Celso (governatore romano): differenze tra le versioni

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Celso era un uomo ricco. Nativo di Antiochia, era figlio di Esichio, fratello di Eutropio e di due sorelle, sposate con Tiberio e Marco (cugino di [[Libanio]], con cui Celso ebbe una nutrita corrispondenza).
Celso era un uomo ricco. Nativo di Antiochia, era figlio di Esichio, fratello di Eutropio e di due sorelle, sposate con Tiberio e Marco (cugino di [[Libanio]], con cui Celso ebbe una nutrita corrispondenza).


Nel 350 circa era studente di Libanio a [[Nicomedia]]; da lì si recò a studiare ad Atene, insieme a Basilio (meglio noto come [[Basilio Magno]]) e [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] (poi divenuto imperatore romano), dove invitò gli Ateniesi a conferire a Libanio la cattedra di di retorica (352).
Nel 350 circa era studente di Libanio a [[Nicomedia]]; da lì si recò a studiare ad Atene, insieme a Basilio (meglio noto come [[Basilio Magno]]) e [[Flavio Claudio Giuliano|Giuliano]] (poi divenuto imperatore romano), dove invitò gli Ateniesi a conferire a Libanio la cattedra di retorica (352).


Successivamente studiò filosofia a [[Sicione]] e insegnò retorica.
Successivamente studiò filosofia a [[Sicione]] e insegnò retorica.

Versione delle 12:13, 14 ago 2021

Celso (in latino: Celsus; floruit 350–365; Antiochia di Siria, ...) fu un governatore provinciale romano, studioso di retorica e filosofia.

Biografia

Celso era un uomo ricco. Nativo di Antiochia, era figlio di Esichio, fratello di Eutropio e di due sorelle, sposate con Tiberio e Marco (cugino di Libanio, con cui Celso ebbe una nutrita corrispondenza).

Nel 350 circa era studente di Libanio a Nicomedia; da lì si recò a studiare ad Atene, insieme a Basilio (meglio noto come Basilio Magno) e Giuliano (poi divenuto imperatore romano), dove invitò gli Ateniesi a conferire a Libanio la cattedra di retorica (352).

Successivamente studiò filosofia a Sicione e insegnò retorica.

Nel 359 si recò a Costantinopoli, per prendere posto nel Senato e studiare sotto Temistio, studioso di Aristotele e proconsole della città. Nel 361 era tornato ad Antiochia.

Nel 362 era praeses di Cilicia: in quell'anno l'imperatore Giuliano passò dalla Cilicia e incontrò il suo vecchio compagno di studi.

Dal 363 al 364 è attestato come consolare della Siria. Nel 364 organizzò i giochi siriarchici a nome del figlio: in questa occasione Libanio scrisse a diversi suoi contatti, vicari e proconsoli d'Asia, per procurare le bestie per i giochi.

Nel 365 fu convocato a Costantinopoli dall'imperatore Valente, ricevendo un incarico, ma quello stesso anno dovette tornare ad Antiochia, poiché gli era morta la madre e la giovane moglie era rimasta sola.

Bibliografia

  • Libanio, Lettere, 86, 650, 661, 696, 699, 714-18, 722-23, 735-6, 742-3, 746, 783, 787-9, 1113, 1167, 1176, 1190, 1430.
  • Libanio, Orazioni, xv.51, xviii.159, lxii.61
  • «Celsus 3», PLRE I