Topi del ghiacciaio

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Topi del ghiacciaio sull'Île de la Possession.

I topi del ghiacciaio sono colonie di muschi che si trovano su alcuni ghiacciai ed ecosistemi adiacenti. Sono composti da varie specie di muschio[1] e possono anche ospitare altre specie, come vermi nematodi, collemboli e tardigradi.[2] Sebbene le condizioni preliminari necessarie affinché i topi dei ghiacciai si formino debbano ancora essere determinate, sono stati osservati in Alaska, Cile, Groenlandia, Islanda, Svalbard, Uganda e Venezuela, così come in diverse isole sub-antartiche.[3][4][5] In almeno alcuni casi, i topi dei ghiacciai sembrano riprodursi asessualmente a causa dell'effetto dell'aspro ambiente glaciale sulle strategie tradizionali di riproduzione dei muschi.

I topi dei ghiacciai sono degni di nota anche visto il loro movimento sul ghiaccio, che sembra non essere casuale, assumendo la forma di un comportamento simile a quello di un branco. Questo movimento non è ancora spiegato[1] e non sembra essere il risultato solo del vento o della direzione di un pendio. In media, si muovono di circa 2, 2.5 centimetri al giorno. L'uso di accelerometri ha dimostrato che i topi dei ghiacciai effettivamente ruotano e rotolano, anziché scivolare semplicemente sul ghiaccio, esponendo nel tempo tutte le loro superfici[6] Le misurazioni sui topi dei ghiacciai mostrano che trattengono calore e umidità, creando un ecosistema adatto per microorganismi che altrimenti non potrebbero vivere su un ghiacciaio.[7][8] Attualmente si pensa che i topi dei ghiacciai possano vivere 6 o più anni.[6]

I topi dei ghiacciai furono descritti per la prima volta nel 1950 dal metereologo islandese Jón Eyþórsson, che vi si riferì come jökla-mýs, islandese per "topi dei ghiacciaio"[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Nell Greenfieldboyce, Herd Of Fuzzy Green 'Glacier Mice' Baffles Scientists, in NPR, 9 maggio 2020. URL consultato il 25 maggio 2020.
  2. ^ Justine E. Hausheer, Curious 'Mice' Thrive on Glaciers, in Audubon, gennaio–February 2013. URL consultato il 25 maggio 2020.
  3. ^ James H. Dickson e Robert E Johnson, Mosses and the beginning of plant succession on the Walker Glacier, southeastern Alaska, in Lindbergia, vol. 37, n. 2, 2014, pp. 60–65, DOI:10.25227/linbg.01052.
  4. ^ Francisco L. Perez, Ecology and Morphology of Globular Mosses of Grimmia longirostris in the Paramo de Piedras Blancas, Venezuelan Andes, in Arctic and Alpine Research, vol. 23, n. 2, 1991, pp. 133–148, DOI:10.2307/1551378, JSTOR 1551378.
  5. ^ Jun Uetake, Sota Tanaka, Kosuke Hara, Yukiko Tanabe, Denis Samyn, Hideaki Motoyama, Satoshi Imura e Shiro Kohshima, Novel Biogenic Aggregation of Moss Gemmae on a Disappearing African Glacier, in PLOS ONE, vol. 9, n. 11, 17 novembre 2014, pp. e112510, Bibcode:2014PLoSO...9k2510U, DOI:10.1371/journal.pone.0112510, PMC 4234412, PMID 25401789.
  6. ^ a b (EN) Scott Hotaling, Timothy C. Bartholomaus e Sophie L. Gilbert, Rolling Stones Gather Moss: Movement and Longevity of Moss Balls on an Alaskan Glacier, in Polar Biology, vol. 43, n. 6, 2020, pp. 735–744, DOI:10.1007/s00300-020-02675-6, ISSN 0722-4060 (WC · ACNP).
  7. ^ Matt Kaplan, On Glaciers, Balls of Dust and Moss Make a Cozy Home, in The New York Times, New York City, New York, 27 agosto 2012. URL consultato il 25 maggio 2020.
  8. ^ S.J. Coulson e N.G. Midgley, The role of glacier mice in the invertebrate colonization of glacial surfaces; the moss balls of the Falljökull, Iceland (PDF), in Polar Biology, vol. 35, n. 11, 2012, pp. 1651–1658, DOI:10.1007/s00300-012-1205-4.
  9. ^ Jón Eythórsson, Jökla-mýs, in Journal of Glaciology, vol. 1, n. 9, 1951, p. 503, DOI:10.3189/S0022143000026538.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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