Predella: differenze tra le versioni
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La predella più antica della quale si abbia traccia in Italia è quella della ''[[Maestà del Duomo di Siena|Maestà]]'' dipinta da [[Duccio di Buoninsegna]] per l'altare maggiore del [[Duomo di Siena]] nel [[1308]]. |
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Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore: a volte erano curate da allievi, altre dal maestro stesso, altre ancora poteva venir aggiunta in un secondo momento. A volte poi la predella dava l'opportunità di misurarsi con rappresentazioni più originali rispetto al soggetto |
Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore: a volte erano curate da allievi, altre dal maestro stesso, altre ancora poteva venir aggiunta in un secondo momento. A volte poi la predella dava l'opportunità di misurarsi con rappresentazioni più originali rispetto al soggetto principale della pala, magari canonizzato dale richieste dei committenti. |
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Con il frequente smembramento e dispersione dei polittici tre-quattrocenteschi la predella era uno degli elementi che più facilmente veniva staccato, magari diviso e alienato. |
Con il frequente smembramento e dispersione dei polittici tre-quattrocenteschi la predella era uno degli elementi che più facilmente veniva staccato, magari diviso e alienato. |
Versione delle 04:50, 15 mar 2009
La predella è una fascia dipinta divisa in più riquadri che di solito faceva da corredo alle pale d'altare dipinte su legno.
La sua funzione era da un lato quella di coprire lo zoccolo inferiore della cornice, dall'altro di corredate di scene accessorie la pittura principale.
Tipico è per esempio il caso di polittici con figure dei Santi nella cui predella venivano dipinte scene della loro vita o anche scene della vita di Cristo in qualche modo collegate.
La predella più antica della quale si abbia traccia in Italia è quella della Maestà dipinta da Duccio di Buoninsegna per l'altare maggiore del Duomo di Siena nel 1308.
Non necessariamente predella e pala erano dipinte dallo stesso autore: a volte erano curate da allievi, altre dal maestro stesso, altre ancora poteva venir aggiunta in un secondo momento. A volte poi la predella dava l'opportunità di misurarsi con rappresentazioni più originali rispetto al soggetto principale della pala, magari canonizzato dale richieste dei committenti.
Con il frequente smembramento e dispersione dei polittici tre-quattrocenteschi la predella era uno degli elementi che più facilmente veniva staccato, magari diviso e alienato.
Tra le predelle famose c'è quella con le Storie di San Giuliano dipinta da Masaccio nel 1423, di straordinaria vitalità espressiva.