Visione cieca: differenze tra le versioni

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Versione delle 10:24, 13 lug 2006

Il fenomeno del blindsight (o della "visione cieca"), consiste nella preservata capacità, a fronte di lesioni nell'area visiva primaria, di localizzare uno stimolo nello spazio, se la risposta può essere eseguita attraverso un movimento oculare o una indicazione manuale.

In generale, una lesione che distrugga una zona circoscritta dell'area visiva primaria determinerà uno scotoma, cioè una zona di assoluta cecità, in una porzione ben definita del campo visivo. Una lesione di questo genere, come detto, lascia intatta la capacità di localizzare gli stimoli nello spazio. Nella prima descrizione del fenomeno vennero inviati nella zona scotomatica degli stimoli non strutturati, e fu richiesto ai pazienti, alla comparsa dello stimolo, di fare un movimento oculare verso di esso. Quello che emerse fu una significativa correlazione tra la posizione dello stimolo e la posizione degli occhi dopo la stimolazione.

Questi risultati furono spiegati nel contesto della teoria dei due sistemi visivi, secondo la quale il sistema retino-genicolo-striato serve alla identificazione (via del "What") degli oggetti mentre il sistema retino-collicolo-extrastriato serve alla localizzazione (via del “Where”) nello spazio degli stimoli visivi. Il fenomeno del blindsight scompare quando il paziente deve mantenere gli occhi sul punto di fissazione e contemporaneamente indicare manualmente la posizione dello stimolo.

Quindi, la spiegazione del blindsight basata sui due sistemi visivi prevede che le attività svolte dal sistema retino-genicolo-striato siano danneggiate, quindi nella zona scotomatica non sono previste capacità discriminative intatte, con l'eccezione della posizione spaziale degli stimoli.