Killing fields: differenze tra le versioni
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L'espressione '''killing fields''' ([[campi di sterminio]]) è usata in primo luogo per indicare i siti in Cambogia dove avvennero massacri di massa sotto il regime comunista di [[Pol Pot]] dal 1975 al 1979. Il termine è divenuto famoso grazie al film "The Killing Fields" di [[Roland Joffé]], uscito nel 1984 e tradotto in italiano col titolo ''[[Urla del silenzio]]''. |
L'espressione '''killing fields''' ([[campi di sterminio]]) è usata in primo luogo per indicare i siti in Cambogia dove avvennero massacri di massa sotto il regime comunista di [[Pol Pot]] dal 1975 al 1979. Il termine è divenuto famoso grazie al film "The Killing Fields" di [[Roland Joffé]], uscito nel 1984 e tradotto in italiano col titolo ''[[Urla del silenzio]]''. |
Versione delle 02:17, 18 feb 2012
L'espressione killing fields (campi di sterminio) è usata in primo luogo per indicare i siti in Cambogia dove avvennero massacri di massa sotto il regime comunista di Pol Pot dal 1975 al 1979. Il termine è divenuto famoso grazie al film "The Killing Fields" di Roland Joffé, uscito nel 1984 e tradotto in italiano col titolo Urla del silenzio.
Il film mostra immagini di campi agricoli disseminati di teschi e ossa umane. L'espressione indica, con accezione più estesa, anche i campi di lavoro forzato dove la maggior parte della popolazione cambogiana fu costretta ai lavori forzati, in condizioni durissime che causavano facilmente la morte per sfinimento o fame; inoltre, la minima ribellione o il minimo errore erano spesso puniti con la morte.
Anche le prigioni, come la nota S-21 (sito di sterminio in quanto solo 7 dei 17.000 prigionieri sono sopravvissuti) oggi sede del Tuol Sleng Genocide Museum, sono spesso annoverate fra i "killing fields".
Oltre agli autori di tre libri legati all'omonimo film:
- Christopher Hudson in Killing Fields, 1984
- Haing Ngor e Roger Warner in Survival in the killing fields, 1987
- Sydnay Schanberg e Dith Pran in The killing fields - The facts behind the film, 1984
molti altri, soprattutto i sopravvissuti al genocidio, hanno usato il termine killing fields con riferimento alla realtà cambogiana:
- Aileen Ludington in Salvation in the Killing Fields, 1991
- Nancy Moyer in Escape from the Killing Fields, 1991
- Kari Rene Hall e Josh Getlin in Beyond the Killing Fields, 1992
- Usha Welaratna in Beyond the Killing Fields: Voices of Nine Cambodian Survivors, 1994
- Chris Riley e Douglas Niven in The Killing Fields, 1996
- Kim DePaul e Dith Pran in Children of Cambodia's killing fields, 1997
- Don Cormack in Killing Fields, Living Fields, 1997
- Physa Chanmany e Catherine Lawton in No More Fear: From Killing Fields To Harvest Fields, 1999
- Bun Yom e Keith Mark Johnson in Bun's Story (Tomorrow I'm Dead, How I Survived The Killing Fields), 2004
- Craig Etcheson in After the killing fields, 2005
- Theary C. Seng in Daughter of the killing fields, 2005
- Paul Hollander in From the Gulag to the Killing Fields, 2007
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Killing fields
Collegamenti esterni
- Recensione di "Urla del silenzio", di Roland Joffè, 1984.
- (EN) Killing Fields e S-21
- (EN) Un giorno nei Killing Fields - 1997 diario di viaggio di Andy Carvin
- (EN) mappe dei siti di sterminio redatta dell'università di Yale