Cognizione sociale

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Social cognition)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La cognizione sociale (o in inglese social cognition) corrisponde attualmente al paradigma scientifico più accreditato nell'ambito della psicologia sociale e consiste nell'attività mentale con la quale arriviamo a conoscere il mondo sociale.

La cognizione sociale si occupa dello studio scientifico:

  • dei processi attraverso cui le persone acquisiscono informazioni dall'ambiente, le interpretano, le immagazzinano in memoria e le recuperano da essa, al fine di comprendere sia il proprio mondo sociale che loro stesse e organizzare di conseguenza i propri comportamenti
  • di come il contesto sociale influenzi le prestazioni cognitive.

Tale corrente, nata negli Stati Uniti negli anni settanta del XX secolo, parte dall'assunto che le persone siano caratterizzate sin dai primi momenti della loro esistenza dal bisogno di "conoscere" la realtà che le circonda, costituita in larga parte da altre persone, al fine di orientare il proprio comportamento in modo adattivo all'ambiente in cui vivono. Viene preso in esame il modo in cui le informazioni sociali vengono organizzate in memoria. Per larga parte del suo sviluppo è stata dominante la concezione di un sistema cognitivo controllato da un principio cardine "ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo"; secondo questa impostazione la cognizione sarebbe guidata dalla necessità di selezionare le informazioni, attraverso processi di categorizzazione miranti alla semplificazione della massa di dati in arrivo. Sempre per questo l'individuo nella necessità di ordinare le proprie conoscenze sul mondo ricorrerebbe a delle "euristiche", scorciatoie di giudizio che consentono di decidere anche in assenza di dati sufficienti.

Esistono quattro tipi di euristiche:

  • Euristica della disponibilità o vividezza,
  • Euristica della simulazione,
  • Euristica della rappresentatività,
  • Euristica dell'ancoraggio e accomodamento.

Un altro filone significativo di questo nucleo teorico approfondisce l'impatto della personalità sulla condotta. L'autore più importante di questo filone di ricerca rappresenta senza dubbio Albert Bandura e la sua teoria dell'apprendimento sociale, da cui prese forma un intero nucleo teorico denominato teoria sociale cognitiva.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la visione diffusa nelle scienze cognitive, lo sviluppo della capacità umana di elaborare, immagazzinare e applicare informazioni sugli altri inizia con l’apprendimento sociale all’inizio della vita. Gli organismi molto giovani conoscono le situazioni sociali nell'interazione sociale con i loro caregiver quando la conoscenza è in via di sviluppo ma è limitata. La questione essenziale nello studio della cognizione sociale è come appare questa capacità e quali processi neurofisiologici sono alla base negli organismi nello stadio di sviluppo sensomotorio con solo riflessi semplici che non mantengono la comunicazione bilaterale. Il professor Michael Tomasello ha introdotto il costrutto psicologico dell'intenzionalità condivisa per spiegare la cognizione che inizia nella fase di sviluppo precedente attraverso la collaborazione inconsapevole nelle diadi madre-bambino.[1][2] Altri ricercatori hanno sviluppato la nozione, osservando questa interazione collaborativa da diverse prospettive, ad esempio, psicofisiologia[3][4][5] e neurobiologia.[6]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Castelli, L. (2004). Psicologia sociale cognitiva. Un'introduzione. Laterza, Bari.
  • Arcuri, L., Zogmaister, C (2007). Metodi di ricerca nella cognizione sociale. Il Mulino, Bologna

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Psicologia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di psicologia
  1. ^ Tomasello, M. (1999). The Cultural Origins of Human Cognition. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press. 1999.
  2. ^ Tomasello, M. Becoming Human: A Theory of Ontogeny. Cambridge, Massachusetts: Harvard University Press; 2019.
  3. ^ Val Danilov I. & Mihailova S. (2023). "Empirical Evidence of Shared Intentionality: Towards Bioengineering Systems Development." OBM Neurobiology 2023; 7(2): 167; doi:10.21926/obm.neurobiol.2302167. https://www.lidsen.com/journals/neurobiology/neurobiology-07-02-167
  4. ^ McClung, J. S., Placì, S., Bangerter, A., Clément, F., & Bshary, R. (2017). "The language of cooperation: shared intentionality drives variation in helping as a function of group membership." Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 284(1863), 20171682. http://dx.doi.org/10.1098/rspb.2017.1682.
  5. ^ Shteynberg, G., & Galinsky, A. D. (2011). "Implicit coordination: Sharing goals with similar others intensifies goal pursuit. Journal of Experimental Social Psychology, 47(6), 1291-1294., https://doi.org/10.1016/j.jesp.2011.04.012.
  6. ^ Fishburn, F. A., Murty, V. P., Hlutkowsky, C. O., MacGillivray, C. E., Bemis, L. M., Murphy, M. E., ... & Perlman, S. B. (2018). "Putting our heads together: interpersonal neural synchronization as a biological mechanism for shared intentionality." Social cognitive and affective neuroscience, 13(8), 841-849.