Colonna di Arcadio: differenze tra le versioni

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Versione delle 12:24, 20 lug 2010

Colonna di Arcadio (ricostruzione ipotetica).

La colonna di Arcadio è una colonna coclide eretta nel 402/403 all'interno dell'omonimo foro a Costantinopoli, per commemorare il trionfo di questo imperatore sui Goti di Gainas nel 400. La decorazione non fu terminata che nel 421, quando Arcadio era già morto da tempo (408); il monumento fu allora dedicato dal nuovo imperatore, Teodosio II, al proprio padre Arcadio.[1]

Ispirato alla colonna di Teodosio, eretta da Teodosio I nel forum Tauri negli anni 380, questo monumento prosegue la tradizione delle colonne coclidi dell'antica Roma, come la colonna di Traiano e la colonna di Marco Aurelio. Le scene rappresentate sulla spirale raffiguravano la vittoria delle armi imperiali contro Gainas, un generale barbaro al servizio dell'impero che si era ribellato ma era stato sconfitto, ed era sormontata da un capitello corinzio recante il chi-ro, a simbolo della devozione cristiana di Arcadio, sul quale era posta una statua dell'imperatore.

La colonna fu distrutta nel XVI secolo e non ne restano che le fondamenta e la base, realizzata in granito rosso. I dettagli della sua decorazione sono però conservati, grazie ad una serie di disegni realizzati nel 1575.

Note

  1. ^ Conte Marcellino, Cronaca, 421.2: «Patri suo Arcadio in foro eius; super inmanem columnam ingentem statuam idem Theodosius dedicauit».

Bibliografia

  • (EN) Croke, Brian, Count Marcellinus and His Chronicle, Oxford University Press, 2001, ISBN 0-19-815001-6, p. 114.
  • (DE) Wolfgang Müller-Wiener, Bildlexikon zur Topographie Istanbuls, Deutsches Archäologisches Institut, 1977, ISBN 3-8030-1022-5, pp. 250-253.
  • (EN) Geoffrey S. Nathan, "Arcadius (395-408 A.D.)", De Imperatoribus Romanis
  • (FR) Jean-Pierre Sodini, «Images sculptées et propagande impériale du IVe au VIe siècle : recherches récentes sur les colonnes honorifiques et les reliefs politiques à Byzance», Byzance et les images, La Documentation Française, 1994, ISBN 2-11-003198-0, p. 43-94.

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