Terza lettera ai Corinzi: differenze tra le versioni

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== Canonicità ==
In passato ha goduto di notevole fortuna, specialmente nell'oriente cristiano-siriaco, al punto da essere compresa nel [[canone siriaco]] e in quello [[canone armeno|armeno]] per diversi secoli. Attualmente non ne fa parte. Fu inclusa tra gli scritti canonici anche nel ''[[Catalogus Claromontanus]]'', composto in Occidente nel [[IV secolo]].

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È uno dei più antichi testi che parla della [[resurrezione]], anche se si limita a riproporre i contenuti della fede già enunciati, e più ampiamente nel capitolo 15 della ''[[Prima lettera ai Corinzi]]'', seppur introducendo una piccola ma importante novità. Infatti non si parla qui di ἀνάστασις τῶν νεκρῶν ("resurrezione dei morti"), come nella ''Prima lettera ai Corinzi'', ma di ἀνάστασις τῆς σαρκός ("resurrezione della carne"), mostrando l'evoluzione del problema. La polemica si è evidentemente spostata sulla prospettiva antropologica greca di tipo dualistico, secondo cui l'uomo è composto da due parti: il corpo, corruttibile e destinato a scomparire, l'anima, immortale e destinata alla vita eterna. Proprio in risposta a questa concezione dualistica, la lettera ribadisce la verità della [[resurrezione]] della carne.
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== Bibliografia ==
* ''Paolo di Tarso a 2000 anni dalla nascita'', a cura di Giuseppe Ghiberti, Effata Editrice IT, 2009, ISBN 9788874025022, pp. 176-177.


== Voci correlate ==
== Voci correlate ==

Versione delle 17:54, 11 apr 2011

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Terza lettera ai Corinzi
Datazione160-170
AttribuzionePaolo di Tarso
Luogo d'origineSiria
ManoscrittiPapiro Bodmer X (IV secolo)
Temarisurrezione della carne

La Terza lettera ai Corinzi è una lettera in greco antico composta tra il 160 e il 170, probabilmente in Siria, ma di attribuzione pseudoepigrafica a Paolo di Tarso. È contenuta nei Papiri Bodmer X.

Fu composta originariamente come risposta alla Lettera dei Corinzi a Paolo; successivamente fu inclusa negli Atti di Paolo, una collezione di scritti relativi all'apostolo.

Canonicità

Dal punto di vista canonico, la Terza lettera ai Corinzi è considerata un apocrifo del Nuovo Testamento.

In passato ha goduto di notevole fortuna, specialmente nell'oriente cristiano-siriaco, al punto da essere compresa nel canone siriaco e in quello armeno per diversi secoli. Attualmente non ne fa parte.

Fu inclusa tra gli scritti canonici anche nel Catalogus Claromontanus, composto in Occidente nel IV secolo.

Tema

È uno dei più antichi testi che parla della resurrezione, anche se si limita a riproporre i contenuti della fede già enunciati, e più ampiamente nel capitolo 15 della Prima lettera ai Corinzi, seppur introducendo una piccola ma importante novità. Infatti non si parla qui di ἀνάστασις τῶν νεκρῶν ("resurrezione dei morti"), come nella Prima lettera ai Corinzi, ma di ἀνάστασις τῆς σαρκός ("resurrezione della carne"), mostrando l'evoluzione del problema. La polemica si è evidentemente spostata sulla prospettiva antropologica greca di tipo dualistico, secondo cui l'uomo è composto da due parti: il corpo, corruttibile e destinato a scomparire, l'anima, immortale e destinata alla vita eterna. Proprio in risposta a questa concezione dualistica, la lettera ribadisce la verità della resurrezione della carne.

Bibliografia

  • Paolo di Tarso a 2000 anni dalla nascita, a cura di Giuseppe Ghiberti, Effata Editrice IT, 2009, ISBN 9788874025022, pp. 176-177.

Voci correlate