RIZZI, in AAA, 1937, serie IV, vol. XIII, pp. XXIX-XXXI, e di LAMBERTO CESARINI SFORZA in Studi Trentini di Scienze Storiche, XVIII (1937), pp. 140-144.

Zotti Raffaele[modifica | modifica wikitesto]

Zotti Raffaele (, – , ), .