Sestieri d'Ampezzo

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I Sestieri d'Ampezzo (Sestiere d'Anpezo nella parlata locale) sono le divisioni territoriali del comune di Cortina d'Ampezzo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Durante il Medioevo Ampezzo costituiva una delle dieci Centene del Cadore, delle porzioni territoriali abitate da circa cento famiglie. A capo della Centena vi era l'Officiale, alle cui dipendenze vi erano i Decani, il cui compito era quello di sorvegliare i deceni (dejen in ampezzano), ovverosia dei gruppi di villaggi abitati da circa dieci famiglie.[1] L'unico villaggio della valle non sottoposto all'autorità dell'Officiale d'Ampezzo era quello di Pecol, abitato da discendenti di vinighesi e per questo soprannominato Pecol Vinean; questi ultimi possedevano anche estesissimi pascoli a nord di Cortina, assegnati loro forse ai tempi dei Longobardi.[2]

In seguito, nel XV secolo, la Centena d'Ampezzo venne divisa non più in dieci ma in sei zone, che mantennero tuttavia la precedente denominazione (deceni). Tale partizione, corrispondente grossomodo a quella attuale, distingueva la valle in:

  • Cortina
  • Chiave
  • Cadin
  • Staolin
  • Azon
  • Mortisa

I sei dejen presentavano altrettanti Laudatori (Loudaduos), i quali eleggevano il Marigo, cioè il capo dell'intera comunità.[3] Nel 1415 i vinighesi di Pecol vendettero tutti i loro pascoli agli ampezzani ed il loro villaggio venne aggregato al territorio della centena, andando così a costituirne il settimo sestiere.[2]

La situazione rimase invariata fino alla metà del '500, quando la composizione dei deceni venne regolata da apposite norme: ognuno di essi era composto da gruppi famigliari allargati detti ciae (nove per ogni sestiere tranne per Pecol, composto solo da sei di essi) e doveva nominare due Consiglieri, i quali prendevano parte al Maggior e general consiglio, ovverosia il massimo organo istituzionale della Magnifica comunità d'Ampezzo, composto di 24 membri. Nel 1585, inoltre, il dejen di Pecol venne inglobato in quello di Staolin, ed i suoi abitanti assimilati definitivamente agli ampezzani.[4]

Col tempo il numero dei sestieri rimase invariato, mentre mutarono la denominazione ed i confini. Oggi essi sono:

  • Cortina, rappresentato dal color azzurro;
  • Chiave (Ciae), rappresentato dal colore giallo ocra;
  • Cadin (Ciadin), rappresentato dal colore rosa;
  • Alverà (erede di Staolin, villaggio progressivamente abbandonato lungo i secoli a causa di smottamenti del terreno), rappresentato dal colore verde;
  • Azon, rappresentato dal colore rosso;
  • Zuel (erede di Mortisa, confluita nel sestiere di Azon), rappresentato dal colore giallo acceso.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

A partire dall'invasione italiana di Ampezzo (1918), i Sestieri non hanno più funzioni amministrative, ma sono legati ad eventi sportivi e folcloristici. In particolare, essi si sfidano nella Corsa dei Sestieri (nelle due edizioni invernale ed estiva) ed in vari altri tornei, come quello di calcio e quello di tennis.

Un altro evento organizzato dai Sestieri sono le feste campestri, tenute nei mesi di luglio e agosto durante i fine settimana (tranne per il Sestiere di Zuel, la cui festa è tradizionalmente a Ferragosto). I volontari dei vari villaggi fanno a gara perché la propria festa risulti essere la migliore come organizzazione ed affluenza. Non manca saltuariamente qualche goliardata per deridere i sestieri "avversari" a causa di problemi di organizzazione o di maltempo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giuseppe Richebuono, Storia d'Ampezzo, La Cooperativa di Cortina, p. 57-58.
  2. ^ a b Giuseppe Richebuono, Storia d'Ampezzo, La Cooperativa di Cortina, p. 98-99.
  3. ^ Giuseppe Richebuono, Storia d'Ampezzo, La Cooperativa di Cortina, p. 86.
  4. ^ Giuseppe Richebuono, Storia d'Ampezzo, La Cooperativa di Cortina, p. 184-185.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]