Visualizza wikitesto di Storia del Football Club Internazionale Milano

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La '''storia del Football Club Internazionale Milano''', società calcistica italiana con sede nel [[Milano|capoluogo]] della [[Lombardia]], ebbe inizio il 9 marzo [[1908]], giorno della sua fondazione compiuta ad opera di quarantaquattro soci dissidenti del {{Calcio Milan|N}}.

Nel corso dei suoi 116 anni di esistenza, l'Inter ha conseguito la vittoria di 46 titoli ufficiali – 37 nazionali e 9 internazionali –, divenendo il terzo club italiano per numero di successi dietro la {{Calcio Juventus|N}} e il Milan. Quella nerazzurra risulta essere la sola squadra del ''[[bel paese]]'' che, fin dalla propria stagione di debutto (la [[Football Club Internazionale 1908-1909|1908-1909]]), ha gareggiato ininterrottamente nella [[Serie A|massima divisione]] del campionato nazionale; ha vinto almeno una competizione ufficiale in quasi ogni decennio di storia trascorso dalla propria fondazione (eccezion fatta per gli anni 1940). La compagine nerazzurra, inoltre, occupa il sesto posto (terzo tra i club italiani) nella speciale classifica dei [[Migliori club del XX secolo per ogni continente IFFHS#In Europa (top 10)|migliori club europei del XX secolo]], stilata dall'[[IFFHS|Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio]] (IFFHS),<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.iffhs.de/?a413f0e03790c443e0f40390b41be8b01905fdcdc3bfcdc0aec70aeedb883ccb05ff1d|titolo=Europe's Club of the Century|editore=International Federation of Football History & Statistics|data=10 settembre 2009|accesso=14 settembre 2009|urlarchivio=https://archive.is/20120524184019/http://www.iffhs.de/?a413f0e03790c443e0f40390b41be8b01905fdcdc3bfcdc0aec70aeedb883ccb05ff1d|dataarchivio=24 maggio 2012}}</ref> ed è l'unica società italiana ad avere conseguito un ''[[treble]]'', ovvero le vittorie nell'arco di una singola stagione di campionato, coppa nazionale e Champions League.

== Le origini ==
=== La fondazione (1908) ===
{{citazione|È il titolo di un nuovo Club sorto da pochi giorni a Milano. Il nuovo Club, nato da una deplorevole scissura che non pochi malintesi hanno creato in seno al Milan Club, è composto in maggioranza di attivi footballey e di parecchi appassionati. Il massimo buon volere e i migliori propositi sono le basi della nuova società che per ora promette poche ma buone cose. Scopo precipuo del nuovo Club è di facilitare l'esercizio del calcio agli stranieri residenti a Milano e diffondere la passione fra la gioventù Milanese, alla quale vanno fatte speciali e assai lodevoli felicitazioni. I nostri auguri di vita lunga, prospera e, quel che più conta, concorde vadano al nuovo sodalizio, che troverà certo nei suoi fondatori quella buona volontà necessaria perché i buoni intendimenti manifestati abbiano il miglior successo.<ref name="originiinter">[http://www.interfc.it/Origini.asp interfc.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170606032220/http://interfc.it/Origini.asp |data=6 giugno 2017 }}</ref>|''[[La Gazzetta dello Sport]]'', marzo [[1908]]}}

Il Football Club Internazionale Milano nacque alle ore 23:30 del 9 marzo [[1908]]<ref>{{cita news|autore=Gianni Mura|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/03/08/da-angelillo-ibra-cento-anni-dell-inter.html|titolo=Da Angelillo a Ibra i cento anni dell'Inter|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 marzo 2008|pp=1-13}}</ref> con il nome di ''Foot-Ball Club Internazionale'' (solo nel 1967 verrà aggiunto ''Milano'' alla denominazione ufficiale quando diventerà una S.p.A.<ref>{{Cita web|url=http://www.guidamonaci.it/fc-internazionale-milano-spa_82_970408223011111.html|titolo=F.C. Internazionale Milano > Altre informazioni|editore=guidamonaci.it|accesso=10 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140222093030/http://www.guidamonaci.it/fc-internazionale-milano-spa_82_970408223011111.html|dataarchivio=22 febbraio 2014|urlmorto=sì}}</ref>) presso il ristorante milanese ''Orologio'' situato in [[Piazza del Duomo (Milano)|Piazza del Duomo]] al numero civico 22. I fondatori furono quarantaquattro dirigenti dissidenti del {{Calcio Milan|N}} e la motivazione che portò alla scissione fu il fatto che il club rossonero, il quale si trovava in una fase di crisi societaria sotto la guida del consigliere anziano [[Giannino Camperio]], dopo aver inizialmente stabilito di non partecipare ai campionati [[1907]]-[[1908]] per protesta contro la politica nazionalistica della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] (FIGC), aveva poi deciso di scendere a patti con la FIGC imponendo il divieto di arruolare calciatori stranieri in aggiunta a quelli già presenti nella rosa.<ref>cfr. Luigi La Rocca, ''Le cartoline raccontano: Il ristorante Orologio di Milano'', Phila-Sport, pag. 30, n.68, ottobre-dicembre 2008.</ref> Il nome scelto per la nuova squadra volle, quindi, simboleggiare la volontà cardine della società: dare la possibilità anche a giocatori non italiani di vestire questa maglia.<ref name="origini">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|titolo=Dalla fondazione alla prima guerra mondiale - Nasce la Beneamata|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=12 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200712180322/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|urlmorto=sì}}</ref> Dalla riunione uscì uno storico verbale, scritto sul retro di un foglio di carta da lettere intestata ad Umberto Muggiani, padre di
[[Giorgio Muggiani|Giorgio]], che fu tra i più accesi fautori della nuova società,<ref name=Fusco>{{cita|Fusco|p. 32}}.</ref> il quale costituì l'atto ufficiale di nascita:

{{citazione|9 marzo 1908. I signori fondatori si sono riuniti questa sera col fermo proposito di fondare il nuovo Club. Presenti i signori G.Muggiani - Bossard - Lana - Bertolini - De Osma - Hintermann Enrico - Hintermann Arturo - Hintermann Carlo - Dell'Oro Pietro - Rietmann Ugo - Hans - Voelkel - Maner - Wipf - Ardussi Carlo. Dopo piccole discussioni d'occasione, il signor Muggiani propone si passi alla nomina di un consiglio provvisorio da confermarsi nella seduta di mercoledì 11 marzo. Nelle nomine vengono lasciate vacanti le cariche di Presidente e Vicepresidente. Furono nominati: a Segretario G.Muggiani; cassiere De Osma; economo Rietmann Hans; consiglieri 1° Dell'Oro Pietro 2° Paramithiotti. I presenti deliberano di non nominare una commissione di giuoco, ma bensì trovano necessaria la carica di economo. Muggiani propone di nominare quale socio onorario il Sig. Rag. Bosisio, segretario della Federazione Italiana del Foot-Ball. I presenti accettano tale proposta. Il nome del nuovo sodalizio è stato unanimemente accettato quale Foot-Ball Club Internazionale - Milano. La seduta viene tolta alle 11 1/2. Giorgio Muggiani<ref name="originiinter" />}}

Il [[pittore]] [[Futurismo|futurista]] [[Giorgio Muggiani]], tra i dissidenti del Milan, scelse i colori che avrebbero rappresentato l'emblema della società: il [[nero]] e l'[[azzurro]]. Con tale abbinamento Muggiani volle da un lato omaggiare il cielo terso della notte in cui avvenne la fondazione della società, e dall'altro creare un contrasto cromatico rispetto al binomio [[nero]] e [[rosso]] adottato dal Milan: all'epoca erano d'uso comune le matite a due colori, rosse da una parte e blu dall'altra, quindi simbolicamente il blu era opposto al rosso.<ref>Il figlio di Muggiani, Giorgio Muggiani jr, racconta della scelta dei colori da parte del padre. {{cita web|url=http://www.magliarossonera.it/protagonisti/img_socHQ/muggiani19.jpg|titolo=Il rosso, il nero, il blu. Giorgio Muggiani e i colori dell'Inter|pubblicazione=Inter, Milano siamo noi}}</ref> Il pittore disegnò anche lo stemma: ispirato a quello dei club inglesi, riportava le lettere <small>F, C, I, M</small> sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro.

Nella denominazione della società, ''Milano'' avrebbe dovuto essere l'appellativo principale, tuttavia si scopre ben presto che la compresenza del ''Milano'' e del ''Milan'' potrebbe dar adito a confusione e si stabilisce che la squadra dovrà chiamarsi con il nome programmatico per il quale è sorta: ''Internazionale''.<ref name="origini" />

Primo presidente fu nominato il socio e consigliere [[Giovanni Paramithiotti]] e il primo capitano fu il tedesco [[Hernst Marktl]]; la prima figura ad assumere ''[[de facto]]'' le funzioni dell'allenatore fu, invece, il secondo capitano della squadra, [[Virgilio Fossati]], il quale morirà nel 1916 durante la [[prima guerra mondiale]] e verrà ricordato come il primo idolo dei tifosi del club meneghino.<ref name="origini" />

=== Gli esordi (1908-1909) ===
Nel primo anno l'Internazionale disputa solo amichevoli, tra le quali quella persa con l'[[Ausonia Pro Gorla|Ausonia]] per 5-1, che viene registrata come la prima partita giocata dall'Inter,<ref name="Libro Inter Pistone">{{cita libro|Federico|Pistone|Inter - 1908-2008: Un secolo di passione nerazzurra| |Diemme}}</ref>, una partita contro il [[Racing Libertas Club]] vinta per 4-0<ref name="Libro Inter Pistone"/> e la [[Coppa Chiasso]], giocata nella città svizzera, dove l'Inter batté l'Ausonia per 1-0 e arrivò in finale per sorteggio contro il Milan nel primo derby milanese della storia, vinto dai rossoneri per 2-1, in una finale da venticinque minuti per tempo.<ref name="Libro Inter Pistone"/>

Al primo presidente [[Giovanni Paramithiotti]] successero nel [[1909]] [[Ettore Strauss]] e nel [[1910]] [[Carlo De Medici]]. La neonata società andava così a muovere i suoi primi passi nel [[Prima Categoria 1909|campionato 1909]], nell'ambito del girone lombardo dove si sarebbe dovuta scontrare con {{Calcio Milan|N}} e [[Unione Sportiva Milanese|Milanese]].<ref name="scudetto1909-10">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|titolo=Dalla fondazione alla prima guerra mondiale - Il primo scudetto|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=12 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200712180322/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter1.html|urlmorto=sì}}</ref> Il primo derby in campionato contro il Milan, svoltosi il 10 gennaio [[1909]] all'Arena, coincise anche con la prima partita ufficiale dei nerazzurri e si chiuse con una vittoria rossonera per 3-2, dopo che la squadra capitanata da Marktl si era portata sull'1-1 grazie alla rete di [[Achille Gama]].<ref name="scudetto1909-10" />

La formazione di quella prima stracittadina era: Cocchi; Kappler, Marktl; Niedermann, Fossati, Kummer; Gama, Du Chene, Wipf, Volke, Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Come si può notare, molti dei primi calciatori nerazzurri erano di origine svizzera. Il girone in questione fu alla fine vinto dalla Milanese.<ref name="scudetto1909-10" />

=== Il primo scudetto (1909-1910) ===
[[File:Inter 1º Scudetto 1909-10.jpg|thumb|upright|left|La formazione dell'Inter che vinse il primo scudetto nel 1910.]]

In vista del torneo [[Prima Categoria 1909-1910|1909-1910]] che si sarebbe svolto con la formula del ''girone unico'', ci fu un rinnovamento e della squadra dell'anno prima rimasero soltanto due titolari, Fossati e Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Tra i nuovi arrivi c'era il portiere [[Piero Campelli]], che divenne uno dei maggiori punti di forza della squadra. L'Inter si issò in vetta alla classifica in coabitazione con la {{Calcio Pro Vercelli|N}} sino alla fine del campionato, costringendo la FIGC a indire uno spareggio a [[Vercelli]] per l'assegnazione del titolo.<ref name="scudetto1909-10" /> Sorse allora una controversia in merito alla data dell'incontro: i vercellesi domandarono alla FIGC di disputare la sfida nel mese di maggio [[1910]], poiché impegnati in alcune amichevoli nelle settimane precedenti, una richiesta cui i nerazzurri si opposero; alla fine, dopo che la Pro Vercelli non partecipò all'amichevole fissata per il 17 aprile, la Federazione subodorò che la domanda di rinvio dello spareggio fosse un tentativo dei piemontesi di voler guadagnare tempo per recuperare i propri atleti infortunati e stabilì di far disputare l'incontro finale del campionato il 24 aprile.<ref name="scudetto1909-10" /> Per protesta, i campioni in carica decisero di far scendere in campo la squadra ragazzi e il punteggio finale della partita fu 10-3 in favore dell'Inter.<ref>Secondo alcuni 9-3, secondo altri 11-3.</ref> Questi erano i nomi dei primi campioni nerazzurri: Campelli, Fronte, Zoller; Jenny, Fossati, Stebler; Capra, Payer, Peterlj, Aebi, Schuler.<ref name="scudetto1909-10" /> Durante la stagione l'Inter, inoltre, vinse entrambi i [[Derby di Milano|derby]] in goleada: nella prima partita il mattatore fu Capra, autore di una tripletta, condita dai gol di Payer e Peterly, mentre nella seconda gara Engler e Peterly, con le loro doppiette e Capra, risposero alla segnatura iniziale di Mariani.<ref name="scudetto1909-10" />

== Gli anni 1910 e 1920 ==
=== Il periodo 1910-1919 ===
[[File:Virgilio Fossati.JPG|thumb|upright|[[Virgilio Fossati]], il secondo capitano dell'Inter, nonché primo allenatore e primo idolo della tifoseria.]]

Allo scudetto seguirono quattro stagioni durante le quali la presidenza cambiò diverse volte: entrarono in carica [[Emilio Hirzel]] ([[1912]]), [[Luigi Ansbacher]] ([[1914]]) e nello stesso anno [[Giuseppe Visconti Di Modrone]].<ref name="scudetto1909-10" /> Dopo la deludente annata 1910-1911, l'Inter chiuse al quarto posto nel girone eliminatorio il campionato successivo.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel tentativo di rafforzare la squadra, nel 1912 venne preso [[Luigi Cevenini]] (noto anche come Cevenini III), vero e proprio fuoriclasse dell'epoca, il quale dopo aver rotto col {{Calcio Milan|N}}, decise di trasferirsi in nerazzurro portando con sé i propri fratelli, [[Aldo Cevenini|Aldo]] e [[Mario Cevenini|Mario]].<ref name="scudetto1909-10" /> Il divario con la vetta si ridusse leggermente ma ancora una volta l'Inter rimase esclusa dalle finali, a causa di un terzo posto nel girone ligure-lombardo.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel 1913 la squadra venne ulteriormente rafforzata, in particolare con l'attaccante [[Julio Bavastro]], che dette ai due fratelli Cevenini la possibilità di godere di una valida spalla d'attacco in grado di finalizzare al meglio la mole di gioco da loro svolta.<ref name="scudetto1909-10" /> L'Inter riuscì a vincere il girone eliminatorio davanti a Juventus e Milan, ma nella fase successiva dovette arrendersi a Casale e Genoa.<ref name="scudetto1909-10" /> Lo stesso andamento ebbe la stagione 1914-1915, coi nerazzurri primi nel loro girone eliminatorio e in quello di semifinale.<ref name="scudetto1909-10" /> Nel girone di finale, però, il cammino nerazzurro fu interrotto dalla guerra, quando mancava una sola partita ([[Luigi Cevenini|Cevenini III]] fu il capocannoniere con 35 reti).<ref name="scudetto1909-10" /> Molti dei giocatori interisti raggiunsero le prime linee e la società nerazzurra, come del resto le altre, pagò un prezzo salatissimo alla guerra: Fossati, Bavastro e Caimi persero la vita. Nel 1919 con la fine della guerra il calcio riprese il suo svolgimento.<ref name="scudetto1909-10" />

=== Il secondo scudetto (1919-1920) ===
[[File:Inter 1919-20.jpg|thumb|upright=1.0|left|L'Inter vittoriosa appena conclusa la [[Grande Guerra]]. Da sinistra [[Ermanno Aebi|Aebi]], [[Emilio Agradi|Agradi]], [[Giuseppe Fossati|Fossati II]], [[Alessandro Beltrame|Beltrame]], [[Alessandro Milesi (calciatore)|Milesi]] e [[Luigi Cevenini|Cevenini III]]; accosciati, [[Gustavo Francesconi|Francesconi]], [[Piero Campelli|Campelli]], [[Giuseppe Asti|Asti]], [[Mario Cevenini|Cevenini II]] e [[Leopoldo Conti|Conti]].]]

Divenne presidente [[Giorgio Hülss]] (rimarrà soltanto in questa stagione), il quale scelse alla guida della squadra la coppia formata da [[Nino Resegotti]] e [[Francesco Mauro]].<ref name="scudetto19-20">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter2.html|titolo=Dal secondo scudetto alla crisi degli anni '20|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=12 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200712215140/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter2.html|urlmorto=sì}}</ref> La compagine che andava ad affrontare il primo torneo del dopoguerra vedeva la presenza dei "vecchi" Aebi, Agradi, Asti e Campelli, oltre a quattro dei cinque fratelli Cevenini.<ref name="scudetto19-20" /> Inoltre entrarono in prima squadra [[Giuseppe Fossati]], fratello di [[Virgilio Fossati|Virgilio]], deceduto in [[Prima guerra mondiale|guerra]], e [[Leopoldo Conti]], a inizio carriera.<ref name="scudetto19-20" /> Il suo arrivo all'Inter assunse le sembianze di un vero e proprio intrigo: conteso da due club minori milanesi, Conti fu atteso sotto casa da alcuni amici di fede nerazzurra, tra i quali Leone Boccali, il futuro dirigente de ''[[Il Calcio Illustrato]]'', e convinto a vestire la maglia dell'Inter.<ref name="scudetto19-20" />

Dopo aver vinto il girone lombardo con Brescia, Juventus Italia, Trevigliese, Cremonese e Libertas, i nerazzurri furono inseriti nel gruppo C di semifinale, insieme a Novara, Bologna, Torino, Andrea Doria ed Enotria Goliardo;<ref name="scudetto19-20" /> totalizzando 16 punti, superarono di tre lunghezze Novara e Bologna qualificandosi, con Juventus e Genoa, al girone finale, che avrebbe sancito la sfidante della vincente del torneo centromeridionale nella finalissima nazionale. Dopo aver battuto i bianconeri per 1-0, all'Inter fu sufficiente un pareggio col Genoa il 6 giugno 1920 per risultare il club primatista del Nord Italia.<ref name="scudetto19-20" />

Il 20 giugno, infine, i nerazzurri vinsero il titolo tricolore, seppure con più fatica del previsto, battendo il {{Calcio Livorno|N}} 3-2 nella finalissima nazionale di Bologna.<ref name="scudetto19-20" /> Questi gli uomini che avevano composto l{{'}}''undici'' titolare nel corso della stagione: Campelli, Francesconi, Beltrame, Milesi, Fossati, Scheidler, Conti, Aebi, Agradi, Cevenini III e Asti. Come già era successo dopo il primo scudetto di dieci anni prima, il successo segnò anche l'inizio di un periodo di stasi, che vide i nerazzurri piombare in una sorta di mediocrità.<ref name="scudetto19-20" />

=== Il periodo 1920-1928 ===
{{approfondimento
|titolo=La retrocessione sfiorata
|contenuto=
La stagione 1921-1922 fu caratterizzata da due federazioni distinte, [[Confederazione Calcistica Italiana]] (CCI) e [[Federazione Italiana Giuoco Calcio]] (FIGC), che, a seguito dell'abortita [[Progetto Pozzo|riforma Pozzo]], organizzarono due campionati indipendenti. L'Inter, assieme alle altre ''big'' del calcio italiano, prese parte alla [[Prima Divisione 1921-1922|Prima Divisione]] della CCI, inserita nel Girone B della Lega Nord. Le partite del girone dell'Inter si conclusero il 26 marzo [[1922]], coi nerazzurri piazzatisi ultimi a quota 11 punti. A questo punto il regolamento CCI, il quale non prevedeva retrocessioni dirette nei gironi settentrionali,<ref name="paesesportivo">Cfr. il "Regolamento Campionati della C.C.I." pubblicato su "Il Paese Sportivo" di Torino nell'estate 1921.</ref><ref name="assembleaCCI">{{Cita news|url=http://teca.bsmc.it/pub/images/materiale_a_stampa/periodico/Popolo%20romano(Il)/TO00191258_1922_00045/TO00191258_1922_00045_006.jpg|titolo=L'assemblea della C.C.I. respinge l'accordo della F.I.G.C.|pubblicazione=[[Il Popolo Romano]]|data=22 febbraio 1922|p=4|accesso=17 gennaio 2021}}</ref><ref name="Olivari">{{cita web|url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/02/15/lo-stile-di-rosetta/|titolo=Lo stile di Rosetta|autore=Stefano Olivari|data=15 febbraio 2011|accesso=13 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120218011357/http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/02/15/lo-stile-di-rosetta/|dataarchivio=18 febbraio 2012}}</ref><ref name="Bassi">{{cita web|url=https://www.calciomercato.com/news/1913-e-1922-juventus-e-inter-in-serie-b-ecco-come-ando-veramente-34023|titolo=1913 e 1922, Juventus e Inter in Serie B? Ecco come andò veramente|autore=Alessandro Bassi|data=28 aprile 2018|accesso=1º marzo 2019}}</ref> imponeva all'Inter di disputare uno spareggio interdivisionale contro la seconda classificata di [[Seconda Divisione 1921-1922|Seconda Divisione]] (lo [[Nazionale Lombardia Foot-Ball Club|Sport Club Italia]] di [[Milano]]). In caso di vittoria, i nerazzurri avrebbero evitato il declassamento, pur relegando allo stesso tempo lo Sport Club Italia alla permanenza in essa; un'eventuale sconfitta, invece, avrebbe condannato l'Inter alla relegazione e concesso all'altro club milanese l'ammissione in massima serie.<ref name="paesesportivo"/><ref name="assembleaCCI"/><ref name="Olivari"/><ref name="Bassi"/>

Nel frattempo, tuttavia, la soluzione dei due campionati separati non aveva incontrato favori, e dopo aspre polemiche il 26 giugno 1922 i dirigenti della FIGC e della CCI si riunirono a [[Brusnengo]] per elaborare una nuova composizione unitaria dei gironi nella successiva stagione [[Prima Divisione 1922-1923|1922-1923]]; arbitro e mediatore fu Emilio Colombo, direttore della ''[[Gazzetta dello Sport]]''. Si giunse a un accordo fra le società rivali – noto come [[Compromesso Colombo]] –, e il reintegro della CCI all'interno della FIGC derogò i precedenti regolamenti, comportando la sostituzione delle Categorie con sei "Divisioni" sul modello inglese.<ref>{{cita news|url=http://users.libero.it/arys/Regolamento.gif|titolo=Il verdetto arbitrale per la fusione della Federazione e della Confederazione|pubblicazione=[[Il Gazzettino|Gazzettino dello Sport]]|data=26 giugno 1922}}</ref><ref>{{cita news|url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/03/06/linter-non-retrocede/|titolo=L'Inter non retrocede|pubblicazione=[[Guerin Sportivo|blog.guerinsportivo.it]]|autore=Stefano Olivari|data=6 marzo 2011|accesso=14 gennaio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=http://archive.wikiwix.com/cache/20140411002918/http://blog.guerinsportivo.it/blog/2011/03/06/linter-non-retrocede/|dataarchivio=11 aprile 2014}}</ref> La Prima e la Seconda furono dirette a livello nazionale da una sinergia di Lega Nord e Lega Sud, mentre le altre vennero demandate ai Comitati Regionali, confinati a un ruolo di secondo piano. Per determinare la composizione delle prime due Divisioni furono organizzati degli spareggi incrociati di ammissione tra squadre federali e confederate.

Il Compromesso, dunque, complicò la situazione dei nerazzurri, i quali si ritrovarono a dover disputare non più una, ma due sfide-salvezza. Il 2 luglio 1922 l'Inter vinse a tavolino (2-0) lo spareggio preliminare CCI in gara unica contro lo Sport Club Italia, che diede ''forfait'' non essendo riuscito a schierare in campo 11 giocatori. Il club meneghino approdò così al decisivo spareggio interfederale stabilito contro la {{Calcio Libertas Firenze|N}}. Il 9 luglio i nerazzurri si imposero a [[Milano]] contro i toscani per 3-0 (con doppietta di [[Osvaldo Aliatis|Aliatis]] e gol di [[Ermanno Aebi|Aebi]]) nella gara di andata; infine, l'1-1 nel ritorno del 16 luglio a Firenze permise all'Inter di evitare la relegazione. Grazie a questo risultato, i nerazzurri sono l'unica squadra italiana ad aver militato ininterrottamente nella massima serie del [[campionato italiano di calcio]] fin dalla propria stagione di debutto ([[Campionato Federale di Prima Categoria 1909|1909]]), senza mai retrocedere in una serie inferiore.<ref name="Bassi"/>
}}

[[Francesco Mauro]] divenne il nuovo presidente nerazzurro e l'Inter, affidata a una commissione tecnica, andò ad affrontare il [[Prima Categoria 1920-1921|campionato successivo]] alla vittoria del secondo scudetto con una rosa pressoché immutata. Il girone preliminare lombardo venne vinto agevolmente contro {{Calcio Casteggio|N}}, [[Giovani Calciatori Legnanesi]] e [[Ausonia Pro Gorla]].<ref name="scudetto19-20" /> Dopo questi primi impegni, cominciava il girone finale lombardo, nel quale l'Inter si trovò di fronte Legnano, U.S. Milanese, Milan, Saronno e Trevigliese.<ref name="scudetto19-20" /> L'avversaria più ostica si rivelò il Legnano, mentre il Milan riservò le proprie forze alle due stracittadine, pareggiate entrambe.<ref name="scudetto19-20" /> Passavano le prime quattro e per i nerazzurri non fu difficile superare anche questo turno.<ref name="scudetto19-20" /> Il girone di semifinale interregionale mise di fronte all'Inter la {{Calcio Pro Vercelli|N}}, la {{Calcio US Torinese|N}} e il {{Calcio Bentegodi|N}}.<ref name="scudetto19-20" /> I nerazzurri però fecero solamente tre punti a fronte dei dieci dei bianchi piemontesi e dei nove della Torinese, finendo al terzo posto nel girone.<ref name="scudetto19-20" />

In vista della stagione 1921-1922 l'Inter aderì alla neonata [[Confederazione Calcistica Italiana]]. Disputò quindi il campionato di [[Prima Divisione 1921-1922|Prima Divisione]] in cui, tuttavia, arrivò ultima dovendo così affrontare due turni di spareggio per garantirsi la permanenza in massima serie: al primo turno i nerazzurri vinsero a tavolino per la rinuncia degli avversari, i concittadini dello {{Calcio Sport Club Italia|N}},<ref name="scudetto19-20" /> mentre al turno successivo i lombardi sconfissero la {{Calcio Libertas Firenze|N}}, vincendo per 3-0 a Milano e pareggiando poi 1-1 in [[Toscana]].<ref name="scudetto19-20" /> L'Inter rimase così nel campionato di Prima Divisione, nel frattempo riassorbito dalla FIGC, e non retrocedette nella serie inferiore.

I nerazzurri, guidati da [[Bob Spottiswood]], il primo allenatore professionista della storia del club, migliorarono sensibilmente le loro prestazioni nel [[Prima Divisione 1922-1923|campionato 1922-1923]] ma non in maniera tale da colmare il divario con le squadre di vertice.<ref name="scudetto19-20" /> Il nuovo presidente, [[Enrico Olivetti]], aveva condiviso la politica dei giovani, ma i risultati continuarono a latitare e non si andò oltre il terzo posto nel [[Prima Divisione 1923-1924|1923-1924]].<ref name="scudetto19-20" /> Nel 1924-1925 i nerazzurri, allenati da [[Paolo Schiedler]] si piazzarono quarti nel girone A della Lega Nord mentre la stagione successiva arrivarono quinti.<ref name="scudetto19-20" />

Nel [[1926]] si arrivò ad una svolta: il nuovo presidente divenne [[Senatore Borletti]] mentre in panchina sedette l'ex giocatore interista [[Árpád Weisz]], ungherese di origine ebrea.<ref name="scudetto19-20" /> Nel campionato [[Divisione Nazionale 1926-1927|1926-1927]] l'Inter arrivò prima a pari merito con la {{Calcio Juventus|N}} nel girone A.<ref name="scudetto19-20" /> Ma nel turno finale la formazione [[Milano|milanese]] chiuse al quinto posto.<ref name="scudetto19-20" /> Il campionato vinto dal [[Torino Football Club|Torino]] venne però considerato nullo e lo scudetto revocato per illecito sportivo.<ref name="scudetto19-20" /> In questa stagione l'Inter fece il suo esordio in Coppa Italia venendo eliminata al terzo turno. Nel [[Divisione Nazionale 1927-1928|1927-1928]] si arrivò ancora una volta nel girone finale ma stavolta i nerazzurri finirono al settimo posto. Questa stagione vide l'esordio del diciassettenne [[Giuseppe Meazza]], che segnò 12 reti.<ref name="scudetto19-20" />

Sempre nel 1926 venne inaugurato lo [[Stadio Giuseppe Meazza|stadio di San Siro]], che nei decenni successivi divenne il campo da gioco di entrambe le formazioni meneghine: l'apertura coincise proprio con un derby amichevole, terminato 6-3 in favore dei nerazzurri.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/settembre/19/Buon_compleanno_San_Siro_ga_0_0109194080.shtml|titolo=Buon compleanno, San Siro|autore=Angelo Rovelli|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=19 settembre 2001}}</ref>

=== 1928-1929: l'Ambrosiana biancocrociata ===
{{dx|[[File:Ambrosiana 1928-1929.jpg|thumb|L{{'}}''undici'' interista che indossò la peculiare divisa bianca con la [[Croce di San Giorgio]] nella stagione [[Società Sportiva Ambrosiana 1928-1929|1928-29]].]]}}

Con l'instaurazione e l'affermazione del [[regime fascista]] nel corso degli anni venti, l'Inter si vide costretta a cambiare ragione sociale: il [[Partito Nazionale Fascista|Partito Fascista]] non apprezzava infatti il nome "Internazionale", che non rispettava la tradizionale italianità promossa dalla linea di governo e richiamava troppo esplicitamente l'Internazionale per antonomasia, vale a dire la [[Comintern|Terza Internazionale comunista]];<ref name="scudetto1929-30">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - Il terzo scudetto|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=26 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130326231514/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|urlmorto=sì}}</ref> inoltre vi era la volontà da parte del regime di ridurre, ove era possibile, il numero di squadre ad una sola per città; infatti è in questo periodo che nascono squadre come il {{Calcio Napoli|N}}, la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] e la {{Calcio Roma|N}} tutte formazioni nate dalla fusione delle varie squadre cittadine (ad eccezione della {{Calcio Lazio|N}} che non rientrò nella fusione capitolina).<ref name="scudetto1929-30" /> Pertanto, nell'estate del 1928, l'F.C. Internazionale si unì all'[[Unione Sportiva Milanese]], ovvero la terza squadra di Milano, mutando nome e casacca: nacque così la Società Sportiva Ambrosiana, con tenuta bianca con croce rossa (colori di [[Milano]]) e segnata dal fascio littorio.<ref name="scudetto1929-30" /> [[Senatore Borletti]] venne tolto dall'incarico e venne nominato l'ex presidente della U.S. Milanese [[Ernesto Torrusio]], che divenne così l'undicesimo massimo dirigente della storia interista.<ref name="scudetto1929-30" />

L'8 settembre [[1928]]<ref>Tutte le Guide Commerciali di Milano "Savallo e Fontana" a partire dal [[1910]] avevano sempre pubblicato i direttivi del F.C. Internazionale. A partire dal volume del [[1929]] nella sezione '''Società Sportive''' alla voce '''Ambrosiana''' aggiunsero che era nata il 1º settembre [[1928]]. Consultabili presso la [[Biblioteca Nazionale Braidense]] di [[Milano]]</ref> arrivò la ratifica ufficiale della fusione fra Inter e [[U.S. Milanese]]: «''A seguito della fusione tra le società [[F.C. Internazionale]] e [[U.S. Milanese]] deliberata dalle superiori gerarchie ed effettuata dall'Ente Sportivo Provinciale Fascista di [[Milano]], il Segretario del Partito, udito il parere del Commissario, ha ratificato le modalità della fusione stessa, la quale evita la dispersione delle forze calcistiche milanesi e consente l'entrata della Fiumana in Divisione Nazionale. La nuova società assume il nome di [[Società Sportiva Ambrosiana]]. La maglia sociale sarà bianca.''»

Nel [[Divisione Nazionale 1928-1929|campionato 1928-29]], con allenatore un altro ungherese, [[József Viola]], venne raggiunto il sesto posto nel girone B.

=== Il terzo scudetto (1929-1930) ===
[[File:Inter 1929-30.jpg|thumb|left|upright=1.0|Una formazione vincitrice del 3º scudetto: da sinistra in piedi, [[Guido Gianfardoni|Gianfardoni]], [[Valentino Degani|Degani]] e [[Luigi Allemandi|Allemandi]]; accasciati, [[Enrico Rivolta|Rivolta]], [[Giuseppe Viani|Viani]] e [[Armando Castellazzi|Castellazzi]]; seduti, [[Umberto Visentin|Visentin]], [[Pietro Serantoni|Serantoni]], [[Giuseppe Meazza|Meazza]], [[Antonio Blasevich|Blasevich]] e [[Leopoldo Conti|Conti]].]]

[[Ernesto Torrusio]] nel 1929 lasciò la presidenza a [[Oreste Simonotti]] e la divisa tornò ad essere nerazzurra.

La squadra tornò ad essere allenata da [[Árpád Weisz]] e conquistò il terzo [[scudetto (sport)|scudetto]] vincendo il primo campionato a girone unico senza suddivisioni geografiche, la [[Serie A 1929-1930]].<ref name="scudetto1929-30" /> Dopo aver vinto a [[Livorno]] alla prima partita, i nerazzurri persero a [[Vercelli]] col minimo scarto.<ref name="scudetto1929-30" /> Un pareggio a [[Roma]] con la {{Calcio Lazio|N}} e la vittoria contro la Cremonese, introdussero gli uomini di Weisz al primo [[Derby di Milano|derby stagionale]], che fu vinto grazie alla rete di Meazza nel secondo tempo (anche nel ritorno i nerazzurri prevalsero sui rossoneri).<ref name="scudetto1929-30" /> Il ''Balilla'', con una tripletta, fu il protagonista della goleada col [[Calcio Padova|Padova]], nella settima giornata; la domenica successiva l'Inter fu battuta a Testaccio dalla {{Calcio Roma|N}} dell'ex [[Fulvio Bernardini]].<ref name="scudetto1929-30" /> Il momento non felice fu confermato dalla sconfitta interna con la {{Calcio Triestina|N}}, che allontanò il vertice della classifica.<ref name="scudetto1929-30" /> Alla quindicesima giornata Meazza e compagni andarono a vincere in casa della capolista [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] per 4-1.<ref name="scudetto1929-30" /> In seguito l'Inter riuscì a violare anche il campo della {{Calcio Juventus|N}}, nella giornata successiva, conquistando il titolo simbolico di ''campione d'inverno''.<ref name="scudetto1929-30" />
{{dx|[[File:Weisz Árpád.jpg|thumb|upright|[[Árpád Weisz]], [[Ungheria|ungherese]] di origine ebrea, vinse il primo campionato a girone unico nel [[Serie A 1929-1930|1930]].<ref name="Marani-c">{{cita|Marani|}}.</ref> Morì ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] nel 1944.<ref name="Marani-c"/>]]}}

La stagione proseguì rifilando un 6-2 al {{Calcio Livorno|N}} e un 4-0 alla {{Calcio Pro Vercelli|N}}.<ref name="scudetto1929-30" /> Alla ventiquattresima giornata i nerazzurri, vincendo a [[Padova]], approfittarono della contemporanea sconfitta della Juventus a [[Modena]].<ref name="scudetto1929-30" /> Nella giornata successiva venne battuta la Roma per 6-0 con quaterna di Meazza: proprio l'attacco si dimostrò il reparto più efficiente della squadra, rifilando una goleada dietro l'altra alle rivali, tra le quali spiccò l'8-0 sulla [[Pro Patria]] alla ventottesima giornata.<ref name="scudetto1929-30" /> L'ultimo sussulto avvenne alla terzultima giornata, quando a far visita all'Inter arrivò il Genoa secondo in classifica a quattro punti: i nerazzurri, in svantaggio di 3 reti nel primo tempo, riuscirono a pareggiare 3-3 nel secondo tempo grazie a Meazza che segnò la tripletta decisiva.<ref name="scudetto1929-30" /> La matematica certezza arrivò solo la domenica successiva con la vittoria sulla Juventus, partita preceduta da un incidente automobilistico occorso a [[Luigi Allemandi]], condito da una scazzottata, che costrinse il terzino ad arrivare allo stadio proprio poco prima che cominciasse la gara. L'Inter divenne la prima squadra a vincere la [[Serie A]] e Meazza si laureò capocannoniere con 31 reti in 33 gare disputate.<ref name="scudetto1929-30" /><ref>{{cita news |url=http://dlib.coninet.it/bookreader.php?&c=1&f=5204&p=8#page/6/mode/2up |titolo=L'Ambrosiana campione d'Italia |pubblicazione=Lo Sport Fascista|data=luglio 1930|pagina=7 |accesso=27 novembre 2013}}</ref>

In campo internazionale venne raggiunta la semifinale della [[Coppa dell'Europa Centrale 1930|Coppa dell'Europa Centrale]], riservata ai club di [[Austria]], [[Italia]], [[Ungheria]], [[Cecoslovacchia]], [[Romania]] e [[Regno di Jugoslavia|Jugoslavia]].<ref name="scudetto1929-30" />

== Gli anni 1930 e 1940 ==
=== Il periodo 1930-1937: l'arrivo di Pozzani ===
[[File:Giuseppe Meazza - AS Ambrosiana 1930-31.jpg|thumb|upright|left|[[Giuseppe Meazza]]: con 408 presenze e 288 gol è il miglior marcatore nella storia dell'Inter, con cui fu per tre volte [[capocannoniere]] della Serie A.]]

Il quinto posto nel [[Serie A 1930-1931|1930-1931]] portò un'aria di cambiamento alla società: il nuovo timoniere [[Ferdinando Pozzani]] cambiò allenatore ingaggiando [[István Tóth]] e ottenne dalla [[FIGC]] il permesso per assumere la denominazione di Ambrosiana-Inter dopo la ricostituzione dell'U.S. Milanese (rinata come polisportiva, calcisticamente solo nel 1945), sciogliendo così la fusione coatta con l'Ambrosiana.<ref>Il cambio del nome in Ambrosiana-Inter. Dal Littoriale di Roma del [http://www.emeroteca.coni.it/?q=node/6&f=822&p=1 25 gennaio 1932 pag. 3] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140226223452/http://www.emeroteca.coni.it/?q=node%2F6 |data=26 febbraio 2014 }}</ref> Lo stravolgimento societario non portò risultati, che si limitarono al sesto posto in campionato.<ref name="1930-1937">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - Sempre ad alto livello|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=26 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130326231514/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|urlmorto=sì}}</ref>

Il nuovo ritorno di [[Árpád Weisz]] permise all'Ambrosiana nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]] di arrivare seconda, otto punti dietro la {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="1930-1937" /> Il [[1933]] fu anche l'anno dell'unica finale nella [[Coppa dell'Europa Centrale 1933|Coppa dell'Europa Centrale]]. Qui, dopo aver eliminato [[First Vienna]] e [[Sparta Praga]], ai nerazzurri restava da battere l'{{Calcio Austria Vienna|N}}: dopo la vittoria per 2-1 a [[Milano]], a [[Vienna]] i nerazzurri vennero sconfitti 3-1 dai padroni di casa in 9 contro 11.<ref name="1930-1937" />

Nel girone di andata del [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] l'Ambrosiana batté la {{Calcio Juventus|N}} 3-2 all'[[Arena Civica]].<ref name="1930-1937" /> Con le sconfitte nel girone di ritorno con {{Calcio Fiorentina|N}} e {{Calcio Torino|N}} i nerazzurri ottennero un altro secondo posto, stavolta con lo scarto ridotto a quattro punti.<ref name="1930-1937" />

Nell'[[Serie A 1934-1935|anno successivo]], segnato dalla scomparsa di [[Francesco Frione|"Tito" Frione]], all'ultima giornata Inter e Juventus erano a pari punti: i bianconeri vinsero a [[Firenze]], mentre i nerazzurri persero contro la {{Calcio Lazio|N}}, con rete dell'ex nerazzurro [[Felice Levratto]] e la stagione divenne per i ragazzi allenati da [[Gyula Feldmann]] l'anno del terzo secondo posto consecutivo.<ref name="1930-1937" />

Passarono due anni dove in panchina si avvicendarono [[Albino Carraro]] (sostituto di Feldmann, esonerato) e [[Armando Castellazzi]], ottenendo un quarto e un settimo posto in [[Serie A]] e una semifinale di [[Mitropa Cup]].<ref name="1930-1937" />

=== Il quarto e quinto scudetto, la prima Coppa Italia (1937-1940) ===
[[File:Inter 1937-38.jpg|thumb|upright=1.0|Una formazione dell'[[Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter 1937-1938|Ambrosiana-Inter]] vincitrice dello scudetto nel 1938.]]

Partita la stagione [[Serie A 1937-1938|1937-1938]] con un pareggio per 3-3 a [[Lucca]], l'Ambrosiana, guidata ancora da Castellazzi, raggiunse la vetta della classifica alla nona giornata, per effetto della vittoria sulla {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="1937-1940">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|titolo=I brillanti anni '30 - I trionfi della seconda parte degli anni '30|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=26 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130326231514/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter3.html|urlmorto=sì}}</ref> Al quindicesimo turno, ultimo del girone di andata, i nerazzurri vinsero il titolo di ''campione d'inverno'' con quattro lunghezze di vantaggio sul {{Calcio Bologna|N}}. Il girone di ritorno si aprì con la goleada ai danni della [[Società Sportiva Dilettantistica Lucchese 1905|Lucchese]]; alla ventiduesima giornata la Juventus affiancò i nerazzurri, per poi staccarli di due lunghezze due domeniche dopo.<ref name="1937-1940" /> I punti di distanza divennero poi tre alla ventiseiesima giornata, quando l'Ambrosiana fu sconfitta sul campo del {{Calcio Liguria|N}}.<ref name="1937-1940" /> In seguito i bianconeri persero a [[Trieste]] e cedettero in casa contro il Liguria a 90 minuti dalla fine.<ref name="1937-1940" /> L'Ambrosiana-Inter balzò così in testa e attese l'ultima giornata con una classifica che vedeva in testa i nerazzurri con 39 punti, poi la Juventus con 38 e Bologna, {{Calcio Genoa|N}} e {{Calcio Milan|N}} terze a quota 37.<ref name="1937-1940" />

La squadra vinse lo scudetto all'ultima giornata, per effetto della vittoria di [[Bari]]: l'annuncio venne dato dagli altoparlanti di [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] mentre si giocava un {{Calcio Milan|N}}-Juventus con numerosi tifosi nerazzurri infiltrati.<ref name="1937-1940" /> In serata migliaia di sostenitori interisti aspettarono il ritorno dei giocatori alla stazione di Milano per festeggiare il quarto scudetto. Ancora una volta decisivo Meazza, autore di 20 centri stagionali in 25 presenze: nella stessa estate il ''Balilla'' portò l'Italia al [[Campionato mondiale di calcio 1938|secondo trionfo mondiale]].<ref name="1937-1940" />

La società compensò il ritiro di mister [[Armando Castellazzi]] con [[Tony Cargnelli]], teorico del [[Sistema (calcio)|sistema]] (modulo che sostituisce il classico [[Metodo (calcio)|metodo danubiano]]). La squadra così rinnovata arrivò terza in [[Serie A]] e vinse la sua prima [[Coppa Italia]] nel [[Coppa Italia 1938-1939|1938-39]] battendo in finale il Novara per 2-1 con gol di Ferraris II e Frossi.<ref name="1937-1940" />

[[File:Inter 1939-40.jpg|thumb|upright=1.0|left|L{{'}}''undici'' che vinse il 5º scudetto nel [[Associazione Sportiva Ambrosiana-Inter 1939-1940|1939-40]].]]
A tener banco nelle cronache dell'estate del [[1939]] fu un "caso" che riguardò [[Giuseppe Meazza|Meazza]] che rimase escluso dalla rosa titolare dell'Ambrosiana per via di un embolo che colpì il suo piede sinistro, noto come "il piede gelato".<ref name=Chiesa51>{{cita|Chiesa|p. 51}}.</ref> I nerazzurri guidarono il campionato [[Serie A 1939-1940|1939-1940]] con [[Tony Cargnelli]] ancora in panchina, vincendo all'ultima giornata lo scontro diretto con il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] e festeggiando lo scudetto sul neutro di [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]], campo del {{Calcio Milan|N}}, scelto perché il numero di spettatori era superiore alla capienza massima dell'[[Arena Civica]]. Dopo otto giorni [[Benito Mussolini]] annunciò l'entrata dell'Italia in [[Seconda guerra mondiale|guerra]].<ref name="1937-1940" />

=== Il periodo 1940-1945: l'arrivo di Masseroni ===
Gli anni successivi, ceduto Meazza e con la [[seconda guerra mondiale]] in corso, non c'erano certezze sul futuro e non si facevano grossi investimenti.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La stagione [[Serie A 1940-1941|1940-1941]] vide l'Inter, allenata dalla coppia [[Italo Zamberletti|Zamberletti]]-[[Giuseppe Peruchetti|Peruchetti]] arrivare seconda, mentre nel [[Serie A 1941-1942|torneo successivo]] la squadra ottenne un dodicesimo posto che ebbe il solo vantaggio di evitare la retrocessione.<ref name="dapozzaniamasseroni" />

[[File:1949–50 Serie A - Inter Milan vs AC Milan - Amedeo Amadei.jpg|thumb|right|[[Amedeo Amadei]] esultante dopo la sua tripletta nel vittorioso [[derby di Milano]] (6-5) del 6 novembre 1949, tuttora la stracittadina meneghina dal maggiore numero di reti segnate.]]
Dati i risultati del biennio precedente, il presidente [[Ferdinando Pozzani]] si fece da parte in favore di [[Carlo Masseroni]], un industriale della gomma che era anche un grande appassionato di ciclismo.<ref name="dapozzaniamasseroni">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter4.html|titolo=L'era Masseroni - Da Pozzani a Masseroni|editore=enciclopediadelcalcio.it|accesso=1 dicembre 2021|dataarchivio=10 settembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110910052636/http://www.enciclopediadelcalcio.it/Inter4.html|urlmorto=sì}}</ref> La sua prima mossa fu l'allontanamento del tecnico [[Ivo Fiorentini]], avvicendato da [[Giovanni Ferrari]], appena passato dal calcio giocato alla panchina.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Sotto la guida di quest'ultimo l'Inter ottenne il quarto posto nel torneo [[Serie A 1942-1943|1942-1943]].<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Ormai il conflitto mondiale era arrivato anche in Italia ed era arrivato il momento di fermare i campionati.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Dopo la caduta del [[regime fascista]], il 27 ottobre [[1945]] Masseroni annunciò che «l'Ambrosiana torna, da oggi, a chiamarsi solo ed esclusivamente Internazionale».<ref name="dapozzaniamasseroni" />

=== Il periodo 1945-1950: di nuovo Internazionale ===
Il [[Divisione Nazionale 1945-1946|primo torneo del dopoguerra]] fu anche quello che vide il ritorno dei gironi territoriali, resi necessari dalle difficoltà di movimento causate dalla distruzione delle infrastrutture viarie.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La squadra, affidata a [[Carlo Carcano]], non andò oltre un quarto posto finale.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> A gennaio del 1947 Carcano venne sostituito da [[Nino Nutrizio]] insieme all'allenatore-giocatore [[Giuseppe Meazza]], tornato all'Inter a trentasei anni.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> La coppia ottenne la salvezza nell'ultima partita da giocatore del ''Pepin''.<ref name="dapozzaniamasseroni" />

Soltanto Meazza venne confermato in panchina, poi comunque esonerato con il ritorno di [[Carlo Carcano|Carcano]].<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Alla fine del [[Serie A 1947-1948|1947-1948]], la terza piazza conquistata al giro di boa si ridusse al dodicesimo posto.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Nelle restanti giornate la squadra venne guidata dal gallese [[David John Astley]] che divenne il nuovo tecnico anche per la successiva stagione.

Nell'estate del 1948 Masseroni investì pesante sulla campagna acquisti ma i nuovi giocatori non offrirono il gioco richiesto da mister Astley, che venne sostituito a metà stagione da [[Giulio Cappelli]]. Quest'ultimo cominciò la rincorsa sul Torino grazie anche ai gol di [[István Nyers|Nyers]], capocannoniere con 26 reti.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> I nerazzurri tornarono nel gruppo di testa e diventarono il principale avversario dei granata.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Solo con lo 0-0 di Milano del 30 aprile [[1949]] i torinisti riuscirono ad assicurarsi la sicurezza del quinto tricolore di fila.<ref name="dapozzaniamasseroni" /> Quella contro i nerazzurri fu l'ultima partita ufficiale del [[Grande Torino]] poiché l'intera squadra scomparve il 4 maggio nella [[tragedia di Superga]].<ref name="dapozzaniamasseroni" />

L'annata successiva l'Inter arrivò terza nel torneo vinto dalla {{Calcio Juventus|N}}.<ref name="dapozzaniamasseroni" />

== Gli anni 1950 ==
=== Biennio 1950-1952: i podi con Olivieri ===
Nel 1950 la panchina fu affidata al quarantenne tecnico [[Aldo Olivieri]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/aprile/07/ultimo_addio_gatto_magico_Olivieri_ga_0_0104072195.shtml|titolo=L'ultimo addio al gatto magico Olivieri fra i suoi «ragazzi» e gli amici del bar|autore=Giovanni Lorenzini|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 aprile 2001}}</ref>, che in due campionati raggiunse un secondo e terzo posto.<ref name="dapozzaniamasseroni"/>

=== 1952-1955: il triennio di Foni e i due scudetti consecutivi ===
[[File:Alfredo Foni (Inter).jpg|thumb|upright|left|[[Alfredo Foni]], vincitore dello scudetto al suo debutto sulla panchina nerazzurra.]]

L'estate 1952 coincise con l'arrivo in panchina di [[Alfredo Foni]], allenatore spesso criticato dalla stampa per un approccio tattico tendenzialmente difensivista.<ref name=foni>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/01/30/ma-dopo-aver-vinto-costruito-foni-divento.html|titolo=Ma dopo aver vinto e costruito Foni diventò ct del conformismo|autore=Gianni Brera|pubblicazione=la Repubblica|data=30 gennaio 1985|p=25}}</ref> Il nuovo tecnico riuscì ad imporre una quadratura di gioco e un senso del collettivo in uno spogliatoio imperniato sulle individualità – tra cui [[Benito Lorenzi|Lorenzi]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/03/04/addio-veleno-bandiera-degli-anni-50.html|titolo=Addio Veleno, bandiera degli anni '50|autore=Luigi Bolognini|pubblicazione=la Repubblica|data=4 marzo 2007|p=50}}</ref>, [[István Nyers|Nyers]]<ref name=nyers>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/03/11/addio-al-grande-nyers-re-dei-gol.html|titolo=Addio al grande Nyers, re dei gol e della notte|pubblicazione=la Repubblica|data=11 marzo 2005|p=62}}</ref>, [[Lennart Skoglund|Skoglund]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/21/da-skoglund-tony-adams-calcio-bottiglia.html|titolo=Da Skoglund a Tony Adams|autore=Corrado Sannucci|pubblicazione=la Repubblica|data=21 novembre 2007|p=62}}</ref> e [[Faas Wilkes|Wilkes]] –<ref name=wilkes>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/agosto/17/Addio_Wilkes_olandese_volante_Inter_ga_10_060817012.shtml|titolo=Addio Wilkes, olandese volante di Inter e Toro|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 agosto 2006}}</ref> il cui talento era tuttavia mitigato da problemi caratteriali.<ref name=foni/> Una prima innovazione fu compiuta con la rinuncia a Wilkes, ceduto al Torino<ref name=wilkes/>, per concedere maggior spazio a [[Gino Armano]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2015/settembre/08/Tutto_inizio_con_Gino_poi_ga_0_20150908_88db024c-55ed-11e5-90f3-6acf5f1fd578.shtml|titolo=Tutto iniziò con Gino, poi le ali presero il volo con Corso, Jair e Figo|autore=Matteo Brega|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=8 settembre 2015}}</ref>: questi venne schierato lungo l'esterno destro, risultando la prima «ala tornante» nella storia del calcio italiano.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/ottobre/30/Addio_Armano_gran_tornante_ga_0_031030581.shtml|titolo=Addio ad Armano, il gran tornante|autore=Sebastiano Vernazza|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=30 ottobre 2003}}</ref> Il successo nerazzurro del [[Serie A 1952-1953|campionato 1952-53]] venne costruito su una solida difesa, tanto che il portiere [[Giorgio Ghezzi]] – soprannominato ''Kamikaze'' per uno stile di gioco incline allo spettacolo –<ref name=kamikaze>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/12/13/ciao-ghezzi-kamikaze.html|titolo=Ciao Ghezzi, Kamikaze|autore=Gianni Brera|pubblicazione=la Repubblica|data=13 dicembre 1990|p=39}}</ref> risultò il meno battuto del torneo.<ref name=kamikaze/> Guadagnato il comando della classifica già in autunno, i nerazzurri si mantennero imbattuti per ben 19 giornate<ref name=foni/>; il vantaggio accumulato sulle inseguitrici fu tale da raggiungere l'aritmetica certezza del primato con tre turni di anticipo.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0050_02_1953_0105_0005_9592617/|titolo=Lorenzi sbatte in piena corsa contro un palo|autore=Leo Cattini|pubblicazione=Stampa Sera|data=4 maggio 1953|p=5}}</ref> A trionfo ormai acquisito, la ''Beneamata'' terminò il campionato con tre sconfitte consecutive.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0050_02_1953_0129_0006_13093656/|titolo=Per Inter-Novara fischi d'addio: 0-1|autore=Vittorio Pozzo|pubblicazione=Stampa Sera|data=1º giugno 1953|p=6}}</ref>

[[File:1953–54 Football Club Internazionale.jpg|thumb|upright=1.0|L'Inter [[Football Club Internazionale Milano 1953-1954|1953-54]], la prima che seppe bissare il titolo ottenuto l'annata precedente. Nell'immagine una formazione della stagione: da sinistra [[Benito Lorenzi|Lorenzi]], [[Lennart Skoglund|Skoglund]], [[Fulvio Nesti|Nesti]], [[Bruno Mazza|Mazza]], il capitano [[Attilio Giovannini|Giovannini]] e [[István Nyers|Nyers]]; accosciati [[Bruno Padulazzi|Padulazzi]], [[Gino Armano|Armano]], [[Maino Neri|Neri]], [[Giorgio Ghezzi|Ghezzi]] e [[Giovanni Giacomazzi|Giacomazzi]].]]

In avvio del [[Serie A 1953-1954|campionato 1953-54]] i milanesi fronteggiarono la temporanea esclusione di Nyers, posto fuori rosa per via di un mancato accordo col presidente Masseroni circa la retribuzione economica.<ref name=nyers/> L'acclamazione dei sostenitori convinse la dirigenza a reintegrare il calciatore prima del derby contro il Milan, deciso proprio da una tripletta dell'apolide.<ref name=nyers/> Contrastata da Fiorentina e Juventus nel girone di andata, la squadra lombarda accusò un calo in febbraio salvo poi riprendersi in primavera e proseguire il duello con i bianconeri.<ref name=foni/> La netta vittoria per 6-0 contro i torinesi fu determinante per il ''bis'' in campionato, conseguito con un solo punto di margine sui rivali.<ref name=foni/> Per la sua terza stagione in panchina, Foni si accordò contestualmente con una Nazionale italiana reduce dal fallimento ai [[Campionato mondiale di calcio 1954|Mondiali elvetici]]<ref name=foni/>; incapace di ripetere i fasti del recente biennio, la formazione nerazzurra si classificò solamente ottava in [[Serie A 1954-1955|campionato]].<ref name=foni/>

=== 1955-1960: l'inizio dell'era di Angelo Moratti ===
Nel maggio 1955 Masseroni cedette la società al petroliere [[Angelo Moratti]].<ref name=moratti>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/ottobre/04/Quei_Moratti_tutti_casa_San_ga_0_0310043737.shtml|titolo=Quei Moratti, tutti casa e San Siro|autore=Massimo Arcidiacono|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=4 ottobre 2003}}</ref>

I primi anni della nuova gestione videro il presidente Moratti compiere un ingente turn-over in panchina, senza però che ai ricambi corrispondessero risultati.<ref name=moratti/> Il miglior piazzamento fu il terzo posto nel [[Serie A 1958-1959|campionato 1958-59]], con i milanesi che piazzarono [[Antonio Angelillo|Angelillo]] in cima alla classifica dei marcatori<ref name=angelillo>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/febbraio/12/Angelillo_schiera_porta_Inter_gol_ga_10_0502121423.shtml|titolo=Angelillo si schiera e porta l'Inter in gol|autore=Claudio Gregori|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 febbraio 2005}}</ref>: l'attaccante mise a segno 33 gol in altrettante gare, record per i campionati a girone unico con 18 formazioni.<ref name=angelillo/>

[[File:1958–59 Inter Milan - Antonio Valentín Angelillo.jpg|thumb|upright|left|L'italo-argentino Angelillo, miglior marcatore del torneo 1958-59 con 33 realizzazioni.<ref name=angelillo/><ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/02_Febbraio/26/angelillo.shtml|titolo=Angelillo, il "signor record"|autore=Giuseppe Bagnati|data=26 febbraio 2008}}</ref>]]

Durante il [[Serie A 1959-1960|torneo 1959-60]], terminato al quarto posto, i nerazzurri subirono una delle più pesanti sconfitte di sempre nei derby perdendo 5-3 contro i rossoneri.<ref name=stracittadina>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/gennaio/15/Derby_dieci_lode_Maghi_magie_ga_10_120115034.shtml|titolo=Derby dieci e lode|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 gennaio 2012}}</ref>

== Gli anni 1960 ==
=== 1960-1962: biennio d'assestamento ===
[[File:1960–61 Serie A - Juventus v Inter Milan - Mazzola contrasts with Sarti.jpg|thumb|right|Un diciottenne [[Sandro Mazzola]] in contrasto sullo juventino [[Benito Sarti|Sarti]] nel [[derby d'Italia]] del 10 giugno 1961, giocato in segno di protesta dall'Inter con la sua squadra [[Campionato De Martino|De Martino]].]]

Nell'estate 1960 la società affidò la propria panchina all'argentino [[Helenio Herrera]]<ref name=hh>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/aprile/09/Herrera_Helenio_mago_nato_100_ga_10_100409011.shtml|titolo=Herrera Helenio, un mago nato 100 anni fa|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=9 aprile 2010}}</ref>, soprannominato ''Mago''.<ref name=hh/> Per quanto riguarda il settore dirigenziale, si registrò invece l'arrivo di [[Italo Allodi]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/04/manager-davvero-geniale-altro-che-quelli-di.html|titolo=Manager davvero geniale|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=4 giugno 1999|p=43}}</ref> Durante il [[Serie A 1960-1961|campionato 1960-61]] i nerazzurri terminarono in vetta il girone di andata, ma una serie di incertezze nel ritorno favorì il sorpasso della Juventus.<ref name=juventus>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/febbraio/20/maghi_papere_astronauti_Juve_Inter_ga_0_9802208056.shtml|titolo=Maghi, papere, astronauti e Juve-Inter|autore=Alessandro De Calò|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 febbraio 1998}}</ref> Lo scontro diretto del 16 aprile 1961 fu inizialmente appannaggio dei meneghini, cui la vittoria venne riconosciuta a tavolino per un'invasione di campo<ref name=juventus/>: la Corte d'Appello Federale invalidò tuttavia la sentenza col torneo ormai prossimo alla conclusione, decretando la ripetizione della gara.<ref name=juventus/> Sconfitti a Catania nell'ultimo turno di campionato, i nerazzurri fallirono l'aggancio<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/marzo/19/CLAMOROSO_CIBALI_URLO_CONIATO_DOPO_ga_10_120319024.shtml|titolo=Clamoroso al Cibali|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=19 marzo 2012}}</ref>: con il ''replay'' del derby d'Italia divenuto quindi ininfluente, la ''Beneamata'' – che schierò la propria formazione giovanile, in segno di protesta verso la Federazione – fu travolta per 9-1<ref name=juventus/>, realizzando il punto della bandiera con l'esordiente [[Sandro Mazzola]].<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Altre%20Serie/Primo%20Piano/2005/02-Febbraio/17/recor6gol.shtml|titolo=Quel giorno che segnò 6 gol|autore=Mario Salvini|data=17 febbraio 2005}}</ref>

Per la stagione seguente il ''Mago'' ottenne l'ingaggio del centrocampista [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Luis Suárez]]<ref name=suarez>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/12/12/suarez-la-mia-inter-con-herrera-prisco.html|titolo=Suarez: "La mia Inter con Herrera e Prisco"|autore=Luca Fazzo|pubblicazione=la Repubblica|data=12 dicembre 2002|p=13}}</ref>, mentre in attacco il britannico [[Gerry Hitchens]] rimpiazzò Angelillo<ref name=angelillo/>: inviso al tecnico non solamente per ragioni tattiche ma anche per fatti inerenti alla vita personale<ref name=hh/>, l'ex capocannoniere fu ceduto alla Roma.<ref name=angelillo/> L'Inter vinse il titolo di metà stagione nel [[Serie A 1961-1962|torneo 1961-62]] con cinque lunghezze di margine sul Milan<ref name=flop>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2007/04_Aprile/19/incompiuta.shtml|titolo=Quell'Inter incompiuta, da Sarti al 5 maggio|autore=Claudio Gregori|data=19 aprile 2007}}</ref>, prima che un calo nella fase di ritorno comportasse l'aggancio e il sorpasso dei concittadini.<ref name=flop/><ref name=derby>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/settembre/28/Quando_Milan_Inter_era_Rocco_ga_10_080928074.shtml|titolo=Quando Milan-Inter era Rocco-Herrera|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=28 settembre 2008}}</ref> I nerazzurri conclusero al secondo posto, distanziati di cinque punti dai rivali<ref name=derby/>: le delusioni del recente biennio e problemi di salute e spinsero Moratti a rassegnare le dimissioni,<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0085_01_1962_0068_0006_16945127/|titolo=Moratti ha presentato le dimissioni da presidente dell'Internazionale|pubblicazione=La Stampa|data=21 marzo 1962|p=6}}</ref> poi revocate quando la società, assieme ad altre di [[Serie A]] e [[Serie B|B]], rimase coinvolta in uno scandalo concernente l'uso di sostanze dopanti: il procedimento giudiziario che ne seguì portò alla squalifica di tre calciatori interisti per due giornate di campionato.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0085_01_1962_0096_0004_17235367/|titolo=Nella prima sentenza per il doping calcistico lievi squalifiche a 4 giocatori; assolti gli altri|pubblicazione=La Stampa|data=22 aprile 1962|p=4}}</ref>

=== 1962-1966: la Grande Inter ===
{{Vedi anche|Grande Inter}}

==== 1962-1963: l'ottavo Scudetto ====
[[File:Inter, Armando Picchi e Helenio Herrera.jpg|thumb|upright=0.8|left|Il capitano [[Armando Picchi]] col tecnico Herrera nella stagione 1962-63, coincisa con la nascita della ''Grande Inter''.]]

Herrera mantenne il comando della formazione quando [[Edmondo Fabbri]] pareva ormai pronto ad insediarsi in panchina<ref name=hh/>, con l'organico rinforzato dal terzino [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] e dall'interno [[Humberto Maschio|Maschio]].<ref name=grande>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/novembre/11/ricordi_grande_Inter_ga_0_9711111668.shtml|titolo=Ricordi di Grande Inter|autore=Luca Curino|autore2=Germano Bovolenta|autore3=Giorgio Lo Giudice|autore4=Dan Peterson|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=11 novembre 1997}}</ref> In avvio di [[Serie A 1962-1963|campionato]] l'Inter non parve in grado di aspirare al titolo, racimolando appena sette punti in altrettante uscite<ref name=juventus/>: la svolta si verificò in autunno con l'acquisto del centravanti [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]] dal Torino, cui venne invece dirottato Hitchens.<ref name=juventus/> La partenza del britannico consentì il tesseramento dell'ala brasiliana [[Jair da Costa|Jair]]<ref name=grande/>, con Herrera che concesse spazio anche ai ventenni [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] e Mazzola<ref name=juventus/>; a vestire la fascia di capitano era [[Armando Picchi]], schierato alle spalle dei difensori.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/dicembre/01/Diventa_libro_storia_Picchi_ribelle_ga_0_9912017613.shtml|titolo=Diventa un libro la storia di Picchi il ribelle|autore=Sebastiano Vernazza|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º dicembre 1999}}</ref>

Sorretti dal nuovo assetto tattico, i meneghini si resero autori di una rimonta che li vide conquistare 28 punti in 17 giornate<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0089_02_1962_0261_0009_17689568/|titolo=L'Inter segna al primo minuto e batte la Sampdoria per 4 a 0|autore=Leo Cattini|pubblicazione=Stampa Sera|data=19 novembre 1962|p=9}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0089_02_1962_0282_0007_17641545/|titolo=Il brasiliano Jair si scatena: crolla la squadra bolognese|autore=Vittorio Pozzo|pubblicazione=Stampa Sera|data=17 dicembre 1962|p=7}}</ref>: pur mancando il titolo invernale a favore della Juventus<ref name=juventus/>, i nerazzurri compirono l'aggancio nel febbraio 1963.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,1560_02_1963_0035A_0007_23509456/|titolo=La difesa del Palermo non resiste ai vivaci attacchi dell'Inter: 0-4|autore=Leo Cattini|pubblicazione=Stampa Sera|data=11 febbraio 1963|p=7}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0090_02_1963_0041A_0007_24680354/|titolo=Troppo debole il Napoli, l'Inter si scatena: 5-1|autore=Ugo Irace|pubblicazione=Stampa Sera|data=18 febbraio 1963|p=7}}</ref> Un pareggio nel derby – con Mazzola che segnò dopo 13" il gol più veloce di sempre nelle stracittadine –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/novembre/08/derbissimi_videocassetta_gol_lampo_Mazzola_ga_0_9811082441.shtml|titolo=I derbissimi in videocassetta|autore=Angelo Rovelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=8 novembre 1998}}</ref> valse il comando solitario, con l'imbattibilità poi persa a Bergamo.<ref name=juventus/> L'immediata reazione portò i meneghini, il cui primato non venne insidiato, a vantare un distacco di quattro lunghezze sulla rivale bianconera<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,0091_02_1963_0059A_0007_24676997/|titolo=A San Siro l'Inter di Moratti travolge il Genoa per 6 a 0|autore=Gigi Boccacini|pubblicazione=Stampa Sera|data=11 marzo 1963|p=7}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0091_02_1963_0094A_0006_24500841/|titolo=A S.Siro aspra lotta tra Inter e Bologna: 4-1|autore=Giulio Accatino|pubblicazione=Stampa Sera|data=22 aprile 1963|p=6}}</ref>: il trionfo nello scontro diretto di Torino permise di ipotecare la vittoria finale<ref name=juventus/>, divenuta matematica a Roma il 5 maggio 1963.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,7/articleid,1562_02_1963_0105A_0007_23513079/|titolo=Scatenata la Roma con gli interisti: 3-0|pubblicazione=Stampa Sera|data=6 maggio 1963|p=7}}</ref> Chiudendo il torneo davanti agli stessi piemontesi nonché ad un Milan appena laureatosi campione d'Europa, gli uomini di Herrera salirono sul trono nazionale a nove anni dall'ultima affermazione.<ref name=juventus/><ref name=grande/>

==== 1963-1964: la prima Coppa Campioni ====
[[File:Inter 1963-64.jpg|thumb|upright=1.0|Una formazione dell'Inter nella stagione 1963-1964; in piedi: [[Giuliano Sarti|Sarti]], [[Carlo Tagnin|Tagnin]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Bruno Petroni|Petroni]]; in prima fila: [[Jair da Costa|Jair]], [[Mario Corso|Corso]], [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Suárez]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]] e [[Armando Picchi|Picchi]].]]

In vista dell'impegno continentale – stante il tricolore che valse il debutto nella [[UEFA Champions League|Coppa Campioni]] – la squadra venne potenziata dagli acquisti del portiere [[Giuliano Sarti|Sarti]], del mediano [[Carlo Tagnin|Tagnin]] – utilizzato da secondo stopper –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/marzo/05/arte_appiccicarsi_ga_0_0003053066.shtml|titolo=L'arte di appiccicarsi|autore=Marco Pastonesi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=5 marzo 2000}}</ref> e della punta [[Aurelio Milani|Milani]].<ref name=grande/> Lo scenario del [[Serie A 1963-1964|campionato]] vide i nerazzurri insidiati dai concittadini rossoneri e dal Bologna dell'ex [[Fulvio Bernardini|Bernardini]], divenuto il principale concorrente nella fase di ritorno.<ref name=bologna>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/22/non-fu-inter-tramare-nello-scudetto-del.html|titolo=Non fu l'Inter a tramare nello scudetto del '64|pubblicazione=la Repubblica|data=22 novembre 1998|p=42}}</ref> Il cammino dei petroniani fu ostacolato da un caso di doping tradottosi inizialmente nella penalità di tre punti, successivamente restituiti<ref name=bologna/>: lombardi e felsinei conclusero quindi il torneo a pari merito, rendendo necessario uno spareggio.<ref name=bologna/> All'appuntamento la formazione di Herrera giunse con i favori del pronostico, avendo conquistato al primo tentativo la [[Coppa dei Campioni 1963-1964|coppa continentale]]<ref name=grande/>: eliminate nell'ordine {{Calcio Everton|N}}, {{Calcio Monaco|N}}, {{Calcio Partizan|N}} e {{Calcio Borussia Dortmund|N}}, la ''Beneamata'' sconfisse nell'atto conclusivo il {{Calcio Real Madrid|N}} con doppietta di Mazzola e rete di Milani.<ref name=tacalabala>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/novembre/14/Taca_bala_cosi_carico_Inter_ga_0_9711147856.shtml|titolo="Taca la bala"|autore=Claudio Gregori|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport |data=14 novembre 1997}}</ref>

Sul neutro di Roma, i meneghini dovettero però arrendersi alla compagine emiliana che prevalse per 2-0 con un'autorete di Facchetti e un gol di [[Harald Nielsen|Nielsen]].<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2009/02/sport/calcio/gianni-brera/gianni-brera/gianni-brera.html|titolo=Lo spareggio scudetto raccontato da Gianni Brera|data=13 febbraio 2009}}</ref>

==== 1964-1965: il nono Scudetto, la seconda Coppa Campioni e la prima Coppa Intercontinentale ====
[[File:1964–65 European Cup - Inter Milan's Suárez, Facchetti, Peiró and Bedin with the trophy.jpg|thumb|left|I giocatori dell'Inter festeggiano sul campo di San Siro per la vittoria della loro seconda Coppa dei Campioni.]]

Decisa ad arricchire ulteriormente il proprio palmarès, l'Inter si presentò al via della stagione 1964-65 con nuovi volti: il centrale difensivo [[Saul Malatrasi|Malatrasi]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/maggio/06/Malatrasi_duplex_vinto_con_tutti_ga_0_0305062349.shtml|titolo=Malatrasi duplex: ha vinto con tutti e due i club|autore=Gabriella Mancini|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 maggio 2003}}</ref>, l'ala [[Angelo Domenghini|Domenghini]] e l'attaccante [[Joaquín Peiró|Peiró]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/aprile/17/Domenghini_sempre_all_ala_ga_10_0504173669.shtml|titolo=Domenghini, sempre all'ala|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 aprile 2005}}</ref> La ''Beneamata'' sollevò nel settembre 1964 la [[Coppa Intercontinentale 1964|Coppa Intercontinentale]] dopo tre sfide con l'argentino {{Calcio Independiente|N}}<ref name=grande/>: la vittoria dei sudamericani in casa e l'affermazione nerazzurra a Milano comportarono una «bella» sul campo neutro di Madrid, decisa dalla rete di [[Mario Corso|Corso]] nei supplementari.<ref name=tacalabala/>

In [[Serie A 1964-1965|campionato]] l{{'}}''undici'' di Herrera terminò la fase di andata con sette punti di ritardo dal Milan<ref name=derby/>, compiendo poi il sorpasso grazie ad un exploit che nei 15 turni conclusivi vide la formazione ottenere 28 punti sui 30 disponibili.<ref name=derby/> Impostasi nettamente nella stracittadina di ritorno col punteggio di 5-2<ref name=stracittadina/>, l'Inter consolidò il vantaggio sui rivali in primavera aggiudicandosi il tricolore nella giornata finale.<ref name=derby/><ref name=grande/> Ad impreziosire la stagione fu poi il ''bis'' europeo, centrato con una vittoria di misura sul {{Calcio Benfica|N}}<ref name=grande/>: nei turni precedenti la squadra aveva estromesso {{Calcio Dinamo Bucarest|N}}, {{Calcio Rangers|N}} e {{Calcio Liverpool|N}}.<ref name=grande/>

Sfumò invece la [[Coppa Italia 1964-1965|Coppa Italia]], persa di misura contro la Juventus nell'agosto 1965 con la nuova stagione ormai alle porte.<ref name=juventus/>

==== 1965-1966: la ''prima stella'' e la seconda Coppa Intercontinentale ====
[[File:Rosa Inter 1965-1966.jpg|thumb|upright=1.0|La rosa completa del [[Football Club Internazionale 1965-1966|1966]] che avrebbe vinto la [[Stella (calcio)|''prima stella'']]. Da sinistra, in piedi: [[Giuliano Sarti|Sarti]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]], [[Gianfranco Bedin|Bedin]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] e capitan [[Armando Picchi|Picchi]]. Accosciati da sinistra: [[Jair da Costa|Jair]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Joaquín Peiró|Peiró]], [[Luis Suárez Miramontes|Suárez]] e [[Mario Corso|Corso]].]]

Conquistata un'altra [[Coppa Intercontinentale 1965|Coppa Intercontinentale]] – sempre ai danni dell'Independiente –<ref name=tacalabala/>, la ''Beneamata'' si ripeté anche in [[Serie A 1965-1966|campionato]] senza eccessivi affanni<ref name=grande/>: degno di nota il contributo offensivo del terzino Facchetti, capace di realizzare ben dieci reti.<ref name=tacalabala/> La conquista del tricolore comportò la presenza sulle maglie da gioco di una [[Stella (calcio)|stella]], simbolo volto a sottolineare la decima vittoria del titolo.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/maggio/08/Una_stella_ogni_scudetti_norma_ga_10_120508013.shtml|titolo=Una stella ogni 10 scudetti: la norma c'è, risale al '58|autore=Marco Iaria|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=8 maggio 2012}}</ref>

Una delusione si consumò invece sul [[Coppa dei Campioni 1965-1966|fronte europeo]], dove i nerazzurri vennero sconfitti dal Real Madrid in semifinale.<ref name=tacalabala/>

=== 1966-1970: l'arrivo di Fraizzoli ===
La stagione 1966-67 coincise col brusco epilogo della ''Grande Inter'', dacché i nerazzurri persero nell'arco di una settimana la [[Coppa dei Campioni 1966-1967|Coppa Campioni]] e il [[Serie A 1966-1967|campionato]]: sconfitta in rimonta dal {{Calcio Celtic|N}} in ambito europeo, la compagine lombarda perse a Mantova nell'ultimo turno di campionato vedendosi superare in classifica dalla Juventus.<ref name=juventus/> A decidere l'incontro fu una rete dell'ex Di Giacomo, favorita dall'incertezza del portiere Sarti.<ref name=flop/>

Concluso il [[Serie A 1967-1968|torneo seguente]] con un incolore quinto posto, nella primavera 1968 Angelo Moratti cedette la società all'imprenditore tessile [[Ivanoe Fraizzoli]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/11/Tutta_vecchia_Inter_all_addio_ga_0_9909115715.shtml|titolo=Tutta la vecchia Inter all'addio a Fraizzoli|autore=Gianluca Mercuri|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=11 settembre 1999}}</ref> Nelle prime due stagioni con Fraizzoli alla presidenza, la compagine milanese – guidata dapprima da Foni e successivamente da [[Heriberto Herrera]] – si classificò quarta e seconda in campionato.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/09/Fraizzoli_gran_signore_dopo_Grande_ga_0_9909095930.shtml|titolo=Fraizzoli, gran signore dopo la Grande Inter|autore=Angelo Rovelli|autore2=Luca Curino|autore3=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=9 settembre 1999}}</ref>

== Gli anni 1970 ==
=== 1970-1972: l'undicesimo Scudetto e la finale di Coppa Campioni ===
[[File:1970-1971 Inter Milan.jpg|thumb|left|upright=1.0|Una formazione dell'Inter campione d'Italia nel 1970-1971. Da sinistra, in piedi: [[Lido Vieri|Vieri]], [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Mario Giubertoni|Giubertoni]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] e [[Mario Corso|Corso]]; accosciati, da sinistra, il capitano [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Oscar Righetti|Righetti]], [[Sergio Pellizzaro|Pellizzaro]], [[Mario Frustalupi|Frustalupi]] e [[Gianfranco Bedin|Bedin]].]]

All'inizio del [[Serie A 1970-1971|torneo 1970-71]] l'Inter – che in estate aveva ceduto la ''bandiera'' Suárez alla Sampdoria – rischiò di vedersi confinata ai margini della lotta di vertice, dopo le sconfitte con Cagliari e Milan che provocarono l'esonero di Herrera.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/07/28/heriberto-la-juve-del-movimiento.html|titolo=Heriberto e la Juve del movimiento|pubblicazione=la Repubblica|data=28 luglio 1996|p=42}}</ref> Per sostituire il paraguaiano, Fraizzoli affidò la panchina a [[Giovanni Invernizzi (calciatore 1931)|Giovanni Invernizzi]] che in precedenza si occupava del settore giovanile.<ref name=invernizzi>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/marzo/01/morto_Invernizzi_Guido_Inter_allo_ga_10_05030111187.shtml|titolo=È morto Invernizzi|autore=Claudio Gregori|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º marzo 2005}}</ref> Trascinata dalle reti di [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]], la squadra riuscì a compiere un inatteso aggancio nei confronti dei rivali rossoneri<ref name=invernizzi/>: il sorpasso si concretizzò infine nella primavera 1971, dopo una vittoria sul Napoli rimasta celebre per le controversie circa l'arbitraggio.<ref>{{cita web|url=https://napoli.repubblica.it/sport/2011/03/31/news/le_confessioni_di_capitan_mazzola_quel_blitz_dall_arbitro_nel_match_col_napoli-14344373/|titolo=Le confessioni di Capitan Mazzola|autore=Giovanni Marino|data=31 marzo 2011}}</ref> I nerazzurri si aggiudicarono il titolo con due gare di anticipo, incamerando in tal modo l'undicesimo tricolore.<ref name=invernizzi/>

[[File:Festeggiamenti scudetto inter 70-71.jpg|thumb|upright=1.2|Festeggiamenti per lo [[scudetto (sport)|scudetto]] [[Serie A 1970-1971|1970-1971]]. La formazione titolare che scese in campo contro il Foggia nella partita che assegnò il titolo era composta da: [[Lido Vieri|Vieri]], [[Mauro Bellugi|Bellugi]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Gianfranco Bedin|Bedin]], [[Mario Giubertoni|Giubertoni]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Jair da Costa|Jair]], [[Mario Bertini|Bertini]], [[Roberto Boninsegna|Boninsegna]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Mario Corso|Corso]].]]

La vittoria in campionato permise inoltre il ritorno sul palcoscenico europeo, cui la ''Beneamata'' si presentò con pochi rinforzi: tra questi il portiere di riserva [[Ivano Bordon|Bordon]], capace comunque di insidiare il titolare [[Lido Vieri]] a dispetto della giovane età<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2004/ottobre/26/Quando_Bordon_strappo_posto_Lido_ga_10_041026254.shtml|titolo=Quando Bordon strappò il posto a Lido Vieri|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 ottobre 2004}}</ref>, e il mediano [[Gabriele Oriali|Oriali]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/ottobre/08/Oriali_altro_che_mediano_ga_0_9910082352.shtml|titolo=Oriali, altro che mediano|autore=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=8 ottobre 1999}}</ref> Sconfitto agevolmente l'{{Calcio AEK Atene|N}} nei sedicesimi di finale della [[Coppa dei Campioni 1971-1972|Coppa Campioni]], la ''Beneamata'' incrociò il {{Calcio Borussia Monchengladbach|N}} negli ottavi.<ref name=lattina>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2009/04/sport/calcio/inter-lattina/inter-lattina/inter-lattina.html|titolo=Boninsegna e il giallo della lattina, Inter salvata dal maestro Prisco|autore=Marco Mensurati|data=30 aprile 2009}}</ref> Durante la sfida di andata in Germania, sul punteggio di 2-1 per i teutonici, Boninsegna cadde a terra dopo essere stato centrato in testa da una lattina di Coca-Cola scagliata dai tifosi tedeschi sugli spalti.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/aprile/12/Mazzola_dell_Inter_consegnai_altra_ga_10_070412020.shtml|titolo=Mazzola e il 7-1 dell'Inter: «Io consegnai un'altra lattina»|autore=Elio Trifari|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 aprile 2007}}</ref> Il risultato finale fu di 7-1 per il Borussia, con la società lombarda che presentò ricorso: il vicepresidente [[Giuseppe Prisco|Prisco]] sostenne l'irregolarità nello svolgimento della [[Partita della lattina|partita]], essendo questa proseguita dopo l'incidente.<ref name=lattina/>

Al culmine di una diatriba sfociata anche sul piano legale, l'[[UEFA]] decretò l'annullamento della gara ordinandone la ripetizione.<ref name=lattina/> A Milano i nerazzurri s'imposero per 4-2, mentre nel ''retour match'' la prestazione di Bordon – distintosi, tra l'altro, per un rigore parato a [[Klaus-Dieter Sieloff|Sieloff]] –<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/novembre/21/Berlino_1971_quando_Bordon_paro_ga_0_0011219189.shtml|titolo=Berlino 1971, quando Bordon parò il «caso lattina»|autore=Luca Curino |pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=21 novembre 2000}}</ref> consentì di mantenere lo 0-0 e accedere ai quarti di finale.<ref name=lattina/> La ''Beneamata'' ebbe poi ragione del belga [[Royal Standard de Liège|Standard Liegi]] e dello scozzese Celtic, superato ai rigori.<ref name=invernizzi/> Nell'atto conclusivo gli uomini di Invernizzi capitolarono di fronte all'{{Calcio Ajax|N}} di [[Johan Cruijff]], autore della doppietta decisiva.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,14/articleid,0143_01_1972_0128_0014_5054270/|titolo=AJAX CAMPIONE D'EUROPA|pubblicazione=La Stampa|data=1º giugno 1972|p=14}}</ref>

[[File:1971-72 European Cup Final - AFC Ajax v Inter Milan - Mauro Bellugi & Piet Keizer.jpg|thumb|left|[[Mauro Bellugi]] in marcatura su [[Piet Keizer|Keizer]] nella [[Finale della Coppa dei Campioni 1971-1972|finale della Coppa dei Campioni]] persa a Rotterdam contro l'{{Calcio Ajax|N}}.]]

=== 1972-1977: gli anni bui ===
Gli anni che fecero seguito alla finale di Coppa Campioni videro la squadra – alle prese con un corposo ricambio generazionale –<ref name=grande/> rendersi autrice di un periodo sostanzialmente incolore, con stagioni in chiaroscuro malgrado il temporaneo ritorno di Helenio Herrera in panchina.<ref name=hh/>

Con il massimo obiettivo stagionale circoscritto alla qualificazione per la [[UEFA Europa League|Coppa UEFA]], l'unico traguardo significativo venne toccato nel 1977: la formazione di [[Giuseppe Chiappella]] disputò la finale di [[Coppa Italia 1976-1977|Coppa Italia]] perdendo contro il Milan, nell'ultima apparizione ufficiale di Sandro Mazzola.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2009/02/12/pezzoderby.shtml|titolo=Gol, emozioni e record del derby lungo un secolo|autore=Giuseppe Bagnati|data=12 febbraio 2009}}</ref>

=== Il ciclo Bersellini (1977-1982) ===
==== 1977-1980: la seconda Coppa Italia e il dodicesimo scudetto ====
[[File:Inter, Coppa Italia '77-78.jpg|thumb|upright=1.0|[[Graziano Bini]] con la Coppa Italia appena ricevuta e parte della squadra.]]

Ad aprire un ciclo vincente fu l'ingaggio di [[Eugenio Bersellini]], soprannominato «sergente di ferro».<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/09/18/laddio-a-bersellini-fu-suo-lultimo-scudetto-con-undici-italiani38.html|titolo=L'addio a Bersellini|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=18 settembre 2017|p=38}}</ref> La stagione 1977-78 vide i nerazzurri tornare al successo, vincendo la [[Coppa Italia 1977-1978|Coppa Italia]] contro il Napoli: la sfida con i partenopei, conclusa per 2-1, coincise con l'ultimo incontro di Facchetti.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/Primo_Piano/2006/09_Settembre/04/facchetti.shtml|titolo=Il calcio piange Facchetti, addio bandiera nerazzurra|autore=Gianluca Oddenino|data=4 settembre 2006}}</ref> L'affermazione in coppa nazionale garantì il debutto nella [[Coppa delle Coppe UEFA|Coppa delle Coppe]], dove i meneghini raggiunsero i quarti di finale nel [[Coppa delle Coppe 1978-1979|1978-79]] arrendendosi al belga {{Calcio Beveren|N}}.

[[File:FC Internazionale Milano 1979-80.jpg|thumb|upright=1.0|left|Una formazione della stagione [[Football Club Internazionale Milano 1979-1980|1979-1980]]. Da sinistra, in piedi: [[Ivano Bordon|Bordon]], [[Roberto Mozzini|Mozzini]], [[Giancarlo Pasinato|Pasinato]], [[Graziano Bini|Bini]], [[Nazzareno Canuti|Canuti]], e [[Alessandro Altobelli|Altobelli]]; accosciati, [[Gianpiero Marini|Marini]], [[Giuseppe Baresi|Baresi]], [[Carlo Muraro|Muraro]], [[Gabriele Oriali|Oriali]] e [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]].]]

Nel [[Serie A 1979-1980|campionato 1979-80]] la ''Beneamata'' – i cui punti di forza risiedevano in Bordon, [[Giuseppe Baresi|Baresi]], nel capitano [[Graziano Bini|Bini]], Oriali, [[Alessandro Altobelli|Altobelli]], [[Evaristo Beccalossi|Beccalossi]] e [[Carlo Muraro|Muraro]] –<ref name=bersellini>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/maggio/20/Bersellini_piedi_per_111_km_ga_0_0305209099.shtml|titolo=Bersellini a piedi per 111 km|autore=Sebastiano Vernazza|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 maggio 2003}}</ref> scattò in testa dal primo turno, imponendosi poi nella stracittadina – con doppietta di Beccalossi –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/gennaio/06/Sono_Evaristo_scusa_insisto__ga_10_080106042.shtml|titolo=«Sono Evaristo, scusa se insisto»|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 gennaio 2008}}</ref> e contro la Juventus (4-0).<ref name=bersellini/> L'unica flessione si registrò sul finire del girone di andata, con la squadra che mantenne comunque un margine rassicurante sulle inseguitrici.<ref name=bersellini/> La vittoria nel derby del 2 marzo 1980, con gol di Oriali, spianò la strada verso il dodicesimo tricolore con la matematica certezza acquisita a due giornate dalla conclusione per effetto di un pareggio con la Roma: il definitivo 2-2 fu realizzato da [[Roberto Mozzini]].<ref>{{cita web|url=https://www.inter.it/it/news/2017/03/15/mozzini-il-gol-scudetto-una-gioia-immensa.html|titolo=Mozzini: "Il gol scudetto, una gioia immensa"|data=15 marzo 2017}}</ref>

==== 1980-1982: il ritorno in Europa e la terza Coppa Italia ====
Riaffacciatasi in [[Coppa dei Campioni 1980-1981|Coppa Campioni]] dopo nove anni, l'Inter tesserò l'austriaco [[Herbert Prohaska|Prohaska]] dopo la mancata chiusura del contratto col brasiliano [[Paulo Roberto Falcão|Falcao]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/09/Pianse_rinuncio_Falcao__ga_0_9909095931.shtml|titolo="Pianse e rinunciò a Falcao"|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=9 settembre 1999}}</ref> Alla prima squadra venne aggregato il sedicenne [[Giuseppe Bergomi]], che aveva compiuto il proprio esordio nel gennaio 1980.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/luglio/30/BEPPE_BERGOMI_gm_0_9907301702.shtml|titolo=BEPPE BERGOMI|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=30 luglio 1999}}</ref> I nerazzurri approdarono alle semifinali della manifestazione europea per la sesta volta su sei partecipazioni totali, cedendo questa volta al Real Madrid.

A calare il sipario sul lustro di Bersellini fu la vittoria in Coppa Italia nel [[Coppa Italia 1981-1982|1982]], conseguita contro il Torino.<ref name=bersellini/>

[[File:Finale Coppa Italia 1982 - Torino 1-1 Inter - Gol di Altobelli.jpg|thumb|upright=0.8|[[Alessandro Altobelli]] segna il gol del pareggio contro il Torino nella vittoriosa finale di Coppa Italia della stagione 1981-1982.]]

== Gli anni 1980 ==
=== Il periodo 1982-1986: l'arrivo di Pellegrini ===
Il successore di Bersellini sulla panchina dell'Inter fu [[Rino Marchesi]], terzo classificato nel [[Serie A 1982-1983|campionato 1982-83]] dietro Roma e Juventus<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/novembre/01/doppio_Juary_scelto_per_chi_ga_10_051101476.shtml|titolo=Il doppio ex Juary ha scelto per chi tifare|autore=Luigi Zappella|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º novembre 2005}}</ref>: a segnare la stagione fu un sospetto di [[combine]] relativo alla sfida con il Genoa (vinta per 3-2), malgrado tali accuse non abbiano mai trovato riscontro.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/febbraio/19/Genoa_inter_con_finale_sorpresa_sw_0_050219524.shtml|titolo=Genoa-Inter con finale a sorpresa|autore=Andrea Parodi|pubblicazione=[[SportWeek]]|editore=La Gazzetta dello Sport|data=19 febbraio 2005}}</ref> In [[Coppa delle Coppe 1982-1983|Coppa delle Coppe]] – torneo al quale i meneghini parteciparono per la seconda volta –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/novembre/23/Quella_volta_che_Beccalossi_falli_ga_10_0511236531.shtml|titolo=Quella volta che Beccalossi fallì due rigori|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=23 novembre 2005}}</ref> fu il Real Madrid a sbarrare la strada, nei quarti di finale.

Nella stagione 1983-84 i nerazzurri furono guidati da [[Luigi Radice]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/febbraio/04/uomo_dell_altro_grande_Torino_ga_0_990204417.shtml|titolo=L'uomo dell'altro grande Torino|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=4 febbraio 1999}}</ref>, terminando il [[Serie A 1983-1984|campionato]] al quarto posto.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/04/22/ma-con-inter-tanta-fatica.html|titolo=Ma con l'Inter tanta fatica|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=22 aprile 1984|p=33}}</ref> Con l'annata agonistica in corso, Fraizzoli cedette la società a [[Ernesto Pellegrini]] che ne divenne proprietario nel gennaio 1984.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/06/20/conti-di-pellegrini.html|titolo=I conti di Pellegrini|autore=Oliviero Beha|pubblicazione=la Repubblica|data=20 giugno 1984|p=38}}</ref>

Rinforzata dall'irlandese [[Liam Brady|Brady]] e dal tedesco [[Karl-Heinz Rummenigge|Rummenigge]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/10/04/brady-rummenigge-rilanciano-inter.html|titolo=Brady-Rummenigge rilanciano l'Inter|autore=Gianni Brera|pubblicazione=la Repubblica|data=4 ottobre 1984|p=24}}</ref>, la squadra di [[Ilario Castagner]] contese nel [[Serie A 1984-1985|torneo 1984-85]] la vittoria finale all'[[Hellas Verona Football Club|Hellas Verona]] chiudendo tuttavia sul gradino più basso del podio; in [[Coppa UEFA 1984-1985|Coppa UEFA]] raggiunse la semifinale, arrendendosi al Real Madrid.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/04/27/ora-inter-arrabbia-non.html|titolo=Ora l'Inter s' arrabbia "Non è una sceneggiata"|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=27 aprile 1985|pagina=24}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/05/01/inter-cinque-accuse-per-restare-in-europa.html|titolo=Inter, cinque accuse per restare in Europa|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=1º maggio 1985|pagina=30}}</ref> I madrileni furono gli artefici dell'eliminazione anche l'anno seguente, nel medesimo turno<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/04/17/inter-fuori-viva-inter.html|titolo=Inter fuori, viva l'Inter|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=17 aprile 1986|pagina=18}}</ref> allenati da Corso (che prese il posto di Castagner nell'autunno 1985). I nerazzurri finirono il [[Serie A 1985-1986|campionato 1985-86]] in sesta posizione.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/04/29/finalmente-per-tutti-la-prima-notte.html|titolo=E finalmente per tutti la prima notte di follie|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=29 aprile 1986|pagina=23}}</ref>

=== Il ciclo Trapattoni (1986-1991) ===
==== Biennio 1986-1988 ====
[[File:Giovanni Trapattoni - FC Internazionale Milano.jpg|thumb|upright=1.0|left|[[Giovanni Trapattoni]], sulla panchina nerazzurra dal 1986 al 1991, riportò i milanesi allo scudetto dopo nove anni (1989) e a un trionfo europeo dopo ventisei (1991).]]

L'estate [[1986]] portò a Milano l'ex bianconero [[Giovanni Trapattoni]], vincitore di 6 Scudetti nel capoluogo piemontese.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/07/26/pochi-acquisti-ma-il-migliore-trapattoni.html|titolo=Pochi acquisti ma il migliore è Trapattoni|autore=Gianni Brera|pubblicazione=la Repubblica|data=26 luglio 1986|pagina=17}}</ref> Nella sua prima stagione, la squadra patì l'infortunio di Rummenigge<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/04/22/rummenigge-arrende.html|titolo=Rummenigge s' arrende|pubblicazione=la Repubblica|data=22 aprile 1987|pagina=23}}</ref> ma ottenne un positivo terzo posto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/06/21/venite-vedere-il-calcio-latino.html|titolo=Venite a vedere il calcio latino|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=21 giugno 1987|pagina=23}}</ref> L'annata successiva fu più deludente, con un piazzamento in quinta posizione e l'addio del capitano Altobelli.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/19/ma-trapattoni-piace-ancora.html|titolo=Ma Trapattoni piace ancora?|pubblicazione=la Repubblica|data=19 maggio 1988|pagina=24}}</ref>

==== Stagione 1988-1989: lo ''scudetto dei record'' ====
Dalla Germania arrivarono il centrocampista [[Lothar Matthäus]] e il terzino sinistro [[Andreas Brehme]].<ref name="inter1988">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/08/03/adesso-credete-all-inter.html|titolo='Adesso credete all'Inter'|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=3 agosto 1988|accesso=27 giugno 2014}}</ref> In difesa avevano ormai trovato spazio il portiere [[Walter Zenga]] e i difensori [[Riccardo Ferri]] e [[Giuseppe Bergomi]] davanti ad [[Andrea Mandorlini]] (trasformato in [[Libero (calcio)#Libero|libero]]). [[Gianfranco Matteoli]] da regista avanzato venne arretrato davanti alla difesa a creare gioco mentre al suo posto andò Matthäus.<ref name="inter1988" /> Accanto a loro fu acquistato l'interno [[Nicola Berti]], dalla {{Calcio Fiorentina|N}}, e il tornante di destra del {{Calcio Cesena|N}}, [[Alessandro Bianchi (calciatore 1966)|Alessandro Bianchi]].<ref name="inter1988" /> Il centravanti [[Aldo Serena]] fece coppia con l'argentino [[Ramón Díaz]], arrivato a Milano all'ultimo minuto in prestito dalla Fiorentina dopo la bocciatura di [[Rabah Madjer]]. Momentaneamente acquistato da Pellegrini, con tanto di foto ufficiali e presentazione in sede alla stampa, l'algerino, dopo che le visite mediche rilevarono un infortunio muscolare alla coscia che poteva comprometterne l'integrità fisica, non firmò mai il contratto.<ref name="inter1988" /><ref name="madjer">{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/06/22/inter-rinuncia-madjer.html|titolo=L'Inter rinuncia a Madjer|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=22 giugno 1988|accesso=2 luglio 2014}}</ref>

[[File:Football Club Internazionale Milano 1988-89.jpg|thumb|upright=1.2|Una formazione dell{{'}}''Inter dei record'', stagione [[Football Club Internazionale Milano 1988-1989|1988-1989]]. Da sinistra, in piedi: [[Walter Zenga|Zenga]], [[Riccardo Ferri|Ferri]], [[Nicola Berti|Berti]], [[Giuseppe Bergomi|Bergomi]], [[Aldo Serena|Serena]] e [[Lothar Matthäus|Matthäus]]; accosciati: [[Ramón Díaz|Díaz]], [[Andreas Brehme|Brehme]], [[Alessandro Bianchi (calciatore 1966)|Bianchi]], [[Gianfranco Matteoli|Matteoli]] e [[Andrea Mandorlini|Mandorlini]].]]
I nerazzurri andarono già in testa solitari alla quinta giornata, distanziando il Milan di un punto e la {{Calcio Sampdoria|N}} e il {{Calcio Napoli|N}} di due. Nelle giornate successive il Milan accusò un rallentamento: l'11 dicembre, la sconfitta nel [[Derby di Milano|derby]] impedì ai rossoneri di bissare il titolo. Soltanto il Napoli riuscì a seguire l'Inter, a tre punti di distacco. La situazione non cambiò dopo lo scontro diretto del [[Stadio San Paolo|San Paolo]], il 15 gennaio (0-0); il 5 febbraio l'Inter diventò campione d'inverno e la domenica successiva la rocambolesca sconfitta di [[Firenze]] per 4-3 permise al Napoli di ridurre il distacco a un punto.

L'Inter vinse tutte le prime otto gare del girone di ritorno e allungò ancora sui partenopei; il 9 aprile i punti di vantaggio tra prima e seconda classificata furono sette. Vincendo lo scontro diretto del 28 maggio grazie a una punizione di Lothar Matthäus, i milanesi conquistarono matematicamente il loro 13º scudetto. Fu lo scudetto dei record: mai nessuna squadra sarebbe riuscita a toccare quota 58 con i due punti a vittoria. [[Aldo Serena]] vinse la [[Capocannoniere|classifica dei marcatori]] con 22 gol. Questa la formazione titolare: Zenga, Bergomi, Brehme, Matteoli, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Díaz, Matthäus, Serena.

==== Stagione 1989-1990: la prima Supercoppa italiana ====
[[File:Inter 2-0 Sampdoria supercoppa italiana 1989.jpg|thumb|left|I giocatori dell'Inter festeggiano la vittoria della prima [[Supercoppa italiana]] della storia del club nel [[Supercoppa italiana 1989|1989]].]]

Nella [[Serie A 1989-1990|stagione successiva]] fu ceduto [[Ramón Díaz]] e al suo posto venne preso il tedesco [[Jürgen Klinsmann]] dallo {{Calcio Stoccarda|N}}. La squadra venne subito eliminata in [[Coppa dei Campioni 1989-1990|Coppa dei Campioni]], dal [[Malmö Fotbollförening|Malmö]] allenato dall'inglese [[Roy Hodgson]] mentre in campionato arrivò terza. In questa stagione venne conquistata la prima [[Supercoppa italiana 1989|Supercoppa italiana]] ai danni della Sampdoria sconfitta 2-0 a San Siro con le reti di [[Enrico Cucchi]] e [[Aldo Serena]]. La squadra con Brehme, Klinsmann e Matthäus venne rinominata dei "tre tedeschi", che poi andarono a conquistare con la propria nazionale il mondiale.<ref>{{Cita news|lingua=de|url=http://www.bild.de/sport/fussball/inter-mailand/die-deutschen-bei-inter-39191348.bild.html|titolo=Klinsmann, Matthäus, Brehme: Das waren die Deutschen bei Inter|pubblicazione=BILD.de|accesso=27 agosto 2017}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.tuttosport.com/foto/calcio/serie-a/2017/08/25-29742012/gaffe_thohir_interista_dai_tempi_dei_3_olandesi/|titolo=Gaffe Thohir: «Interista dai tempi dei 3 olandesi»|accesso=27 agosto 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.welt.de/sport/fussball/internationale-ligen/gallery135972459/Die-deutschen-Fussballer-bei-Inter-Mailand.html|titolo=Podolski-Transfer: Die deutschen Fußballer bei Inter Mailand - WELT|sito=DIE WELT|accesso=27 agosto 2017}}</ref>

==== Stagione 1990-1991: la prima Coppa UEFA ====
[[File:FC Internazionale Milano - Coppa UEFA 1991-05-22 - Bergomi - Ferri - Zenga.jpg|thumb|upright|Da sinistra: [[Giuseppe Bergomi]], [[Riccardo Ferri]] e [[Walter Zenga]] con la [[Coppa UEFA]] conquistata al termine della doppia finale del [[Coppa UEFA 1990-1991|1990-1991]] contro la {{Calcio Roma|N}}.]]

Il [[Campionato mondiale di calcio 1990|mondiale del 1990]] vide vittoriosa la [[Nazionale di calcio della Germania|Germania]] di [[Lothar Matthäus]], il quale a dicembre vinse il [[Pallone d'oro 1990|Pallone d'oro]] e anche il [[FIFA World Player of the Year 1991|FIFA World Player of the Year]], primo giocatore della storia dell'Inter ad avvalersi di entrambi i prestigiosi riconoscimenti.

Nella stagione [[Serie A 1990-1991|1990-1991]] la squadra lottò per lo scudetto insieme alla {{Calcio Sampdoria|N}}; alla dodicesima giornata, approfittando del rinvio delle gare di Sampdoria e Milan, impegnate a fronteggiarsi nella Supercoppa europea, i nerazzurri andarono soli in testa. L'Inter rimase in vetta per diverse giornate, talvolta anche in compagnia di Sampdoria e Juventus, e andò a vincere il [[Campione d'inverno|titolo d'inverno]] il 20 gennaio, con un punto di vantaggio sul Milan e due sul terzetto formato da Sampdoria, Juventus e Parma. Nel girone di ritorno rimasero presto in lotta i blucerchiati e le milanesi. Furono gli scontri diretti a sancire lo scudetto dei genovesi che batterono anche l'Inter vincendo 2-0 al ''Meazza'', in un incontro nel quale [[Gianluca Pagliuca|Pagliuca]] parò un rigore a Matthäus sull'1-0 per i doriani.<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0003/articleid,0866_01_1991_0096_0027_25727244/|titolo=Samp, due stilettate al cuore dell'Inter|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=6 maggio 1991|accesso=5 aprile 2012}}</ref>

In [[Coppa UEFA 1990-1991|Coppa UEFA]] la squadra raggiunse la sua prima finale dove incontrò la {{Calcio Roma|N}}. All'andata a Milano i nerazzurri vinsero 2-0 con reti di [[Lothar Matthäus|Matthäus]] su rigore e di [[Nicola Berti]]. Nel ritorno, all'Olimpico, l'Inter perse per 1-0 con gol di [[Ruggiero Rizzitelli]] vincendo comunque il trofeo: erano ventisei anni che l'Inter non vinceva un trofeo internazionale. L'avventura di Trapattoni sulla panchina nerazzurra si chiuse il 22 maggio [[1991]] dopo esattamente cinque anni.

== Gli anni 1990 ==
=== Il biennio 1991-1993 ===
[[File:Lothar Matthäus (1991-1992).jpg|thumb|upright=1.0|left|[[Lothar Matthäus]] nella [[Serie A 1989-1990|stagione 1991-1992]]: il tedesco è stato il primo calciatore interista a vincere il [[Pallone d'oro]] (nel [[Pallone d'oro 1990|1990]]) e il [[FIFA World Player of the Year]] (nel [[FIFA World Player of the Year 1991|1991]]).]]

A conclusione del ciclo di Trapattoni, la società si affidò all'emergente [[Corrado Orrico]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/06/25/inter-un-idea-di-zona.html|titolo="Inter, un'idea di zona"|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=25 giugno 1991|p=33}}</ref> Quest'ultimo, distintosi alla guida di formazioni "provinciali", non si rivelò tuttavia all'altezza di una «big»<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/27/una-mano-orrico.html|titolo=Una mano a Orrico|autore=Antonio Dipolina|pubblicazione=la Repubblica|data=27 settembre 1991|p=43}}</ref>: fallita la difesa del titolo europeo<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/settembre/22/Orrico_ritrovato_Orrico_ga_0_0009222316.shtml|titolo=Orrico ha ritrovato Orrico|autore=Nicola Binda|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 settembre 2000}}</ref>, la ''Beneamata'' fu protagonista di un [[Serie A 1991-1992|campionato]] incolore che spinse il tecnico a dimettersi nel gennaio 1992.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/01/21/suarez-inter-torna-al-passato.html|titolo=Suarez, l'Inter torna al passato|pubblicazione=la Repubblica|data=21 gennaio 1992|p=25}}</ref> Il sostituto fu individuato nell'ex calciatore Luis Suárez, incapace tuttavia di imprimere una svolta<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/05/12/inter-caos-non-esistono-intoccabili.html|titolo=L'Inter caos "Non esistono intoccabili"|autore=Fulvio Bianchi|pubblicazione=la Repubblica|data=12 maggio 1992|p=31}}</ref>: i nerazzurri terminarono all'ottavo posto, con conseguente esclusione dalle coppe europee.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/16/orrico-riparte-tante-balle-sull-inter.html|titolo=Orrico riparte "Tante balle sull'Inter"|autore=Claudia Riconda|pubblicazione=la Repubblica|data=16 luglio 1992|p=38}}</ref>

Pellegrini ingaggiò quindi [[Osvaldo Bagnoli]], proveniente dal Genoa.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/07/17/ero-dell-inter-gia-fine-campionato.html|titolo="Ero dell'Inter già a fine campionato"|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=17 luglio 1992|p=36}}</ref> Benché privatasi sul mercato del trio tedesco<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/08/06/matthaeus-operazione-bayern.html|titolo=Matthaeus, operazione Bayern|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=6 agosto 1992|p=21}}</ref>, la formazione nerazzurra disputò un buon [[Serie A 1992-1993|torneo]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1992/10/25/buongiorno-prudenza.html|titolo=Buongiorno, prudenza|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=25 ottobre 1992|p=24}}</ref> Emersa alla distanza dopo un avvio incerto<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/12/un-piccolo-nome-per-un-inter-vera.html|titolo=Un piccolo nome per un'Inter vera|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=12 gennaio 1993|p=24}}</ref>, la compagine interista rappresentò la principale concorrente del Milan di [[Fabio Capello]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/03/13/una-battuta-su-berlusconi-bagnoli-punito.html|titolo=Una battuta su Berlusconi, Bagnoli punito|pubblicazione=la Repubblica|data=13 marzo 1993|p=25}}</ref>: il pari nel derby di ritorno e la sconfitta di Parma alla penultima giornata impedirono l'aggancio<ref name=tardini>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/marzo/14/Parma_giocano_tutti_contro_Inter_ga_0_9703146506.shtml|titolo=A Parma giocano tutti contro l'Inter|autore=Luca Curino|autore2=Andrea Schianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=14 marzo 1997|p=5}}</ref>, con la seconda posizione finale a quattro lunghezze dai rossoneri.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/06/13/altro-baresi.html|titolo=L'altro Baresi...|autore=G.A.|pubblicazione=la Repubblica|data=13 giugno 1993|p=28}}</ref>

=== La seconda Coppa UEFA (1993-1994) ===
[[File:Dennis Bergkamp - FC Inter - Coppa UEFA 1993-94.jpg|thumb|upright=0.8|[[Dennis Bergkamp]] posa con il trofeo della [[Coppa UEFA 1993-1994]], conquistata nella doppia finale contro gli austriaci del {{Calcio Salisburgo|N}}; l'olandese risultò inoltre capocannoniere dell'edizione con 8 reti.]]

Decisa a tornare al successo, nell'estate 1993 la squadra scommise sugli olandesi [[Wim Jonk]] e [[Dennis Bergkamp]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/26/inter-soffre-di-benessere.html|titolo=L'Inter soffre di benessere|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=26 agosto 1993|p=23}}</ref> In [[Serie A 1993-1994|campionato]] i nerazzurri non seppero tenere il passo del Milan capolista, denunciando un vistoso calo nelle prime battute della fase di ritorno.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/08/il-crepuscolo-del-numero.html|titolo=Il crepuscolo del numero 1|autore=Enrico Currò|pubblicazione=la Repubblica|data=8 febbraio 1994|p=25}}</ref> Nel febbraio 1994 Bagnoli fu esonerato lasciando posto a Giampiero Marini, responsabile della Primavera.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/02/09/dovevamo-vincere-tutto.html|titolo="Dovevamo vincere tutto"|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=9 febbraio 1994|p=23}}</ref> Sul fronte nazionale, la caduta in classifica fece temere la retrocessione che venne però scongiurata all'ultima domenica.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/09/le-due-inter-di-marini-insegnavo.html|titolo=Le due Inter di Marini|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=9 maggio 1994|p=39}}</ref>

Di ben altra caratura fu l'esperienza in [[Coppa UEFA 1993-1994|Coppa UEFA]], dove Bergkamp si laureò capocannoniere trascinando i meneghini alla finale: un doppio successo contro gli austriaci del [[Fußballclub Red Bull Salzburg|Casino Salisburgo]] valse il trofeo, conquistato per la seconda volta dopo il successo di Trapattoni nel 1991.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/13/da-bergkamp-bagnoli-anno-piu-folle.html|titolo=Da Bergkamp a Bagnoli, l'anno più folle|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=13 maggio 1994|p=26}}</ref>

=== Il triennio 1994-1997: l'arrivo di Massimo Moratti ===
L'affermazione in campo europeo rappresentò l'ultima gioia per Pellegrini, il quale agli inizi del 1995 cedette la società a [[Massimo Moratti]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/02/02/caro-moratti-le-vendo-inter.html|titolo="Caro Moratti, le vendo l'Inter"|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=2 febbraio 1995|p=35}}</ref> Il figlio di Angelo succedette quindi al padre dopo quarant'anni<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/02/19/inter-moratti-storia-di-famiglia.html|titolo=L'Inter a Moratti, storia di famiglia|autore=Enrico Currò|autore2=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=19 febbraio 1995|p=37}}</ref>: in [[Serie A 1994-1995|campionato]] l'Inter raggiunse la sesta piazza, riscattando con la partecipazione alla Coppa UEFA un torneo sostanzialmente incolore.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/10/piu-abbonati-piu-alberi-inter-si.html|titolo=Più abbonati, più alberi|pubblicazione=la Repubblica|data=10 giugno 1995|p=42}}</ref> Avara di soddisfazioni risultò anche la stagione 1995-96 con i nerazzurri che, guidati dapprima da [[Ottavio Bianchi]] e successivamente da [[Roy Hodgson]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/11/12/disoccupato-con-hodgson.html|titolo=Disoccupato con Hodgson|pubblicazione=la Repubblica|data=12 novembre 1995|p=42}}</ref>, giunsero soltanto settimi in [[Serie A 1995-1996|classifica]].<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/04/22/hodgson-corsi-di-riparazione.html|titolo=Hodgson, corsi di riparazione|autore=Licia Granello|pubblicazione=la Repubblica|data=22 aprile 1996|p=50}}</ref>
[[File:Javier Zanetti - FC Internazionale 1996-1997.jpg|thumb|upright|left|[[Javier Zanetti]] all'inizio della [[Serie A 1996-1997|stagione 1996-1997]]: l'argentino diventerà capitano e simbolo dell'Inter negli anni 2000 e 2010.]]

Presentatasi al via del [[Serie A 1996-1997|torneo 1996-97]] con diversi volti nuovi<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/02/moratti-rilancia-hodgson.html|titolo=Moratti rilancia Hodgson|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=2 ottobre 1996|p=52}}</ref>, la ''Beneamata'' tentò di insidiare Juventus e Parma senza tuttavia riuscirvi appieno.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/gennaio/06/anche_arbitro_voleva_maglia__ga_0_9701064124.shtml|titolo="Anche l'arbitro voleva la maglia"|autore=Luca Curino|autore2=Gaetano Imparato|autore3=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 gennaio 1997}}</ref> A frenare la rincorsa contribuirono poi gli scontri diretti, risoltisi in un pareggio contro i bianconeri – malgrado una rete di [[Maurizio Ganz|Ganz]], dapprima convalidata<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/03/10/ha-cambiato-idea-per-le-loro-proteste.html|titolo="Ha cambiato idea per le loro proteste"|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=10 marzo 1997|p=36}}</ref> ma poi annullata da [[Pierluigi Collina]] «per scrupolo personale» –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/marzo/11/Lippi_Inter_che_squallore_panchina_ga_0_9703116785.shtml|titolo=Lippi: Inter, che squallore la panchina|autore=Luca Calamai|autore2=Sebastiano Vernazza|autore3=Nicola Cecere|autore4=Salvatore Lo Presti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=11 marzo 1997}}</ref> e una sconfitta sul campo dei ducali.<ref name=tardini/> L'Inter ebbe comunque modo di rifarsi in ambito europeo, pervenendo a disputare la finale di [[Coppa UEFA 1996-1997|Coppa UEFA]] contro i tedeschi dello {{Calcio Schalke|N}}.<ref name=schalke>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/maggio/22/Inter_che_peccato_ga_0_9705226618.shtml|titolo=Inter, che peccato|autore=Alberto Cerruti|autore2=Antonello Capone|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 maggio 1997}}</ref> Sconfitta di misura all'andata<ref name=schalke/>, nel ritorno a San Siro la formazione di Hodgson pareggiò i conti con [[Iván Zamorano|Zamorano]] cogliendo poi una traversa con Ganz nei supplementari<ref name=schalke/>: il confronto si risolse quindi ai rigori, dove i teutonici s'imposero per 4-2.<ref name=schalke/>

A poche ore dalla gara, l'allenatore inglese – protagonista di un acceso diverbio con [[Javier Zanetti]] al momento della sostituzione di quest'ultimo –<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/22/hodgson-zanetti-quasi-alle-mani.html|titolo=Hodgson e Zanetti quasi alle mani|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=22 maggio 1997|p=46}}</ref> annunciò le dimissioni<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/24/mr-hodgson-addio-inter.html|titolo=Mr. Hodgson, addio Inter|autore=Enrico Currò|pubblicazione=la Repubblica|data=24 maggio 1997|p=45}}</ref>: per sostituirlo fu chiamato [[Luciano Castellini]], con cui la squadra si classificò terza in campionato.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/giugno/02/illusioni_Bologna_Inter_ga_0_9706027769.shtml|titolo=Le illusioni di Bologna-Inter|autore=Lodovico Maradei|autore2=Nicola Cecere|autore3=Silvano Stella|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=2 giugno 1997}}</ref>

=== Biennio 1997-1999: dalla terza Coppa UEFA alla stagione dei quattro allenatori ===
Nell'estate 1997 la panchina fu affidata a [[Luigi Simoni]], mentre il mercato vide l'arrivo del brasiliano [[Ronaldo]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/luglio/26/Godetevi_Ronaldo_ga_0_970726595.shtml|titolo=Godetevi Ronaldo|autore=Bruno Bartolozzi|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 luglio 1997}}</ref> L'innesto del giovane attaccante, ritenuto una promessa a livello mondiale<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/agosto/11/irascibile_carattere_ga_0_9708111357.shtml|titolo=Io irascibile? Ho carattere|autore=Germano Bovolenta|autore2=Alessio Da Ronch|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=11 agosto 1997}}</ref>, giovò alla ''Beneamata'' che in [[Serie A 1997-1998|campionato]] parve poter insidiare i bianconeri.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/settembre/01/Recoba_salva_Simoni_ga_0_9709018831.shtml|titolo=Recoba salva Simoni|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1 settembre 1997}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/ottobre/26/chiusa_col_record_vendita_delle_ga_0_9710261167.shtml|titolo=Si è chiusa col record la vendita delle tessere nerazzurre|autore=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 ottobre 1997}}</ref> L{{'}}''undici'' meneghino trionfò peraltro nel [[derby d'Italia]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/gennaio/05/Inter_spietata_ga_0_9801053752.shtml|titolo=È un'Inter spietata|autore=Lodovico Maradei|autore2=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=5 gennaio 1998}}</ref>, mancando però la conquista del titolo invernale a favore dei piemontesi.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/gennaio/19/tutti_numeri_della_serie_A_ga_0_9801194997.shtml|titolo=Tutti i numeri della Serie A|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=19 gennaio 1998}}</ref> L'incostanza di risultati registrata tra febbraio e marzo obbligò i nerazzurri all'inseguimento<ref name="juventus"/>, sebbene una ripresa primaverile consentì ai milanesi di rientrare in corsa per lo scudetto.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/aprile/12/Inter_morde_Juve_ga_0_9804124421.shtml|titolo=L'Inter morde la Juve|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 aprile 1998}}</ref> L'esito del campionato venne deciso ''de facto'' dal confronto diretto della quartultima giornata, che gli uomini di [[Marcello Lippi|Lippi]] fecero loro per un gol di scarto<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/aprile/27/Juve_fuga_tra_veleni_ga_0_9804271127.shtml|titolo=Juve, fuga tra i veleni|autore=Lodovico Maradei|autore2=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=27 aprile 1998}}</ref>: veementi furono le proteste per un ''body check'' in area tra [[Mark Iuliano|Iuliano]] e Ronaldo<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/aprile/27/Ronaldo_urla_una_vergogna__ga_0_9804271095.shtml|titolo=Ronaldo urla: "Una vergogna"|autore=Luca Curino|autore2=Luigi Garlando|autore3=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=27 aprile 1998}}</ref>, che l'arbitro [[Piero Ceccarini]] non ritenne di dover sanzionare con il rigore.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/aprile/28/dovevamo_andarcene_dal_campo__ga_0_980428975.shtml|titolo="Dovevamo andarcene dal campo"|autore=Alberto Cerruti|autore2=Luca Curino|autore3=Antonello Capone|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=28 aprile 1998}}</ref>
[[File:Ronaldo (FC Inter) - Pallone d'oro 1997.jpg|thumb|upright|Il brasiliano [[Ronaldo]], acquistato dal Barcellona nell'estate 1997, venne nominato [[Pallone d'oro]] nel dicembre dello stesso anno.]]

Seconda in campionato, la compagine lombarda sollevò un'altra [[Coppa UEFA 1997-1998|Coppa UEFA]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/maggio/07/champagne_per_Inter_ga_0_9805072107.shtml|titolo=Champagne per l'Inter|autore=Alberto Cerruti|autore2=Luigi Garlando|autore3=Antonello Capone|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 maggio 1998}}</ref>: battendo per 3-0 la Lazio a Parigi, fu incamerato il primo trofeo della nuova gestione.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/maggio/07/Moratti_Dedicata_papa__ga_0_9805072103.shtml|titolo=Moratti: "Dedicata a papà"|autore=Nicola Cecere|autore2=Maurizio Nicita|autore3=Francesco Velluzzi|autore4=Giampietro Agus|autore5=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 maggio 1998}}</ref>

Il buon comportamento della squadra fece ricadere su di essa pronostici favorevoli anche in vista dell'annata seguente, con l'organico peraltro rinforzato dall'acquisto di [[Roberto Baggio]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/06/05/nazionale-inter-che-sogno.html|titolo=Nazionale e Inter, che sogno|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=5 giugno 1998|p=52}}</ref>: alla rosa si unirono poi i giovani [[Andrea Pirlo]] e [[Nicola Ventola]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/giugno/18/Inter_accordo_definitivo_per_Ventola_ga_0_9806185428.shtml|titolo=Inter, accordo definitivo per Ventola|autore=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 giugno 1998}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/08/06/pirlo-ecco-la-star-dell-estate.html|titolo=Pirlo, ecco la star dell'estate|autore=Corrado Zunino|pubblicazione=la Repubblica|data=6 agosto 1998|p=39}}</ref> Riapparsa in [[UEFA Champions League 1998-1999|Champions League]] dopo nove anni – grazie anche alle riforme che interessarono in quegli anni le [[Competizioni UEFA per club|manifestazioni confederali]] – l'Inter eliminò i lettoni dello {{Calcio Skonto|N}}, approdando alla fase a gironi.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/league/league/league.html|titolo=Sorteggio Champions League, è subito sfida Real-Inter|data=27 agosto 1998}}</ref> La partenza negativa in coppa, con una sconfitta per mano dei campioni uscenti del Real Madrid<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/settembre/18/Credo_ancora_Inter_tre_punte_ga_0_9809185084.shtml|titolo="Credo ancora a un'Inter a tre punte, ma contro il Real non eravamo pronti"|autore=Andrea Elefante|autore2=Lodovico Maradei|autore3=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 settembre 1998}}</ref>, accese le contestazioni verso il tecnico<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/ottobre/21/Simoni_gioca_con_rabbia_ga_0_9810214034.shtml|titolo=Simoni gioca con rabbia|autore=Nicola Cecere|autore2=Lodovico Maradei|autore3=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=21 ottobre 1998}}</ref>: sul suo conto pesò inoltre una crisi di risultati in [[Serie A 1998-1999|campionato]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/novembre/02/Inter_come_Titanic_ga_0_981102359.shtml|titolo=L'Inter è come il Titanic|autore=Claudio Gregori|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=2 novembre 1998}}</ref>, che tagliò fuori i nerazzurri dalla lotta di vertice già in autunno.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/novembre/16/Iene_portano_bene_anche_all_ga_0_9811168133.shtml|titolo=Le "Iene" portano bene anche all'Inter|autore=Francesco Velluzzi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 novembre 1998}}</ref> Pur risollevando le sorti della squadra<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/novembre/30/Inter_non_fischia_mai_fine_ga_0_9811309869.shtml|titolo=L'Inter non fischia mai la fine|autore=Nicola Cecere|autore2=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=30 novembre 1998}}</ref>, Simoni venne esonerato.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/dicembre/01/hanno_maciullato__ga_0_9812019634.shtml|titolo="Mi hanno maciullato"|autore=Luca Calamai|autore2=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1 dicembre 1998}}</ref> In panchina sedette quindi il romeno [[Mircea Lucescu]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/dicembre/02/sono_qui_per_infiammare_San_ga_0_9812028843.shtml|titolo="Sono qui per infiammare San Siro"|autore=Nicola Cecere|autore2=Marco Bencivenga|autore3=Luca Calamai|autore4=Ezio Fanticini|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport |data=2 dicembre 1998}}</ref>, con la qualificazione europea già ottenuta.<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1998/dicembre/10/Inter_scalda_Graz_ga_0_9812106119.shtml |titolo=L'Inter si scalda a Graz|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport |data=10 dicembre 1998}}</ref> La ''Beneamata'' si arrese nei quarti di finale al {{Calcio Manchester United|N}}<ref>{{cita web |url=https://www.repubblica.it/online/sport/coppe/inter/inter.html|titolo=Manchester spezza il sogno dell'Inter|autore=Licia Granello|data=4 marzo 1999}}</ref>, che avrebbe poi trionfato.<ref>{{cita web |url=https://www.repubblica.it/online/fatti/feriti/feriti/feriti.html |titolo=Notte di terrore a Milano, gli hooligans sono tornati|data=17 marzo 1999}}</ref> Lucescu venne quindi rimpiazzato da Castellini prima e Hodgson poi<ref>{{cita web |url=https://www.repubblica.it/online/sport/simoni/roy/roy.html|titolo=Inter, ancora un cambio: ora tocca a Hodgson|data=27 aprile 1999}}</ref>, senza che la squadra riuscisse a migliorare il proprio rendimento<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/maggio/07/Scossa_Moratti_per_amore_dell_ga_0_9905071979.shtml|titolo=Scossa di Moratti per amore dell'Inter|autore=Luca Curino|autore2=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 maggio 1999}}</ref>: alle dimissioni di Moratti fece seguito l'ottavo posto in campionato, con l'ultimo appello per l'Europa fallito nello spareggio contro il Bologna.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/giugno/06/Lippi_Moratti_intelligente_tesoro_degli_ga_0_9906069063.shtml|titolo=Lippi: "Moratti è intelligente e fa tesoro degli errori"|autore=Enrico Valente|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 giugno 1999}}</ref>

== Gli anni 2000 ==
=== Da Lippi a Tardelli (1999-2001) ===
[[File:Serie A 1999-2000 - Inter vs Piacenza - Christian Vieri.jpg|thumb|upright|left|[[Christian Vieri]], arrivato dalla Lazio nel 1999 per una cifra allora record nella storia del calciomercato mondiale<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/08/vieri-all-inter-per-100-miliardi.html|titolo=Vieri all'Inter per 100 miliardi|autore=Giulio Cardone|autore2=Gianluca Moresco|pubblicazione=la Repubblica|data=8 giugno 1999|p=49}}</ref>, fu l'attaccante di riferimento dell'Inter per tutta la prima metà degli anni 2000.]]

Nell'estate 1999 la società puntò quindi sull'ex juventino [[Marcello Lippi]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/giugno/14/rimpatriata_Lippi_all_Inter_ga_0_9906145009.shtml|titolo=La rimpatriata di Lippi all'Inter|autore=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=14 giugno 1999}}</ref>, con Moratti che riprese l'incarico presidenziale dopo averlo abbandonato in primavera.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/luglio/15/Inter_sicuro_Moratti_bis_ga_0_9907154485.shtml|titolo=Inter, sicuro il Moratti-bis|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 luglio 1999}}</ref> Un ingente mercato – che vide gli arrivi di [[Christian Vieri|Vieri]], [[Christian Panucci|Panucci]], [[Vladimir Jugović|Jugović]] e [[Luigi Di Biagio|Di Biagio]], oltre agli acquisti di [[Clarence Seedorf|Seedorf]] e [[Iván Córdoba|Córdoba]] a gennaio –<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/agosto/25/Seedorf_strizza_occhio_all_Inter_ga_0_9908257644.shtml|titolo=Seedorf strizza l'occhio all'Inter|autore=Alessandro De Calò|autore2=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=25 agosto 1999}}</ref><ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/07/Biagio_Ora_Roma_temono__ga_0_9909079130.shtml|titolo=Di Biagio: "Ora a Roma mi temono"|autore=Luca Curino|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 settembre 1999}}</ref> riversò sui nerazzurri grandi aspettative<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/20/Inter_spaventa_campionato_ga_0_9909207153.shtml |titolo=L'Inter spaventa il campionato|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 settembre 1999}}</ref>, confermate in avvio di [[Serie A 1999-2000|campionato]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/27/Tanto_per_cambiare_Inter_ringrazia_ga_0_9909276375.shtml|titolo=Tanto per cambiare l'Inter ringrazia Vieri|autore=Alberto Cerruti|autore2=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=27 settembre 1999}}</ref> A frenare la corsa interista fu però una crisi autunnale<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/novembre/08/Inter_scherzi_parte_ga_0_9911086992.shtml|titolo=È un'Inter da scherzi a parte|autore=Alberto Cerruti|autore2=Silvano Stella|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=8 novembre 1999}}</ref>, cui si aggiunse l'infortunio di Ronaldo<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/decima/ronaldo/ronaldo.html|titolo=Ronaldo infortunato, almeno due mesi di stop|data=21 novembre 1999}}</ref>; tensioni insorte nello spogliatoio tra Lippi e la squadra minarono ulteriormente il cammino<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/gennaio/25/Lippi_nuova_promessa_Baggio_ga_0_0001256793.shtml|titolo=Lippi, nuova promessa a Baggio|autore=Nicola Cecere|autore2=Luca Curino|autore3=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=25 gennaio 2000}}</ref>, circoscrittosi all'obiettivo della quarta posizione.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/aprile/03/Reggina_impallidire_Inter_ga_0_00040311696.shtml|titolo=La Reggina fa impallidire l'Inter|autore=Paolo Condò|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=3 aprile 2000}}</ref> Battuta in finale di [[Coppa Italia 1999-2000|Coppa Italia]] dalla Lazio<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/italiafinale/italiafinale/italiafinale.html|titolo=Coppa Italia, l'Inter all'assalto della Lazio|data=18 maggio 2000}}</ref>, l'Inter salvò la stagione con l'ingresso ai preliminari di [[UEFA Champions League 2000-2001|Champions League]] raggiunto dopo lo spareggio con il {{Calcio Parma|N}}.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/maggio/24/Notte_Euro_Baggio_ga_0_00052410932.shtml|titolo=Notte da Euro-Baggio|autore=Alberto Cerruti|autore2=Germano Bovolenta|autore3=Antonello Capone|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=24 maggio 2000}}</ref>

La conferma di Lippi in panchina fu posta in dubbio dai primi risultati dell'annata seguente, con i nerazzurri eliminati dallo svedese {{Calcio Helsingborg|N}} in Europa e sconfitti nuovamente dai biancocelesti in [[Supercoppa italiana 2000|Supercoppa italiana]].<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/nuovecoppe/partitainter/partitainter.html|titolo=Delusione Inter, addio Champions|data=23 agosto 2000}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/supercoppa/lazio/lazio.html|titolo=Spettacolo all'Olimpico, Supercoppa alla Lazio|data=8 settembre 2000}}</ref> All'inizio del [[Serie A 2000-2001|campionato 2000-01]], dopo la sconfitta di Reggio Calabria, il tecnico si rese protagonista di un duro sfogo contro i propri calciatori che ne comportò l'esonero<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/10/02/mi-vergogno-dell-inter-ma-lippi-ormai.html|titolo=Mi vergogno dell'Inter|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=2 ottobre 2000|p=44}}</ref>; a prenderne il posto fu chiamato [[Marco Tardelli]]<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/sport/nuovaunder/georgia/georgia.html|titolo=Tardelli saluta l'Under|data=10 ottobre 2000}}</ref>, con la ''Beneamata'' che non migliorò tuttavia il rendimento.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/ottobre/22/Tardelli_questa_Inter_ga_0_00102214802.shtml|titolo=Tardelli, questa è l'Inter|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 ottobre 2000}}</ref> Al termine di un torneo deludente – segnato peraltro dalla disfatta per 0-6 nella stracittadina dell'11 maggio 2001 –<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/maggio/12/notte_piu_lunga_Tardelli_ga_0_010512284.shtml|titolo=La notte più lunga di Tardelli|autore=Luca Curino|autore2=Nicola Cecere|autore3=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 maggio 2001}}</ref> i nerazzurri centrarono comunque il quinto posto, valido per accedere alla Coppa UEFA.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/campionato_partite/interbologna/interbologna/interbologna.html|titolo=L'Inter chiude in bellezza una stagione da dimenticare|data=17 giugno 2001}}</ref>

=== Il biennio di Cúper e la parentesi di Zaccheroni (2001-2004) ===
[[File:Cuper Hector.jpg|thumb|upright|L'argentino Cúper, sulla panchina nerazzurra dal 2001 al 2003, raggiunse due semifinali europee nonché un terzo e un secondo posto in Campionato.]]

Per la stagione 2001-02 Moratti ingaggiò [[Héctor Cúper]], protagonista con il {{Calcio Valencia|N}} di buoni risultati in campo continentale.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/06/17/anno-orribile-del-calcio-cuper-terim.html|titolo=L'anno orribile del calcio|autore=Luigi Bolognini|pubblicazione=la Repubblica|data=17 giugno 2001|p=15}}</ref> Profondamente rinnovata sul mercato<ref>{{cita news |url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/giugno/24/Inter_Milan_due_strade_diverse_ga_0_0106246147.shtml|titolo=Inter e Milan, due strade diverse per sfoltire la rosa|autore=Giovanni Battista Olivero|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=24 giugno 2001}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/luglio/01/Una_maglia_rossonera_per_Pirlo_ga_0_0107012534.shtml|titolo=Una maglia rossonera per Pirlo|autore=Alessandra Bocci|autore2=Andrea Elefante|autore3=Mirko Graziano|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º luglio 2001}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/luglio/18/Guly_Brocchi_scambiano_maglie_ga_0_0107182881.shtml|titolo=Guly e Brocchi si scambiano le maglie|autore=Carlo Laudisa|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 luglio 2001}}</ref>, l'Inter si presentò ai nastri di partenza come una delle favorite.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2001/agosto/27/Inter_che_promette_bene_ga_0_0108276158.shtml|titolo=È un'Inter che promette bene|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=27 agosto 2001}}</ref> Conteso il titolo d'inverno ai campioni uscenti della Roma<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/settembre/17/tutta_altra_Inter_ga_0_0109174215.shtml|titolo=È tutta un'altra Inter|autore=Paolo Condò|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 settembre 2001}}</ref>, i meneghini terminarono alle spalle dei giallorossi il girone di andata riuscendo poi a compiere l'aggancio nella seconda parte di [[Serie A 2001-2002|torneo]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/marzo/18/Cuper_Lippi_due_assi_ritrovati_ga_0_0203184788.shtml|titolo=Cuper, Lippi e i due assi ritrovati|autore=Franco Arturi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 marzo 2002}}</ref> Conquistato il primato in solitaria<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/marzo/31/Vieri_lampo_che_sognare_ga_0_0203315677.shtml|titolo=Vieri, un lampo che fa sognare|autore=Lodovico Maradei|autore2=Luca Calamai|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=31 marzo 2002}}</ref>, la formazione – fermata ad un passo dal traguardo europeo dagli olandesi del {{Calcio Feyenoord|N}} – inciampò fatalmente a Verona concedendo un appello ai giallorossi e alla rinata Juventus<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/aprile/22/Inter_mangia_mani_ga_0_0204223084.shtml|titolo=L'Inter si mangia le mani|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 aprile 2002}}</ref>: giunti all'ultima domenica con un punto di margine sui bianconeri e due sui capitolini<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/aprile/29/Recoba_Ronaldo_via_paura_ga_0_020429191.shtml|titolo=Recoba-Ronaldo: e via la paura|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=29 aprile 2002}}</ref>, gli uomini di Cúper caddero sul campo della Lazio fallendo la vittoria del titolo e terminando addirittura in terza posizione.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/maggio/06/Inter_paga_grande_illusione_ga_0_0205061470.shtml|titolo=L'Inter paga la grande illusione|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 maggio 2002}}</ref>

La delusione sportiva si tradusse nella partenza di Ronaldo, già protagonista di screzi con Cúper<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/01/Ronaldo_Real_fatta_ga_0_0209016520.shtml|titolo=Ronaldo-Real: è fatta|autore=Luca Curino|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º settembre 2002}}</ref>; a sostituire il brasiliano fu [[Hernán Crespo]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/01/sogno_Crespo_Far_gol_Nesta_ga_0_0209016518.shtml|titolo=Il sogno di Crespo|autore=Carlo Laudisa|autore2=Stefano Boldrini|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º settembre 2002}}</ref>, partner offensivo di un Vieri che si sarebbe laureato miglior marcatore del [[Serie A 2002-2003|campionato]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/15/Inter_posa_prima_pietra_ga_0_0209153434.shtml|titolo=L'Inter posa la prima pietra|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 settembre 2002}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/23/ultimo_respiro_dell_Inter_ga_0_0209234867.shtml|titolo=L'ultimo respiro è dell'Inter|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=23 settembre 2002}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/settembre/30/Vieri_porta_fuga_Inter_ga_0_0209304381.shtml|titolo=Vieri porta in fuga l'Inter|autore=Paolo Condò|autore2=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=30 settembre 2002}}</ref> Nel girone di andata la squadra rivaleggiò con il Milan<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2002/novembre/24/derby_diavoli_brasiliani_ga_0_0211245698.shtml|titolo=Il derby ai diavoli brasiliani|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=24 novembre 2002}}</ref>, perdendo il titolo invernale a favore dei concittadini.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/gennaio/20/Male_Inter_peggio_arbitro_ga_0_030120563.shtml|titolo=Male l'Inter, peggio l'arbitro|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 gennaio 2003}}</ref> In febbraio l{{'}}''undici'' nerazzurro operò il sorpasso, dovendo tuttavia fronteggiare la risalita della Juventus<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/febbraio/16/Racalbuto_male_Inter_pure_Capocannoniere_ga_0_0302165400.shtml|titolo=Racalbuto male, l'Inter pure|autore=Alberto Cerruti|autore2=Giancarlo Tavan|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 febbraio 2003}}</ref>: il passo falso nel derby d'Italia e un successivo rallentamento posero fine alle speranze-scudetto<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/aprile/13/Inzaghi_chiude_capitolo_Inter_ga_0_0304135250.shtml|titolo=Inzaghi chiude il capitolo Inter|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=13 aprile 2003}}</ref>, con i nerazzurri che rivolsero i propri pensieri all'obiettivo europeo.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/aprile/20/Soffre_suda_rischia_Crespo_ga_0_0304205098.shtml|titolo=Soffre, suda, rischia, Crespo|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 aprile 2003}}</ref> Superati i preliminari di [[UEFA Champions League 2002-2003|Champions League]] contro lo {{Calcio Sporting Lisbona|N}}, l'Inter vinse il proprio girone davanti all'Ajax mentre nella seconda fase a gruppi terminò dietro il Barcellona; nei quarti di finale ebbe ragione del Valencia, ex squadra di Cúper.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/aprile/23/Valencia_Plaza_Toldo_ga_0_0304234888.shtml|titolo=A Valencia c'è Plaza de Toldo|autore=Fabio Bianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=23 aprile 2003}}</ref> A fermare i nerazzurri furono i concittadini, nel primo derby meneghino della storia andato in scena in ambito continentale: un duplice pareggio premiò infatti la compagine di [[Carlo Ancelotti]], per il gol segnato «in trasferta».<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/calcio2002_coppe/derbyeuropa/derbyeuropa/derbyeuropa.html|titolo=Al Milan basta un pareggio per conquistare la finale|data=13 maggio 2003}}</ref> In campionato la squadra terminò al secondo posto<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2003/maggio/25/Medaglia_argento_all_Inter_ga_0_03052511251.shtml|titolo=Medaglia d'argento all'Inter|autore=Lodovico Maradei|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=25 maggio 2003}}</ref>, con il tecnico argentino che conobbe un'altra conferma contrattuale.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/online/calcio2002_serie_a/morat/morat/morat.html|titolo=Moratti conferma Cuper: "Ma voglio altre soddisfazioni"|autore=Gianni Piva|data=6 giugno 2003}}</ref>

A spingere Moratti ad un ripensamento già nell'ottobre 2003, nonostante un inizio promettente in Champions League – comprensivo della prima e unica affermazione di una squadra italiana a [[Arsenal Stadium|Highbury]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/primi_piani/2003/pp_1.0.159192892.shtml|titolo=Inter micidiale, l'Arsenal affonda|autore=Luca Taidelli|data=17 settembre 2003}}</ref> –, fu però la partenza negativa nel [[Serie A 2003-2004|campionato seguente]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/primi_piani/calcio/2003/pp_1.0.179666100.shtml|titolo=Moratti: "Cuper resta, però..."|autore=Luca Taidelli|data=6 ottobre 2003}}</ref>, con Cúper esonerato a favore di [[Alberto Zaccheroni]].<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/sport/calcio/serie_a/cuperfuori/cuperfuori/cuperfuori.html|titolo=Esonerato Hector Cuper, all'Inter arriva Zaccheroni|data=19 ottobre 2003}}</ref> Al culmine di una stagione tormentata – complici anche le dimissioni di Moratti dalla presidenza, ruolo poi assunto da Facchetti –<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/primi_piani/calcio/2004/pp_1.0.287068223.shtml|titolo=Inter, ora Facchetti è ufficiale|data=30 gennaio 2004}}</ref> l'allenatore cesenate, dopo l'eliminazione patita sia in [[UEFA Champions League 2003-2004|Champions League]] che in [[Coppa UEFA 2003-2004|Coppa UEFA]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/primi_piani/calcio/2004/pp_1.0.349314266.shtml|titolo=Esce l'Inter, esce l'Italia|autore=Luca Taidelli|data=14 aprile 2004}}</ref>, condusse i nerazzurri al quarto posto.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2004/maggio/17/Inter_respira_Futuro_salvato_ga_10_0405171944.shtml|titolo=L'Inter respira|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 maggio 2004}}</ref> Malgrado il raggiungimento dell'obiettivo minimo, Zaccheroni fu esonerato in giugno.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2004/f/sezioni/sport/calcio/serie_a/zacmancio/zacmancio/zacmancio.html|titolo=Zaccheroni verso la Fiorentina, tutto pronto per Mancini all'Inter|data=14 giugno 2004}}</ref>

=== Il ciclo Mancini (2004-2008) ===
==== Biennio 2004-2006: il quattordicesimo scudetto, la quarta e la quinta Coppa Italia e la seconda Supercoppa italiana ====
[[File:Inter Coppa Italia cropped.jpg|thumb|left|I calciatori nerazzurri festeggiano la vittoria in Coppa Italia nella stagione 2005-06.]]

Nell'estate 2004 la società ingaggiò per la panchina [[Roberto Mancini]], proveniente da un biennio con la Lazio,<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/sport/calcio/calciomercato/mancho/mancho/mancho.html|titolo=Mancini: "Cara Inter, adesso ci divertiamo"|autore=Gianni Piva|data=9 luglio 2004}}</ref> oltre a rinforzare la squadra con gli arrivi di [[Esteban Cambiasso|Cambiasso]] e di [[Juan Sebastián Verón|Verón]]. In [[Serie A 2004-2005|campionato]] i nerazzurri non riuscirono ad insidiare il duopolio di Juventus e Milan<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/gennaio/10/All_Inter_vengono_minuti_ga_10_0501103374.shtml|titolo=All'Inter vengono i 5 minuti|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=10 gennaio 2005}}</ref>, complice l'elevato numero di pareggi (18 in 38 gare).<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/febbraio/13/Mihajlovic_due_fori_imperiali_ga_10_0502131990.shtml|titolo=Mihajlovic, due fori imperiali|autore=Nicola Cecere|autore2=Fabio Bianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=13 febbraio 2005}}</ref> Migliore fu il rendimento in [[UEFA Champions League 2004-2005|Champions League]] dove i meneghini vinsero il proprio girone, per poi estromettere i campioni in carica del {{Calcio Porto|N}} negli ottavi di finale<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/marzo/16/Mai_perdere_fede_nel_sinistro_ga_10_0503165707.shtml|titolo=Mai perdere la fede nel sinistro del «10»|autore=Mirko Graziano|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 marzo 2005}}</ref>: abbinata ai concittadini rossoneri per il turno seguente<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/marzo/19/Come_romanzo_avventura_ga_10_0503196060.shtml|titolo=Come in un romanzo d'avventura|autore=Claudio Gregori|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=19 marzo 2005}}</ref>, la ''Beneamata'' fu eliminata perdendo a tavolino il ''retour match'' per le intemperanze dei propri sostenitori.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadra/Inter/primo%20piano/2005/aprile/13derbyritorno.shtml|titolo=Euroderby, finale vergognoso|autore=Gaetano De Stefano|data=12 aprile 2005}}</ref> Protagonista comunque di una buona stagione<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/aprile/20/Incubo_nerazzurro_poi_Milan_invita_ga_10_0504203969.shtml|titolo=Incubo nerazzurro: e se poi il Milan ci invita alla festa scudetto?|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=20 aprile 2005}}</ref>, la compagine interista terminò il campionato alle spalle delle storiche rivali con il gradino più basso del podio<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2005/e/sezioni/sport/calcio/interiffhs/interiffhs/interiffhs.html|titolo=Iffhs, l'Inter torna grande: è il miglior club del mondo|data=31 maggio 2005}}</ref>: l'Inter vinse poi la [[Coppa Italia 2004-2005|Coppa Italia]] contro la Roma<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadra/Inter/primo%20piano/2005/06-giugno/15inter-roma.shtml|titolo=L'Inter vince la Coppa Italia|autore=Riccardo Pratesi|data=15 giugno 2005}}</ref>, incamerando il primo trofeo da sette anni a questa parte.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/giugno/19/amante_Massimo_Lady_Inter_ga_10_0506196648.shtml|titolo=L'amante Massimo di Lady Inter|autore=Candido Cannavò|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=19 giugno 2005}}</ref>

Decisa ad aprire un ciclo<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/giugno/22/Inter_manca_solo_leader__ga_10_0506226954.shtml|titolo=«Inter, ci manca solo un leader»|autore=Mirko Graziano|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=22 giugno 2005}}</ref>, la squadra si rinforzò con gli arrivi di [[Júlio César Soares Espíndola|Júlio César]], [[Walter Samuel|Samuel]] e [[Luís Figo|Figo]] per la stagione 2005-06<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/08/04/preso-figo-inter-sogna-ancora.html|titolo=Preso Figo, l'Inter sogna ancora|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=4 agosto 2005|p=44}}</ref>: ad inaugurare l'annata fu la vittoria in Supercoppa italiana, ottenuta nei supplementari in casa della Juventus.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2005/h/sezioni/sport/calcio/serie_a/muracamp/muracamp/muracamp.html|titolo=La voglia matta dell'Inter fa paura a Milan e Juve|autore=Gianni Mura|data=22 agosto 2005}}</ref> L'Inter si candidò a principale concorrente dei bianconeri anche sul [[Serie A 2005-2006|fronte nazionale]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/ottobre/17/Inter_travolge_Livorno_Veron_travolge_ga_10_0510172684.shtml|titolo=L'Inter travolge il Livorno|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 ottobre 2005}}</ref>, non riuscendo però a reggere il ritmo dei torinesi: la sconfitta riportata nel confronto diretto vanificò le già flebili speranze di rimonta.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/Primo_Piano/2006/02_Febbraio/12/pezzoprat.shtml|titolo=Juve, le mani sullo scudetto|autore=Riccardo Pratesi|data=12 febbraio 2006}}</ref> La delusione [[UEFA Champions League 2005-2006|europea]], con i nerazzurri eliminati dal {{Calcio Villarreal|N}} nei quarti di finale, spinse la società a dichiarare una possibile vendita del club<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/aprile/06/Berlusconi_avesse_preso_Inter__ga_10_06040611356.shtml|titolo=Se Berlusconi avesse preso l'Inter...|autore=Sebastiano Vernazza|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 aprile 2006}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/04/24/due-fratelli-petrolieri-uniti-dall-inter.html|titolo=I due fratelli petrolieri|autore=Giorgio Lonardi|pubblicazione=la Repubblica|data=24 aprile 2006|p=9}}</ref>; per la seconda stagione consecutiva i lombardi vinsero la Coppa Italia, sempre sconfiggendo la Roma.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/Primo_Piano/2006/05_Maggio/11/introm.shtml|titolo=Inter, la Coppa è ancora tua|autore=Riccardo Pratesi|data=11 maggio 2006}}</ref> Il campionato si concluse nuovamente con il terzo posto, ma a ribaltare lo scenario concorse l'esplosione di ''[[Calciopoli]]''<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/giugno/26/caro_Moratti_scudetto_inquinato_non_ga_10_060626005.shtml|titolo=No, caro Moratti|autore=Candido Cannavò|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 giugno 2006}}</ref>: il declassamento dei bianconeri e la penalità inflitta al Milan promossero i nerazzurri al primo posto, con la conseguente vittoria d'ufficio dello Scudetto.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/07/27/la-federcalcio-dice-si-all-inter-lo.html|titolo=La Federcalcio dice sì all'Inter|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=27 luglio 2006|p=16}}</ref>

==== Biennio 2006-2008: il quindicesimo e il sedicesimo scudetto e la terza Supercoppa italiana ====
[[File:Roberto Mancini.jpg|thumb|Il tecnico Roberto Mancini, vincitore tra il 2006 e 2008 di tre campionati consecutivi.]]

La retrocessione a tavolino dei bianconeri rese quindi l'Inter l'unica società ad aver disputato ogni campionato a girone unico, mentre nell'agosto 2006 i lombardi rimpinguarono ulteriormente la loro bacheca con il ''bis'' in Supercoppa italiana: ad arrendersi, nei supplementari, fu la Roma che aveva chiuso il primo tempo in vantaggio per 1-3.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2006/agosto/27/CHE_NOTTE_QUELLA_NOTTE_ga_3_060827004.shtml|titolo=Che notte quella notte|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=27 agosto 2006}}</ref> Il 4 settembre 2006 la società perse il suo presidente, quando una lunga malattia spense la vita di Giacinto Facchetti<ref>{{cita web|url=https://www.inter.it/it/news/2006/09/5/i-funerali-del-presidente-facchetti.html|titolo=I funerali del presidente Facchetti|data=5 settembre 2006|accesso=30 giugno 2020|dataarchivio=1 luglio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200701233145/https://www.inter.it/it/news/2006/09/5/i-funerali-del-presidente-facchetti.html|urlmorto=sì}}</ref>: l'incarico dirigenziale fu quindi riassunto da Moratti.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/sport/calcio/morto-facchetti/ricordo-moratti/ricordo-moratti.html|titolo="Caro Cipe, con un filo di voce mi parlavi ancora dell'Inter"|data=4 settembre 2006}}</ref> Rafforzata da un mercato estivo che vide, tra gli altri, gli ingaggi di [[Maicon Douglas Sisenando|Maicon]] e dei transfughi bianconeri [[Patrick Vieira|Vieira]] e [[Zlatan Ibrahimović|Ibrahimović]], l'Inter fu designata quale principale favorita per il [[Serie A 2006-2007|campionato 2006-07]]<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/sport/calcio/serie_a/mura-intervista-al-campionato/mura-intervista-al-campionato/mura-intervista-al-campionato.html|titolo=Intervista al campionato, non c'è solo SuperInter|autore=Gianni Mura|data=8 settembre 2006}}</ref>: inizialmente contrastata da Roma e Palermo<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/settembre/25/Inter_prima_Anche_nei_brividi_ga_10_060925063.shtml|titolo=Inter prima|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=25 settembre 2006}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2006/ottobre/16/Stankovic_maschera_tutti_guai_Inter_ga_10_061016113.shtml|titolo=Stankovic maschera tutti i guai|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 ottobre 2006}}</ref>, la ''Beneamata'' creò il vuoto sulle inseguitrici con la serie-record di 17 vittorie consecutive.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/sport/calcio/serie_a/snai-monopoli-inter/snai-monopoli-inter/snai-monopoli-inter.html|titolo=Per la Snai lo scudetto è già nerazzurro|data=30 gennaio 2007}}</ref> Malgrado una nuova ''débâcle'' in campo continentale, con la squadra estromessa dal {{Calcio Valencia|N}} in [[UEFA Champions League 2006-2007|Champions League]]<ref>{{cita web |url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/Primo_Piano/2007/03_Marzo/06/VALENCIA-INTER.shtml|titolo=L'Inter si sveglia tardi: poi il Far West|autore=Riccardo Pratesi|data=6 marzo 2007}}</ref>, gli uomini di Mancini conquistarono il tricolore con cinque giornate di anticipo<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/04/23/champagne-un-solo-coro-vinciamo-senza-rubare.html|titolo=Champagne e un solo coro|autore=Massimo Pisa|pubblicazione=la Repubblica|data=23 aprile 2007|p=42}}</ref>: il campionato andò in archivio con la quota di 97 punti<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2007/05_Maggio/27/intertorino.shtml|titolo=L'Inter chiude da cannibale|autore=Guido Guida|data=27 maggio 2007}}</ref>, suggellando la vittoria del quindicesimo Scudetto.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/maggio/28/Materazzi_alla_festa_smoking_bianco_ga_10_070528032.shtml|titolo=Materazzi alla festa in smoking bianco: «Siamo puliti»|autore=Luca Taidelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=28 maggio 2007}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/05/28/materazzi-in-smoking-bianco-noi-dell-inter.html|titolo=Materazzi in smoking bianco|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=28 maggio 2007|p=48}}</ref>

Con l'obiettivo dichiarato di puntare a traguardi anche in ambito europeo<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2007/07_Luglio/15/Moratti.shtml|titolo="La Champions è un dovere, il campionato un obbligo"|autore=Andrea Elefante|autore2=Mirko Graziano|data=15 luglio 2007}}</ref>, la formazione venne potenziata dagli acquisti del difensore [[Cristian Chivu|Chivu]] e della punta [[David Suazo|Suazo]].<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Calciomercato/Primo_Piano/2007/07_Luglio/31/mORATTI.shtml|titolo=Moratti è sazio, ma tallona Pato|autore=Andrea Elefante|data=31 luglio 2007}}</ref> La stagione 2007-08 fu aperta dalla sconfitta in Supercoppa italiana, per mano di una Roma che già aveva sottratto ai campioni d'Italia la coppa nazionale durante l'anno passato<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2007/08_Agosto/19/supercoppa.shtml|titolo=La Supercoppa è della Roma|autore=Antonino Morici|data=19 agosto 2007}}</ref>; gli stessi capitolini si confermarono come l'avversario più agguerrito dell{{'}}''undici'' interista in [[Serie A 2007-2008|campionato]].<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/sport/calcio/serie_a/giornata-6a/roma-inter/roma-inter.html|titolo=L'Inter travolge la Roma all'Olimpico, per i nerazzurri vittoria e primato|data=29 settembre 2007}}</ref> La formazione di Mancini fece suo il primato solitario già in autunno<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/ottobre/29/Nonno_Fontana_ferma_Ibra_Una_ga_10_071029079.shtml|titolo=Nonno Fontana ferma Ibra|autore=Luca Calamai|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=29 ottobre 2007}}</ref>, pur dovendo rinunciare a numerosi elementi-chiave per una sfilza di infortuni.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/ottobre/29/Sollievo_Stankovic_Non_frattura_ga_10_071029081.shtml|titolo=Sollievo Stankovic|autore=Andrea Elefante|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=29 ottobre 2007}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/11/06/inter-addio-fair-play-moratti-vede-figo.html|titolo=Inter, addio fair play|autore=Gianni Piva|pubblicazione=la Repubblica|data=6 novembre 2007|p=61}}</ref> Aggiudicatasi il titolo d'inverno con la vittoria nel derby<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2007/12/sezioni/sport/calcio/serie_a/giornata-17a/inter-milan/inter-milan.html|titolo=L'Inter vince anche il derby, nerazzurri campioni d'inverno|data=23 dicembre 2007}}</ref>, l'Inter terminò il girone di andata con sette lunghezze di margine sui romani<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/gennaio/21/nebbia_fitta_sull_arbitro_Rimonta_ga_10_080121128.shtml|titolo=È nebbia fitta sull'arbitro|autore=Fabio Licari|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=21 gennaio 2008}}</ref>: a metà febbraio si segnalò poi un distacco di undici punti, circostanza che fece presagire un torneo ormai scontato.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/febbraio/17/SUAZ_ga_10_080217115.shtml|titolo=Re Suaz|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 febbraio 2008}}</ref>

A riaprire i giochi fu però il contraccolpo psicologico che l'ambiente subì dall'eliminazione in [[UEFA Champions League 2007-2008|Champions League]], maturata contro il Liverpool negli ottavi di finale.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/sport/calcio/champions_league/liverpool-inter/inter-liverpool/inter-liverpool.html|titolo=A San Siro non riesce il miracolo, una piccola Inter esce dalla coppa|data=11 marzo 2008}}</ref> Contrariato dall'ennesimo flop europeo, Mancini annunciò un possibile divorzio a fine stagione spingendo Moratti a dichiararsi in merito<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/02/sezioni/sport/calcio/champions_league/liverpool-inter/dopo-annuncio-mancini/dopo-annuncio-mancini.html|titolo=Moratti-Mancini, tregua fino a giugno|data=12 marzo 2008}}</ref>; distratta da polemiche interne, la ''Beneamata'' palesò un rallentamento che riaccese il tentativo di rimonta giallorosso.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/sport/calcio/serie_a/inter-roma-sabato/inter-roma-sabato/inter-roma-sabato.html|titolo=Scudetto, sabato ad alta tensione|data=29 marzo 2008}}</ref> I nerazzurri riuscirono comunque a confermarsi sul tetto d'Italia, trionfando a Parma nella giornata conclusiva grazie ad una doppietta di Ibrahimović (rientrato in campo dopo un'assenza di un mese e mezzo per infortunio) e mantenendo un vantaggio di tre punti sui capitolini<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/maggio/19/Inter_16_ga_10_080519088.shtml|titolo=Inter 16|autore=Fabrizio Cometti|autore2=Luca Taidelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=19 maggio 2008}}</ref>; la rivalsa per quest'ultimi arrivò in coppa nazionale, con i meneghini battuti di misura (2-1) nell'atto conclusivo.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/05_Maggio/24/ordinepubblico.shtml|titolo=Coppa Italia alla Roma|autore=Pierluigi Todisco|data=24 maggio 2008}}</ref> Al termine della stagione Mancini fu esonerato<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/sport/calcio/serie_a/mancini-moratti/sorpresa-mancini/sorpresa-mancini.html|titolo=Mancini, un esonero a sorpresa|data=28 maggio 2008}}</ref>, con la dirigenza che ricondusse ufficialmente il fatto alle dichiarazioni espresse dal tecnico dopo l'uscita dalla Champions League.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/sport/calcio/serie_a/mancini-moratti/esonero-ufficiale/esonero-ufficiale.html|titolo=L'Inter: "Mancini esonerato per le parole dopo il Liverpool"|data=29 maggio 2008}}</ref>

=== Il biennio di Mourinho (2008-2010) ===
==== Stagione 2008-2009: il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa italiana ====
[[File:Jose Mourinho - Inter Mailand (7).jpg|thumb|left|Il portoghese Mourinho, allenatore nerazzurro dal 2008 al 2010: sotto la sua conduzione, la squadra tornò al successo in Champions League dopo 45 anni dall'ultima vittoria.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/giugno/02/Mourinho_story_ga_10_080602020.shtml|titolo=Mourinho story|autore=Andrea Schianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=2 giugno 2008}}</ref>]]

A raccogliere l'eredità di Mancini fu chiamato il portoghese [[José Mourinho]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/06_Giugno/02/paolillo.shtml|titolo=L'Inter accoglie Mourinho "Un grande professionista"|data=2 giugno 2008}}</ref>, vincitore al suo debutto della [[Supercoppa italiana 2008|Supercoppa italiana]] allorché i nerazzurri sconfissero la Roma ai rigori.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/agosto/25/Mourinho_show_ga_10_080825052.shtml|titolo=Mourinho show|autore=Mirko Graziano|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=25 agosto 2008}}</ref> In [[Serie A 2008-2009|campionato]] l'Inter lamentò un avvio stentato<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/sport/calcio/serie_a/giornata-9/fiorentina-inter/fiorentina-inter.html|titolo=Mourinho, un altro pareggio|data=29 ottobre 2008}}</ref>, circostanza cui lo stesso tecnico pose rimedio adattando uno schieramento simile a quello impiegato vittoriosamente da Mancini.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/11/23/mouscommesse.shtml|titolo=Adriano, Matrix e il rombo: le scommesse vinte da Mou|autore=Antonino Morici|data=23 novembre 2008}}</ref> Riguadagnato il dominio sul torneo<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2008/dicembre/15/Pazza_Inter_Super_Ibra_ga_10_081215074.shtml|titolo=Pazza Inter|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 dicembre 2008}}</ref>, i nerazzurri ipotecarono l'affermazione finale già in inverno.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2009/02/15/InterMilan.shtml|titolo=Super derby, l'Inter vince e prenota lo scudetto|autore=Antonino Morici|data=15 febbraio 2009}}</ref> Benché naufragata ancora una volta in Europa – con l'eliminazione contro i campioni in carica del Manchester Utd –<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/sport/calcio/champions_league/manchester-inter/manchester-inter-commento/manchester-inter-commento.html|titolo=Neppure Mou cambia l'Inter, la Champions resta un miraggio|autore=Andrea Sorrentino|data=12 marzo 2009}}</ref> la compagine nerazzurra poté rifarsi in campionato<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/marzo/16/Kung_Ibra_ANCORA_DUE_GOL_ga_10_090316067.shtml|titolo=Kung fu Ibra|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=16 marzo 2009}}</ref>, acquisendo matematicamente il tricolore con due giornate di anticipo.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/2008/12/sport/calcio/serie-a/inter/diretta-inter-siena/diretta-inter-siena.html|titolo=Per l'Inter festa e goleada|autore=Luigi Panella|data=17 maggio 2009}}</ref>

Il 17º Scudetto in assoluto permise di eguagliare i rivali rossoneri nell'albo d'oro del campionato italiano.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/giugno/01/figli_Figo_Inter_scudetto_ultime_ga_3_090601003.shtml|titolo=I figli e Figo|autore=Luca Taidelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º giugno 2009}}</ref>

==== Stagione 2009-2010: il diciottesimo scudetto, la sesta Coppa Italia e la terza Champions League ====
[[File:Inter Mailand (2009-08-16).jpg|thumb|upright=1.0|Una formazione dell'Inter nella stagione 2009-2010, artefice del primo ''[[Treble (calcio)|treble]]'' per un club italiano. Da sinistra, prima fila: [[Patrick Vieira|Vieira]], [[Maicon]], [[Francesco Toldo|Toldo]], [[Marco Materazzi|Materazzi]], [[Lucimar Ferreira da Silva|Lúcio]] e [[Samuel Eto'o|Eto'o]]; seconda fila, [[Dejan Stanković|Stanković]], [[Ricardo Quaresma|Quaresma]], [[Javier Zanetti|Zanetti]], [[Sulley Muntari|Muntari]] e [[Diego Milito|Milito]].]]

Nella stagione 2009-2010, l'Inter decise di rivoluzionare il proprio organico: Ibrahimović venne ceduto al {{Calcio Barcellona|N}},<ref name="RepubblicaIbra">{{cita web |url=http://www.repubblica.it/2008/12/sport/calcio/serie-a/inter/ibra-saluto/ibra-saluto.html |titolo=L'addio di Ibra "Ci vediamo in finale"|data=24 luglio 2009}}</ref> in cambio di [[Samuel Eto'o|Eto'o]] e un robusto conguaglio economico.<ref>{{cita web |url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/28-07-2009/eto-o-bagno-folla-ad-appiano-50886914882.shtml|titolo=Eto'o: "Vincere con la squadra sarà il mio Pallone d'oro"|autore=Valerio Clari|data=28 luglio 2009}}</ref> Vennero acquistati il centrale difensivo [[Lucimar Ferreira da Silva|Lúcio]] dal {{Calcio Bayern Monaco|N}} e il trequartista [[Wesley Sneijder|Sneijder]] dal {{Calcio Real Madrid|N}};<ref>{{cita web |url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Calciomercato/16-07-2009/colpo-inter-50777503014.shtml |titolo=Inter, Lucio già a Milano "Felice di essere qui"|data=16 luglio 2009}}</ref> dal {{Calcio Genoa|N}}, arrivarono invece il regista [[Thiago Motta]] e il centravanti [[Diego Milito|Milito]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/27-07-2009/milito-subito-protagonista-50875698129.shtml|titolo=Milito: "All'Inter è tutto facile" Maicon: "Ibra, me ne frego"|data=27 luglio 2009}}</ref> La stagione, pur apertasi con la sconfitta in [[Supercoppa italiana 2009|Supercoppa italiana]], nel prosieguo si rivelò trionfale. Al termine di un serrato duello in [[Serie A 2009-2010|campionato]] con la Roma, i nerazzurri festeggiarono il diciottesimo scudetto nonché quinto consecutivo.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/2010/05/16/news/diretta-4102714/|titolo=Milito firma lo scudetto|autore=Corrado Zunino|sito=repubblica.it|data=16 maggio 2010}}</ref> I giallorossi furono anche gli avversari per la conquista della [[Coppa Italia 2009-2010|Coppa nazionale]], che vide imporsi i milanesi per la sesta volta nella loro storia.

Tuttavia la stagione passò alla storia per il ritorno all'affermazione in [[UEFA Champions League 2009-2010|Champions League]], a 45 anni di distanza dalla precedente. L'avventura continentale iniziò in salita, con i nerazzurri che superarono il girone da secondi classificati.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/09-12-2009/eto-o-balotelli-scatenati-602267016032.shtml|titolo=Eto'o e Balotelli scatenati Inter agli ottavi di Champions|autore=Valerio Clari|sito=gazzetta.it|data=9 dicembre 2009}}</ref> Nella fase a eliminazione diretta l'Inter eliminò in sequenza il {{Calcio Chelsea|N}}, il {{Calcio CSKA Mosca|N}} e i campioni continentali del {{Calcio Barcellona|N}}, già affrontati nel gruppo. La finale, la prima in campo internazionale da 12 anni a quella parte, vide i milanesi trionfare sul {{Calcio Bayern Monaco|N}} grazie alla doppietta di [[Diego Milito]], protagonista indiscusso della stagione nerazzurra.<ref>{{cita news |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/23/capolavoro-milito.html |titolo=CAPOLAVORO MILITO|autore=Gianni Mura|pubblicazione=Prima pagina - la Repubblica|data=23 maggio 2010|pagina=1}}</ref> Subito dopo aver centrato un ''[[Treble (calcio)|treble]]'' inedito nella storia del calcio italiano, Mourinho lasciò,<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/aspettando_madrid/notizie/mourinho-lacrime-addio_53be4ecc-65eb-11df-89b0-00144f02aabe.shtml|titolo=Mourinho, lacrime e addio|sito=corriere.it|data=22 maggio 2010}}</ref> sancendo ''a posteriori'' la fine di un ciclo in casa nerazzurra.

== Gli anni 2010 ==
=== Il post-''triplete'' (2010-2013) ===
==== Stagione 2010-2011: la quinta Supercoppa italiana, il Mondiale per club e la settima Coppa Italia ====
[[File:Samuel Eto'o - Inter Mailand (1).jpg|thumb|upright|left|[[Samuel Eto'o]], arrivato all'Inter nel 2009, trascorse in nerazzurro due stagioni; nella stagione 2010-2011 realizzò addirittura 37 gol, il miglior risultato per un giocatore interista da mezzo secolo a quella parte.]]

Nell'estate 2010 toccò allo spagnolo [[Rafael Benítez]] raccogliere l'eredità di Mourinho. Lo storico ''treble'' dell'annata precedente permise all'Inter di partecipare, oltre alla [[Supercoppa italiana 2010|Supercoppa italiana]], per la prima volta anche alla [[Supercoppa UEFA 2010|Supercoppa UEFA]] e alla [[Coppa del mondo per club FIFA 2010|Coppa del mondo per club]]. Il 21 agosto i nerazzurri affrontarono la {{Calcio Roma|N}}, finalista di Coppa Italia, nel trofeo italiano per la quarta volta nella ultime cinque edizioni, battendola per 3-1 grazie al gol di [[Goran Pandev|Pandev]] e alla doppietta di [[Samuel Eto'o|Eto'o]] che rimontarono l'iniziale vantaggio di Riise.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/21-08-2010/supercoppa-roma-spreca-71864477191.shtml|titolo=Supercoppa, la Roma spreca Eto'o la punisce: 3-1 Inter|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=21 agosto 2010|accesso=28 agosto 2010}}</ref> In Supercoppa europea, il 27 agosto, l'Inter perse il trofeo contro l'{{Calcio Atletico Madrid|N}} per 2-0 e insieme ad esso anche la possibilità di vincere sei trofei nell'arco di un anno solare come aveva fatto nella storia solo il Barcellona nella stagione precedente.<ref>{{cita news |url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/27-08-2010/reyes-aguero-inter-ko-71932801786.shtml |titolo=L'Inter fallisce il pokerissimo Supercoppa all'Atletico Madrid |pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=27 agosto 2010|accesso=28 agosto 2010}}</ref> La partita di semifinale della [[Coppa del mondo per club FIFA 2010|Coppa del Mondo per club]] si giocò il 15 dicembre contro i sudcoreani del {{Calcio Seongnam|N}} battuti dalla formazione nerazzurra per 3-0 con reti di [[Dejan Stanković|Stanković]], [[Javier Zanetti|Zanetti]] e [[Diego Milito|Milito]]; l'Inter si aggiudicò quindi il diritto di giocare la finale della competizione che si disputò il 18 dicembre contro i campioni africani del {{Calcio TP Mazembe|N}}, prima squadra non europea e non sudamericana ad accedere alla finale della competizione.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/15-12-2010/ffffffffffffffffffff-712157435352.shtml|titolo=La vera Inter da Mondiale 3-0 al Seongnam: è finale|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=15 dicembre 2010|accesso=24 maggio 2013}}</ref> La partita finì 3-0 per i nerazzurri con i gol di Pandev, Eto'o e [[Jonathan Biabiany|Biabiany]], che si consacrarono campioni del mondo per la terza volta nella loro storia.<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/18-12-2010/inter-campione-mondo-712192680554.shtml|titolo=Inter campione del mondo!|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=18 dicembre 2010|accesso=24 maggio 2013}}</ref>

Il 23 dicembre Benítez e la dirigenza decisero di risolvere consensualmente il contratto, anche a causa delle dichiarazioni rilasciate dal tecnico spagnolo subito dopo la vittoria di [[Abu Dhabi]].<ref>{{cita web|url=http://www.inter.it/aas/news/reader?N=50787&L=it|titolo=Inter e Benitez: risoluzione consensuale|editore=inter.it|data=23 dicembre 2010|accesso=23 dicembre 2010|dataarchivio=24 dicembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101224081413/http://www.inter.it/aas/news/reader?N=50787&L=it|urlmorto=sì}}</ref> Il nuovo allenatore divenne il brasiliano [[Leonardo Nascimento de Araújo|Leonardo]], ex giocatore e allenatore del {{Calcio Milan|N}}. In campionato i nerazzurri giunsero secondi dietro il Milan, qualificandosi comunque alla [[UEFA Champions League|Champions League]] per la decima volta consecutiva (record italiano fino a quel momento).<ref>{{cita web|url=http://www.fcinter1908.it/?action=read&idnotizia=24012|titolo=Statistiche: Champions League, in Italia nessuno come l'Inter|editore=fcinter1908.it|data=20 maggio 2011|accesso=22 maggio 2012}}</ref> In [[UEFA Champions League 2010-2011|Champions League]] la squadra arrivò seconda nella prima fase dietro il {{Calcio Tottenham|N}} e, dopo aver eliminato il {{Calcio Bayern Monaco|N}} negli ottavi di finale ribaltando lo 0-1 di San Siro con un 3-2 all'[[Allianz Arena]],<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/15-03-2011/inter-impresa-campioni-80501449882.shtml|titolo=Inter, impresa da campioni! Decide il gran gol di Pandev|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=15 marzo 2011|accesso=24 maggio 2013}}</ref> venne eliminata dallo {{Calcio Schalke|N}} nei quarti di finale, perdendo sia in casa (5-2) che in trasferta (2-1). In [[Coppa Italia 2010-2011|Coppa Italia]], dopo aver eliminato il {{Calcio Genoa|N}} (3-2), il {{Calcio Napoli|N}} al San Paolo ai calci di rigore (dopo che i supplementari si erano conclusi sullo 0-0) e la {{Calcio Roma|N}} (1-0 all'Olimpico e 1-1 al Meazza), il 29 maggio [[2011]] vinse la finale contro il [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] per 3-1 grazie alla doppietta di Eto'o e al sigillo nel finale di Milito. Si trattò della settima vittoria nella competizione nazionale. Ai nerazzurri venne assegnata contestualmente anche la [[Coppa del 150º anniversario dell'Unità d'Italia]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/29-05-2011/leo-ecco-primo-titulo-801392602335.shtml|titolo=Leo, ecco il primo "titulo" La Coppa Italia è dell'Inter|data=29 maggio 2011|accesso=24 maggio 2013}}</ref>

==== Biennio 2011-2013: l'addio di Moratti ====
[[File:Inter2011.JPG|thumb|upright=1.0|Un ''undici'' interista nella stagione 2011-2012. Da sinistra, prima fila: [[Júlio César Soares Espíndola|Júlio César]], [[Ricardo Álvarez|Álvarez]], [[Giampaolo Pazzini|Pazzini]], [[Cristian Chivu|Chivu]], [[Lucimar Ferreira da Silva|Lúcio]] e [[Walter Samuel|Samuel]]; seconda fila, [[Javier Zanetti|Zanetti]], [[Esteban Cambiasso|Cambiasso]], [[Joel Obi|Obi]], [[Yūto Nagatomo|Nagatomo]] e [[Diego Milito|Milito]].]]

In vista della stagione 2011-2012, fu scelto [[Gian Piero Gasperini]] come nuovo allenatore.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Inter/25-06-2011/gasperini-genoa-inter-801753333103.shtml|titolo=Gasperini, dal Genoa all'Inter fasce, corsa, 3-4-3 e... Milito|autore=Andrea Schianchi|data=25 giugno 2011}}</ref> La sua esperienza iniziò perdendo la Supercoppa italiana contro il Milan<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/agosto/07/Ibra_Boa_SuperMilan_Inter_colpo_ga_10_110807051.shtml|titolo=Ibra+Boa=Super Milan Inter, colpo di Sneijder I rossoneri rimontano e trionfano a Pechino|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 agosto 2011}}</ref>; in seguito la squadra perse altre 3 volte in 4 partite, tra [[Serie A 2011-2012|campionato]] e [[UEFA Champions League 2011-2012|Champions League]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2011/settembre/12/MICCOLI_MANGIA_INTER_Difesa_disastrosa_ga_10_1109128401.shtml|titolo=MICCOLI MANGIA INTER Difesa disastrosa Gasp inchiodato dal super Palermo|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=12 settembre 2011}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/settembre/15/Gasp_trema_pure_San_Siro_ga_3_110915686.shtml|titolo=Gasp, si trema K.o. pure a San Siro Inter, avvio choc Da 90 anni non ne perdeva 3 di fila|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=15 settembre 2011}}</ref> Gasperini venne così esonerato<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/settembre/21/Gasperini_siamo_all_addio_caos_ga_10_110921011.shtml|titolo=Gasperini, siamo all'addio È caos Inter: senza gioco, senza squadra, senza punti Novara ne fa 3|autore=Alberto Cerruti|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=21 settembre 2011}}</ref>, con [[Claudio Ranieri]] chiamato a sostituirlo.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2011/12/09/news/ranieri_presentazione_fiorentina-26334235/|titolo=Il realismo di Ranieri "L'Inter del triplete non c'è più"|autore=Tiziana Cairati|data=9 dicembre 2011}}</ref> Tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012 i nerazzurri parvero risollevare le proprie sorti, avvicinandosi alle posizioni di vertice e rientrando in corsa per l'Europa.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/milan/2012/01/15/news/diretta-28183748/|titolo=Inter vince il derby la rimonta continua|autore=Luigi Panella|data=15 gennaio 2012}}</ref> Tuttavia, dopo l'eliminazione dalla [[Coppa Italia 2011-2012|Coppa Italia]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/gennaio/26/Cavani_incanta_Napoli_Inter_interrotta_ga_10_120126014.shtml|titolo=Cavani incanta Napoli Inter k.o.: interrotta la serie d'oro|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=26 gennaio 2012}}</ref>, cominciò un periodo negativo che vide la formazione franare sia in campionato (con 2 punti conquistati in 7 giornate<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/febbraio/02/VALANGHE_SAN_SIRO_Quattro_gol_ga_3_1202021014.shtml|titolo=VALANGHE A SAN SIRO Quattro gol di Milito Ma Miccoli ne fa tre e l'Inter non vince più|autore=Fabio Bianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=2 febbraio 2012}}</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/febbraio/18/Inter_alla_deriva_Che_Bologna_ga_3_120218007.shtml|titolo=È un'Inter alla deriva Che Bologna a San Siro Arriva il terzo k.o. di fila Ora Ranieri è a rischio|autore=Luigi Garlando|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=18 febbraio 2012}}</ref>) che in coppa, dove fu eliminata dal [[Olympique de Marseille|Marsiglia]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/champions/2012/03/13/news/inter_marsiglia-31483142/|titolo=Inter beffata, vince ma è fuori|autore=Luigi Panella|data=13 marzo 2012}}</ref> A fine marzo si optò per un altro cambio alla guida, con il giovane [[Andrea Stramaccioni|Stramaccioni]] a rimpiazzare l'esonerato Ranieri.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/marzo/28/Forlan_deluso_Stramaccioni_non_traghettatore_ga_10_120328097.shtml|titolo=«Forlan mi ha deluso Stramaccioni non è un traghettatore»|autore=Luca Taidelli|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=28 marzo 2012}}</ref> Migliorandosi nel finale di stagione, la squadra raggiunse il sesto posto guadagnando il diritto a partecipare all'Europa League (torneo che nel 2009 sostituì la Coppa UEFA).<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2012/maggio/07/Paziente_opportunista_Cosi_Milito_batte_ga_10_120507030.shtml|titolo=Paziente e opportunista Così Milito batte Ibra|autore=Andrea Schianchi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=7 maggio 2012}}</ref> Stramaccioni prolungò il suo contratto per tre anni.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2012/05/29/news/moratti_vertice_stadio_cinese-36184058/|titolo=Moratti blinda Stramaccioni "Ha firmato per tre anni"|autore=Tiziana Cairati|data=29 maggio 2012}}</ref>

La sua seconda stagione iniziò con il piede giusto, tanto che la squadra ottenne ben 10 vittorie consecutive tra [[Serie A 2012-2013|campionato]] e [[UEFA Europa League 2012-2013|coppa]] arrivando, tra l'altro, a violare l'imbattibilità domestica della Juventus che, in quella fase, perdurava da 49 partite.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/11/04/gran-colpo-dellinter-sconfitta-la-juve-torino.html|titolo=Gran colpo dell'Inter sconfitta la Juve a Torino|autore=Maurizio Crosetti|pubblicazione=la Repubblica|data=4 novembre 2012|p=1}}</ref> Malgrado un avvio promettente, i nerazzurri crollarono alla distanza anche a causa dei numerosi infortuni<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/20-04-2013/inter-stramaccioni-vincere-col-parma-una-settimana-tranquillita-20266051036.shtml|titolo=Inter, Stramaccioni: "Non cerco alibi ma gli infortuni hanno cambiato la stagione"|data=20 aprile 2013}}</ref>; conquistando soltanto 19 punti nel girone di ritorno, precipitarono al nono posto mancando (per la prima volta dal 1999) la qualificazione alle coppe europee.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/13-05-2013/inter-nono-posto-niente-europa-stagione-record-negativo-20380433665.shtml|titolo=Inter, nono posto e niente Europa: una stagione da record negativo|data=13 maggio 2013}}</ref>

Per l'anno seguente, Moratti scelse [[Walter Mazzarri]] in sostituzione di Stramaccioni.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2013/05/24/news/esonerato_stramaccioni-59543430/|titolo=Inter: Mazzarri il nuovo tecnico, esonerato Stramaccioni|autore=Tiziana Cairati|data=24 maggio 2013}}</ref> L'ingaggio del livornese fu, di fatto, l'ultima mossa del patron che a novembre 2013 cedette la maggioranza del pacchetto azionario a [[Erick Thohir]], imprenditore indonesiano e proprietario (indiretto) della International Sports Capital.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Inter/15-11-2013/inter-iniziata-assemblea-svolta-thohir-posto-moratti-18-anni-dopo-201573036155.shtml|titolo=Inter, l'Assemblea della svolta. Thohir al posto di Moratti, 18 anni dopo|autore=Matteo Della Vite|autore2=Luca Taidelli|data=15 novembre 2013}}</ref>

=== La proprietà Thohir (2013-2016) ===
[[File:Zen-Int (2) - Mauro Icardi (cropped).jpg|thumb|upright|left|[[Mauro Icardi]], capitano e bomber dei nerazzurri nella seconda metà degli anni 2010.]]

La stagione 2013-2014 vide l'Inter piazzarsi al quinto posto in [[Serie A 2013-2014|campionato]], centrando il ritorno in Europa.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/11/inter-perfetta-per-zanetti58.html|titolo=Inter perfetta per Zanetti|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=11 maggio 2014|p=58}}</ref> Mazzarri fu l'ultimo allenatore interista a poter contare sui reduci del ''treble'', che lasciarono Milano al termine dell'annata: il capitano Zanetti, Samuel, Cambiasso, Milito e [[Cristian Chivu|Chivu]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2014/05/19/news/inter_zanetta_scrive_una_lettera_ai_tifosi-86567047/|titolo=Inter, Zanetti scrive una lettera ai tifosi: "Grazie, spero di servire da dirigente come in campo"|data=19 maggio 2014}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/05/19/linter-chiude-col-passato-si-riparte-con-mazzarri33.html|titolo=L'Inter chiude col passato si riparte con Mazzarri|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=19 maggio 2014|p=33}}</ref>

Concluso il sodalizio con i protagonisti del recente passato, in casa nerazzurra si visse la situazione di un «anno zero».<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/fantacalcio/2014/08/02/news/il_carisma_di_vidic_per_la_nuova_inter-92943330/|titolo=Il carisma di Vidic per la nuova Inter|data=2 agosto 2014}}</ref> La stagione 2014-2015 iniziò con grandi aspettative<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/08/07/inter-rivoluzione-thohir-dai-dirigenti-ai-medici-cosi-ha-chiuso-lera-moratti45.html|titolo=Inter, rivoluzione Thohir dai dirigenti ai medici così ha chiuso l'era Moratti|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=7 agosto 2014|p=45}}</ref>, ben presto tradite dal campo.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/09/29/inter-sotto-shock-travolta-a-san-siro-dai-ragazzi-di-zeman36.html|titolo=Inter sotto shock travolta a San Siro dai ragazzi di Zeman|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=29 settembre 2014|p=36}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/11/02/inter-da-incubi-il-parma-rinasce-mazzarri-vede-sempre-piu-nero58.html|titolo=Inter da incubi, il Parma rinasce Mazzarri vede sempre più nero|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=2 novembre 2014|p=58}}</ref> Il rendimento mediocre della squadra, unito all'immagine del tecnico che era andata sempre più deteriorandosi<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/11/10/ma-san-siro-fischia-ancora-icardi-non-basta-per-vincere32.html|titolo=Ma San Siro fischia ancora Icardi non basta per vincere|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=10 novembre 2014|p=32}}</ref>, convinse Thohir, durante la sosta di novembre, a licenziare l'allenatore.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/2014/11/14/news/thoir_e_il_primo_esonero_finalmente_dei_nostri-100541358/|titolo=Thohir e il primo esonero: finalmente è dei nostri|autore=Maurizio Crosetti|data=14 novembre 2014}}</ref> Fu così richiamato Mancini, già alla guida del club dal 2004 al 2008.<ref>{{cita web|url=https://www.panorama.it/sport/calcio/roberto-mancini-thohir-ritorno-inter-esonero-walter-mazzarri-interisti-twitter/|titolo=Mancini torna all'Inter: le reazioni nerazzurre su Twitter|data=14 novembre 2014}}</ref> Complice la posizione di classifica in cui l'Inter si ritrovò al momento del cambio in panchina, nonché l’agguerrita concorrenza delle rivali, il [[Serie A 2014-2015|campionato]] risultò fallimentare.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2015/05/23/news/genoa-inter_3-2_la_testa_di_kucka_fa_impazzire_marassi-115116421/|titolo=Genoa-Inter 3-2, la testa di Kucka fa fuori i nerazzurri dall'Europa|autore=Marco Gaetani|data=23 maggio 2015}}</ref> L'ottavo posto significò, nuovamente, l'esclusione dalle manifestazioni continentali.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/06/01/inter-vittoria-con-sofferenza-ma-icardi-raggiunge-toni39.html|titolo=Inter, vittoria con sofferenza ma Icardi raggiunge Toni|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=1º giugno 2015|p=39}}</ref>

Nel 2015-2016, confermato Mancini, la squadra visse un [[Serie A 2015-2016|girone di andata]] in cima alla classifica grazie anche alle molte vittorie di misura<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/12/21/uninter-da-mal-di-testa-lazio-e-il-folle-melo-la-gelano-brucia36.html|titolo=Un'Inter da mal di testa Lazio e il folle Melo la gelano a San Siro un ko che brucia|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=21 dicembre 2015|p=36}}</ref>; nella seconda parte accusò tuttavia un calo e, subendo il ritorno della Juventus, non andò oltre il quarto posto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/05/15/festa-sassuolo-linter-chiude-nel-modo-peggiore58.html|titolo=Festa Sassuolo, l'Inter chiude nel modo peggiore|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=15 maggio 2016|p=58}}</ref>

=== L'arrivo del gruppo Suning (2016-2019) ===
==== 2016-2017: una stagione per quattro allenatori ====
Nel giugno 2016 si verificò una svolta a livello dirigenziale: Thohir cedette la maggioranza societaria dell'Inter al [[Suning Holdings Group]], holding cinese presieduta da [[Zhang Jindong]].<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2016/05/31/news/cessione_vicina_suning-141021478/|titolo=Inter, cinesi vicini a prendersi tutto: ma Thohir resta come presidente|data=31 maggio 2016}}</ref> Nell'immediato, il magnate indonesiano mantenne comunque la massima carica sociale e una partecipazione azionaria minore.<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/28-06-2016/inter-cinese-242-milioni-piu-vogliamo-scudetto-ed-europa-league-160149222611.shtml|titolo=Inter cinese con 242 milioni in più: "Vogliamo scudetto ed Europa League"|autore=Matteo Brega|data=28 giugno 2016}}</ref>

Nonostante la nuova disponibilità economica e i proclami di riscatto, Mancini entrò in rotta con le nuove figure dirigenziali e si dimise a pochi giorni dal [[Serie A 2016-2017|campionato 2016-2017]].<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/08/mancini-e-linter-si-dicono-addio42.html|titolo=Mancini e l'Inter si dicono addio|autore=Stefano Scacchi|pubblicazione=la Repubblica|data=8 agosto 2016|p=42}}</ref> L'Inter chiamò l'olandese [[Frank de Boer]] a prenderne il posto, ma la mossa, compiuta in tempi rapidi quanto stretti, non diede i frutti sperati<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/08/22/linter-si-presenta-a-pezzi-disastro-con-il-chievo-per-la-boer46.html|titolo=L'Inter si presenta a pezzi disastro con il Chievo per la prima di De Boer|autore=Stefano Scacchi|pubblicazione=la Repubblica|data=22 agosto 2016|p=46}}</ref>; attardati dalle prime posizioni già a settembre<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/25-09-2016/inter-bologna-1-1-perisic-destro-de-boer-frena-170193613646.shtml|titolo=Inter-Bologna 1-1, Perisic risponde a Destro: De Boer frena dopo tre vittorie|autore=Luca Taidelli|data=25 settembre 2016}}</ref>, i nerazzurri disputarono in [[UEFA Europa League 2016-2017|Europa League]] il loro peggior girone nella storia delle coppe internazionali.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2016/09/30/un-inferno-senza-fine-per-linter-da-330-milioni-la-crisi48.html|titolo=Un inferno senza fine per l'Inter da 330 milioni la nuova rivoluzione non ha scacciato la crisi|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=30 settembre 2016|p=48}}</ref> Nel mese di novembre, De Boer fu sollevato dall'incarico che passò nelle mani di [[Stefano Pioli]].<ref>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Calcio/08-11-2016/inter-ufficiale-pioli-nuovo-allenatore-170774970237.shtml|titolo=Inter, Pioli è il nuovo allenatore. Ha firmato fino al 2018|data=8 novembre 2016}}</ref> L'ex tecnico della Lazio costruì una rimonta nei mesi invernali<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/01/09/il-restauratore-pioli-e-la-nuova-furia-inter-ho-portato-fiducia34.html|titolo=Il restauratore Pioli e la nuova furia Inter "Ho portato fiducia"|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=9 gennaio 2017|p=34}}</ref>, portando i milanesi a competere per il terzo posto.<ref>{{cita web|url=http://www.ilgiornale.it/news/sport/pioli-ha-rivitalizzato-linter-lui-champions-non-pi-miraggio-1357547.html|titolo=Pioli ha rivitalizzato l'Inter: con lui la Champions non è più un miraggio|autore=Marco Gentile|data=30 gennaio 2017}}</ref> Come già accaduto in altre occasioni però, la squadra palesò un calo primaverile tale da vanificare il buon lavoro svolto fino a quel punto.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/04/10/la-bocciatura-finale-dellinter-caduta-sul-teorema-di-pitagora42.html|titolo=La bocciatura finale dell'Inter caduta sul teorema di Pitagora|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=10 aprile 2017|p=42}}</ref><ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/04/23/allinter-non-basta-icardi-cosi-perde-leuropa-lo-viola26.html|titolo=All'Inter non basta Icardi così perde l'Europa lo spettacolo è solo viola|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=23 aprile 2017|p=26}}</ref> Arrivata a totalizzare un filotto di 8 partite senza vittorie<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/05/15/mai-cosi-male-da-35-anni-le-figuracce-di-sospetta36.html|titolo=Mai così male da 35 anni le figuracce di un'Inter autodistruttiva e sospetta|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=15 maggio 2017|p=36}}</ref>, la squadra esonerò anche Pioli affidandosi, per le ultime 3 giornate, a [[Stefano Vecchi]], responsabile della Primavera.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2017/05/19/news/inter-165818628/|titolo=Inter, Ausilio attacca: "Strategie sbagliate e gruppo spaccato"|autore=Tiziana Cairati|data=19 maggio 2017}}</ref> Il campionato finì con un settimo posto, mancando l'ingresso in Europa (per un punto) a favore del Milan.<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2017/05/26/inter-suning-spalletti/|titolo=L'Inter ne uscirà mai?|data=26 maggio 2017}}</ref>

==== 2017-2019: il biennio di Spalletti ====
[[File:Luciano Spalletti Inter.jpg|thumb|upright|[[Luciano Spalletti]], tecnico dal 2017 al 2019, riportò l'Inter in Champions League dopo 6 stagioni di assenza.]]

Per tentare l'ennesima rivoluzione degli anni 2010, durante l'estate 2017 fu ingaggiato [[Luciano Spalletti]] per la panchina.<ref>{{cita web|url=https://www.inter.it/it/news/2017/06/9/luciano-spalletti-e-il-nuovo-allenatore-dellinter.html|titolo=Luciano Spalletti è il nuovo allenatore dell'Inter|data=9 giugno 2017}}</ref> La formazione nerazzurra ben figurò nella prima parte di [[Serie A 2017-2018|campionato]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/08/21/la-nuova-frizzante-inter-dello-stratega-spalletti-il-superato36.html|titolo=La nuova frizzante Inter dello stratega Spalletti|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=21 agosto 2017|p=36}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/08/27/la-vendetta-di-spalletti-icardi-trascina-linter-dopo-roma32.html|titolo=La vendetta di Spalletti|autore=Fabrizio Bocca|pubblicazione=la Repubblica|data=27 agosto 2017|p=32}}</ref>, rivestendo i panni di capolista per diverse giornate e insidiando la corsa tra Napoli e Juventus.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/10/02/vietato-incantare-linter-va-al-risparmio36.html|titolo=Vietato incantare, l'Inter va al risparmio|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=2 ottobre 2017|p=36}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/10/16/una-classifica-da-inter-la-differenza-e-icardi-il-milan-ha-due-facce38.html|titolo=Una classifica da Inter|autore=Enrico Currò|pubblicazione=la Repubblica|data=16 ottobre 2017|p=38}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/10/25/inter-implacabile-e-affannata-una-notte-da-leader-per-spalletti38.html|titolo=Inter implacabile e affannata|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=25 ottobre 2017|p=38}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/11/20/inter-la-precisione-al-secondo-icardi-tiene-il-ritmo-da-scudetto46.html|titolo=Inter, la precisione al secondo|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=20 novembre 2017|p=46}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/12/04/lo-scatto-dellinter-con-perisic-che-preferi-spalletti-a-mou40.html|titolo=Lo scatto dell'Inter con Perisic che preferì Spalletti a Mou|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=4 dicembre 2017|p=40}}</ref> Un crollo registrato nei mesi invernali comportò il definitivo abbandono ai vertici<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2018/02/04/news/inter_la_crisi_d_inverno_colpisce_anche_spalletti-188032855/|titolo=Inter, la "crisi d'inverno" colpisce anche Spalletti|autore=Tiziana Cairati|data=4 febbraio 2018}}</ref>, malgrado in primavera i nerazzurri riuscirono a ricompattarsi per ultimare l'assalto alla Champions League.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/03/19/rullo-inter-samp-si-sbriciola-unaltra-vergognosa-disfattaGenova10.html|titolo=Rullo Inter, Samp si sbriciola|autore=Stefano Zaino|pubblicazione=la Repubblica|data=19 marzo 2018|p=10}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/04/01/perisic-e-il-risveglio-dal-letargo-un-assist-anche-con-le-mani30.html|titolo=Perisic e il risveglio dal letargo|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=1º aprile 2018|p=30}}</ref> L'obiettivo fu raggiunto nella domenica conclusiva, espugnando il terreno della Lazio e superando gli stessi capitolini al quarto posto per l'esito favorevole dei confronti diretti.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Lazio/20-05-2018/lazio-inter-2-3-nerazzurri-champions-decide-testa-vecino-270253952947.shtml|titolo=Lazio-Inter 2-3, nerazzurri in Champions! Decide la testa di Vecino|autore=Luca Taidelli|data=20 maggio 2018}}</ref>

Spalletti venne confermato alla guida, segnalandosi per una partenza promettente anche nel [[Serie A 2018-2019|torneo 2018-19]]<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/10/08/linesorabile-icardi-spinge-linter-oltre-le-fatiche-di-coppa34.html|titolo=L'inesorabile Icardi spinge l'Inter oltre le fatiche di Coppa|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=8 ottobre 2018|p=34}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/10/30/tutto-fuorche-pazza-questa-e-uninter-da-pensiero-stupendo38.html|titolo=Tutto fuorché pazza|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=30 ottobre 2018|p=38}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/11/04/inter-la-cooperativa-del-gol-vincere-senza-icardi-si-puo26.html|titolo=Inter, la cooperativa del gol|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=4 novembre 2018|p=26}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/11/25/inter-senza-icardi-si-puo-con-keita-e-lautaro-stesso30.html|titolo=Inter, senza Icardi si può|autore=Andrea Sorrentino|pubblicazione=la Repubblica|data=25 novembre 2018|p=30}}</ref>; in seguito all'eliminazione nel primo turno di [[UEFA Champions League 2018-2019|Champions League]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/12-12-2018/inter-spalletti-3101194709969.shtml|titolo=Inter, Spalletti e il mese nero: tutte le accuse al tecnico|autore=Davide Stoppini|data=12 dicembre 2018}}</ref>, i meneghini caddero tuttavia in una spirale negativa.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/04-02-2019/inter-inverno-crisi-spalletti-non-novita-320936425655.shtml|titolo=Inter, un inverno in crisi. Per Spalletti non è una novità|autore=Carlo Angioni|data=4 febbraio 2019}}</ref> Con l'ambiente scosso peraltro dalle polemiche nate tra Icardi e la dirigenza<ref>{{cita web|url=https://www.panorama.it/sport/icardi-inter-diario-ricostruzione-posizioni|titolo=Caso Inter-Icardi: il diario giorno per giorno|autore=Giovanni Capuano|data=2 aprile 2019}}</ref>, l'obiettivo stagionale divenne nuovamente l'ingresso alla massima manifestazione europea.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/04/04/tutto-in-una-notte-icardi-si-riprende-la-scena-dellinter42.html|titolo=Tutto in una notte|autore=Franco Vanni|pubblicazione=la Repubblica|data=4 aprile 2019|p=42}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/05/20/crollo-inter-ora-fa-paura-anche-lempoli26.html|titolo=Crollo Inter|autore=Marco Azzi|pubblicazione=la Repubblica|data=20 maggio 2019|p=26}}</ref> Il tecnico toscano raggiunse ancora il quarto posto, sempre all'ultima giornata.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2019/05/26/news/spalletti_saluta_l_inter_se_mi_confermano_e_da_scherzi_a_parte_-227275660/|titolo=Inter, Spalletti ai saluti: "Se mi confermano è da scherzi a parte"|data=26 maggio 2019}}</ref> Nella stessa stagione, nell'ottobre 2018 Thohir lasciò la carica di presidente a [[Steven Zhang]], figlio del ''patron'' Zhang Jindong,<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/26-10-2018/inter-ufficiale-stevenzhang-presidente-marotta-300989857711.shtml|titolo=Inter, ufficiale: Steven Zhang nuovo presidente. "Io sono pronto. E voi?"|data=26 ottobre 2018}}</ref> mentre nel gennaio 2019 uscì definitivamente dall'azionariato del club.<ref>{{Cita web|url=https://www.inter.it/it/news/91805/lionrock-capital-acquisisce-il-31-05-di-fc-internazionale-milano-s-p-a|titolo=LionRock Capital acquisisce il 31,05% di FC Internazionale Milano S.p.A.|sito=FC Internazionale - Inter Milan|accesso=2019-01-26|dataarchivio=26 gennaio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190126061028/https://www.inter.it/it/news/91805/lionrock-capital-acquisisce-il-31-05-di-fc-internazionale-milano-s-p-a|urlmorto=sì}}</ref>

== Gli anni 2020 ==
=== Il biennio Conte (2019-2021) ===
[[File:20150616 - Portugal - Italie - Genève - Antonio Conte.jpg|thumb|left|[[Antonio Conte]], all'Inter dal 2019 al 2021, vinse il 19º scudetto della storia nerazzurra.]]

==== Stagione 2019-2020: secondo posto e finale di Europa League ====
Nell'estate del 2019, Spalletti venne esonerato e sostituito da un nome a sorpresa, quello di [[Antonio Conte]],<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2019/06/11/news/conte_obiettivo-228520035/|titolo=Inter, Conte è carico: "Si può fare, non abbiamo limiti"|data=11 giugno 2019}}</ref> [[Derby d'Italia|storico rivale]] degli anni passati. Anche sul mercato si assistette ad un rinnovamento della squadra, con la cessione nell'ex capitano [[Mauro Icardi|Icardi]] (degradato nella stagione precedente in favore di [[Samir Handanovič|Handanovič]])<ref>{{cita web|url=https://www.corriere.it/sport/19_febbraio_13/inter-handanovic-nuovo-capitano-posto-mauro-icardi-08d54fca-2f84-11e9-9db5-c6e1c6b28b3d.shtml|titolo=Inter: tolta la fascia a Mauro Icardi, Handanovič nuovo capitano|autore1=Monica Colombo|autore2=Guido De Carolis|data=13 febbraio 2019}}</ref> e l'acquisto da record del centravanti [[Romelu Lukaku|Lukaku]].<ref>{{cita web|url=https://www.corrieredellosport.it/news/calcio/serie-a/inter/2019/08/08-59816981/lukaku_firma_e_allenamento/|titolo=Lukaku all'Inter, è ufficiale: prima la firma e poi l'allenamento|autore=Andrea Ramazzotti|data=8 agosto 2019}}</ref> Pur a fronte della precoce eliminazione nella fase a gironi di [[UEFA Champions League 2019-2020|Champions League]],<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/10/03/inter-che-male-suarez-frantuma-il-sogno-di-conte42.html|titolo=Inter, che male|autore=Enrico Currò|pubblicazione=la Repubblica|data=3 ottobre 2019|p=42}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/11/06/un-nuovo-crollo-nella-ripresa-ci-sara-molto-da-lavorare38.html|titolo=Un nuovo crollo nella ripresa|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=6 novembre 2019|p=38}}</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2019/11/28/batticuoreinter42.html|titolo=Batticuore Inter|autore=Franco Vanni|pubblicazione=la Repubblica|data=28 novembre 2019|p=42}}</ref> nel prosieguo di stagione l'ex allenatore juventino rilanciò la squadra, portandola a chiudere al secondo posto in [[Serie A 2019-2020|campionato]],<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/07/26/lukaku-batte-se-stesso-doppietta-e-secondo-posto32.html|titolo=Lukaku batte se stesso, doppietta e secondo posto|autore=Francesco Velluzzi|pubblicazione=la Repubblica|data=26 luglio 2020|p=32}}</ref> il migliore piazzamento in casa interista da [[Serie A 2010-2011|nove anni]] a quella parte. La prematura eliminazione in Champions League consentì comunque il ripescaggio in [[UEFA Europa League 2019-2020|Europa League]], manifestazione in cui i nerazzurri raggiunsero la finale,<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/08/18/linter-di-lautaro-la-finale-storica-del-goleador-papa34.html|titolo=L'Inter di Lautaro|autore=Emanuele Gamba|pubblicazione=la Repubblica|data=18 agosto 2020|p=34}}</ref> la prima in Europa per i milanesi da dieci anni a quella parte: nell'atto conclusivo, gli uomini di Conte cedettero però di misura al {{Calcio Siviglia|N}} per 3-2.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/08/22/inter-la-notte-piu-amara-della-beffa34.html|titolo=Inter, la notte più amara della beffa|autore=Emanuele Gamba|pubblicazione=la Repubblica|data=22 agosto 2020|p=34}}</ref>

==== Stagione 2020-2021: il diciannovesimo scudetto ====
Confermato Conte anche nella stagione successiva,<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/26-08-2020/conte-inter-anno-dopo-sfoghi-pace-3801448106236.shtml|titolo=Conte e Inter, un anno vissuto intensamente: dagli sfoghi alla pace di Villa Bellini|autore=Francesco Pietrella|data=26 agosto 2020}}</ref> l'Inter tornò a vincere il [[Serie A 2020-2021|campionato]], il 19º della sua storia, a undici anni dal [[Serie A 2009-2010|precedente]]: eliminati in [[UEFA Champions League 2020-2021|Champions League]] già nella fase a gironi e in [[Coppa Italia 2020-2021|Coppa Italia]] in semifinale,<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/09-02-2021/inter-out-champions-coppa-italia-ora-scudetto-obbligo-400550994446.shtml|titolo=Inter fuori da tutte le coppe a febbraio: ora lo scudetto è un obbligo|data=9 febbraio 2021}}</ref> i nerazzurri dominarono un torneo nazionale conteso solo per metà stagione dai rivali cittadini del {{Calcio Milan|N}}, facendo segnare una striscia record di undici successi consecutivi dall'inizio del girone di ritorno,<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/sport/21_aprile_12/inter-sconcerti-nerazzurri-senza-rivali-milan-non-pronto-inseguire-quarto-posto-non-fa-crescere-a-d06210b2-9b04-11eb-8a47-2df09471dee5.shtml|titolo=Inter, Sconcerti: nerazzurri senza rivali, Milan non pronto. Inseguire il quarto posto non fa crescere la A|data=12 aprile 2021}}</ref> e si laurearono campioni con quattro giornate d'anticipo.<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/sport/21_maggio_02/inter-vince-scudetto-campione-d-italia-la-diciannovesima-volta-d91f4722-ab28-11eb-a155-ccb2f12f7395.shtml|titolo=L’Inter vince lo scudetto: è campione d’Italia per la diciannovesima volta|data=2 maggio 2021}}</ref> A fine campionato l'Inter distanziò il Milan di dodici lunghezze e totalizzò 91 punti, il miglior risultato in termini di punteggio dalla stagione [[Serie A 2006-2007|2006-2007]], quando aveva raggiunto la quota di 97 punti.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/23-05-2021/inter-udinese-5-1-gol-young-eriksen-lautaro-perisic-lukaku-pereyra-4101268957456.shtml|titolo=L'Inter chiude in bellezza: manita all'Udinese e quota 91 punti|data=23 maggio 2021}}</ref> Per Zhang si trattò del primo titolo da presidente, oltre che il primo vinto da una proprietà straniera in Italia.<ref>{{cita web|url=https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2021/05/02/suning-inter-scudetto-futuro|titolo=Inter, Suning 1^ proprietà straniera a vincere lo scudetto in Italia: e ora che succede?|data=2 maggio 2021}}</ref> Tra i maggiori artefici in campo dello scudetto, si segnalarono il terzetto difensivo composto da [[Milan Škriniar|Škriniar]], [[Stefan de Vrij|De Vrij]] e [[Alessandro Bastoni|Bastoni]]<ref>{{Cita web|url=https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2021/05/02/scudetto-inter-de-vrij-bastoni-skriniar|titolo=Dalla BBC alla SBD|data=2 maggio 2021}}</ref> e la coppia d'attacco formata da [[Romelu Lukaku|Lukaku]] e [[Lautaro Martínez|Martínez]].<ref>{{Cita web|url=https://www.sportmediaset.mediaset.it/speciale/inter-scudetto-2021/i-gioielli-dello-scudetto-lukaku-lautaro-un-patrimonio-inestimabile_31635705-202102k.shtml|titolo=I gioielli dello scudetto: Lukaku-Lautaro, un patrimonio inestimabile|data=2 maggio 2021}}</ref>

=== La gestione Inzaghi (2021-) ===
[[File:FC Salzburg gegen Inter Mailand (Testspiel 2023-08-09) 48.jpg|thumb|[[Simone Inzaghi]], sulla panchina interista dal 2021: vincitore dello scudetto della ''seconda stella'' nonché artefice del ritorno in finale di Champions League dopo 13 anni.]]

==== Biennio 2021-2023: le doppiette domestiche Coppa Italia-Supercoppa italiana, la finale di Champions League====
Al termine della stagione 2020-2021 l'Inter registrò una forte perdita a bilancio: per farvi fronte, nel maggio 2021 il gruppo Suning, a sua volta in difficoltà per i contraccolpi della [[pandemia da COVID-19]] e per le limitazioni imposte dal governo cinese agli investimenti all'estero, ottenne un prestito da [[Oaktree Capital Management]], offrendo in pegno le azioni delle controllanti del club;<ref name=oakpost>{{cita web|url=https://www.ilpost.it/2024/05/22/inter-oaktree-nuovo-proprietario/|titolo=L'Inter ha un nuovo proprietario: il fondo statunitense Oaktree}}</ref> nell'immediato, Suning mantenne comunque il controllo della compagine azionaria nerazzurra.<ref>{{cita web|url=https://www.inter.it/media/downloads/2023/2023_04_13_11_45_19Consolidato%20Inter%20Relazione%20sulla%20Gestione%2030.06.2022.pdf|titolo=Relazione sulla Gestione 01/07/2021 - 30/06/2022}}</ref>

Sul lato sportivo, dopo la separazione da Conte,<ref>{{Cita web|url=https://www.corriere.it/sport/21_maggio_26/inter-conte-non-piu-l-allenatore-risolto-contratto-7-milioni-buonuscita-b6d34280-be3e-11eb-a5e7-170774e96424.shtml|titolo=Conte non è più l’allenatore dell'Inter: risolto il contratto, 7 milioni di buonuscita. Allegri e Simone Inzaghi possibili sostituti|data=26 maggio 2021}}</ref> nell'estate 2021 l'Inter scelse [[Simone Inzaghi]] come nuovo allenatore.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/07-07-2021/inter-presentazione-simone-inzaghi-4102548570665.shtml|titolo=Inzaghi: "Inter, che sfida! Difendiamo lo scudetto. Eriksen? Ci puntavo, ora si riposi"|data=7 luglio 2021}}</ref> Nonostante la cessione di due punti fermi dell{{'}}''undici'' scudettato come Lukaku e [[Achraf Hakimi|Hakimi]], la squadra si confermò su buoni livelli, incamerando nella stagione seguente la sesta [[Supercoppa italiana 2021|Supercoppa italiana]] e l'ottava [[Coppa Italia 2021-2022|Coppa Italia]]: i successi arrivano entrambi contro la {{Calcio Juventus|N}} nei tempi supplementari, rispettivamente per 2-1 allo [[stadio Giuseppe Meazza]]<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/12-01-2022/supercoppa-inter-juventus-2-1-mckennie-lautaro-sanchez-120-430884337880.shtml|titolo=Festa Inter in Supercoppa: Sanchez punisce la Juve al 121'!|data=12 gennaio 2022}}</ref> e per 4-2 allo [[Stadio Olimpico (Roma)|stadio Olimpico]] di [[Roma]].<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Juventus/11-05-2022/coppa-italia-finale-juve-inter-2-4-gol-barella-alex-sandro-vlahovic-calhanoglu-doppietta-perisic-440455025488.shtml|titolo=L'Inter batte 4-2 la Juve e vince la Coppa Italia: decisiva la doppietta di Perisic|data=11 maggio 2022}}</ref> I meneghini, inoltre, tornarono a giocare la fase a eliminazione diretta di [[UEFA Champions League 2021-2022|Champions League]] a [[UEFA Champions League 2011-2012|dieci anni]] di distanza dalla volta precedente, venendo eliminati agli ottavi di finale dal {{Calcio Liverpool|N}}.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/08-03-2022/champions-liverpool-inter-0-1-gol-lautaro-martinez-4301759840658.shtml|titolo=Inter, la magia di Lautaro non basta. Vince ad Anfield ma passa il Liverpool|data=8 marzo 2022}}</ref> Non riuscì invece la difesa dello scudetto, coi nerazzurri che, nonostante il titolo platonico di ''campioni d'inverno'' al giro di boa del campionato, abdicarono all'ultimo turno in favore dei concittadini del Milan.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/22-05-2022/inter-sampdoria-3-0-gol-perisic-doppietta-correa-ma-scudetto-va-milan-440631280783.shtml|titolo=L'Inter ne fa tre alla Samp. Lo scudetto è andato, ma San Siro canta e ringrazia|data=22 maggio 2022}}</ref>

Confermato Inzaghi in panchina, nella stagione 2022-2023 l'Inter non riuscì a contendere al {{Calcio Napoli|N}} la vittoria del [[Serie A 2022-2023|campionato]], chiudendo al terzo posto, ma tornò protagonista in [[UEFA Champions League 2022-2023|Champions League]], raggiungendo la finale della competizione per la sesta volta nella sua storia, la prima da quella vittoriosa dell'edizione [[UEFA Champions League 2009-2010|2009-2010]]. Il percorso europeo vide i nerazzurri avere la meglio, nella fase a eliminazione diretta, del {{Calcio Porto|N}} negli ottavi di finale,<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/14-03-2023/inter-vola-quarti-sofferto-0-0-porto-qualificazione-inzaghi-suoi-esaultano-460667057038.shtml|titolo=Urlo Inter: fa 0-0 in casa del Porto e raggiunge il Milan tra le prime 8 d'Europa!|data=14 marzo 2023}}</ref> del {{Calcio Benfica|N}} nei quarti<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/19-04-2023/inter-benfica-3-3-nerazzurri-semifinale-champions-contro-milan-gol-barella-aursnes-lautaro-correa-silva-musa-4601208853869.shtml|titolo=Inter, è qui la festa! E ora l'euroderby in semifinale col Milan|data=19 aprile 2023}}</ref> e del Milan nelle semifinali (in una riedizione della stracittadina continentale dell'edizione [[UEFA Champions League 2002-2003|2002-2003]]),<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/16-05-2023/inter-milan-1-0-gol-lautaro-nerazzurri-finale-champions-4601614723032.shtml|titolo=Estasi Inter: Lautaro segna, Milan ancora battuto. È finale di Champions dopo 13 anni!|data=16 maggio 2023}}</ref> prima di arrendersi al {{Calcio Manchester City|N}} per 1-0 nella finale disputata allo [[stadio olimpico Atatürk]] di [[Istanbul]].<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Champions-League/10-06-2023/champions-manchester-city-inter-1-0-decide-gol-rodri-4601993003254.shtml|titolo=Inter, che peccato! Gioca alla pari col City, ma la Champions è di Guardiola|data=10 giugno 2023}}</ref> I meneghini riuscirono ugualmente ad arricchire il loro palmarès, bissando i successi della stagione precedente nelle coppe nazionali: la settima [[Supercoppa italiana 2022|Supercoppa italiana]] fu vinta ai danni del Milan, battuto per 3-0 allo [[stadio internazionale Re Fahd]] di [[Riad]],<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/18-01-2023/festa-inter-supercoppa-milan-travolto-3-0-le-magie-dzeko-lautaro-4502025932164.shtml|titolo=Festa Inter in Supercoppa: Milan travolto 3-0 con le magie di Dzeko e Lautaro!|data=18 gennaio 2023}}</ref> mentre la nona [[Coppa Italia 2022-2023|Coppa Italia]] fu conquistata a svantaggio della {{Calcio Fiorentina|N}}, superata per 2-1 all'Olimpico di Roma.<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Coppa-Italia/24-05-2023/inter-vince-coppa-italia-2-1-fiorentina-doppietta-lautaro-4601738135825.shtml|titolo=Lautaro mostruoso, Fiorentina ribaltata: la Coppa Italia è dell'Inter!|data=24 maggio 2023}}</ref>

==== Stagione 2023-2024: la ''seconda stella'' e l'ottava Supercoppa italiana ====
Alla terza stagione con Inzaghi in panchina, l'Inter tornò a vincere il [[Serie A 2023-2024|campionato]] al termine di un torneo conteso dalla {{Calcio Juventus|N}} solo fino a febbraio, quando i nerazzurri vinsero lo scontro diretto per 1-0, preludio al decisivo allungo in classifica.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/04-02-2024/inter-juve-1-0-autorete-gatti.shtml|titolo=Sfida scudetto all'Inter: un autogol di Gatti condanna la Juve. E Inzaghi va a +4 su Allegri|data=4 febbraio 2024}}</ref> La vittoria del 20º titolo della storia interista arrivò a cinque giornate dal termine del campionato, grazie alla vittoria per 2-1 nella [[Derby di Milano|stracittadina]] contro il {{Calcio Milan|N}}. Tale successo permise ai nerazzurri di fregiarsi della ''[[Stella (sport)|seconda stella]]'', conquistata a [[Serie A 1965-1966|cinquantotto anni]] di distanza dalla prima.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/22-04-2024/milan-inter-gol-acerbi-thuram-derby-scudetto.shtml|titolo=Acerbi e Thuram affondano il Milan, la seconda stella arriva col derby|data=22 aprile 2024}}</ref> Nella stessa stagione arrivò anche la vittoria dell'ottava [[Supercoppa italiana 2023|Supercoppa italiana]], per la prima volta strutturata come una ''[[final four]]'': per conquistare il trofeo l'Inter superò la {{Calcio Lazio|N}} in semifinale per 3-0<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/19-01-2024/inter-lazio-semifinale-supercoppa-italiana-thuram-calhanoglu.shtml|titolo=Troppa Inter per la Lazio: facile 3-0 e finale di Supercoppa col Napoli|data=19 gennaio 2024}}</ref> e il {{Calcio Napoli|N}} in finale per 1-0.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Inter/22-01-2024/l-inter-vince-la-supercoppa-italiana-1-0-al-napoli-con-gol-di-lautaro.shtml|titolo=La Supercoppa è sempre dell'Inter: Lautaro al 91' fa piangere il Napoli|data=22 gennaio 2024}}</ref> Meno fortunati i percorsi nelle altre due coppe, dove arrivarono due eliminazioni negli ottavi di finale: in [[UEFA Champions League 2023-2024|Champions League]] contro l'{{Calcio Atletico Madrid|N}}, ai tiri di rigore,<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Champions-League/13-03-2024/champions-atletico-inter-2-1-gol-dimarco-griezmann-depay-atletico-ai-quarti.shtml|titolo=Inter, stavolta Madrid è amara: rigori da incubo, ai quarti di Champions va l'Atletico|data=13 marzo 2024}}</ref> e in [[Coppa Italia 2023-2024|Coppa Italia]] contro il {{Calcio Bologna|N}}, nei tempi supplementari.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Coppa-Italia/20-12-2023/coppa-italia-inter-eliminata-dal-bologna-ai-supplementari.shtml|titolo=L'Inter crolla ai supplementari: il Bologna vola ai quarti con mago Zirkzee|data=20 dicembre 2023}}</ref>

==== La proprietà Oaktree (2024-) ====
Poche settimane dopo la vittoria del ventesimo scudetto, l'Inter andò incontro a un nuovo riassetto societario: Suning non riuscì a rimborsare il finanziamento ottenuto tre anni prima da Oaktree,<ref name=oakpost /> sicché nel maggio 2024 la società statunitense [[Beneficio di escussione|escusse]] le azioni in pegno del club nerazzurro, assumendone il controllo.<ref>{{cita web|url=https://www.inter.it/it/notizie/comunicazione-societaria-23-05-2024|titolo=Comunicazione societaria|data=2024-05-23}}</ref>

== Note ==
<references />

== Bibliografia ==
* {{cita pubblicazione|autore=[[Carlo F. Chiesa]]|titolo=Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo|rivista=[[Calcio 2000]]|data=aprile 2002|pp=40-59}}
* {{cita pubblicazione|autore=Carlo F. Chiesa|titolo=Il grande romanzo dello scudetto. Sedicesima puntata: comanda Milano, panca d'Italia|rivista=Calcio 2000|data=giugno 2003|pp=39-55}}
* {{cita libro|autore=Matteo Marani|titolo=Dallo scudetto ad Auschwitz: vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo|anno=2007|editore=Aliberti|città=Roma|isbn=978-88-7424-200-9|cid=Marani}}
* {{cita libro|autore=[[Leo Turrini]]|titolo=Pazza Inter. Cento anni di una squadra da amare|anno=2007|editore=Arnoldo Mondadori Editore||città=Milano|isbn=978-88-04-56701-1|cid=Turrini}}

== Voci correlate ==
* [[Colori e simboli del Football Club Internazionale Milano]]
* [[Football Club Internazionale Milano]]
* [[Grande Inter]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto}}

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