Sharīf: differenze tra le versioni
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'''Sharīf''' (in [[Lingua araba|arabo]] <big>شريف</big>, pl. ''ashrāf'', arabo <big>ﺍﺷﺮﺍﻑ</big>, talvolta [[lingua italiana|italianizzato]] in '''sceriffo<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/sceriffo/</ref>''') è un termine [[lingua araba|arabo]] che significa letteralmente "illustre, nobile", nel senso di discendente di [[Maometto]]. |
'''Sharīf''' (in [[Lingua araba|arabo]] <big>شريف</big>, pl. ''ashrāf'', arabo <big>ﺍﺷﺮﺍﻑ</big>, talvolta [[lingua italiana|italianizzato]] in '''sceriffo<ref>http://www.treccani.it/enciclopedia/sceriffo/</ref>''') è un termine [[lingua araba|arabo]] che significa letteralmente "illustre, nobile", nel senso di discendente di [[Maometto]]. |
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Originariamente è stato il titolo conferito all'incaricato di proteggere la città, e i suoi dintorni, e garantire la sicurezza dei pellegrini giunti a La Mecca (Sceriffo de La Mecca, vedere [[Sharif della Mecca]] ) ; Sharīf è poi stato il titolo conferito (sin dal XII secolo d.c.) all'incaricato del controllo di città, e dei dintorni, volto a garantire la sicurezza; in seguito uno Sharif venne eletto in ogni comunità tribale con compiti di polizia locale; in arabo Sharif etimologicamente deriva dal verbo Sharifa che significa 'essere eletto' ed il vocabolo Sharif significa anche persona eletta, illustre, onorevole; l'epiteto era stato anche usato per 'proveniente dalla famiglia di Maometto' poichè in questo caso significava 'persona nobile', mentre in senso traslato significa 'persona onesta' e 'gentiluomo' quali erano gli Sceriffi arabi. |
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== Caratteristiche == |
== Caratteristiche == |
Versione delle 16:00, 20 mar 2018
Sharīf (in arabo شريف, pl. ashrāf, arabo ﺍﺷﺮﺍﻑ, talvolta italianizzato in sceriffo[1]) è un termine arabo che significa letteralmente "illustre, nobile", nel senso di discendente di Maometto.
Origine
Originariamente è stato il titolo conferito all'incaricato di proteggere la città, e i suoi dintorni, e garantire la sicurezza dei pellegrini giunti a La Mecca (Sceriffo de La Mecca, vedere Sharif della Mecca ) ; Sharīf è poi stato il titolo conferito (sin dal XII secolo d.c.) all'incaricato del controllo di città, e dei dintorni, volto a garantire la sicurezza; in seguito uno Sharif venne eletto in ogni comunità tribale con compiti di polizia locale; in arabo Sharif etimologicamente deriva dal verbo Sharifa che significa 'essere eletto' ed il vocabolo Sharif significa anche persona eletta, illustre, onorevole; l'epiteto era stato anche usato per 'proveniente dalla famiglia di Maometto' poichè in questo caso significava 'persona nobile', mentre in senso traslato significa 'persona onesta' e 'gentiluomo' quali erano gli Sceriffi arabi.
Discendenza da Maometto
Nei primi tempi dell'Islam il termine fu usato per indicare tutta la Ahl al-Bayt (lett. "Gente del Casato di Maometto"), intendendo sia il ramo hasanide che quello husaynide. In seguito, a seconda delle tradizioni locali, l'appellativo indicò alternativamente l'uno o l'altro dei ceppi della famiglia. A partire dal IX secolo è usato in senso più largo per indicare in generale la discendenza hascemita del Profeta (dal nome del nonno del Profeta: Hāshim ibn ʿAbd Manāf) o come onorifico generico. A differenza degli altri paesi islamici, in Marocco invece di Sharīf o Sayyid si utilizza il titolo di Mulay.
Caratteristiche
Essi godono di grande prestigio morale (anche se non sempre materiale) in tutto il mondo islamico e usano talora segnalare questa loro condizione indossando un copricapo di color verde che, lungi dall'essere il "colore dell'Islam" tutto, è il colore tipico degli alidi.
Utilizzi alternativi del termine
Da vari secoli il termine indica, più propriamente, i discendenti del profeta dell'Islam Maometto attraverso la figlia Fāṭima bt. Muḥammad e il cugino ʿAlī b. Abī Ṭālib.
Altre forme
La forma femminile è sceriffa (sharīfa), mentre un sinonimo del termine è sayyid (pl. sādāt).