Utente:ACSilvia/Sandbox

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Rosina Frulla, coniugata Sorbini (Pesaro, 30 novembre 1926Pesaro, 10 gennaio 2015), è stata una partigiana italiana, Nel 1952 sposa Ferruccio Sorbini, partigiano conosciuto durante la Resistenza.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di origine[modifica | modifica wikitesto]

Rosina Frulla [1] nacque a Pesaro il 30 novembre 1926. La sua famiglia era povera e il padre, muratore, emigrò in Francia. Morì a soli 33 anni e Rosina iniziò a lavorare a otto anni e mezzo: prima “a servizio”, poi in filanda e infine nella refezione scolastica. Decisiva per la sua formazione di antifascista fu la vicinanza con la famiglia di Luigi Fabi, “una famiglia antifascista quadrata” segnata dalla violenza dei fascisti: il carcere, il fratello Duilio ammazzato di botte e la madre morta di crepacuore. Fabi diventò quasi una figura paterna per Rosina e suo fratello e li coinvolse nella Resistenza attraverso il Partito Comunista locale: “Noi eravamo piccoli ma non ci tiravamo mai indietro”.

L'impegno politico durante la Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Approfittando del suo lavoro nella refezione scolastica, Rosina Frulla portava viveri ai soldati italiani prigionieri dei tedeschi, molti dei quali confluirono poi tra le fila della Resistenza. Iniziò a diffondere clandestinamente l'Unità, organo del PCI, e nello stesso periodo diventò staffetta partigiana. In sella ad una vecchia bicicletta senza copertoni, trasportava messaggi ed armi e partecipava a riunioni clandestine che si svolgevano in chiesa. Fingendo di pregare e al riparo dagli occhi dei fascisti locali, venivano pianificati piani ed azioni. Per la giovane Rosina, come per molte altre donne protagoniste di quelle vicende, la Resistenza fu una esperienza esaltante di emancipazione dalla marginalità. Giovane, donna, proletaria e scarsamente istruita, per lei la lotta di Liberazione rappresentò una maturazione umana, culturale, civile e politica. Dopo il 25 aprile del 1945, continuò il suo impegno politico e il suo “non tirarsi mai indietro” condizionerà le sue scelte di vita.

La militanza nel Partito Comunista[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Italia del secondo dopoguerra, la scelta di essere comunista era destinata a condizionare inevitabilmente anche il privato. Il matrimonio con Ferruccio Sorbini, partigiano incontrato durante la Resistenza, fu celebrato con rito civile con tanto di tappeto rosso e fiori. Per sposarsi in Chiesa, infatti, Rosina Frulla avrebbe dovuto rinunciare alla tessera del PCI. Dalla loro unione, che non mancò di suscitare scandalo per l’epoca, nacquero due figli.

Dalla parte degli ultimi[modifica | modifica wikitesto]

Sempre coerente con se stessa, dalla parte dei più deboli, dei lavoratori, delle donne, Rosina Frulla fu molto attiva nelle lotte sindacali cercando di coinvolgere le lavoratrici e incoraggiando le meno politicizzate. Con l’UDI di Pesaro si impegnò per l’apertura degli asili, strumenti ritenuti fondamentali per rendere possibile la partecipazione delle donne alla vita lavorativa e civile. Sarà sempre una militante di base, una volontaria generosa, in prima linea in ogni lotta o rivendicazione. Un impegno senza riserve e lontano da ogni prospettiva di beneficio personale, caratteristica che diventerà misura critica rispetto alle trasformazioni successive del panorama politico e sindacale.

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Negli ultimi anni Rosina non abbandonò mai il vezzo di vestire di rosso e fino alla fine conserverà l’abitudine, quasi un rituale, di issare una bandiera rossa davanti a casa sua ogni Primo Maggio.

Sitografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le informazioni biografiche sono state desunte dalla voce dedicata a Rosina Frulla scritta da Lucrezia Boari per il progetto #leviedelledonnemarchigiane dell'Osservatorio di Genere. Il progetto sta avendo come esito la pubblicazione di un volume che raccoglie le biografie di 47 donne marchigiane nominate dal web tra dicembre 2015 e gennaio 2016. #leviedelledonnemarchigiane ha il patrocinio della Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, del Comune di Macerata, del Consiglio delle Donne di Macerata. Per maggiori informazioni Osservatorio di Genere - progetto #leviedelledonnemarchigiane